Fondazione Ariodante Fabretti
Via E. De Sonnaz 13 - 10121 Torino (Italia)
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Bando di concorso della Fondazione Fabretti

 

La Fondazione Ariodante Fabretti é sorta a Torino nel 1999 come punto di riferimento scientifico per coloro che, in varie discipline, studiano il discorso sulla morte (rappresentazioni e comportamenti collettivi) come storicamente si é sviluppato nel contesto della civiltà industriale e dell'età contemporanea, e in una prospettiva interculturale. In questo modo la Fondazione si propone di collaborare, sotto il profilo culturale, con istituti ed enti, che, operando sul territorio, affrontano le complesse problematiche inerenti alla morte.

Nei suoi locali sono sistemati la Biblioteca e l’Archivio che contano oggi rispettivamente su circa 1800 testi e 1200 fascicoli di carte e documenti, tutti rigorosamente attinenti ai temi privilegiati negli studi e nelle ricerche attivate nell’ambito dei suoi programmi scientifici. Nei limiti consentiti dallo spazio e tenuto conto dell’importanza della ricerca, la Biblioteca e gli Archivi sono aperti a quegli studiosi qualificati che facciano domanda di utilizzarne le risorse.

BANDO DI CONCORSO PER IL BIENNIO 2004 -2006

-La Fondazione bandisce tre borse di studio biennali, ciascuna delle quali ammonta a 4131 € l’anno. Le domande per concorrere alla loro assegnazione dovranno pervenire entro il 31 gennaio 2004 al seguente indirizzo:

FONDAZIONE ARIODANTE FABRETTI, VIA DE SONNAZ 13, 10121 TORINO

-I progetti di ricerca presentati dovranno essere relativi al tema “Rappresentazioni e politiche della morte: strategie della memoria, rituali e pratiche funerarie”. Essi non dovranno superare le 3-4 cartelle, e dovranno essere accompagnati da:

a) curriculum vitae (è opportuna la conoscenza di almeno una lingua straniera);

b) copia della tesi di laurea o di dottorato o di altri eventuali lavori a stampa;

c) indicazione dei materiali a stampa e delle fonti di archivio o altre che si intendono utilizzare nel lavoro;

d) indirizzo privato e numero di telefono.

-   Sono ammessi a concorrere laureati e dottori di ricerca.

- A conclusione del ciclo biennale, i saggi prodotti dalle ricerche dei borsisti, qualora di adeguata qualità scientifica, andranno ad alimentare la collana della Fondazione Fabretti.

- Tutte le borse saranno assegnate entro il 15 marzo 2004 dal Consiglio di Amministrazione, a suo insindacabile giudizio, su proposta del Comitato scientifico.

Torino, 30 settembre 2003.

 

                           Il Presidente                                        Il Direttore scientifico

                           Tullio Regge                                         Marina Sozzi

I vincitori delle borse di studio della Fondazione Fabretti
(Ciclo 2004-2006)

Anche quest’anno, come ogni biennio, la Fondazione Fabretti ha assegnato tre borse di studio a giovani studiosi che si occupano del tema della morte. I criteri di valutazione dei ventiquattro progetti pervenuti alla Fondazione entro il 31 gennaio 2004, data di scadenza del bando “Rappresentazioni e politiche della morte: strategie della memoria, rituali e pratiche funerarie”, adottati dal Comitato Scientifico sono stati i seguenti: la congruenza con gli scopi istituzionali ed i progetti della Fondazione, la maturità e la solidità scientifica del curriculum dei candidati e dei progetti di ricerca presentati, la spendibilità operativa dei progetti stessi, e le prospettive editoriali del saggio/volume conclusivo di ciascuna ricerca.
In conformità a questi criteri, sono stati proposti al Consiglio d’Amministrazione quali vincitori delle tre borse di studio bandite dalla Fondazione Fabretti per l’anno 2004-2006: la dott.ssa Fiorenza Gamba, la dott.ssa Simona Taliani e la dott.ssa Paola Zocchi.

La dott.ssa Gamba ha presentato un progetto di ricerca dal titolo “Strategie della memoria e rituali di immortalità. La morte in rete”, tramite cui intende analizzare le diverse strategie della memoria viste attraverso la Rete, strumento caratterizzante la società contemporanea. Da un lato Internet desacralizza la morte, la quale, affrontata come qualsiasi altro argomento, perde la connotazione di tabù. Dall’altro, la Rete manifesta una forte spinta alla risacralizzazione della morte, indicata sia dalla rielaborazione dei rituali tradizionali, sia dalla riorganizzazione delle strategie della memoria e di immortalità che, di fatto, istituisce nuove forme di ritualità, di cui i cimiteri virtuali non rappresentano che un esempio. Il progetto di ricerca è corredato da una convincente descrizione della metodologia di indagine. Per le sue competenze specifiche, è stato indicato come tutor della dott.ssa Gamba il professor Alfredo Milanaccio.

Il progetto di ricerca della dott.ssa Simona Taliani ha invece per titolo “Linguaggi del lutto e figure della morte nell’esperienza migratoria. Analisi antropologica ed etnopsicologica delle rappresentazioni della morte in immigrati provenienti dall’Africa Occidentale”. L’obiettivo della ricerca è quello di contribuire ad analizzare i discorsi sulla morte e sui morti relativi alle vicende migratorie, per mezzo dei quali sia possibile ricostruire gli orizzonti culturali e le dinamiche attraverso cui le parole, le metafore e le immagini danno spessore alle esperienze del lutto. Si è in genere unanimi nel ritenere caratteristico della nostra cultura l’impoverimento del lessico e delle pratiche funerarie, mentre si pensa che altre società -per esempio quelle africane- intrattengano con i loro defunti un rapporto più stretto e costante. Ma cosa accade di questa intensità e complessità, di questa densità di metafore, rappresentazioni e pratiche, quando i corpi emigrano? Quali sono le nuove rappresentazioni della morte e le forme di reazione alla perdita e al lutto? La dott.ssa Taliani intende rivolgere la sua attenzione agli immigrati provenienti dall’Africa occidentale e centrale, dal momento che il materiale disponibile è consistente e data la sua esperienza sul campo nel sud del Camerun. Il prof. Remotti è il tutor cui sarà affidata questa ricerca.

La dott.ssa Paola Zocchi ha presentato un progetto di ricerca dal titolo “La morte nelle carte dei medici dell’Ottocento”, con cui intende affrontare il tema della percezione della morte nelle carte e nelle pubblicazioni dei medici ottocenteschi, in un’epoca fondamentale per l’ascesa e il consolidamento della professione. In particolare, verranno esaminate le seguenti tematiche: la morte come sconfitta della medicina, l’immagine del medico “eroe” che sfida la morte (particolarmente evidente durante le emergenze epidemiche), il pericolo della morte apparente e la necessità di diagnosticare i segni della morte certa. La ricerca sarà condotta principalmente sulle carte conservate nell’Archivio del medico trevigliese Andrea Verga (Civiche raccolte storiche del Comune di Milano), non ancora inventariato, e di altri medici lombardi. Il tutor di questo progetto sarà il professor Giorgio Cosmacini.