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...le nostre risposte anno 2001

 

Su questa pagina troverete le risposte dei nostri specialisti ai quesiti che avete posto loro nel 2001

Per ragioni di riservatezza le risposte sono anonime, gli interessati potranno riconoscerle dallo pseudonimo indicato nei messaggi.

13 dicembre 2001 - Roberta, sesso F, anni 33 - "Meccanismi con cui i tumori danneggiano l'organismo"
13 dicembre 2001 - Roberta, sesso F, anni 33  - "Disidrosi e rischio tumorale"
12 dicembre 2001  Nico sesso M, anni 30 - "Melanoma"
29 novembre 2001 Wilma sesso F, anni 36 - "Carcinoma al polmone"
21 novembre 2001 Doris sesso F, anni 53 - "Tumore del retto e successive lesioni polmonari"
29 ottobre 2001 Carlo sesso M. anni 58 - "Carcinoma gastrico"
16 ottobre 2001 Gaetano sesso M, anni 22 - "Adenocarcinoma gastrico"
11 ottobre 2001 IAIA sesso F, anni 63 - "Adenocarcinoma"
10 ottobre 2001 Giovanna. sesso F, anni 34 - "Patologie tumorali e loro ereditarietà"
5 ottobre 2001 Cristina - "Papilloma vescicale"
29 settembre 2001 Diletta - "Tumore alla vescica"
21 settembre 2001 Patty sesso F, anni 38 - "Mesotelioma polmonare"
4 settembre 2001 sesso F, anni 20 - "Informazioni su tumore al pancreas"
30 agosto 2001 Rossana sesso F, anni 65 - "Macchia sospetta in regione addominale con presenza di cellule neoplastiche"
28 agosto 2001 Miky, sesso M, età 66 - "Neoplasia polmonare e metastasi al fegato"
27 agosto 2001 Zorro - "Linfoma a cellulare B, a basso grado, di tipo MALT "
8 agosto 2001 Valentina sesso F - anni 24 - "Tumore delle vie biliari, Klatskin del terzo tipo"
24 luglio 2001 BONfa - "Metastasi polmonari e cerebrali causate da carcinoma ai polmoni"
24 luglio 2001 Rarò sesso F,  anni 35 - "Familiarità nel carcinoma retto-colon e prevenzione"
24 luglio 2001 Rosanna - "Curabilità del cancro all'intestino ed al fegato"
24 luglio 2001 Massimo - "Amianto e adenocarcinoma al colon"
23 luglio 2001  Claudio - "Tumore polmonare con infiltrazione alla trachea"
17 luglio 2001 Chiara sesso F, anni 32 - "Patologia nodulare tiroidea"
26 giugno 2001 Manola - "Tumore apparato urinario"
22 giugno 2001 Lucy sesso F, anni 31 - "Ereditarietà dei tumori"
22 giugno 2001 Claude, sesso F, anni 30 - "Fumo e cancro della laringe"
21 giugno 2001 Fiorella sesso F, anni 75 -"Cancro  al pancreas"
12 giugno 2001 Elena, sesso F, anni 51 - "Cancro  al pancreas con metastasi al fegato"
5 giugno 2001 -Antonella, sesso F - "Lichen orale e tumore"
1 giugno 2001 Omar - "Cancro laringeo ed esposizione a benzene, catrame, nero fumo"
28 maggio 2001 - Lorena, anni 32 sesso F - "Radioterapia ed esposizione solare"
27 maggio 2001 - Pina - età non specificata - "Trattamento dei tumori mediante termoablazione"
21 maggio 2001 - Emilia - età non specificata - "Esiste una brutta malattia ereditaria che colpisce i denti  rendendoli notevolmente brutti? "
16 maggio 2001 - Silvio, età  non specificata - "Ipertermia in oncologia"
6 maggio 2001 - sig. A., età e sesso non specificati - "Trattamento di microcitoma polmonare"
3 maggio 2001 - Viola, età non specificata - "Carcinoma polmonare"

RISPOSTE

13 dicembre 2001 - Roberta, sesso F, anni 33 - 2a domanda

"Mio padre e' morto a 71 anni a causa di un tumore del cavo orale (gengiva guancia e palato). Inizialmente la malattia era stata trattata con chemio e radioterapia che avevano ridotto notevolmente il tumore che era stato quindi asportato per la parte rimanente all'interno della guancia.
 Tre anni dopo il tumore si e' ripresentato sulla parte ossea della mandibola. Operato in estate e trattato ancora con chemioterapia  nell'inverno,  mio padre non ce l'ha piu' fatta e si e' spento in primavera.
E' vero che mio padre ultimamente soffriva molto (mal di testa e mal di denti) e non aveva letteralmente piu' alcuna energia da spendere.
QUELLO CHE MI DOMANDO CONTINUAMENTE E' CON QUALI MECCANISMI  (fisici,> chimici... ?) 
UN TUMORE RIESCE A DISTRUGGERE UNA PERSONA QUANDO NON PRESENTA NESSUNA METASTASI E NON INTACCA NESSUN ORGANO VITALE.

Grazie e buon lavoro"

Risposta

"gentile Sig.ra Roberta 

purtroppo Lei ha avuto una storia familiare molto dolorosa e me ne dispiace . I motivi per cui qualsiasi tumore maligno (quindi anche della bocca) porta alla morte  sono tre : 

1.metastasi in organi vitali , con questo meccanismo cellule tumorali maligne giungono attraverso il sangue in organi che sono essenziali per la vita.
2. invasione diretta o indiretta di organi vitali da parte del tumore stesso  nella sede in cui si sviluppa  ; questo è una eventualità frequente nei tumori della testa e del collo e quindi anche della bocca. Non è vero che non vi è alcun organo vitale nelle vicinanze,  per esempio i tumori della mandibola possono proliferare indietro e in alto
sino alla base del cranio e invadere organi fondamentali per la vita come grossi vasi , nervi , meningi e cervello .
3. qualsiasi tumore maligno può inoltre portare a morte attraverso un meccanismo di deperimento organico generalizzato denominato cachessia neoplastica , naturalmente perchè ciò avvenga bisogna che il tumore sia
in continua crescita e non più sotto controllo della terapia.
Pertanto il messaggio sempre importante è : i tumori vanno diagnosticati quando sono agli inizi (diagnosi precoce) perchè in questo caso le probabilità che si verifichino le situazioni sopra elencate sono molto poche .
se non ho risposto a tutti i Suoi dubbi La prego di intervenire ancora - cordialità "

13 dicembre 2001 - Roberta, sesso F, anni 33

 "Da qualche anno ho una disidrosi alla mano che va e viene. La zona  interessa  il palmo della mano, a volte in posizioni differenti, ma non e' mai piu' grande di una moneta.

 Inizialmente usavo il GENTALIN, ma ultimamente mi limito a mettere continuamente delle normali creme idratanti per evitare che la pelle si screpoli. Non mi da alcun fastidio fisico. Vorrei sapere se l'utilizzo di saponi e detersivi senza guanti puo' favorire questo disturbo.

MA SOPRATTUTTO VORREI SAPERE SE POSSO CONVIVERCI SERENAMENTE O SE QUESTE  "LESIONI" CUTANEE A LUNGO ANDARE POSSONO FAVORIRE UN TUMORE DELLA PELLE. 

Grazie e buon lavoro"

Risposta

"La disidrosi (dato per scontato che la diagnosi sia corretta), è un disturbo che interessa le superfici palmo-plantari di individui con diatesi allergica (pur non essendo un'allergia). 

E' favorita dalle detersioni eccessive e dall'uso di tensioattivi (detergenti aggressivi) e non predispone in alcun modo all'insorgenza di tumori cutanei. 

Da porre in diagnosi differenziale soprattutto con eczemi da contatto e micosi. "

12 dicembre 2001 - Nico, anni 30 sesso M 

"Sono un'amica di un ragazzo di 30 anni che si chiama Nico. Ha un melanoma che a sua volta ha provocato altre metastasi nella zona della spina dorsale e dei reni. La cura che i medici gli hanno dato sono chemio e radio terapia.

Quante sono le possibilità che si riprenda?"

Risposta

"Sarebbe già complicata la risposta conoscendo bene il caso. Temo che le possibilità non siano molte ma si sono già visti casi complicati andati a buon fine"

29 novembre 2001 Wilma sesso F, anni 36

"Spett. associazione, Nel mese di agosto 2001 a mio padre di anni 74, e' stato diagnosticato un carcinoma a piccole cellule al polmone IV stadio con localizzazioni surrenaliche, cerebellari e peritoneali. Dopo avere effettuato tre cicli chemioterapici ( Carboplatino 270 mg. e Etoposide 172 mg. ) e dopo la TAC di controllo che presentava un miglioramento rispetto a quella fatta nel mese di agosto ( regressione del tumore primitivo, scomparsa della metastasi cerebellare e aumento di quella surrenale ) e' subentrato un processo infettivo del polmone con sepsi che lo ha indebolito enormente. 

Vorrei un vostro parere sulle sue condizioni !!!!!! Vi prego rispondetemi presto. Grazie. Wilma anni 36"

Risposta

"Carissima Wilma,
la situazione del papà non è purtroppo delle migliori. Intanto è affetto da un microcitoma polmonare, che è una neoplasia molto maligna, con tendenza alla precoce metastatizzazione. E' vero che sia le metastasi cerebrali che quelle surrenaliche si sono ridotte o sono addirittura scomparse, ma occorre tenere presente che c'erano, determinando una stadiazione avanzata della neoplasia. Ovviamente non c'è la possibilità di intervenire chirurgicamente, e la chemio-radioterapia sono il trattamento migliore.
 
Talvolta capita che dopo chemioterapia le difese immunitarie del paziente si riducano di molto, per cui è frequente, in tali circostanze, la comparsa di focolai polmonari, che rendono particolarmente prostrato il paziente. Tuttavia, con un'opportuna terapia antibiotica mirata, con cortisone e, talvolta, con ossigeno, le condizioni migliorano in più o meno breve tempo, consentendo al malato di concludere il trattamento.
 
Occorre appoggiarsi al centro oncologico presso il quale si è in cura, per trattare le complicanze intercorrenti, a volte con un ricovero per qualche giorno. Credo che i colleghi potranno risolvere  rapidamente il problema del papà, per terminare la terapia, che appare come il trattamento di scelat per il suo tumore del polmone."

 

21 novembre 2001 Doris sesso F, anni 53

"Mia madre 53 anni ha avuto un tumore del retto t2n0m0, operata a gennaio 2001, chemioterapia adiuvante per 6 mesi fino ad agosto. purtroppo ad ottobre la TAC di controllo presentava a livello polmonare 3 lesioni, due al lobo superiore sx di 10 e 5mm ed una di2x3cm addossata alla biforcazione midollare segmentaria del lobo medio. Una successiva TAC del 14 novembre evidenziava a livello polmonare una lesione rotondegiante con diametro di 8 mm ed un ingrossamento dei linfonodi.nient'altro. 

E' una situazione chiara o vi è il bisogno di approfondire il quadro. E' operabile? "

Risposta

"Ci si trova di fronte verosimilmente a metastasi polmonari da carcinoma del retto, peraltro operato in una fase non ancora avanzata, come testimonia la stadiazione clinica della neoplasia. In teoria la presenza di più lesioni polmonari non controindica l'intervento di exeresi, che potrebbe essere eseguito mediante una sternotomia longitudinale mediana. 

E'questa una èpratica diffusa e riconosciuta in Letteratura medica. 

Suggerirei pertanto di consultare al più presto un Chirurgo toracico, affinchè possa prendere visione della TC toracica e porre indicazione all'intervento. Occorre, però, che la neoplasia rettale sia sempre controllata e non abbia date segni di recidiva locale." 

29 ottobre 2001 Carlo sesso M. anni 58 - "Carcinoma gastrico"

"Operato nel 1995 di carcinoma gastrico, eseguita resezione subtotale secondo Billrot II. Sottoposto a cicli di chemioterapia. Fino a luglio 2000 controlli sempre negativi (TAC, ECO, Markers...) luglio del 2000 operato per problemi al sigma. Effettuato bypass intestinale all'apertura addominale risultava disseminazione puntiforme metastatiche alla regione peritoneale. Diagnosi K peritoneale. Continua chemio, ma con gravi problemi digestivi ed escretori con conseguente calo ponderale fino al febbraio 2001 quando si consiglia alimentazione parenterale in vena cava superiore. Vari problemi infettivi al centrale cambiato due volte, alla terza volta inserito port-cart con miglioramento presentando una sub-occlusione alta del tenue. La funzione escretoria rettale è sempre più diminuita fino a sparire e sono aumentati vomiti di materiale fecale. Inserito sondino nasale (1000, 1300 cc escreti nelle 24ore). Ad oggi presenta versamento addominale e per diminuire i liquidi si è passati ad alimentazione endovenosa periferica addizionata da steroidi. antibiotici ed adesso da antidolorifici. Chiedo se potrebbe aiutare e quanto una eventuale chemioipertermia peritoneale. Grazie"

Risposta

"Nella situazione clinica del sig. Carlo, una chemioipertermia peritoneale ha una possibile utilita' se associata a un intervento di peritoneectomia con asportazione di tutte le formazioni metastatiche peritoneali macroscopicamente evidenti.
Condizioni necessarie :
1) che il paziente sia in condizioni generali da sopportare l'intervento;
2) che si possa tecnicamente effettuare una peritoneectomia con asportazione di tutte le masse metastatiche;
3) che non vi siano altre metastasi a distanza."

16 ottobre 2001 Gaetano sesso M, anni 22 - Adenocarcinoma gastrico

"Mio padre ha scoperto di avere un adenocarcinoma gastrico che gli ha causato una stenosi pilorica: l'adenocarcinoma e' localizzato (non  invasivo) e moderatamente misto con cellule benigne,  in questi casi e' necessario l'intervento chirurgico? o ci sono terapie? Grazie"

Risposta

"L'unico trattamento dell'adenocarcinoma gastrico e' quello chirugico, in particolare se in fase iniziale.
Se lo gradisse, puo' rivolgersi a :
Ospedale San Giovanni Antica Sede
Dipartimento Oncologico
Divisione CHIRURGIA 2 (Dott. CALVO)
v. Cavour 31, Torino
Ambulatorio il Lunedi', Mercoledi'e Venerdi' ore 9, Poliambulatori, senza
prenotazione, con impegnativa mutualistica"

11 ottobre 2001 IAIA sesso F, anni 63 - Adenocarcinoma

"Vi scrivo da Bari , alla madre di una nostra amica e' stata diagnosticato un adenocarcinoma , ha subito l'intervento per asportarlo, ma il dottore a consigliato con una certa solerzia di cominciare la chemio .Cosa e' meglio fare in questi casi ? L'età (63anni) , sesso f , alias IAIA ; vi allego il referto medico dell'ospedale; . Spero di leggere presto vostre notizie . Vi prego di inviarmi il link del sito perchè l'ho perso. Grazie Raffaele"

Risposta

"Lo stadio dell'adenocarcinoma della signora IAIA, impone una chemioterapia postoperatoria, da iniziarsi appena possibile. 

L'indicazione data dal suo medico curante e' corretta. Distinti saluti"

10 ottobre 2001 Giovanna. sesso F, anni 34 - Patologie tumorali e loro ereditarietà

"Nella storia della mia famiglia, da parte di padre ( 4 fratelli) , 2 zii sono morti di cancro all'intestino, un terzo è stato operato e a mio padre è stato diagnosticato, da poco, un cancro primario al polmone con metastasi alla colonna vertebrale, mandibola e costato. 

Ho un figlio di 4 anni e sto vedendo morire tutta la mia famiglia, sono ereditari i tumori??

Cosa posso fare??? Per mio padre esiste un centro specializzato in italia o all'estero per il cancro al polmone?

Ho bisogno d'informazioni, per poter curare mio padre. Vi ringrazio per l'attenzione. "

Risposta

 "Non esiste una certezza matematica di sviluppare neoplasie del polmone in presenza di familiari che sono stati affetti da tumore. Esiste una familiarità, cioè un rischio maggiore a sviluppare neoplasie, ma non l'assoluta certezza. Per quanto riguarda il padre della Signora, la neoplasia polmonare da cui è affetto non è chirurgica, essendo presenti metastasi ossee. Suggerirei, se già non l'ha fatto, di contattare il Servizio di Oncologia della sua ASL, in modo da programmare al più in fretta un trattamento radio-chemioterapico." 

5 ottobre 2001 Cristina - Papilloma vescicale

"Vorrei informazioni sul papilloma vescicale e se è un  tumore di che tipo si tratta, è gia stato operato uomo di settantanni e questo papilloma è stato analizzato e si deve nuovamente operare e raschiare ancora la zona operata la vescica e tutt'ora esce ancora sangue vorrei sapere le conseguenze di questa malattia e le cure che ci sono grazie"

Risposta

"Con il termine papilloma vescicale generalmente viene indicato un tumore della vescica che probabilmente non infiltra tutta la parete vescicale .

 Il caso in questione deve essere nuovamente operato per via endoscopica ( interna ) probabilmente perchè alla prima operazione non è stato possibile arrivare sino a tessuto sano, quindi non si sa con precisione la profondità raggiunta dalla malattia. Il fatto che il paziente abbia ancora sangue nell'urina è ovviamente normale. Le conseguenze di questa malattia possono anche essere gravi se il paziente non segue le cure ed i controlli consigliati.

Generalmente le cure di questa malattia sono affidate ai rigorosi controlli della vescica dopo lavaggi della stessa con farmaci che rallentano la recidiva del tumore."

29 settembre 2001 Diletta

"Vorrei dei chiarimenti sul tumore della vescica o polipo della vescica in un soggetto di 54 anni di età, maschio, ex fumatore, colpito da trombosi coronarica ed operato circa tre mesi fa con completa guarigione. Successivamente a controlli è emerso questo tipo di polipo dalla forma cosiddetta a cavolfiore. Che percentuali di riuscita dell'intervento sono previste, ed esistono in Torino dei centri specializzati in questa patologia? Grazie"

Risposta

"Con il termine "polipo" della vescica generalmente si suole indicare un tumore della vescica stessa probabilmente non infiltrante tutto lo spessore della parete vescicale, questo tipo di tumore deve essere prima di tutto asportato con un intervento endoscopico (cioè dall'interno della vescica senza tagliare l'addome) per poter avere un chiaro esame istologico. In base ad esso si decide quali altre cure od interventi, eventualmente, eseguire . 

Quindi ,ripeto,prima di tutto l'intervento endoscopico previo consenso del cardiologo e dell'anestesista visti i recenti problemi cardiologici del paziente.L'intervento può essere eseguito in tutti i reparti Urologici di Torino e del Piemonte. Cordiali saluti."

21 settembre 2001 Patty sesso F, anni 38

Buongiorno, a mio padre, età 64, è stato diagnosticato un mesotelioma al polmone destro, esteso al diaframma. Ci è stato detto che un'operazione non sarebbe servita, data l'estensione delle metastasi. 

"Ora non sappiamo dove e come curarlo al meglio: potreste darci gli indirizzi dei centri che si occupano di questo tipo di tumori più vicini a noi? mio padre vive a Torino. Grazie"

Risposta

"Non so chi abbia escluso l'intervento chirurgico e per quale motivo: comunque un trattameto palliativo del mesotelioma maligno della pleura prevede il trattamento chemio-radioterapico, fattibile presso i seguenti Ospedali di Torino: Molinette, San Giovanni Battista Antica Sede e Mauriziano."

4 settembre 2001 sesso F, anni 20

"Sono una ragazza di 20 anni, è possibile che a questa età possa correre il rischio di un tumore al pancreas?

Il fatto è che dopo una lunghissima cura di antibiotici,da novembre 2000 a luglio 2001, il colore delle feci mi si è alterato .vorrei sapere come si presenta un tumore al pancreas"

Risposta

 "Gentile signorina, Il carcinoma del pancreas esocrino e' un tumore relativamente frequente con un'incidenza (incidenza = numero di nuovi casi di una determinata malattia per anno) valutata mediamente in circa 4-5 casi ogni 100.000 abitanti (l'incidenza del carcinoma del colon-retto e' 8-10 volte maggiore). 

Questo significa che, in una citta' come Torino di circa 1.000.000 abitanti, ogni anno 40-50 persone si ammalano di carcinoma del pancreas esocrino. Di questi il 65% sono maschi e piu' del 90% hanno piu' di 50 anni. In una donna della Sua eta' questo tipo di tumore e' assolutamente eccezionale. 

Personalmente non ne ho mai incontrato un caso. Purtroppo e' un tumore che non da' sintomi precoci e la cui diagnosi viene spesso fatta in fase gia' avanzata. L'alterato colore delle feci puo' avere svariate cause, in relazione alla modificazione del colore stesso (sono sicuro che il Suo medico di famiglia potra' consigliarLa correttamente), ma nessun rapporto con un tumore pancreatico. 

Le consiglierei di non preoccuparsi troppo del Suo pancreas (se lo vuole proteggere, non dai tumori ma dalle pancreatiti, beva poco alcool), ma di mettere in atto le piu' importanti regole di prevenzione tumorale, e genericamente sanitaria, da adottare alla Sua eta' : non fumare, eseguire un citologico vaginale (PAP-test) periodicamente, avere rapporti sessuali protetti. 

Eventualmente a risentirci, cordiali saluti"

30 agosto 2001 Rossana sesso F, anni 65

"Ho 65 anni di età, dopo un radiografia è stata rilevata un'ombra di circa 3 cm.nella parte inferiore sinistra dell'addome, a quel punto per ulteriori accertamenti si è eseguito esame TAC che ha evidenziato la stessa anomalia consigliando un ulteriore accertamento di agobiopsia.  L'esame citologico completo non si è potuto eseguire in quanto la quantità di materiale non era sufficiente, comunque ha evidenziato la presenza di cellule neoplastiche.   A quel punto dopo un confronto con le radiografie eseguite nel 1996 si è accertata la presenza presumibilmente nello stesso punto della stessa ombra con dimensione inferiori. Non presento nessun fastidio. Attualmente mi sto sottoponendo ai seguenti esami: 

  1. Spirometria (esito capacità polmonare al di sopra della norma)
  2. Broncoscopia (esito bronchi normali, in attesa esame citologico liquido prelevato) 
  3. Radiografia del torace 
  4. TAC total body 
  5. Scintigrafia dello scheletro 
  6. Ecografia 

Sono in attesa degli esiti per un eventuale intervento chirurgico. 

Sicuramente una diagnosi non la potete eseguire, comunque le sarei grato se potesse darmi un parere."

Risposta

"Vorrei sapere innanzi tutto se alla Signora è stata diagnosticata una lesione polmonare o addominale; chiedo questo perchè la paziente afferma che sta effettuando esami che normalmente sono utili nella diagnostica di lesioni polmonari. 

Comunque, credo che un'attenta valutazione radiologica possa riuscire ad interpretare la natura presuntiva della lesione. Varrebbe la pena riprendere in considerazione l'opzione della biopsia sotto guida TC o ecografica. A risentirci con le nuove informazioni". 

 

28 agosto 2001 Miky, sesso M, età 66

"Vi scrivo da Bari per esporre quanto diagnosticato a mio padre presso la pneumologia dell'Ospedale ....... : Pare abbia un tumore non a piccole cellule con metastasi al fegato, la dottoressa che lo tiene in cura mi ha riferito che non e possibile applicare la chemio nè tanto meno l'intervento chirurgico , l'unica soluzione per ora è una cura a base di cortisone per allungare la sua vita, (66 anni),  il tumore è al polmone dx.

 Avete qualche altra soluzione per poterlo aiutare?. Spero di leggere presto vostre notizie . Grazie Raffaele "

Risposta

 "Generalmente la presenza di metastasi epatiche rappresenta una situazione di rapida evolutività della neoplasia polmonare, anche se non a piccole cellule. Talvolta le condizioni del paziente e l'eventuale presenza di altre patologie associate controindicano la chemioterapia.

Occorre comunque affidarsi ai propri medici curanti, i quali conoscono meglio di tutti lo stato del paziente, le sue condizioni, i suoi esami ematici e sono quindi in grado di porre o meno indicazione al trattamento chemioterapico. la radioterapia non è generalmente indicata per il trattamento delle metastasi epatiche"

 

27 agosto 2001 Zorro

"Mi chiamo Zorro e vi chiedo cortesemente, se mi potete aiutare a trovare un Centro Specializzato per la cura del "Linfoma a cellulare B, a basso grado, di tipo MALT" La paziente è una donna di 64 anni residente a Battipaglia (SA) che a seguito di una gastroscopia e conseguente esame istologico le è stato riscontrato il linfoma di cui sopra. Nel ringranziarVi anticipatamente, distinti saluti."

Risposta

"Gentile Signor Zorro, Si puo' rivolgere presso : Ospedale San Giovanni Antica Sede - Dipartimento Oncologico, v. Cavour 31, 10123 Torino U.O.A. Gastroenterologia - tel. 011.566.4065  - FAX 011.566.4145

Cordiali saluti "

8 agosto 2001 Valentina sesso F - anni 24

"A mio papà è stato diagnosticato un tumore delle vie biliari, Klatskin del terzo tipo. Mi hanno detto che non vi è possibilità di intervento chirurgico, cosa posso fare? Quanto vivrà ancora mio papà? Grazie tante. Risposta a Valentina. "

Risposta

"Cara Valentina, Il tumore di Klatskin ha come unico possibile trattamento curativo l'intervento chirurgico. 

E' comunque da verificare se la diagnosi di inoperabilita' sia stata fatta in un centro della sufficiente esperienza nel campo specifico. In caso di inoperabilita' adeguati trattamenti palliativi e di supporto possono permettere un discreto periodo di sopravvivenza in buone condizioni. Eventualmente a risentirci, cordiali saluti"

 

24 luglio 2001 BONfa

"Volevo sapere che utilità potrebbe avere l'ipertermia per mio padre, affetto da metastasi cerebrali con origine da carcinoma renale. Fu operato nel 96 e dopo 4 anni saltarono fuori metastasi ai polmoni, adesso un mese fa in seguito ad una crisi epilettica hanno riscontrato metastasi cerebrali. So che la situazione è terminale, ma mi hanno parlato di questa ipertermia. Mio padre ha 69 anni. Ci sono effetti collaterali o rischi grossi. Grazie per l'attenzione"

Risposta

"Per poter valutare meglio bisognerebbe sapere se sia stato il carcinoma renale (asportato?)  ad aver portato metastasi polmonari multiple (asportate? radio- chemiotrattate?) ed ora anche a livello cerebrale. 

In tale caso l'ipertermia, a mio sapere, non trova indicazione. Si può invece consultare un neurochirurgo, perchè eventualmente ponga indicazione all'asportazione delle lesioni cerebrali. Occorre comunque anche consultare un radioterapista, perchè il trattamento radioterapico ha una sua importanza nel trattamento sintomatico delle metastasi  cerebrali. Fondamentale anche la terapia medica, con cortisonici e mannitolo per via venosa."

 

24 luglio 2001 Rarò sesso F,  anni 35

"Buongiorno, sono fortemente preoccupata per mia figlia e mio marito. 

Mi ricollego alla vs. risposta del 22/06 u.s.: Mia suocera, di 67 anni, circa 1 anno e mezzo fa è stata operata per un adenocarcinoma al retto, con stomizzazione provvisoria e successivo ricollegamento dell'intestino. A ciò sono seguiti 7 cicli di chemioterapia (1 settimana al mese) e 1 di radioterapia, con effetti a dir poco devastanti. 

Ai controlli endoscopici "classici" è sempre risultata negativa, ma l'ultima colonscopia di 15 giorni fa ha evidenziato una recidiva sull'anastomosi chirurgica. Dopodomani un nuovo intervento e questa volta la stomia permanente. Mia suocera presenta una fortissima familiarità con il carcinoma del retto/colon: suo padre e un suo fratello sono morti per questo male, 1 altro fratello è stomizzato, altri 2 fratelli/sorelle presentano ciclicamente polipi all'intestino, rimossi sempre in sede endoscopica..su 7 fratelli solo 1 sorella non accusa sintomi...

Ovviamente sono fortemente preoccupata per mio marito, di 31 anni e soprattutto per mia figlia, di 30 mesi. Quali esami preventivi si possono fare? Mappature genetiche possono aiutare a scongiurare un pericolo così grande? Sia i chirurghi che gli oncologi che hanno curato mia suocera ci hanno rassicurato..ma avevano anche detto che una recidiva non si manifesta nell'arco di 2 o 3 mesi, ma nell'arco di uno o due anni.. ed è stato disatteso....

Cosa possiamo fare? Grazie per l'attenzione e la cortesia... "

Risposta

"Gentile Signora, come ha gia' letto in una precedente risposta, da Lei stessa citata, LA PREVENZIONE DEL CARCINOMA DEL COLON-RETTO E' TECNICAMENTE POSSIBILE ED E' EFFICACE. 

E' fuori di dubbio che la famiglia di Suo marito abbia una importante incidenza di carcinomi colo-rettali, anche se mancano informazioni sufficienti per poter inquadrare la famiglia di Suo marito in una sindrome familiare geneticamente determinata (FAP, HNPCC) 

In ogni caso e' assolutamente indispensabile che Suo marito, anche se di eta' "relativamente" giovane, inizi quanto prima un programma di prevenzione ANCHE SE NON PRESENTASSE NESSUN SINTOMO. Dato che si tratta di un soggetto ad alto rischio, l'unico esame realmente utile e' un esame endoscopico di tutto il colon-retto, cioe' una COLOSCOPIA TOTALE, periodica. 

Questo esame, per quanto non possa essere definito "privo di fastidio", e' importantissimo perche' potrebbe diagnosticare dei precursori dei carcinomi (polipi adenomatosi) che possono essere asportati durante l'esame stesso impedendone l'ulteriore progressione a tumore, come sta avvenendo (se ho ben compreso) per una zia e uno zio di Suo marito. 

Al momento attuale la coloscopia totale e' l'unico esame preventivo realmente efficace nelle persone a rischio aumentato di contrarre un carcinoma colo-rettale. Se eseguita da endoscopisti dotati della necessaria esperienza e con un periodicita' corretta (l'intervallo fra una coloscopia e la successiva - da uno a cinque anni - viene stabilito in base a un esame preciso dei singoli casi della famiglia, da eventuali tests genetici e da quanto ritrovato nell'esame precedente), la coloscopia periodica puo' quasi garantire al soggetto sottoposto a colposcopia periodica che non morirà per un carcinoma colo-rettale, perche' prevenuto o diagnosticato in fase iniziale e guaribile. 

Al momento attuale, tests genetici non permettono di riconoscere tutti i soggetti a rischio aumentatato e non sono ancora diffusi (eccetto che per il gene responsabile della Poliposi Adenomatosi Familiare - FAP -, la cui diagnosi clinica e' peraltro facile e quindi non credo possa essere il tipo di sindrome della famiglia di Suo marito). 

Nella Regione Piemonte verrà presto attivato un servizio genetico per le famiglie a rischio, di cui verrà data a suo tempo la dovuta informazione al pubblico. In ogni caso, tests genetici non possono "scongiurare" il pericolo di contrarre un carcinoma, almeno fino a quando non si potrà mettere in atto una "terapia genica" mirata. Il loro attuale significato e' quello i riconoscere i soggetti a rischio elevato da sottoporre a una strategia di prevenzione intensiva. 

Suo marito e' già clinicamente una persona a rischio elevato e quindi da sottoporre a prevenzione intensiva. Per quanto riguarda Sua figlia (partendo, come ho detto, dal presupposto - non sicuro al 100% per mancanza di informazioni dettagliate - che la sindrome della famiglia di Suo marito non sia una FAP), sono convinto che prima che raggiunga un'età a rischio di carcinoma colo-rettale i progressi, sia nella prevenzione, sia nella terapia, avranno del tutto modificato in senso favorevole il quadro attuale. Eventualmente a risentirci, cordiali saluti "

 

24 luglio 2001 Rosanna

"Ad un mio carissimo amico è stato diagnosticato un cancro all'intestino e al fegato (a quanto pare già in stato avanzato): non è più possibile l'operazione. Vorrei sapere se esistono centri sia in Italia che all'estero in cui è ancora possibile tentare una cura o comunque avere maggiori informazioni a riguardo. Se possibile, gradirei il vostro numero telefonico per contattarVi direttamente. Vi ringrazio anticipatamente. ROSANNA 

Risposta

"Gentile Signora Rosanna, Sono mortificato per il ritardo con il quale posso risponderLe. Il Suo quesito meritava di certo una risposta piu' tempestiva. 

Il nostro Centro (Ospedale San Giovanni Antica Sede - Dipartimento Oncologico, v. Cavour 31, 10123 Torino (Ambulatorio di Colo-Proctologia) tel. 011.566.4004 - FAX 011.566.4145), puo' sicuramente offrire al Suo amico il trattamento piu' idoneo 

(eventualmente con la collaborazione di altri Centri italiani o europei). 

A risentirci, cordiali saluti

 

24 luglio 2001 Massimo

"Vorrei chiedere se ha notizie riguardanti connessioni tra l'amianto e l'adenocarcinoma al colon. Mio suocero che ha lavorato diverso tempo a contatto con l'amianto è morto quasi due anni fa di tumore al colon senza avere alcuna familiarità con tale patologia. 

Spero in una Sua risposta. Distinti saluti. "

Risposta

"Gentile Signor Massimo, non risulta un rapporto fra esposizione all'amianto e carcinoma colo-rettale. 

L'amianto provoca tumori in tessuti e sedi del tutto diverse (pleura, peritoneo). 

Il fatto dell'assenza di familiarita' per il carcinoma di Suo suocero non deve stupire : infatti piu' della meta' dei carcinomi colo-rettali, in particolare quelli che insorgono nel retto o nella parte sinistra del colon e dopo i 60 anni non presentano familiarita'. Eventualmente a risentirci, cordiali saluti"

 

23 luglio 2001  Claudio

"Vorrei sapere se il tumore ai polmoni è curabile visto che  mio padre ne ha uno nel polmone sx con infiltrazione alla trachea. vi ringrazio anticipatamente per la risposta"

Risposta

"La neoplasia polmonare è sovente curabile con la chirurgia, che rappresenta il trattamento di scelta, quando esso è fattibile. La chirurgia ha però dei limiti: età del paziente e sue cattive condizioni generali, che renderebbero troppo rischioso l'approccio exeretico; malattia avanzata, ovvero con invasione di strutture anatomiche importanti (grossi vasi, trachea, vertebre, cuore...) o con metastasi a distanza; in presenza di certi tipi di neoplasia polmonare, come il microcitoma.

Quando la malattia non è affrontabile chirurgicamente, occorre procedere con trattamenti alternativi, che hanno comunque un intento palliativo. In tal senso sono da intendere sia la chemio che la radioterapia. Nel caso in esame, la neoplasia polmonare (non viene riferito il tipo istologico) appare infiltrare la trachea: parrebbe dunque una malattia localmente avanzata, e quindi non aggredibile chirurgicamente.

Suggerirei di contattare comunque un chirurgo toracico (occorre una valutazione diretta delle radiografie e della broncoscopia, per porre o meno indicazione ad eventuale intervento di asportazione); in alternativa credo si possa proporre un trattamento chemio-radioterapico combinato."

 

17 luglio 2001 Chiara sesso F, anni 32

"Mi sono stati trovati a destra nel lobo tiroideo nodulo di 2 cm con calcificazione a guscio. Caudalmente nodulo con limiti sfumati e vascolarizzazione peri- ed intranodulare. 

Citologico dell'Aprile 2001 tiroide destra: compatibile con formazione adenomatosa con area cistica. Valori di funzionalità tiroidea nella norma. Ab anti-tireoglobulina: 463 U/ml. Mi è stato consigliato intervento di emitiroidectomia destra. Chiedo: 

Prima di arrivare all'intervento, esiste la possibilità di provare una terapia medica? Oppure, mi può suggerire un'altra soluzione? O è proprio necessaria l'operazione? Dovendo eseguire l'intervento, ho deciso, per l'asportazione del lobo destro della tiroide, di seguire una cura ormonale. Me lo consiglia? Ringrazio anticipatamente. Cordiali saluti."

Risposta

"Nell'ambito della patologia nodulare tiroidea è indispensabile sempre la stretta collaborazione tra l'endocrinologo ed il chirurgo, ai fini di concordare la necessità o meno dell'intervento chirurgico, il tipo di intervento stesso, la programmazione del follow-up post-operatorio.

L'opportunità di una terapia ormonale sostitutiva viene comunque sempre stabilita dal collega endocrinologo. In base agli elementi contenuti nella domanda non mi è possibile fornire una risposta più circostanziata; non credo comunque che spetti al paziente la decisione di seguire una cura ormonale. Cordiali saluti"

 

26 giugno 2001 Manola 

"Sono Manola e a mio padre 66 anni e stato individuato, in seguito a macroematuria ripetuta, un tumore posizionato tra vescica e uretere . Dovrà fare TAC per valutare infiltrazione che con la cistoscopia non si è potuto ben valutare.Mi è stato detto che dovrà subire resezione parziale o totale della vescica. Vorrei sapere se non ci sono altre soluzioni e quali siano i centri o il centro più idoneo per questo tipo di intervento. Premetto che mio padre è già stato operato a un polmone con asportazione parte inferiore dello stesso per adenocarcinoma T1N1 e che non risultarano altri "focolai" dagli esami che effettuò, che è paziente iperteso e che doveva subire intervento alla carotide perchè ostruita all'80%.GRAZIE"

Risposta

"Gent. Sig. ra Manola ,

La patologia di Suo padre potrebbe essere un tumore vescicale coinvolgente l'uretere. In questi casi si procede come segue: 

1) Esami di stadiazione della patologia urologica ( TAC , scintigrafia ossea total body , resezione endoscopica bioptica ) ; 

2) Esami mirati alle patologie riferite ( pregressa eteroplasia polmonare , stenosi carotidea ) onde valutare il rischio operatorio e la necessita di terapie specifiche pre intervento. 

3) Terapia definitiva della patologia urologica in base agli esami di satdiazione ed istologico. La terapia definitiva può consistere nell'asportazione della vescica con opportuna derivazione urinaria. Altre soluzioni non chirurgiche non sono altrettanto guaritive. Qualunque reparto di Urologia è in grado di gestire il problema. Siamo a Sua disposizione nel caso volesse avvalersi della nostra struttura o desiderasse ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti."

 

22 giugno 2001 Lucy sesso F, anni 31

"Nella mia famiglia ci sono diversi casi di tumore:
mio padre 2 anni fa ha subito un intervento alla prostata per neoplasia prostatica, mia zia(sorella di mio padre) ha sofferto x 10 anni di leucemia acuta oltre ad aver subito un intervento di basectomia totale al seno per melanoma; miei zii( fratelli di mia madre) hanno entrambe tumori all'intestino ed uno dei due ha subito l'asportazione del rene sinistro poichè era presente anche lì un tumore.
Io e mia sorella (35 anni) abbiamo molte perplessità in merito vorremmo quindi sapere se tale "male" sia ereditario , dipende dal DNA, e vorremmo fare dei controlli di prevenzione.

Grazie per l'attenzione attendiamo una
Vs. risposta. Lucy"

Risposta

"Il problema dell’ereditarieta’ dei tumori e’ piuttosto complesso e soltanto negli ultimi anni, con le piu’ recenti scoperte sulla genetica dei tumori, si va gradatamente chiarendo.

In sintesi ogni tumore si sviluppa per alterazioni, in una o piu’ cellule, di uno o, piu’ spesso, alcuni geni che controllano la moltiplicazione, la crescita e la differenziazione delle cellule. Queste alterazioni del DNA possono essere presenti alla nascita (pertanto essere ereditate da un genitore) oppure comparire durante la vita per spontanee mutazioni del DNA o per l’azione di agenti cancerogeni dell’ambiente in cui viviamo (come quelli contenuti nel fumo di sigaretta). A seconda del tipo di tumore puo’ avere una maggiore importanza l’azione dei geni alterati ereditati o quella dei fattori cancerogeni ambientali.

Tranne che per alcuni particolari casi, si eredita dai genitori non tanto un singolo gene mutato che provoca un cancro, ma piuttosto uno o piu’ geni che possono aumentare, anche in modo molto considerevole rispetto alla popolazione "normale", il rischio di sviluppare uno specifico tumore.

Per quello che riguarda la Vostra famiglia in particolare, sarebbe importante sapere a che eta’ e in quale parte dell’intestino (colon-retto?, stomaco?) hanno avuto un tumore i vostri zii materni. Supponendo, come ipotesi piu’ probabile, che abbiano avuto un carcinoma del colon-retto, la prima persona della famiglia che deve essere messa sotto controllo e’ Vostra madre. In questo caso l’unico esame preventivo utile e’ un esame endoscopico di tutto il colon-retto, cioe’ una COLOSCOPIA TOTALE. Questo esame e’ importantissimo non solo perche’ potrebbe (nell’ipotesi piu’ sfortunata) permettere una diagnosi di un tumore che non abbia dato ancora sintomi (quindi facilmente guaribile definitivamente) ma soprattutto perche’ potrebbe diagnosticare dei precursori dei carcinomi (polipi adenomatosi) che possono essere asportati durante l’esame stesso impedendone l’ulteriore progressione a tumore.

Solo una conoscenza dello stato del colon-retto di Vostra madre puo’ permettere di definire quali siano i controlli piu’ opportuni per Voi stesse, riguardo alla prevenzione del carcinoma del colon-retto.

E’ comunque indispensabile, data l’alta incidenza familiare di tumori, che vi sottoponiate regolarmente ai controlli preventivi per altri organi e apparati, come potete leggere nei punti specifici del sito dell’Associazione.

Eventualmente a risentirci, cordiali saluti"

 

"Sono una donna di 30 anni, mi chiamo Claude, fumo al giorno  sulle 20
sigarette light. Ho molto sovente fastidio alla gola, e a volte non riesco bene a respirare, ho le ghiandole un pò ingrossate nel collo.
Volevo sapere sedevo preoccuparmi per un tumore "

Risposta

"Il cancro della laringe è il secondo tumore per incidenza tra le neoplasie delle vie respiratorie, dopo il cancro del polmone.

La sua incidenza sta aumentando negli anni in molte parti del mondo e questa crescita è probabilmente da correlarsi con l’aumento dell’abitudine al fumo e del consumo di alcolici.

E’ un tumore relativamente comune nell’uomo (V, VI e VII decade di vita), più raro nelle donne, nonostante un aumento tra queste dei fattori di rischio.

Il fumo di tabacco (attivo e passivo) è il principale agente cancerogeno nei tumori della laringe : è una miscela molto complessa di sostanze che vengono inalate, molte delle quali sicuramente cancerogene per l’uomo. Ricordiamo in particolare gli idrocarburi aromatici policiclici (amine aromatiche,aldeidi, benzene). Inoltre hanno azione cancerogena arsenico, cromo, vinilcloruro, nichel, amianto, l’esposizione a radiazioni ionizzanti, l’alcool.

La sintomatologia del carcinoma laringeo può essere precocissima o molto tardiva, e consiste essenzialmente nella disfonia e nella dispnea.

La disfonia (abbassamenti o modificazioni del tono della voce) è spesso il primo sintomo a comparire, è caratterizzata da persistenza ed ingravescenza.

Nei tumori della glottide (corde vocali) insorge assai precocemente ed assume quindi un ruolo molto importante ai fini di una diagnosi precoce.

Quindi in caso di disfonia persistente da due-tre settimane è indispensabile sottoporsi ad una visita otorinolaringoiatria per appurare tramite un esame endoscopico (rapido ed assolutamente non doloroso) la causa del disturbo, per poter impostare una corretta terapia o valutare l’opportunità di ulteriori accertamenti.

La dispnea (difficoltà alla respirazione) invece è un sintomo tardivo, espressione dell’ostruzione del lume laringeo operata dalla massa tumorale stessa e dall’accumulo di secrezioni, oppure dall’immobilizzazione delle corde vocali. E’ una dispnea generalmente ben tollerata a lungo dal paziente, in quanto si realizza in modo lento e progressivo. A volte tuttavia, per il sovrapporsi di processi infiammatori edemigeni, può instaurarsi in modo acuto (rischio di tracheotomia d’urgenza).

Anche in questo caso è molto importante rivolgersi allo specialista alla comparsa dei primi sintomi.

Sintomi non sempre presenti sono la disfagia (difficoltà alla deglutizione dei cibi oppure dolore associato all’atto della deglutizione stessa) e l’otalgia riflessa.

Tra i sintomi precoci del carcinoma laringeo bisogna includere anche la comparsa di linfoadenopatie laterocervicali, che possono precedere l’insorgenza dei sintomi già elencati.

Altri sintomi tardivi sono l’emoftoe (emissione di sangue vivo in seguito a colpi di tosse), il calo ponderale e la tosse.

E’ opportuno ricordare che la comparsa di disturbi alla fonazione, alla respirazione ed alla deglutizione (soprattutto negli individui esposti a fattori di rischio) va sempre valutata tempestivamente dallo specialista otorinolaringoiatra."

 

"tumore al pancreas...   vorrei sapere qualcosa a riguardo su questo tumore  mia zia e' stata operata allo stomaco soltanto per non farla morire di fame circa 1 mese fa, adesso sono 10 giorni che e' ricoverata per alcuni infarti sopraggiunti, prima non aveva mai sofferto di cuore"

Risposta

"Il cancro del pancreas e’ un tumore molto grave perche’ non da’ sintomi che permettano una diagnosi precoce ne’ sono possibili esame preventivi che lo facciano riconoscere prima che dia sintomi importanti.

Nasce dal pancreas, una ghiandola annessa al tubo digerente che secerne enzimi digestivi e ormoni, situata profondamente nell’addome dietro allo stomaco.

Quando un tumore si sviluppa in questa sede, progressivamente puo’, fra l’altro, invadere e ostruire le vie che portano la bile dal fegato all’intestino, causando sofferenza grave del fegato stesso e un colorito giallo della pelle (ittero), oppure invadere il tubo digerente, causando difficolta’ o impossibilita’ all’alimentazione.

Questo secondo fatto e’ evidentemente successo a Sua zia, per cui e’ stata sottoposta a un intervento chirurgico con carattere palliativo. Anche pero’ un intervento "minore" puo’ causare in questi ammalati complicazioni gravi. Cordiali saluti"

 

"Salve, sono Elena, ho 51 anni, e vorrei sapere se e quali possibilità di cura esistono per il cancro al pancreas, con metastasi nel fegato. Ed eventualmente quali centri specializzati operano in Italia e/o in Roma e provincia.
Saluti e grazie. "
 

Risposta

"Il cancro al pancreas con metastasi epatiche in generale non offre alte possibilita' di cura.
Ovviamente bisognerebbe avere maggiori dati sulla reale situazione clinica attuale.
Desumendo che il/la paziente sia domiciliato/a nel Lazio, ritengo che l'Istituto Tumori Regina Elena di Roma possa offrire le piu' moderne possibilita' di cura."

 

""Sono Antonella, ed a mio papà a seguito di una visita specialistica, è stato diagnosticato un lichen con infiltrazione, per il quale viene richiesto un ricovero urgente per incisione della lingua e riduzione di circa due cm e mezzo della stessa.
Mi piacerebbe sapere innanzi tutto se si tratta di un tumore;  quale struttura sulla piazza di Milano è  più all'avanguardia per questa tipologia d'intervento ed inoltre vorrei conoscere se oltre al bisturi ci sono altre tecniche meno invasive per l'asportazione di questo lichen.
 Grazie infinite, Antonella".

Risposta

"Gentile signora, mi spiace per il ritardo nella risposta ma purtroppo ero assente ; il lichen orale è una malattia infiammatoria cronica e non un tumore , tuttavia talvolta capita di diagnosticare un tumore in un paziente con
un lichen : quindi in questi casi è necessario
1. avere la diagnosi istologica di lichen (cioè averne prelevato un piccolo pezzo ed averlo esaminato al microscopio)
2. avere la diagnosi istologica di tumore (come sopra)
solo dopo si può esprimere una opinione su quanto deve essere fatto : se si tratta di un lichen la terapia non è chirurgica bensì medica (a base di farmaci) se si tratta di un tumore la terapia è chirurgica . dato che l'argomento è molto specialistico e poco conosciuto e dato che il nostro centro di Torino è quello che ha studiato maggiormente l'argomento mi occuperei volentieri del caso, le persone interessate
possono prendere contatto con il responsabile di Patologia Orale della Clinica Odontostomatologica dell'Università di Torino.

 cordiali saluti"

 

"Desidero ricevere informazioni relative a casi clinici di lavoratori esposti a benzene, catrame, nero fumo, poi affetti da cancro laringeo"

Risposta

"Fin dal secolo scorso è stata riconosciuta l’importanza di alcune sostanze organiche ed inorganiche nell’insorgenza dei tumori umani.

Gli studi sulla cancerogenesi chimica sono quindi progrediti con la scoperta di nuove sostanze aventi attività cancerogena; nuovi composti di sintesi sono stati introdotti nell’industria e nell’ambiente inavvertitamente ed hanno così allungato la lista dei cancerogeni chimici noti da tempo (il problema della cancerogenesi chimica è strettamente collegato a quello dei tumori professionali).

Per quanto riguarda i tumori della laringe sono stati evidenziati numerosi fattori carcinogenetici, primo tra tutti il fumo di sigaretta.

Il fumo di sigaretta, sigari e tabacco da pipa (sia attivo che passivo) è una delle principali cause di insorgenza di neoplasie a livello delle vie respiratorie, delle vie digestive superiori, del pancreas, del rene e della vescica.

Le sostanze contenute nel fumo di tabacco riconosciute come potenzialmente cancerogene appartengono in particolare alla classe degli idrocarburi aromatici policiclici (amine aromatiche, aldeidi, benzene, benzopirene), arsenico, cromo, vinilcloruro, 2-naftilamina (tutte comprese nel Gruppo 1 dei carcinogeni dalla International Agency for Research on Cancer.

Anche il nerofumo, utilizzato soprattutto nelle industrie produttrici di pneumatici, unitamente ad amine aromatiche, solventi tra i quali eptano industriale, zolfo, talco, vernici, vapori di gomma calda ha potenziale cancerogenicità a carico dei tessuti delle vie respiratorie".

 

"sono Lorena, ho 39 anni, il 13 marzo, causa di un carcinoma, ho subito una quadrantectomia alla mammella destra con asportazione di 12 linfonodi (non intaccati), la cura che mi e' stata prescritta e': interruzione del ciclo mestruale ed alla fine di giugno inizio con dei cicli di radio-terapia.
Portero' mio figlio di 3 anni al mare, la mia domanda e' come devo comportarmi con il sole.
grazie per la cortese risposta"

Risposta

"Gentile signora,
una delle possibili complicanze della radioterapia è l'insorgenza di lesioni
cutanee dai caratteri morfologicamente vari. (per esempio: radioepitelite eritematosa  )
Pertanto,  ad evitare un effetto "somma", l'esposizione diretta ai raggi solari o indiretta nelle ore più calde non è consigliabile".

27 maggio 2001 - Pina - età non specificata

"Gradirei conoscere la possibilità di intervenire con termoablazione in un tumore delle vie biliare di circa cm 8x4 trattato attualmente con chemioterapia arteriosa locoregionale al fine di ridurne la massa.

Attualmente non esistono metastasi localizzate in altre sedi.  Quali altre terapie potrebbero essere prese in considerazione?
grazie per la Vs cortese risposta."

Risposta

"I dati forniti non sono sufficienti per dare una risposta esauriente ai quesiti posti.
La termoablazione, ovvero la distruzione di una massa tumorale mediante
calore generato da sonde a radiofrequenza o laser introdotte per via percutanea o intraoperatoriamente, e' in generale riservata a neoformazioni tumorali di minori dimensioni.
La strategia terapeutica piu' adatta dipende dalla esatta sede della neoplasia (vie biliari intra-epatiche o extra-epatiche) e dai suoi rapporti topografici.
Potrei consigliare una consulenza dal dott. Degiuli, lo specialista per le neoplasie epatiche della U.O.A. Chirurgia 2 (Direttore dott. F. Calvo) dell'Ospedale S. Giovanni Antica Sede, v. Cavour 31.
Prenotazione telefonica presso i Poliambulatori dell'ospedale, telefono 011.566.4006 / 011.566.4034
"

21 maggio 2001 - Emilia - età non specificata

"Non so se voi possiate darmi una risposta o se magari riuscite a  girare il mio messaggio ad una persona che lo possa fare. Esiste una brutta malattia ereditaria che colpisce i denti  rendendoli notevolmente brutti?  

La mia amica ha tutti i denti a pezzi e quelle parti che le sono  rimaste sono nere -come se fossero mangiati da carie- non ha un solo  dente sano.  Lei dice di aver ereditato una brutta malattia dalla madre, ma la  madre ai denti non ha nulla (puo' essere che si sia fatta curare  o che gliel'abbia solo trasmessa o che questa malattia non esiste?)  Ho parlato col dentista, ma mi sembra un po' perplesso, allora ho  pensato che avesse qualche raro tipo di tumore, puo' essere?  

Il mio grosso dubbio e che faccia uso di droghe, lei ha ammesso di  aver fatto uso di cocaina in passato -non so se sniffandola o se  assunta in altro modo- inoltre ha precedenti di droga in famiglia.  Aiutatemi a dimostrare che non esiste nessuna malattia e che i suoi  denti sono l'effetto dell'uso di sostanze stupefacenti (se non  esiste nessun tumore che provochi tali effetti).  Sono veramente preoccupata e il mio scopo è di smascherarla.  Eventualmente potreste girare la mia e-mail ad altri specialisti di  odontoiatria o che si occupino di droga o comunque a chiunque voi  riteniate sappia darmi indicazioni in merito.  attendo ansiosa una risposta. cordiali saluti "

Risposta

"Il quadro descritto non permette una risposta sicura: può trattarsi di una malattia ereditaria denominata amelogenesi imperfecta, in questo caso la persona colpita deve sottoporsi a cure odontoiatriche ed in questo modo può salvaguardare i suoi denti, può trattarsi di carie multiple destruenti in paziente che fa uso di droghe pesanti, anche in questo secondo caso sono possibili cure dentarie, ma i risultati sono più difficili da ottenere per i motivi facilmente intuibili. In genere non vi sono tumori della bocca che si manifestino con il quadro descritto. Consiglio quindi una visita specialistica che può essere anche al sabato mattina"

 

16 maggio 2001 - Silvio, età  non specificata

"Chiedo cortesemente, informazioni a riguardo dell' ipertermia in oncologia. Quali indicazioni, l'efficacia e dove. Grazie"

Risposta

"L'ipertermia viene attualmente utilizzata ampiamente per il controllo di metastasi peritoneali o agli arti da parte di melanomi, o sarcomi, o tumori dell'ovaio.

Per quanto riguarda la chirurgia toracica, sono stati compiuti alcuni studi (soprattutto da Autori giapponesi) sull'utilizzo di tale tecnica per il trattamento di metastasi polmonari da sarcomi o da melanomi, o per il trattamento di mesoteliomi pleurici maligni, ma con risultati ancora non soddisfacenti. Occorre poi anche tener conto del rischi operatorio, che è alto, per pazienti già operati per un tumore primitivo, e che sono ora affetti da metastasi diffuse dello stesso.

Durante l'intervento occorre fare circolare nel distretto corporeo voluto, litri di soluzione salina ad elevata temperatura, associata con farmaci chemioterapici ad altissime dosi. I rischi di insufficienza epatica, renale e cardiaca sono alti.

Per tale motivo, è fondamentale un'accurata selezione preoperatoria dei pazienti."

 

6 maggio 2001 - sig. A., età e sesso non specificati

"Spett.le istituto
vorrei sapere se esistono cure alternative per il trattamento di
microcitoma polmonare (con metastasi), visto che la chemioterapia non ha
prodotto risultati apprezzabili, e se esiste qualche istituto
specializzato per il trattamento di suddetto tumore.
grazie"

Risposta

"Per definizione il microcitoma del polmone è una malattia non chirurgica, dal momento che l'aggressività della neoplasia è molto alta, determinando rapidamente una estensione locale e dando frequentemente metastasi a distanza. La chemioterapia e la radioterapia rappresentano il criterio di cura migliore per questa forma di neoplasia del polmone.

Negli ultimi 3 anni però, la chirurgia ha affrontato il problema microcitoma con una visione più critica e possibilistica, nel senso che si è iniziato ad operare pazienti con piccole lesioni polmonari e con assenza di localizzazioni metastatiche linfonodali mediastiniche (una malattia per intenderci, al primo stadio). I pazienti così selezionati (in verità davvero pochi) venivano quindi sottoposti a trattamento radio-chemioterapico postoperatorio. La sopravvivenza di questi pazienti era migliore rispetto a coloro che si sottoponevano a chemio-radioterapia esclusive. Questo perchè ovviamente la malattia è meno avanzata. Nel caso in cui il trattamento chemioterapico, per un microcitoma non suscettibile di approccio chirurgico, non abbia dato i risultati sperati, l'oncologo porrà indicazione ad una chemioterapia "di seconda linea", nel senso che verranno usati farmaci chemioterapici diversi da quelli in precedenza utilizzati, eventualmente associando la radioterapia al trattamento chemioterapico.

In alcuni casi selezionati (malattia polmonare sotto controllo, presenza di localizzazioni secondarie uniche ad un solo organo) è possibile sottoporre il paziente ad un trattamento sperimentale con octreotide radiomarcato. In pratica viene somministrato tale farmaco radioattivo, per via venosa; il farmaco va a localizzarsi selettivamente a livello delle cellule neoplastiche (le quali in pratica "lo attraggono" perchè sono altamente sensibili alla molecola) e la radioattività teoricamente "distrugge" le cellule tumorali. Tale procedura è ancora in fase sperimentale e non sono ancora noti i risultati in termini di sopravvivenza a distanza. Può però essere considerato un trattamento palliativo che può in taluni casi essere associato alle convenzionali terapie per il microcitoma. E'anche in commercio la stessa molecola di octreotide (non radioattiva) che agisce inibendo la crescita delle cellule neoplastiche, e che può essere somministrata al paziente per via sottocutanea, dopo che una scintigrafia specifica (octreoscan) abbia dimostrato che il tumore "capta" l'octreotide."

 

3 maggio 2001 - Viola, età non specificata

"Buon giorno, mi chiamo Viola e vorrei sapere quante probabilità di guarigione ci sono per un carcinoma ai polmoni, non operabile ma circoscritto, senza metastasi e curabile con chemioterapia. Grazie per la cortese attenzione. Viola"

Risposta:

"Occorre precisare che la terapia migliore per il carcinoma broncogeno è quella chirurgica; la chemio e la radioterapia rappresentano trattamenti palliativi, la cui efficacia è limitata.

Una neoplasia polmonare localizzata nel torace, senza evidenze di localizzazioni secondarie, e non tipo a piccole cellule potrebbe essere suscettibile di trattamento chirurgico, a meno che le condizioni generali del paziente non consentano un approccio di questo tipo, se non gravato da elevati rischi.

Occorrerebbe dunque rivalutare la situazione clinica del paziente; la sopravvivenza con la sola chemioterapia è limitata nel tempo"