Fondazione Ariodante Fabretti
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Convegni e altre iniziative


Nel 1994 si è svolto un primo seminario interno, dedicato a
La Cremazione nell'Italia di fine Ottocento strettamente connesso con le ricerche allora in fase di elaborazione e oggi compiute. Nel 1995, un altro confronto seminariale è stato organizzato su un tema -la massoneria- che si è rivelato centrale per una storia della cremazione: Cremazione e massoneria nell'Italia di fine Ottocento


Un terzo convegno, di cui sono pubblicati gli atti, è stato dedicato, nel giugno 1995, a
Conservazione e distruzione del corpo. Una parte delle relazioni erano di taglio storico, mentre la seconda parte cercava studiare la morte come fenomeno collettivo nelle società industriali e postindustriali, attraverso una riflessione non solo storica, ma antropologica e semiologica.

Il 24 e 25 settembre 1999 si è svolto il Convegno internazionale La scena degli addii. Morte e riti funebri nelle società occidentali contemporanee: di taglio interdisciplinare, il convegno ha affrontato il tema della crisi dei riti funebri tradizionali, con una particolare attenzione per le nuove esperienze rituali presenti oggi in Europa. Questo convegno è il primo di una serie di convegni sui temi della morte che la Fondazione Fabretti organizzerà ogni due anni.

Convegni 2000

24 novembre 2000
Si è tenuto presso la Sala dei Mappamondi dell'Accademia delle Scienze di Torino il convegno di studi su "Ariodante Fabretti nella Torino di fine Ottocento". Il convegno intendeva ricordare e approfondire la figura di Ariodante Fabretti, ripercorrendo i molteplici e fervidi rapporti culturali con Torino.

2 dicembre 2000
Giornata di studi su "Il lutto nella società italiana", presso la Sala conferenze dell'Archivio di Stato di Torino, organizzata insieme all'Istituto di Tanatologia e Medicina Psicologica di Bologna. L'obiettivo é stato quello di chiarire alcuni aspetti storici e teorici della realtà del lutto, con l'attenzione rivolta a coloro che del lutto si devono occupare, a vario titolo, professionalmente.

Convegni 2001

28 e 29 settembre 2001

Si é tenuto, nella sala Conferenze dell'Archivio di Stato di Torino, il convegno Perfezione e finitudine. La concezione della morte nelle utopie in età moderna e contemporanea, organizzato dalla Fondazione Fabretti in collaborazione con il Centro interdipartimentale di Studi sull'Utopia dell'Università di Bologna e il Dipartimento di Storia dell'Università di Torino. Il convegno, di impostazione interdisciplinare, ha indagato i rapporti concettuali tra i due temi: da un lato la morte, il limite dell'umano per eccellenza; dall'altro l'utopia che, in quanto costruzione di una società altra e migliore di quella data, mette in campo varie strategie per attutire, neutralizzare o ignorare proprio l'impatto della morte.

La prima sezione (pomeriggio di venerdì 28 settembre) intitolata La morte e l'Utopia: temi e problemi, di carattere prettamente teorico, ha toccato, oltre al tema generale della concezione della morte, quello della salute, della malattia, della vecchiaia e dell'eutanasia; dei riti funebri e dei cimiteri; della metempsicosi.

La seconda sezione (sabato 29 settembre 2001) ha affrontato la concettualizzazione della morte in utopia attraverso i secoli, indagando gli autori che hanno riflettuto con metodologie diverse e in differenti aree geografiche, a partire dal Rinascimento, fino alle distopie e alla fantascienza in età contemporanea.

Convegni 2002

6 dicembre 2002

La Fondazione Fabretti ha organizzato una giornata di studi sul tema "La letteratura guarda la morte. Lo scrittore, la vecchiaia, e la fine della vita". In tutti i secoli vi sono stati grandi scrittori e pensatori che hanno raggiunto un'età elevata, e le riflessioni che essi hanno lasciato sulla vecchiaia e sulla morte, propria e altrui, sono sempre stati oggetto di profonde meditazioni. Si pensi, nel Novecento, a Une mort très douce di Simone de Beauvoir, a La mort de ma mère di Albert Cohen, al De Senectute di Bobbio. Il convegno si è proposto di esaminare alcuni testi letterari del nostro tempo particolarmente significativi per una meditazione sulla morte, e al contempo anche di raccogliere testimonianze di scrittori e scrittrici o artisti che hanno parlato della loro creatività in rapporto alla propria finitudine.             

Nel guardare alla vecchiaia e alla morte, lo scrittore non può peraltro prescindere dal farsi specchio, magari deformante, delle concezioni della morte prevalenti nel contesto in cui vive: oltre alla soggettività dello scrittore, è stata dunque in questione, nella riflessione che abbiamo proposto in questa giornata, anche uno sguardo attento e critico sulle condizioni in cui si vive la vecchiaia e la prospettiva della morte nella società contemporanea.

Convegni 2003

Moralizzare la morte
Riti e luoghi del morire nella società del XIX secolo

Si è tenuto, presso l’Archivio di Stato della Città di Torino, il convegno Moralizzare la morte. Riti e luoghi del morire nella società del XIX secolo. Il programma del convegno.
La giornata di studi si proponeva di indagare lo stretto intreccio tra una cultura scientifica impregnata di positivismo e l’impegno riformatore per una società più moderna, che caratterizza il profilo di molti personaggi di primo piano in ambito politico ed universitario nella seconda metà del XIX secolo. Si pensi, per quanto riguarda Torino – peraltro luogo privilegiato del positivismo scientifico- al materialista Jacob Moleschott voluto dal ministro della Pubblica Istruzione Francesco De Sanctis alla cattedra torinese di fisiologia, a Giacinto Pacchiotti, assessore e titolare della cattedra di patologia e clinica chirurgica, a Michele Lessona, rettore dell’ateneo subalpino, nonché a Luigi Pagliani, titolare della cattedra di Igiene e stesore della nuova legislazione sanitaria.

L’igienismo -sorta di summa di molteplici istanze volte a realizzare una società identificata dalle categorie di “pulito”, “sano”, “virtuoso”, e dunque un nuovo ordine morale- non poteva ignorare i problemi legati alla morte, alla putrefazione dei cadaveri e ai cimiteri. Su questi problemi interviene infatti sul piano culturale, politico e giuridico.
Al contempo, la mentalità positivista e scientista di questi protagonisti riconosce nella cremazione, anche grazie alla tecnologia dei forni crematori, una soluzione ottimale all’ormai annoso problema dell’inquinamento provocato dall’inumazione, e perfino all’ansia per la morte apparente. Collocato nel più vasto progetto di una laicizzazione della società, l’igienismo (con il suo retroterra culturale e filosofico) è dunque componente di fondamentale importanza nella formazione del movimento cremazionista, insieme all’anticlericalismo, e ha un ruolo centrale nelle prime realizzazioni di crematori, non solo in Italia.
La giornata è stata suddivisa in due parti: durante la mattina si sono affrontati gli aspetti teorici ed ideologici della riflessione sulla morte e sulla cremazione da parte dell’igienismo ottocentesco. Nel pomeriggio si sono esaminati gli intrecci tra tale riflessione e le tematiche che caratterizzano la sensibilità collettiva.