ASSOCIAZIONE PER LA PREVENZIONE

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Risposte ai quesiti pervenuti nel 2002

18 novembre 2002 - Otello,  sesso M, anni 32,  Savona - "Cancro ai bronchi"
13 novembre 2002  - Paola, sesso F, anni 29  da Broni (PV) - "Mesotelioma pleurico"
22 ottobre 2002 - Fabiola, sesso F, anni 43  -Napoli - "Carcinoma della vescica"
11 ottobre 002 - Lalla 59 - sesso F - anni 43 - "Tumore alla mammella"
10 ottobre 2002 - "El Maestro" - sesso M  "Metaplasia intestinale ed Helicobacter Pylori"
3 ottobre 2002 - Polipo 49 - sesso M - anni 53 - Venaria  - "Carcinoma dell'urotelio in vescica"
27 settembre 2002 - Eliana - sesso F  - "Metastasi al fegato e polmone"
18 settembre 2002 - Maria, sesso F, anni 40 - "Informazioni su ADK G2 T3N2MX (tipologia tumorale)"
2 settembre 2002 - Francesco, sesso M, anni 23 - "Problemi alle  labbra"
26 agosto 2002 - Mauri sesso M, Rivarolo Canavese - "Difficoltà alla deglutizione"
25  luglio 2002 - Pasquale, anni 28, sesso M - "Otturazioni e cancro alla bocca"
3 luglio 2002 - Angela, sesso F - "Sangue occulto nelle feci"
1 luglio 2002 - Luigi - "Cancro al seno"
26 giugno 2002 - Milena, sesso F - ""AdenoCa"
19 giugno 2002 - Maurizio81 sesso M - "Cancro al retto"
15 giugno 2002 - Vel67 - "Carcinoma al colon"
29 maggio 2002 - Maclam - sesso F - anni 41 "Leucoplachia"
13 maggio 2002 - Luca  - "Meningioma"
11 maggio 2002 - Anna, sesso F - "Mesotelioma"
 8 maggio 2002 - fp - "Prevenzione tumori"
15 aprile 2002 - Max, sesso M - "Dermatofibrosarcoma  protuberans"
8 aprile 2002 - Francesco "Tumore al retto"
6 aprile 2002 - Salvatore & Caterina "Significato della parola metaplasia"
3 aprile 2002 - Marco "Carcinoma maligno ad un polmone"
28  marzo 2002  - Alex42, sesso M - "Carcinoma duttale infiltrante"
9 marzo 2002 -Telemaco, sesso M - "Cancro vescicale transizionale in giovane, inusuale età"
3 marzo 2002 - Livorno 73 anni 73, M - "Adenocarcinoma colorettale"
22 febbraio 2002 - Lavinia anni 30, F - "Epatocolangiocarcinoma"
17 febbraio 2002 - Miriam anni 38 sesso F - "Mesotelioma pleurico"
17 febbraio 2002 - Selene - "Carcinoma ovarico bilaterale"
7 febbraio 2002 - Chiara, età 30 sesso F -  "Mesotelioma pleurico"
5 febbraio 2002 - Giosuè, età 63, sesso M - "Carcinoma alla prostata"
Claudia (10 gennaio 2002) e Luca (28 dicembre 2001), "pericolosità di Sodium Laureth Sulfate (SLES) e  Sodium Lauryl Sulfate (SLS)
2 gennaio 2002 - Lily 63 - "Carcinoma gastrico"
2 gennaio 2002 - Alessandro, sesso M, anni 30 - "Familiarità del cancro al retto"

Quesiti precedenti

RISPOSTE

18 novembre 2002 - Otello,  sesso M, anni 32,  Savona - "Cancro ai bronchi"

"Gentile associazione, scrivo per avere una semplice risposta, mio suocero a cui voglio molto bene, si è ammalato di cancro ai bronchi con interessamento ad un polmone, visto che la diagnosi gli è stata formulata a Genova Sampierdarena e vorremmo avere un altro parere, vorrei da voi sapere dove possiamo recarci per un consulto ovviamente con solo cartella clinica e senza ammalato.  Vi ringrazio anticipatamente"

Risposta

"Caro Otello, potrai rivolgerti ben volentieri al centro di Chirurgia Toracica dell'Università di Torino (Ospedale Molinette, Via Genova,3 10126 Torino). 

L'ambulatorio di Via Genova, 3 è a tua completa disposizione 5 giorni la settimana. Potrai prenotare telefonicamente una visita al n° 011-6336631, presentandoti con tutta la documentazione clinico-radiologica e con regolare impegnativa mutualistica. Ti aspettiamo".

 

13 novembre 2002  - Paola, sesso F, anni 29  da Broni (PV) - "Mesotelioma pleurico"

"A mia madre (56 anni) è stato diagnosticato mesotelioma pleurico dopo videotoracoscopia e biopsia alla pleura (su 10 due sono risultate positive); verrà sottoposta ad intervento di pleuro-pneumoctomia esteso a parte del pericardio. Per il momento non dovrebbe essere sottoposta a terapia radio-chemio post operatoria (ciò verrà valutato a seguito dei risultati delle biopsie effettuate sui tessuti ed organi asportati). 

La mia domanda è questa: mia madre potrà ritenersi fuori pericolo dopo l'intervento o come ho letto questo intervento allunga solo l'intervallo di tempo libero da malattia? In altre parole è sicuro, ma senza sapere quando e dove, che questo brutto male si ripresenti o posso essere fiduciosa nel successo dell'operazione? Vi ringrazio fin d'ora della Vs. risposta in merito (e che attenderò con ansia)"

Risposta

"La chirurgia rappresenta solo un momento del trattamento del mesotelioma, che è una neoplasia estremamente aggressiva. Chemioterapia e radioterapia postoperatorie sono normalmente praticate, a scopo adjuvante. La sopravvivenza purtroppo non è alta: se il tumore è al I stadio (assenza di metastasi linfonodali dopo la chirurgia) noi a Torino abbiamo circa il 56% dei pazienti vivi a 3 anni. 

La guarigione completa non è ottenibile, purtroppo: vi sono infatti molte recidive locali o a livello addominale.La chirurgia aumenta un po' l'aspettativa di vita del paziente."

 

22 ottobre 2002 - Fabiola, sesso F, anni 43  -Napoli - "Carcinoma della vescica"

"Un anno e mezzo fa sono stata operata di carcinoma della vescica, per circa un anno sono stata sottoposta a chemioterapia per instillazione di Farmorubicina (50mg). Attualmente mi sottopongo a controlli cistoscopici periodici (ogni 4 mesi).

Purtroppo continuo ad avere problemi (bruciore, sensazione di peso e dolori anche molto forti. Nelle ultime cistoscopie è stata evidenziata una leucoplachia trigonale. Mi hanno detto che si tratta di lesioni croniche contro le quali non si può far altro che prendere antinfiammatori.

Volevo chiedere se esiste qualche farmaco meno dannoso del Voltaren e dell'Aulin e che riesca meglio ed in modo più duraturo ad attenuare il mio problema; anche perchè svolgo giornalmente un'attività lavorativa molto intensa e dinamica, che a causa del mio stato di salute, è spesso troppo gravosa.

Grazie infinite"

Risposta

"Cara Sig. Fabiola ,

Come Lei ci ha riferito, essendo stata operata di carcinoma vescicale, come prima cosa bisogna essere certi che i suoi disturbi siano da attribuire alla pregressa chemioterapia per instillazione con Farmorubicina e/o alla evidenziata leucoplachia trigonale e non piuttosto alla persistenza anche solo microscopica del tumore stesso (cosidetto Carcinoma in situ ).

 In questi casi è consigliabile eseguire,in anestesia, una mappazione bioptica della vescica per valutare gli esami istologici e, contemporaneamente,elettorocoagulare con molta facilità la leucoplachia trigonale. 

Questo piccolo intervento può essere eseguito in regime di Day Surgery (ricovero al mattino, intervento e dimissione la sera stessa o al mattino seguente). Questo è il protocollo al quale noi ci atteniamo.

Farmaci meno gastrolesivi degli antiinfiamatori (Voltaren , Aulin ) hanno sicuramente indicazione a patto di aver eseguito gli accertamenti indicati.

Alcuni esempi :

Antibiotici se vi fosse infezione delle vie urinarie,

Flora batterica di sostituzione (fermenti lattici )

Farmaci antiradicali liberi (Vitamina A/E/C)

Antispastici vescicali se indicati (Ditropan , Uraplex)

Cordiali Saluti"

11 ottobre 002 - Lalla 59 - sesso F - anni 43 - "Tumore alla mammella"

"Ho appena ricevuto il risultato della mia prima mammografia fatta lo scorso 27/09/02 e ripetuta su richiesta del medico del centro prevenzione dei tumori di Firenze lo scorso 01/10/2002 

L'esito dell'esame è il seguente:

"...presenza di una lesione nodulare della mammella sinistra localizzata centralmente nei quadranti interni in sede paraareolare del diametro di 20mm che alla mammografia si presenta come un'opacità a contorni irregolari sospetta per neoplasia. CT1cNO. L'esame per agoaspirato della lesione è risultato positivo da cellule da carcinoma (Valore predittivo positivo 99,8%) E' stato effettuato anche un esame citologico su agoaspirato di un linfonodo non palpabile benigno per aspetto ecografico diametro 10x5 mm con risultato negativo linfociti, " 

Il medico  mi ha detto che devo operarmi, ma che non potrà farlo prima di 10 gg perchè ci sono persone più gravi di me mi ha detto che i linfonodi sono negativi secondo questo esame che vi ho appena trascritto, ma per lui non è detto che lo siano perchè sono dopo l'intervento potrà dirmi se sono stati intaccati dalle cellule tumorali.

 Ho due bambine piccole ed un compagno debole ed impaurito più di me Ho letto nella vs rubrica che la salvezza è garantita al 98% a chi ha un tumore inferiore di 5 mm il mio è già a 20mm e prima di 10 gg non mi operano sono preoccupatissima vi prego rispondetemi e ditemi se sono in pericolo."

Risposta

"La dimensione è solo uno dei fattori prognostici nel tumore della mammella, e nemmeno il più importante poichè fondamentale per poter avanzare una previsione di guarigione è conoscere lo stato dei linfonodi e le altre informazioni derivanti dall'esame istologico definitivo. Il ritardo di 10 giorni nell'esecuzione dell'intervento non comporta nessuna conseguenza sulla prognosi definitiva."

10 ottobre 2002 - "El Maestro" - sesso M  "Metaplasia intestinale ed Helicobacter Pylori"

" Come si può interpretare questo referto: 

Esofago con mucosa caratterizzata da iperemia moderata al III inferiore con  presenza   di erosione di forma lineare sopracardiale. Cardias ipotonico. Stomaco con mucosa  caratterizzata da iperemia moderata in sede antrale con presenza di erosione  prepilorica. Bulbo e seconda porzione duodenale nella norma. Ieri mi è stata data la risposta istologica alla biopsia fatta durante l'esame endoscopico: Gastrite cronica (tutto il resto confermato) positivo all'elicobacter pylori. Metaplasia intestinale. Ora le domando: come è variata la mia percentuale di possibilità di ammmalarmi di cancro allo stomaco? Cosa dovrei fare per stare più tranquillo ?  Ho 40 anni e sono molto preoccupato. Mi è stata data una cura antibiotica per L'HP e consigliato di ripetere l'endoscopia fra 3 o 4 mesi. Cosa ne pensate. E' una cosa grave ? Quali altri esami posso fare ? 

Grazie per l'eventuale risposta che attendo con ansia."

Risposta

"Lei verosimilmente soffre di reflusso gastro-esofageo e di gastrite da elevata acidita' gastrica Nulla di tutto questo merita preoccupazione.

Non e' in una situazione (in base a quanto comunicato) di aumentato rischio per carcinoma gastrico E' comunque bene eradicare l'HP. Tutto mi fa pensare che Lei sia curato correttamente."

3 ottobre 2002 - :Polipo49 - Anni 53 - sesso M - Residente Venaria - "Carcinoma dell'urotelio in vescica"

 "Mi è stato diagnosticato(istologico) un carcinoma dell'urotelio in vescica  anteriore sx di 15 mm tipo: t2 g3 precedentemente rimosso con turb.  Negativa scinti ossea e tac addome.  

Proposta cistectomia "nerve &sex" .  

Desidero: -verificare diagnosi e intervento proposto  se confermato:  -verificare aspettative di vita  -necessità di chiedere chemio per recidive"

Risposta

"DIAGNOSI: la diagnosi istologica della lesione vescicale principale necessita di completamento con mappazione istologica di tutta la vescica e dell'uretra prostatica.Se non è già stato eseguito questo piccolo intervento indispensabile può essere attuato in regime di day surgery. 

INTERVENTO: Se quanto su esposto risulta negativo è indicato intervento di cistectomia "nerve and sex sparing" ( se possibile ) e confezione di neovescica ortotopica. 

ASPETTATIVE DI VITA : molto buone ma concretamente valutabili solo sugli istologici definitivi. CHEMIOTERAPIA: generalmente non necessaria.

Cordiali Saluti."

27 settembre 2002 - Eliana - sesso F  - "Metastasi al fegato e polmone"

"Gent.mo professore, le sarei molto grata se trovasse il tempo per rispondere  al mio quesito inerente a mio padre ammalato di kcolon metastatico .  - Anni 78 e completamente assintomatico

Aprile 2001 operato per asportazione di KColon (Dukes C2) non c'erano metastasi - 

Ottobre 2001 a seguito di TAC si scopre una MTS epatica di 3 cm ed una  MTS polmonare di 1 cm 

Dicembre 2001 inizia la chemiterapia a base di fluoro - 

Marzo 2002 le TAC evidenziano aumento della MTS epatica da 3 a 3.5 cm e  lieve aumento della MTS polmonare - 

Aprile 2002 inizia la chemio a base di irinotecan  - 

Luglio 2002 : il CEA è sceso tantissimo da 57 (marzo 2002) a 12, la  MTS  epatica è aumenta da 3.5 a 4.5 e la MTS polmonare è aumentata  leggermente - 

Da luglio ad oggi ha interrotto la chemio (considerata la poca responsività e la tossicità)

Settembre 2002: la TAC evidenzia aumento della MTS epatica da 4.5 a 6 ed  aumento della MTS polmonare . Secondo lei come è bene procedere???? 

(Consideri che è completamente assintomatico ed energico)  Il suo futuro sarà di mesi o di anni???  Grazie infinite "

Risposta

"Cara Eliana

Se Suo padre alla comparsa delle metastasi e' stato visitato in un Centro specializzato nel trattamento dei tumori e, pertanto, e' stata esclusa la possibilita' di un'asportazione chirurgica delle metastasi da parte di medici competenti nel campo, a questo punto e' solo indicata una terapia di supporto volta a combattere i sintomi, se e quando compariranno. In ogni caso puo' essere utile un "secondo parere" presso l'Istituto Tumori piu' vicino al Suo domicilio. A Sua disposizione, se lo desidera, all'Ospedale San Giovanni Antica Sede - Dipartimento Oncologico - Centro di ColoProctologia, via Cavour 31, 10123 Torino, telefono 011 566 4004"

Cari saluti

18 settembre 2002 - Maria, sesso F, anni 40

"Vi scrivo il resoconto nosografico della mia amica: paziente di 40 anni, in condizioni generali buone, appendicectomizzata circa 45 gg addietro, giunge alla nostra osservazione in condizioni di subocclusione intestinale (alvo chiuso alle feci da circa 3 gg).  Esibisce esame colonscopico ed un clisma opaco a doppio contrasto dimostranti una neoformazione vegetante localizzata in sede cecale, le cui biopsie depongono per K. Si esegue una tc di stadiazione che conferma la presenza della sopradetta lesione in assenza di linfoadenopatie. In data 10 c.m. si esegue Laparotomia Mediana Xifosottombellicale. 

Aperto il peritoneo e´ presente piccola quantita´ di liquido nello scavo del Douglas (esame citologico negativo. Alla palpazione del fegato si apprezzano in sede parenchimale profonda nel contesto del VI e VII segmento, la presenza di 2 piccole formazioni nodulari (circa 8 mm) di dubbia interpretazione. Alivello cecale e´ presente neoformazione stenosante "a manicotto" determinante statoSub-stenotico intestinale con dilatazione delle anse intes. a monte. Si esegue emicolectomia dx con linfoadenectomia e confezionamento di ileotrasverso anastomosi L -L manuale isoperistaltica. 

L´esame istologico definitivo depone per ADK G2 T3N2MX. Desidero sapere a quale stadio di tumore appartiene quella sigla e se sara´ sufficiente la chemioterapia alla quale verra´ sottoposta per una completa guarigione. Potreste indicarmi un centro per un eventuale altro controllo? 

Vi ringrazio anticipatamente per la VS cortese attenzione Distinti saluti"

Risposta

"Secondo la classificazione TNM dell'Unione Internazionale Contro il Cancro (U.I.C.C.) per l'Adenocarcinoma (ADK) del Colon-Retto: § G 2 : indica che il carcinoma e' moderatamente differenziato § T 3 : indica che il tumore infiltra a tutto spessore la parete del Colon-Retto (di cui il cieco e' una parte); § N 2 : indica che vi sono 4 o piu' linfonodi con metastasi § M X : indica che non si conosce se siano presenti o meno metastasi a distanza (nel caso specifico non si sa se i due noduli rilevati alla palpazione del fegato siano metastasi o no)

Gli stadi di un carcinoma del Colon-Retto vanno da I a IV, con prognosi proporzionalmente piu' severa. Se quei noduli non fossero metastasi (M 0), si tratterebbe di un III stadio. Se fossero metastasi (M 1), si tratterebbe di un IV stadio.

E' evidente che sia per formulare una prognosi, sia, soprattutto, per decidere la migliore terapia e' assolutamente indispensabile sapere l'esatta natura di quei noduli epatici. Fra l'altro potrebbe essere presa in considerazione una resezione parziale del fegato contenente le metastasi. Dato che una diagnosi di certezza non e' stata effettuata intraoperatoriamente, puo' essere fatta ora con TAC spirale, con eventuale agobiopsia mirata, e una P.E.T.

Se vuole una visita presso il nostro Centro (Dipartimento Oncologico - Ospedale San Giovanni Antica Sede, via Cavour 31, Torino) puo' prenotare una Visita Oncologica Collegiale per i Tumori del Colon-Retto telefonicamente al 011.566.4062 )

Distinti saluti"

2 settembre 2002 - Francesco, sesso M, anni 23 "Problemi alle labbra"

"Sto notando che il  labbro superiore della bocca ha una colorazione un po' strana.  vi spiego meglio, noto che la parte piu' interna del labbro e' più bianca rispetto a quello esterno e noto dei piccolissimi puntini rossastri, non avverto nessun dolore , ma da che cosa è causato questo cambiamento di colore?

Se è possibile gradirei una risposta grazie. "

Risposta

"La descrizione è insufficiente per esprimere pareri , tuttavia qualunque cambiamento di colore della mucosa della bocca e del labbro deve essere visto da uno specialista , consiglio al Sig. Francesco di prenotare una visita al sabato mattina presso il nostro ambulatorio."

26 agosto 2002 - Mauri sesso M, Rivarolo Canavese - Difficoltà alla deglutizione

"Da ca. 1 mese provo dolore (non troppo forte) durante la deglutizione, in corrispondenza della laringe, ma esternamente, non nella cavità orale. Stesso dolore se provo a palpare il "pomo d'Adamo" o anche un po' più in basso.

Il medico di famiglia mi ha prescritto antibiotici e cortisone e dopo ca. 10 gg. di trattamento la situazione è migliorata ma non di molto. Non vi si nota gonfiori o segni particolari. Che fare?"

Risposta

"La difficoltà alla deglutizione (disfagia) può insorgere per cause organiche ed inorganiche. Poiché la deglutizione coinvolge la contrazione coordinata ed integrata delle muscolature orale, faringea ed esofagea tutte le malattie di queste regioni possono provocare disfagia. 

E' indispensabile un'accurata anamnesi per localizzare la sede dei disturbi di deglutizione. L'insorgenza, la progressione e la durata dei sintomi possono aiutare a definire con precisione le cause della disfagia. Vanno accuratamente valutate le associazioni con altri sintomi quali dolore, ematemesi, bruciore di stomaco, perdita di peso od altri sintomi generali o neurologici. 

L'esame obiettivo otorinolaringoiatrico (laringoscopia indiretta o esame con fibre ottiche) è importante per la ricerca di anomalie strutturali, manifestazioni infiammatorie o neoplastiche del tratto aerodigestivo superiore. Importante la valutazione della funzionalità dei nervi cranici e della morfologia del collo per svelare la presenza di masse, osservare attentamente il movimento della laringe durante la deglutizione. 

Possibili cause del disturbo in esame possono essere affezioni infiammatorie acute di orofaringe e cavo orale (tonsilliti, faringiti, ascessi peritonsillari e parafaringei, gengivostomatiti, candidosi), diverticolosi dell'ipofaringe (disfagia, rigurgito), esofagiti da reflusso, discinesie del muscolo cricofaringeo, deficit neuromuscolari, traumi. Il persistere della sintomatologia dopo una terapia medica consiglia il ricorso ad un controllo specialistico con gli eventuali approfondimenti diagnostici complementari."

 

25  luglio 2002 - Pasquale, anni 28, sesso M - "Otturazioni e cancro alla bocca"

"Ho cambiato dentista e quello a cui mi sono rivolto sostiene che le mie otturazioni (7-8) realizzate dai 5 ai 15 anni fa sono potenzialmente cancerogene essendo costituite da una miscela di  argento e mercurio che col tempo a contatto con la saliva vengono  assorbite dall'organismo. I rischi sono alti come ad esempio la  sclerosi multipla.  

Ovviamente, a suo avviso, dovrei sostituirle tutte anche perchè  risultano ricche di "infiltrazioni". Allo stato attuale delle conoscenze che rischi ci sono? Come ci si  deve comportare?"

Risposta

"Non esiste alcuna prova scientifica che le otturazioni in amalgama siano cancerogene, di conseguenza non è questo un motivo per sostituirle . 

Le cause comuni del cancro della bocca sono il fumo ed il consumo di alcol (sopratutto superalcolici).

Anche un cattivo stato di salute della dentatura (a cui possono contribuire otturazioni vecchie ed infiltrate fatte sia con amalgama sia con qualsiasi altro materiale) può contribuire nel tempo a creare uno stato infiammatorio cronico della bocca che può sfociare in un cancro. 

Se le Sue amalgami sono vecchie ed infiltrate le sostituisca non perchè fanno venire il cancro ma perchè danneggiano la salute di denti e gengive 

Cordiali saluti"

3 luglio 2002 - Angela, sesso F - "Sangue occulto nelle feci"

" Mio padre 55 anni lo scorso anno ha fatto degli esami di controllo di  routine  fra cui il PSA e la ricerca di sangue occulto nelle feci che è risultata negativa.  

Quest'anno nel mese di aprile ha rifatto gli stessi esami e la ricerca di sangue occulto è risultata positiva e ripetendola dopo 15 gg. è risultata negativa. Ugualmente ha fatto la rettosigmoidoscopia il cui risultato è  stato:  esame eseguito fino alla flessura splenica ha evidenziato a circa 18 cm. dal b.a. polipo peduncolato di circa 1,5 cm. di diametro, altro piccolo polipo di 3 mm si segnala nel sigma.  Cosa significa? 

Dove si trova esattamente il polipo e dalle sue dimensioni  si può stabilire a priori che è solo un polipo? Come mai non hanno asportato durante l'esame un pezzetto di polipo per analizzarlo  come spesso fanno?  Hanno prescritto il clisma opaco (a cosa serve?) e altre analisi del sangue  per effettuare l'intervento di asportazione del polipo.  Hanno detto che non c'è urgenza.  Grazie "

Risposta

"In primo luogo si congratuli con il Suo medico che, nonostante il controllo della ricerca del sangue occulto nelle feci fosse stato negativo rispetto al precedente di due settimane prima, ha fatto ugualmente eseguire un'endoscopia a Suo padre. Veniamo alle risposte ai Suoi quesiti : 

a) il termine "polipo" da' solo una descrizione macroscopica (cioe' "visiva") e indica una neoformazione che protrude nel lume intestinale. 

b) I polipi possono essere neoplastici ("polipi adenomatosi" o semplicemente "adenomi" - benigni -) oppure non neoplastici (polipi iperplastici, polipi fibroepiteliali, polipi infiammatori …). La diagnosi si puo' fare con certezza con l'esame istologico del polipo asportato. 

c) I polipi adenomatosi possono trasformarsi in carcinomi per cui, in linea di massima, tutti i polipi vanno trattati come se fossero adenomi e tutti vanno asportati. La trasformazione da adenoma in carcinoma invasivo richiede anni, per cui e' corretto che non Le abbiano proposto un trattamento immediato. 

d) La probabilita' che un polipo adenomatoso abbia gia' iniziato una trasformazione in carcinoma dipende dalle sue dimensioni. Le probabilita' che un polipo di 1,5 cm contenga aree di carcinoma sono non piu' del 10 %. A 18 cm dal bordo anale (b.a.) significa che e' localizzato nel sigma distale, appena prima del retto. 

e) Un polipo "peduncolato", cioe' con una forma simile a un fungo con un gambo, puo' essere ben asportato endoscopicamente ("polipectomia endoscopica"). La polipectomia ha un significato : · Diagnostico, perche' permette di conoscere la vera natura istologica del polipo · Terapeutico-Preventivo, perche' l'asportazione di un adenoma benigno previene ovviamente la sua traformazione in cancro · Terapeutico-Curativo, perche' anche quando vi fossero delle aree di carcinoma, se queste sono limitate e se sono presenti tutte le caratteristiche istologiche favorevoli, il solo trattamento endoscopico puo' fare guarire il paziente

E' ovvio che dopo un'asportazione endoscopica, se le caratteristiche istologiche non fossero favorevoli si renderebbe necessario un intervento chirurgico classico. In caso di polipo peduncolato (diversa e' la situazione in un polipo "sessile", cioe' senza "gambo") la polipectomia e' gia' la piu' precisa e corretta delle biopsie e non influisce negativamente su un successivo intervento chirurgico qualora questo si rendesse necessario. Alcune analisi del sangue vanno fatte sempre prima di qualsiasi intervento, anche endoscopico, in particolar modo per controllare la capacita' di coagulazione del sangue.

Se, come nel caso di Suo padre, non e' stata fatta (immagino per motivi tecnici) una coloscopia totale fino al cieco, prima di una polipectomia e' sempre necessario studiare il colon nel suo complesso per escludere lesioni a monte del tratto esaminato. Questo studio puo' essere fatto con un altro tentativo di coloscopia totale, eventualmente in narcosi, o con un clisma opaco. 

Nel nostro Dipartimento Oncologico diamo assolutamente la preferenza alla coloscopia totale, quando possibile, per la sua molto piu' alta sensibilta' per il riconoscimento di lesioni anche di piccole dimensioni.

P.S. : se il polipo di Suo padre risultasse un adenoma, Lei (e i Suoi fratelli o sorelle) potrebbe avere ereditato da Suo padre la tendenza a produrre polipi del colon-retto per cui dovra' mettersi sotto controllo endoscopico periodico.

Distinti saluti"

1 luglio 2002 - Luigi - "Cancro al seno"

"Sono una donna di 35 anni e mi hanno diagnosticato un cancro al seno sono stata operata mastectomia radicale esame istologico ha confermato un ca rcinoma di alto grado di malignità mi hanno dato la chemio il dottore che mi ha operata mi aveva detto che l'esame istologico era uscito bene perchè il tipo di tumore era sensibile alla chemioterapia cosa devo pensare lei cosa mi dice."

Risposta

"In merito alla sua richiesta di chiarimenti circa l'intervento subito al seno da una donna di 35 anni, le informazioni comunicatemi non sono sufficienti per poter esprimere un parere completo circa la terapia assegnata. 

Posso solo dirle che è prassi accettata quella di sottoporre a chemioterapia tutte le donne così giovani operate per tumore alla mammella."

26 giugno 2002 - Milena, sesso F - ""AdenoCa"

"Buon giorno, vorrei sottoporre un quesito. Paziente di 69 anni sottoposta in data 13/06/02 EMIOLECTOMIA DESTRA. L'esame istologica rivela che: adenoCa meiamente differenziato ulcerato di grosso intestino con infiltrazione della parete e del connettivo adiposo periviscerale. Embolie di vasi venosi periviscerali (G2, Pt3, PnO, grado B2 sec Dukes). Iperplasia reattiva in 9 linfonodi periviscerali e in 7 della radice mesenterica. Margine di resezione indenni. La paziente ha già subito nel 1986 resezione del retto sigma sec.Dixon Colostomia sul trasverso di protezione. L'istologico ha rilevato: adenoCa infiltrante fino alla sierosa, B2 sec. Dukes T4 NO. 

Nel 1986 non è stato necessario intervenire con terapie chemioterapiche, ora potrebbe essere necessario e perchè? Grazie per l'interessamento"

Risposta

"Dal 1986 a oggi si sono avuti molti dati sull'utilita' della chemioterapia postoperatoria, per cui e' ovvio che le indicazioni siano state modificate rispetto ad allora.

Precisiamo : la chemioterapia postoperatoria migliora la probabilita' di guarigione, cioe' dagli studi eseguiti si e' visto che nel gruppo di pazienti sottoposti a chemioterapia postoperatoria si aveva una percentuale di pazienti vivi a 5 anni dall'operazione superiore a quella riscontrata nel gruppo di pazienti non trattati con chemioterapia postoperatoria Nel singolo paziente nessuno puo' a priori sapere se la chemioterapia sara' realmente efficace o meno. 

Con puro intento orientativo-didattico, si puo' dire che, piu' o meno, su 10 pazienti sottoposti a chemioterapia postoperatoria, solo in 1 di essi guarira' grazie a questo trattamento, mentre gli altri 9 o sarebbero comunque guariti anche senza chemioterapia, oppure avranno una evoluzione sfavorevole anche con la chemioterapia. 

Ad esempio : oggi, nel 2002, qualsiasi paziente operato per un carcinoma colorettale pT4 pN0 verrebbe sottoposto a chemioterapia postoperatoria (salvo controindicazioni per altre malattie), ma la signora di cui mi ha descritto il caso e' perfettamente guarita anche senza chemioterapia.

Uno degli scopi della ricerca attuale e' quello di riuscire a selezionare i pazienti con piu' alta probabilita' (come vede si parla sempre di "probabilità") di ottenere un beneficio da terapie che purtroppo hanno come controparte effetti collaterali, fisici e psicologici, spesso importanti e severi.

I tumori colorettali B2 sec. Dukes rappresentano una zona di incertezza sull'indicazione a chemioterapia postoperatoria. La presenza di emboli venosi e' un fattore sfavorevole alla guarigione, per cui se il Suo oncologo, valutando il quadro clinico nel suo complesso, proponesse alla paziente una chemioterapia sarebbe una proposta razionale.

Distinti saluti"

19 giugno 2002 - Maurizio81 sesso M - "Cancro al retto"

"Buongiorno, al fratello di mio padre è stato diagnosticato un cancro al retto. Dopo intervento chirurgico e conseguente colostomia, si sta sottoponendo a chemioterapia.  Vorrei sapere se mio padre (mio zio ha 75 anni mio padre 65) è un soggetto a rischio, quindi quale test preventivo è conveniente effettuare e se potreste segnalarmi un centro specializzato. Vi ringrazio infinitamente, Reggio Calabria 

Risposta 

Come puo' piu' esaurientemente leggere nelle parti riservate alla divulgazione della prevenzione dei tumori nel sito dell'associazione, il cancro colo-rettale puo' avere una componente familiare-ereditaria. Il grado di rischio dipende da: · 

  • numero dei parenti (N.B. consanguinei) affetti da carcinoma colo-rettale, e/o adenomi colo-rettali (polipi benigni ma con potenzialita' di trasformazione in carcinoma), e/o carcinomi correlati (endometrio, uretere, pelvi renale, o intestino tenue). · 
  • eta' di insorgenza del carcinoma colo-rettale nei parenti (minore eta' maggiore rischio) · 
  • sede del carcinoma colo-rettale nei parenti (maggiore distanza dall'ano  maggiore rischio) 

Nel caso di suo padre ( un solo parente, di eta' avanzata, con un cancro del retto - cioe' vicino all'ano ), il rischio e' verosimilmente solo molto modestamente aumentato rispetto alla popolazione a rischio normale (cioe' senza parenti affetti da carcinoma colo-rettale) 

Nonostante il modesto aumento di rischio ritengo sia necessario che Suo padre si sottoponga a COLOSCOPIA TOTALE. Se non venissero riscontrate lesioni neoplastiche (ne' carcinomi, ne' polipi adenomatosi) e' estremamente improbabile che Suo padre possa incorrere in futuro in un carcinoma colo-rettale. (Potrebbe eventualmente ripetere un'altra coloscopia dopo 5 anni, per massima sicurezza). Se venissero riscontrate lesioni, ovviamente, sia il trattamento che i controlli futuri dipenderebbero dal tipo delle lesioni stesse. Ultimi punti molto importanti : · se Suo padre avesse lesioni, anche solo benigne, sia Lei che i Suoi fratelli e sorelle dovrebbero mettersi sotto sorveglianza (cioe' coloscopie periodiche a partire dai 40 anni di eta') · sarebbe opportuno che Lei avvertisse i figli di Suo zio della necessita' di iniziare una sorveglianza con coloscopie periodiche.

P.S. : Non e' necessario, per la diagnosi endoscopica, un centro altamente specializzato. E' sufficiente un buon centro di endoscopia digestiva. Comunque, se abita nella zona di Torino puo' rivolgersi al : "Servizio di Endoscopia Digestiva" - dott. F.P. Rossini - Dipartimento Oncologico, Ospedale San Giovanni Antica Sede, v. Cavour 31, Torino - tel. 011.566.4065)

Distinti saluti"

15 giugno 2002 - Vel67 - "Carcinoma al colon"

"Sono un medico veterinario della provincia di Padova, mio padre di anni 75 è stato operato di carcinoma al colon (resezione del tratto sigma-colon discendente con splenectomia e appendicectomia d'occasione). I reperti istologici hanno dato segni di positività sia per i linfonodi regionali asportati che per un piccolo nodulo epatico. Credo che secondo la classificazione di Dukes ci troviamo di fronte ad un quarto stadio. 

Vorrei sapere secondo la statistica più recente quali sono i tempi di sopravvivenza media sia adottando la chemioterapia adiuvante che escludendola. Inoltre vorrei sapere quali sono i protocolli chemioterapici più avanzati (il 5-fluorouracile viene sempre associato all'acido folinico?), e qual'è l'utilizzo del marker CEA. Sentiti ringraziamenti per l'attenzione prestata, in attesa di una risposta Cordiali Saluti"

Risposta

"Premessa : suppongo che il nodulo epatico asportato fosse unico e sia stato asportato con radicalita' locale

Risposte : 

a) La sopravvivenza media di un IV stadio e' attualmente di circa 12 mesi. Questo dato pero' non ha alcun significato nel singolo caso perche' il range va da un'evoluzione molto piu' rapida fino alla guarigione completa (sempre che la "premessa" che ho fatto sia corretta) 

b) La chemioterapia aumenta la sopravvivenza, anche se statisticamente di pochi mesi, ma il range e' anche in questo caso estremamente ampio. Di certo i pazienti con metastasi epatiche "lungo-sopravviventi" e/o "guariti" sono per lo piu' quelli trattati con chemioterapia associata a chirurgia radicale 

c) L'acido folinico non viene associato al 5FU negli schemi con infusione continua di 5FU, negli altri casi viene sempre associato. 

d) Vi sono nuovi farmaci associabili all'associazione 5FU + ac. Folinico, (es. Oxaliplatino, Irinotecan) con aumento delle risposte, almeno a breve termine, peraltro con aumento della tossicita'. 

e) L'uso del CEA e' ancora oggetto di dibattito. 

Molto sinteticamente: · se il CEA preoperatorio era superiore alla norma, un suo rientro postoperatorio nella norma (o una sua normalizzazione in corso di chemioterapia) e' un segno favorevole. Inoltre una sua risalita successiva puo' permettere una diagnosi di ripresa di malattia prima di un'evidenza di metastasi agli esami strumentali. · se il CEA preoperatorio era nella norma, il suo monitoraggio postoperatorio ha meno efficacia ma va comunque eseguito.

P.S. : Lei non me lo chiede esplicitamente, perche' e' ovvio che non posso darLe un consiglio se fare eseguire a Suo padre chemioterapia adiuvante o meno, avendo dati insufficienti in mio possesso. Generalmente in un IV stadio la chemioterapia e' indicata, ma in un 75enne e' indispensabile (in un centro specializzato) un'attenta valutazione del quadro clinico nel suo complesso sia per la decisione se eseguirla, sia per la scelta dei farmaci.

Distinti saluti"

29 maggio 2002 - Maclam - sesso F - anni 41 -  "Leucoplachia"

" I DATI SI RIFERISCONO A MIA MOGLIE  - * DIAGNOSI DI LEUCOPLACHIA LOCALIZZATA SULLE GUANCE  * SOSPETTA CAUSA: AZIONE MECCANICA DENTI ( STORTI, GROSSI E CON CUSPIDI ACUMINATE)* EFFETTUATA BIOPSIA : DIAGNOSI ( SU UNA GUANCIA) = DISPLASIA LIEVE 

* OPERATA AD ENTRAMBE LE GUANCE CON TECNICA CRIOCHIRURGICA E CON ESTRAZIONE OTTAVI   ( DI CUI DUE INCLUSI)

A TRE MESI DALL'OPERAZIONE SONO RICOMPARSE MACCHIE BIANCHE SU GUANCE PICCOLE MACCHIE : UNA SU LINGUA E UNA SU GENGIVA.

 * CI E' STATO DETTO DI 

  1. MOLARE I DENTI AGUZZI (FATTO 2 GIORNI FA)
  2. METTERE APPARECCHIO ( STIAMO PER FARLO)
  3. RIFARE LE OTTURAZIONI VECCHIE SOSTITUENDOLE CON RESINE AL POSTO DELL'AMALGAMA     ( LO FAREMO) 

DOMANDA: OCCORRE FARE ALTRI TIPI DI CONTROLLO (OLTRE ALLA EVENTUALE ULTERIORE BIOPSIA) CHE POSSANO ACCERTARE CAUSE NON MECCANICHE (  CHIMICHE O BIOLOGICHE?) . 

CONVIENE ASSUMERE VITAMINA A ED E COME LETTO SU  INTERNET? DOBBIAMO TEMERE UNA PROLIFERAZIONE DOVUTA ALL'INTERVENTO PRECEDENTE? GRAZIE

Risposta

"Prima di fare qualunque terapia o dare qualunque consiglio bisogna avere una diagnosi certa , non mi pare che la diagnosi di leucoplachia sia scontata in questo caso , siamo a disposizione per una consulenza se lo credete . cordialità"

13 maggio 2002 - Luca,   - "Meningioma"

"Buongiorno, il mio problema riguarda un meningioma del seno cavernoso. Inizialmente mi è stato indicato l'intervento chirurgico con asportazione parziale del meningioma (diametro 3 cm) con successivo trattamento k-nife. Pultroppo la vicinanza con il nervo ottico e la cecità dell'altro occhio ha convinto i medici a rimandare l'intervento. Attualmente non accuso alcun sintomo, il meningioma è stato diagnosticato per puro caso. Successivamente mi è stato indicata la possibilità di un trattamento radiochirurgico frazionato con acceleratore lineare. 

Mi potreste indicare i luoghi oppure le persone che possono effettuare questo tipo di terapia. 

Vi ringrazio anticipatamente sicuro di una vostra risposta. Distinti saluti "

Risposta

"La nostra Associazione non ha specialisti in questa materia, comunque Luca si può rivolgere al servizio di Radioterapia (Prof. Sannazzari) dell'Ospedale Molinette di Torino."

11 maggio 2002 - Anna, sesso F - "Mesotelioma"

"Sono un medico di Novara, da 20 gg a mio fratello,anche lui medico,è stato diagnosticato un mesotelioma sn epiteliomorfo monofasico allo stadio I ; ricoverato >all'Istituto dei Tumori di Milano , è stato prenotato per un intervento di pleuro-pneumectomia allargato al pericardio e al diaframma. 

Mio fratello ha 46 anni ed è in ottime condizioni fisiche; il primo segnale del tumore é stato un idropneumotorace. Dopo tale intervento faranno una radio chemioterapia. Mi chiedo se e' questa la strada giusta o meno Grazie"

Risposta

"Assolutamente SI'. Si tratta dell'unico approccio multidisciplinare possibile al momento, che riesca a controllare adeguatamente tale neoplasia."

8 maggio 2002 - fp - "Prevenzione tumori"

"Nella famiglia di mia moglie c'è un'alta incidenza di tumori, la nonnà è mancata a 60 anni colpita da un tumore allo stomaco, la mamma purtroppo è mancata solo un mese fa all'età di 54 anni per un carcinoma ovarico. La stessa sorte è toccata ad altri parenti (sia da parte  materna che paterna).  

Mia moglie ha 28 anni, non ha ancora avuto gravidanze, ha appena effettuato il paptest che non ha riscontrato problemi. Vorremo però seguire un più dettagliato programma di prevenzione, che permetta di individuare precocemente eventuali insorgenze tumorali; quali sono i test che può eseguire periodicamente? In quali centri  (dintorni di Torino) può recarsi? 

Seguendo un "programma di prevenzione" è possibile individuare tutti i tipi di tumori in maniera precoce? Cordialmente"

Risposta

"La risposta e' lunga e complessa e, soprattutto non potrebbe che ripetere quanto gia' ampiamente descritto dagli specialisti in ciascun ramo della prevenzione dei tumori nelle apposite sezioni del sito dell'Associazione. 

La rimanderei a quelle sezioni. Se i casi di tumore nella famiglia di Sua moglie fossero molteplici, si potrebbe richiedere una consulenza genetica al "Servizio di genetica" del Dipartimento di Genetica, Biologia e Biochimica dell'Universita' di Torino (Ospedale Molinette) tel 011.633.6771, per valutare se vi fosse un'indicazione a un'indagine genetica specifica.

Distinti saluti"

15 aprile 2002 - Max, sesso M

 Egregio Dottore, dopo l'intervento per un dermatofibrosarcoma  protuberans, è consigliabile o no continuare con la radioterapia? Grazie Max

Risposta

Se i limiti di resezione sono sufficientemente ampi non è necessario

8 aprile 2002 - Francesco "Tumore al retto"

"A mio padre nel mese di settembre 2001 e' stato diagnosticato un tumore al retto ( a 5 cm. dal margine anale). All'esame tac addome pelvica con contrasto si e' visto un nodulo polmonare inferiore sx di massimo 10mm. E' stato asportato il nodulino in vts, sono seguite 5 settimane di trattamento radio-chemio terapico sul retto,altra tac di controllo con contrasto nella quale non e' evidenziato nulla se non l'irrigidimento al retto.

All'esame istologico del retto risultano indenni da neoplasia margine inferiore,superiore,linfonodi vasi sanguigni, e "Astler e Coller b1".

Il patologo ha comparato i vetrini del polmone e del retto ed e' risultato che sono entrambi primari. l'oncologo ha proposto una chemio leggera per il solo retto,ma il polmone? per lui e' tutto concluso? sapreste darmi una risposta ed eventualmente un centro o un nome di prof. a cui poterci rivolgere? grazie

Risposta 

"Il trattamento integrato radio-chemio-chirurgico eseguito e' perfettamente corretto. Il fatto che fossero due tumori primitivi, cioe' indipendenti l'uno dall'altro, nonche' entrambi relativamente iniziali, fa sperare molto bene per il futuro. In un carcinoma allo stadio B1 sec. Astler Coller, e' corretto eseguire una chemioterapia non particolarmente intensa dopo l'intervento chirurgico al retto quando preoperatoriamente e' gia' stata eseguita una radiochemioterapia. 

Il carcinoma al polmone e' scarsamente responsivo alla chemioterapia (eccetto una forma istologica denominata "microcitoma") per cui per un tumore piccolo (1 cm), asportato radicalmente, senza sospetti alla TAC di metastasi ai linfonodi del mediastino, non e' indicata alcuna terapia postoperatoria"

6 aprile 2002 - Salvatore & Caterina

"Vorrebbero conoscere  il significato della parola metaplasia"

Risposta 

"METAPLASIA significa la presenza di tessuto differenziato in sede anomala al posto di un tessuto embriologicamente affine.

Ad esempio, nei bronchi si puo' avere una "metaplasia pavimentosa", cioe' la presenza di una mucosa con piu' strati di cellule piatte al posta di una mucosa con un solo strato di cellule cilindriche.

Le cause possono essere variabili, ma piu' frequentemente la metaplasia e' di tipo sostitutivo/rigenerativo. In altre parole le cellule "normali" scompaiono per un insulto lesivo e quando si rigenerano da cellule ancora non differenziate assumono caratteristiche diverse, per lo piu' uguali a tessuti limitrofi. Ad esempio la mucosa del basso esofago (normalmente pavimentosa, cioe' costituita da piu' strati di cellule epiteliali piatte), lesa dal patologico reflusso di succo gastrico in esofago, puo' essere sostituita da una mucosa a cellule cilindriche simile a quella dello stomaco.

Il significato clinico (e quindi il tipo di trattamento) di una metaplasia e' diverso a seconda : - dell'organo interessato (la metaplasia pavimentosa dei bronchi e' una precancerosi, mentre non lo e' la metaplasia intestinale dello stomaco se e' ben differenziata) - della presenza o meno di irregolarita' (atipie) nelle cellule che formano la zona di metaplasia."

3 aprile 2002 - Marco

"Gentili esperti a mio padre e' stata diagnosticato un carcinoma maligno ad un polmone. Non e' stato possibile prendere in considerazione un intervento chirurgico per il quadro clinico generale ( cirrosi emocromatosi diabete) per questo motivo non e' possibile procedere con chemio o radioterapia. Considerato che e' stato considerato un tumore primario senza metastasi esiste un trattamento alternativo? L'eta' del mio papa' e' 71 anni. 

Se potete aiutarmi vi ringrazio anticipatamente.Inoltre vorrei sapere se esiste un centro specializzato . GRAZIE "

Risposta

"Mi piacerebbe sapere se il lettore ha consultato un centro specializzato in Chirurgia Toracica, oppure solo una divisione di Chirurgia Generale ove talvolta si operano anche neoplasie polmonari. La presenza di diabete infatti non controindica l'intervento; se poi la cirrosi no è scompensata e la funzionalità epatica è conservata, dopo un'attenta valutazione cardiologica e pneumologica, si potrebbe rivalutare l'opzione chirurgica. per il resto non esistono trattamenti alternativi efficaci"

 

28  marzo 2002  - Alex42, sesso M

"Gentile associazione,  mia madre dell'età di 75 anni e' stata sottoposta 1anno e mezzo fa a quadrantectomia mammaria con successiva dissezione ascellare. l'esame istologico ha evidenziato una neoplasia carcinoma duttale infiltrante G3T1M1 un linfonodo su 26 in macrometastasi-. immediatamente dopo ha effettuato 6 cicli di chemio cmf seguita da 10 applicazione di radioterapia e trattamento ormonale con anastrozolo(arimidex). ultimamente- 4 mesi fa - in seguito ad una ecografia epatica le sono state riscontrate 5 alterazioni nodulari di carattere secondario la piu' grande delle quali misurava 3.5 per 2 cm.  l'oncologo ci ha proposto esclusivamente la chemioterapia a base di  antracicline senza far riferimento alcuno su eventuali alternative tipo  la chemioembolizzazione, la termoablazione, la etanolizzazione, ipertermia etc.. piu' volte e da fonti piu' che ufficiali avevo appreso che anche se il  tumore aveva metastatizzato seguendo determinate cure si poteva  continuare a trattare la malattia come una malattia cronica - quanto meno dare una consistente possibilita' di sopravvivenza. 

Alla luce degli ultimi esami TAC e SCINTIGRAFIA OSSEA che hanno escluso  interessamento di ulteriori organi vi chiedo cortesemente un parere.  Roma 28/3/2002"

Risposta

"Dopo essermi consultato anche con gli oncologi medici ed i radiologi interventisti, ritengo che sia condivisibile l'impostazione data alla terapia della signora. Per essere precisi sulla questione delle metastasi epatiche, bisognerebbe conoscere la loro esatta localizzazione nell'ambito del fegato (quali segmenti interessati), ma, considerata l'età della signora e la molteplicità delle metastasi epatiche, è quasi certo che non vi siano indicazioni alla chirurgia o ad altra terapia, diversa dalla chemioterapia propostale.

Con i migliori saluti"

9 marzo 2002 -Telemaco, sesso M - "Cancro vescicale transizionale in giovane, inusuale età"

Mi riferisco al caso di un giovane di 16 anni, senza fattori di rischio noti (fumo, alcol, uso di vernici etc...) e senza alcuna familiarità, senza alcun precedente di infezione delle vie urinarie nè malformazioni,  cui e' stata riscontrata una neoformazione vescicale, parete laterale sinistra, dopo episodio di macroematuria e sintomi disurici. La neoplasia e' risultata essere un ca transizionale puro, esofitico, papillare, pTa G I (con focolai di II); base di impianto completamente libera; restante contesto di normalità della vescica; citologia negativa. La neoplasia e' stata asportata per via endoscopica ed e' stata analizzata per intero. Nessun trattamento endovescicale. 

E' stato proposto un programma di sorveglianza ogni tre mesi con ECO, es urine, citologia urinaria. 

Vorrei sapere:

  1. qual e' , attualmente, l'orientamento circa l'eziopatogenesi, di tali neoplasie in questa fascia di età e quale prevenzione, oltre alla sorveglianza, possa essere effettuata (stante che il soggetto non ha i fattori di rischio noti per)
  2. se il piano di sorveglianza possa essere ulteriormente integrato, possibilmente attraverso il monitoraggio non invasivo di markers biologici, urinari o ematici (potrebbe essere utile tra l'altro verificare se il soggetto e' un lento acetilatore? alcuni dati suggeriscono che tali soggetti detossificano meno e, a parità per es. di fumo, sono quindi più esposti).
  3. Tali neoplasie sono estremamente rare in età adolescenziale. La letteratura riporta, a parità di quadro istologico, una prognosi sensibilmente migliore. Mi piacerebbe conoscere un parere anche in proposito in base anche all'esperienza personale dei vostri specialisti."

Risposta 

"Ecco le risposte ai tre quesiti

  1. Sconosciuta ( possibile ruolo genetico ) ;
  2. Solo sorveglianza clinica . Potrebbe effetivamente essere utile la verifica se si tratta o meno di un acetilatore lento, impiego periodico della citologia urinaria ed eventualmente del test Bard che però a nostro avviso non la sostituisce. Sono utili anti radicali liberi che agiscono quali promotori della maturazione cellulare. Controlli endoscopici nel follow-up con sedazione ( vista la giovane età ) ed in regime di day hospital. Potrebbe anche essere utile la cistoscopia virtuale eseguibile con TC spirale.
  3. Vero, ottima prognosi .Anche la nostra esperienza conferma tale dato.

Cordiali Saluti"

 

3 marzo 2002 - Livorno 73 anni 73, M

"Salve, le scrivo perchè da circa tre mesi mio padre (58 anni) ha avuto problemi di carattere evacuativo che la notte lo portavano ad alzarsi anche 4 5 volte per recarsi al bagno ed a perdere peso di circa 10kg. 

Dopo numerose insistenze gli sono state fatte analisi delle feci (con conseguenti tracce di sangue) e la colonoscopia con individuazione di un polipo all'intestino, dopo la biopsia ha certificato che trattasi di adenocarcinoma, ma che per "fortuna" interessa una parte alta dell'intestino da non necessitare l'uso del famigerato "sacchetto" esterno. Abbiamo affrontato numerose visite presso specialisti quali prof.Giulianotti di Grosseto e prof.Mosca a Pisa ed abbiamo optato per il primo perchè più solerte a intervenire su mio padre all'oscuro dei risultati della biopsia che non avevamo ancora. 

Scusi per la mia ignoranza nell'argomento ma vorrei sapere fino a che punto possiamo sperare nella guarigione e per un eventuale cura post-operatoria dove ci consiglia di rivolgerci a quale dottore a quale istituto noi non vogliamo lasciare nulla di intentato.

 La ringrazio anticipatamente per il suo tempo dedicatomi"

Risposta

"La prognosi del carcinoma colo-rettale e', nell'ambito ovviamente dei carcinomi, relativamente favorevole. A priori, prima cioe' di conoscere l'esame istologico dei tessuti asportati durante l'intervento e quindi di avere la "stadiazione" del tumore, le probabilita' di guarigione sono comunque superiori al 50%. Una piu' precisa valutazione potra' essere data in base allo stadio del tumore.

Se l'intervento sara' stato "radicale" , cioe' se il chirurgo ha potuto asportare tutto il tumore "visibile" senza essere costretto a lasciare residui tumorali non asportabili, le indicazioni alla chemioterapia post-operatoria sono sufficientemente standardizzate per potersi comunque affidare al centro oncologico piu' vicino (o a quello indicato dal chirurgo operatore).

Se l'intervento non fosse stato radicale e' indispensabile che il paziente sia curato in un centro "dedicato" ai tumori del colon-retto.

Dopo l'intervento potra' eventualmente rivolgersi per un "secondo parere" a : 

 Gruppo Interdisciplinare Cure per il Carcinoma del Retto-Colon, Ospedale San Giovanni Antica Sede, via Cavour 31, 10123 Torino. (tel. 011.566.4004, FAX 011.566.4145)

 

22 febbraio 2002 - Lavinia anni 30, F

"Mi chiamo Lavinia, ed ho 30 anni, a mio padre, cirrotico, è stata recentemente diagnosticato mediante RMN un epatocolangiocarcinoma del diametro di circa 2 x 5 cm al IV segmento epatico. tale neoformazione occlude il dotto epatico sinistro e coesiste una concomitante trombosi portale completa che è verosimilmente neoplastica. Gli specialisti a cui mi sono rivolto dicono non esservi alcuna terapia applicabile a questo caso. 

Mi rimane un ultimo dubbio: la termoablazione è utilizzabile? anche solo per ridurre la lesione di base? 

Ed in caso di risposta affermativa potreste indicarmi, in Italia od all'estero, quale è il centro che attualmente ha la maggiore esperienza in questo campo? "

Cordiali saluti

Risposta

"Una trombosi portale e' una controindicazione assoluta al'intervento chirurgico nel carcinoma epatico Un trattamento con radiofrequenze (cosiddetta termoablazione) puo' essere un trattamento palliativo efficace per migliorare la sopravvivenza e la qualita' di vita. Questi trattamenti sono largamente diffusi e sono molti i centri in Italia con buona esperienza al riguardo. 

A Torino puo' rivolgersi a : - Ospedale San Giovanni Antica Sede, via Cavour 31, Ambulatorio di Patologia Gastro-epatica. (Visite al lunedi' pomeriggio, su prenotazione al 011.566.4006) - Ospedale San Giovanni Battista (Molinette), corso Bramante, Unita' di Radiologia Interventistica dell'Istituto Universitario di Radiologia

Cordiali saluti"

17 febbraio 2002 - Miriam anni 38 sesso F

"A mio padre é stato diagnosticato un Mesotelioma pleurico mi hanno dato ben poche speranze da sei mesi a 2/3 anni di vita senza possibilità di radioterapia ne chemioterapia ne intervento chirurgico.

Il mesotelioma é posizionato in tre punti della pleura di uno dei polmoni mentre l'altro e completamente sano. Perché con la chemioterapia non si avrebbe nessun risultato? A che istituto mi potrei rivolgere per ulteriori informazioni? L'aspettativa di vita é davvero cosi' esigua?

Grazie fin d'ora"

Risposta

"Cara Miriam, credo che valga la pena di valutare direttamente la situazione clinica del papà :il fatto che un solo polmone sia interessato dalla malattia farebbe ben sperare per un eventuale intervento chirurgico. Occorre stabilire pre-operatoriamente alcune cose: il tipo istologico del mesotelioma, l'estensione esatta della malattia, la presenza o meno di adenopatia mediastinica e, ovviamente, le condizioni cliniche e funzionali del papà.

Solo così si potrà valutare che tipo di trattamento è utile. Sono a disposizione per ogni ulteriore chiarimento."

17 febbraio 2002 - Selene

"Buongiorno, cercherò di essere precisa. paziente di 61 anni. Non lamentava alcun disturbo. In seguito ad un'emorragia si reca per dei controlli dal  ginecologo. Risultato: carcinoma ovarico bilaterale con due metastasi  all'intestino e noduli al fegato. Intervento chirurgico di asportazione di  ovaie, utero, un tratto intestinale,appendice. Il medico afferma che non é  possibile intervenire sui noduli del fegato e su altri noduli disseminati  nell'addome. Si spera che dall'esame istologico i noduli risultino di natura  ovarica, in quanto meglio risponderebbero alla chemioterapia. A un anno  dalla chemioterapia dovrebbe ripetere l'intervento. Non mi faccio molte  speranze, ma che percentuale abbiamo di curarla?  La ringrazio per il prezioso aiuto."

Risposta

Le speranze di guarigione della signora di cui mi ha presentato il caso sono legate alla risposta alla chemioterapia. Non vi sono sicuri elementi predittivi di questa risposta. Il tipo di trattamento : intervento, chemioterapia, al termine della chemioterapia nuovo intervento (cosiddetto "second look") per l'asportazione di eventuali masse tumorali residue, e' sicuramente corretto

7 febbraio 2002 - Chiara, età 30 sesso F -  

 " A MIO PADRE ,RICOVERATO PER PLEURE CON VERSAMENTO PLEURICO, DOPO UNA T.A.C. E' STATO DETTO DI NON AVERE CELLULE TUMORALI, PERO' , SOSPETTO MESOTELIOMA CON CELLULE GIA' ATTIVE, IN SEGUITO E' STATO MANDATO IN UN OSPEDALE SPECIALIZZATO AL PROPOSITO E DOPO VARI ESAMI SPECIFICI MI E' STATO DETTO CHE MIO PADRE HA UN TUMORE AVANZATO GIA' AL TERZO STADIO. 

ALLORA MI CHIEDO: - PERCHE' NON RISULTANO CELLULE TUMORALI SE IL MESOTELIOMA E' UN TUMORE MALIGNO? - COSA SI INTENDE PER TERZO STADIO? GRAZIE "

Risposta

"Cara Chiara, sovente l'esame citologico (cioè la valutazione delle caratteristiche delle cellule) del liquido pleurico è negativo pur in presenza di un tumore maligno della pleura o del polmone. Il trattamento del mesotelioma è complesso e non ancora assolutamente codificato:per esempio la chirurgia trova indicazione solo in casi selezionati, e non in presenza di una malattia estesa. In questa situazione ci si deve rivolgere ad un centro specializzato, ove si inizi un trattamento di chemio-radioterapia."

5 febbraio 2002 - Giosuè, età 63, sesso M - 

"Fatto l'intervento per carcinoma alla prostata 5 anni fa- il PSA  si sta alzando (nella realta' e' sempre esistito anche se 0.02 post  intervento) fatto TAC - SCINTIGRAFIA - ECOGRAFIA ma non risultano cellule  tumorali  Alcuni medici sostengono che siamo di fronte a un  ritorno del carcinoma in quanto ci sono delle altissime probabilita' che al  momento dell'intervento si siano mosse delle cellule.  DOMANDA: DOPO QUANTO TEMPO - SE FOSSE COSI' - E' POSSIBILE VEDERE QUESTE > CELLULE TUMORALI? > Spero di essere stato chioaro. 

Ringraziandovi  passo a salutarvi cordialmente   - GIOSUE' "

Risposta

"Gent. Sig. GIOSUE '

Effettivamente potrebbe trattarsi di ina ripresa biochimica della patologia oncotica prostatica senza che vi siano ancora evidenze cliniche o strumentali. Per poterLe fornire una risposta più articolata sarebbe importante sapere il valore attuale del PSA ed il tipo di intervento eseguito 5 anni or sono ed eventuali terapie successive. 

Cordiali Saluti"

10 gennaio 2002 - Claudia (10 gennaio 2002) e Luca (28 dicembre 2001), chiedono informazioni sulla pericolosità dei prodotti Sodium Laureth Sulfate (SLES) e  Sodium Lauryl Sulfate (SLS), sostanze usata nella preparazione di shampoo, detersivi per la pelle e dentifrici, perchè stanno circolando in internet dei messaggi che mettono in guardia contro tali sostanze in quanto provocherebbero il cancro.

Al nostro medico specialista in patologie tumorali della pelle non risulta nulla di tutto questo, nel caso poi che uno non si fidi il consiglio è quello di usare i "sindet" (saponi non saponi).

Nel sito internet: http://urbanlegends.about.com/library/weekly/aa090998.htm, questi messaggi su SLS e SLES  (che circolano dal 1998), vengono considerati leggende metropolitane prive di fondamento scientifico.

 

2 gennaio 2002 - Lily 63 - sesso F, anni 38

"Sono una donna di 38 anni con familiarita' di gastrite cronica atrofica (padre) e di carcinoma gastrico (nonno paterno). Ho eseguito una gastroscopia con la seguente diagnosi: mucosa antrale con gastrite cronica atrofica multifocale (metaplasia intestinale incompleta) attiva di grado lieve Negativa la ricerca di H.P Vorrei sapere il rischio che ho di sviluppare precocemente un carcinoma gastrico e ogni quanto tempo devo eseguire la gastroscopia (mi e' stato consigliato di ripeterla tra due anni ) 

La ringrazio per il consiglio Distinti saluti"

Risposta

"Il Suo rischio di sviluppare precocemente un carcinoma gastrico non e' aumentato in modo cosi' significativo, sempre che nella Sua famiglia non vi siano altri casi di tumori, anche non gastrici. Nel Suo caso sono comunque utili controlli gastroscopici periodici. Un intervallo di due anni e' corretto."

2 gennaio 2002 - Alessandro, sesso M, anni 30

"Spettabile Associazione, vorrei sottoporre alla vostra attenzione un dubbio che da qualche giorno ha turbato la mia tranquillità. 

Premetto che ultimamente la madre di mia madre è venuta a conoscenza di avere un cancro al retto. Sarà che sono stato emotivamente coinvolto....... per curiosità o per paura ho effettuato un auto controllo su me stesso. Forse sarebbe stato meglio non farlo poiché da quel momento non sono più tranquillo, ho scoperto toccando le pareti interne del mio ano alla profondità di circa un dito dalla parte opposta alla prostata , che le pareti non erano più lisce ma era presente una massa strana con delle sporgenze multiformi la quale dopo averla toccata mi ha lasciato una strana sensazione interna di fastidio per qualche giorno. 

Dev'essere cosi o c'è qualcosa di anomalo? Ansia?......di più..... non so che fare e cosa pensare , ho trovato questo sito e vi ho scritto.

Certo di un vostro riscontro porgo distinti saluti e tanti auguri di Natale".

Risposta

" La Sua familiarita' per carcinoma colo-rettale impone che Lei sia inserito in un programma di prevenzione con coloscopie periodiche. 

Il risultato della Sua "autovisita" e la Sua situazione psicologica consigliano peraltro una visita specialistica immediata. Le consiglio di rivolgersi all'Ospedale San Giovanni Vecchio, Dipartimento Oncologico, Ambulatorio di ColoProctologia, 4° piano, telefono 011.566.4004, dicendo che e' d'accordo con il responsabile dell'Ambulatorio) per una visita urgente non oltre una settimana dalla Sua telefonata. 

Data la situazione un po' particolare e, mi sembra, urgente puo' mettersi direttamente in contatto con me ai numeri telefonici che le farò avere via e-mail"