CHAOS

L' effetto kanban nell'organizzazione del lavoro alla FIAT di Melfi


Laura Fiocco


Introduzione
Con la Sata [1] di Melfi la Fiat sperimenta un percorso che ha quale epicentro, come dice Annibaldi, l'innovazione sociale [2]. Coniugando insieme le potenzialità produttive dell'alta automazione e la flessibilità dei principi organizzativi dell'ohnismo [3] tende a ridisegnare - a partire dal "prato verde" - un nuovo sistema di rapporti sia interni all'azienda sia tra l'azienda e l'esterno. Non a caso Magnabosco, responsabile dell'organizzazione e del personale della Fiat Auto, la pensa come una scommessa per il futuro [4]. Ciò che è in gioco, dal punto di vista dell'azienda, è la verifica della governabilità dei fattori di criticità della fabbrica integrata. Questi implicano, oltre che nuovi rapporti con i fornitori, una nuova logica di gestione della forza lavoro e delle relazioni industriali improntate sulla partecipazione alle finalità riproduttive dell'impresa, poste come obiettivo comune della direzione e dei lavoratori [5].
La ricerca su Melfi è ancora agli inizi, ma il dibattito, almeno sul fronte dell'immagine che la Fiat sta proiettando all'esterno, sembra dare i risultati sperati dai suoi progettatori. Ciò che sta passando è l'illusione di neutralità e trasparenza dei rapporti che sorreggono il nuovo ordine produttivo.
La tesi che intendo sostenere è che la fabbrica integrata non è né neutrale né trasparente: essa riflette un'immagine di sé capovolta e nell'inversione tende a occultare i rapporti di potere. L'occultamento è il prodotto della nuova struttura organizzativa, che è concreta, reale, ma che, nascondendo il comando della direzione sotto l'apparenza di un ordine imposto dalla dinamica degli "ordini" che dal consumatore risalirebbero lungo la linea di produzione, induce a "vedere all'inverso". Questo effetto strutturale, che propongo di chiamare effetto kanban, veicola tutta la logica della partecipazione alle finalità dell'impresa; media l'esigenza dell'autoattivazione; sostiene l'idea dell'azienda come comunità di produttori al servizio del consumatore; induce a credere che si stia entrando in un mondo caratterizzato dalla "democrazia di fabbrica".
Per questo ritengo sia importante prenderne atto cercando di leggere i rapporti sociali di produzione al di là della barriera ottica che esso produce. In questo lavoro mi limito a porre il problema, ma l'analisi delle sue implicazioni resta un esercizio tutto da fare.


Paragrafi 1 e 2

Paragrafi 3 e 4

Paragrafi 5 e 6

Paragrafi 7 e 8

Note

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