Fattori di rischio
Un fattore di rischio è qualcosa che aumenta la probabilità
che un individuo sviluppi una malattia.
Differenti neoplasie hanno differenti fattori di rischio. Per esempio,
l'esposizione non protetta alla luce solare è un fattore di rischio
per le neoplasie cutanee. Il fumo è un fattore di rischio per neoplasie
del polmone, della bocca, laringe, vescica, rene e diversi altri organi.
Ma avere un fattore di rischio, o anche più fattori, non significa
necessariamente che un individuo svilupperà la malattia. Alcune
donne con uno o più fattori di rischio di cancro della mammella
non svilupperanno mai la malattia, mentre alcune sviluppano la malattia
senza apparenti fattori di rischio.
Anche quando un paziente neoplastico ha un fattore di rischio, non
vi è modo di provare che realmente quello ha provocato la neoplasia.
Vi sono differenti tipi di fattori di rischio. Alcuni, come il sesso
o l'età, non possono essere modificati. Altri sono legati a cancerogeni
ambientali. Altri ancora derivano da scelte personali come il bere, il
fumare e la dieta.
Fattori di rischio immodificabili
Sesso
Per il cancro della mammella, semplicemente esser donna è il
maggior fattore di rischio: il cancro mammario può colpire gli uomini,
ma la neoplasia è 100 volte più frequente tra le femmine.
Età
Il rischio di sviluppare neoplasie mammarie aumenta con l'età.
Circa il 77% delle donne con neoplasia mammaria ha più di 50 anni
al momento della diagnosi. La fascia di età 20-29 rappresenta solo
lo 0.3% di tutti i cancri mammari.
Genetici
Studi recenti hanno dimostrato che dal 5% al 10% dei cancri mammari
sono ereditari e derivano da mutazioni (cambiamenti) dei geni BRCA1 e BRCA2.
Normalmente, questi geni aiutano a prevenire il cancro provocando la formazione
di proteine che impediscono alle cellule di crescere anormalmente. Tuttavia,
se un individuo ha ereditato un gene mutante da entrambi i genitori, questa
proteina che previene il cancro sarà meno efficace e le probabilità
di sviluppare un cancro maggiore. Circa il 50-60% delle donne con mutazioni
ereditarie BRCA1 e BRCA2 svilupperanno un cancro entro i 70 anni di età.
Le donne con questa mutazione ereditata hanno anche un rischio aumentato
di sviluppare un cancro dell'ovaio.
Anche le mutazioni del gene p53 soppressore dei tumori producono un
rischio aumentato di cancro mammario (oltre che di leucemie, tumori encefalici
e sarcomi).
La sindrome di Li-Fraumeni, dal nome dei due ricercatori che la descrissero,
è una rara causa di cancro mammario.
Un test genetico usa un campione di sangue per analizzare il DNA di
una donna per scoprire se ha ereditato un BRCA1 o BRCA2 mutato. Testare
il gene p53 non fa parte dei soliti test genetici per il cancro mammario,
ma può essere fatto se una storia famigliare aumenta le probabilità
di sindrome di Li-Fraumeni. Se si trova un gene mutato, si aumenta
la frequenza dei controlli preventivi o, in casi ad alto rischio,
si suggerisce la mastectomia profilattica.
Storia famigliare di cancro mammario
Il rischio di sviluppare un cancro della mammella è più
alto nelle donne i cui consanguinei (sia da parte di padre che di madre)
sviluppano la malattia. Avere un parente di primo grado (madre, sorella
o figlia) con cancro mammario raddoppia il rischio, e averne due moltiplica
il rischio per 5.
Storia personale di cancro mammario
Una donna che ha sviluppato neoplasia in una mammella ha un rischio
3-4 volte accresciuto di presentare una neoplasia nell'altra mammella.
Ciò è ovviamente diverso da una recidiva del primo cancro.
Razza
Le donne bianche hanno un rischio un po' maggiore delle afro-americane
di sviluppare la malattia, ma meno di morirne; le asiatiche e le ispaniche
hanno un rischio minore (USA).
Precedenti biopsie mammarie
Una diagnosi istologica di malattia mammaria proliferativa senza atipia
comporta un rischio lievemente aumentato di cancro mammario.
Una diagnosi di iperplasia atipica corrisponde a rischio aumentato.
Una diagnosi di alterazioni fibrocistiche senza malattia mammaria proliferative
non comporta aumento di rischio.
Precedenti irradiazioni mammarie
Donne che hanno ricevuto terapia radiante sul torace da bambine o da
giovani, come trattamento di un'altra neoplasia (es. morbo di Hodgkin o
linfoma non-Hodgkin), hanno un rischio significativamente aumentato di
cancro mammario.
Mestruazioni
Inizio precoce (menarca <12 anni di età) e/o cessazione tardiva
(menopausa >50 anni di età) comportano un lieve aumento di rischio.
Fattori di rischio legati alle abitudini di vita
Contraccettivi orali (pillola)
Non è ancora chiaro quale influenza abbiano sul rischio di cancro
mammario. Una recente analisi ha riscontrato un rischio lievemente aumentato
per le donne che usano ora contraccettivi orali rispetto a quelle che non
li usano. Donne che abbiano interrotto l'assunzione da 10 anni, non hanno
alcun aumento di rischio.
L'opportunità di usare i contraccettivi orali va considerata
tenendo conto di altri fattori di rischio presenti.
Non avere figli
Non aver avuto figli o aver avuto il primo dopo i 30 anni di età,
comporta un rischio lievemente aumentato.
Non aver allattato al seno
Alcuni studi suggeriscono che l'allattamento al seno, specie se prolungato
per 1.5-2 anni, riduce il rischio di cancro mammario.
Aborto provocato
Un ampio recente studio danese nega qualsiasi relazione tra cancro
mammario e aborti provocati.
Parimenti, non vi è relazione tra aborti spontanei e cancro
mammario.
Terapia sostituiva con estrogeni
La maggior parte degli studi dimostrano un lieve aumento di rischio
di cancro mammario dopo 10 anni o più dall'inizio della assunzione
di estrogeni in post-menopausa. Il rischio ritorna nella norma dopo 5 anni
dalla cessata assunzione.
Contro questo rischio, la decisione sull'uso di estrogeni in menopausa
deve essere presa valutando i benefici (riduzione di osteoporosi e fratture
ossee, riduzione delle cardiopatie, riduzione dei gravi sintomi menopausali).
Alcool
L'uso di alcoolici (2-5 bicchieri al giorno) è chiaramente connesso
con un aumentato rischio (1.5 volte) di cancro mammario.
Fumo
In specifico, per il tumore della mammella non vi è dimostrato
aumento di rischio.
Obesità e dieta ricca di grassi
La connessione tra obesità e cancro mammario è presente
(specie per donne in post-menopausa), ma complessa: l'obesità può
essere presente dall'infanzia, comparsa in età adulta, in rapporto
con terapie ormonali.
Il tipo di grassi della dieta è più importante della
quantità complessiva di grassi introdotti. I grassi monoinsaturi
dell'olio d'oliva abbassano il rischio, mentre i grassi polinsaturi dell'olio
di mais e delle margarine così come i grassi saturi della carne
aumentano il rischio.
Attività fisica
Recenti studi indicano che l'intenso esercizio fisico da giovani fornisce
una certa protezione contro il cancro che dura per tutta la vita, e che
anche una moderata attività in età adulta riduce il rischio
di cancro.
Ambiente
Non è dimostrato un netto rapporto tra il rischio di cancro
mammario ed alcuni polluenti ambientali, come il pesticida DDE (chimicamente
simile al DDT) e i PCB (bifenili policlorinati).
La prevenzione con Tamoxifen
Il Tamoxifen è stato usato per anni nella terapia delle neoplasie
avanzate o localizzate della mammella.
I risultati recentemente pubblicati del Breast Cancer Prevention Trial
(BCPT) dimostrano che donne ad alto rischio di sviluppare un cancro mammario
riducono del 45% tale rischio assumendo Tamoxifen.
La mastectomia preventiva per donne a rischio molto elevato
Lo scopo della mastectomia preventiva o profilattica è la rimozione
di entrambe le mammelle prima che un cancro vi si sviluppi. Tale procedura
chirurgica può essere proposta in presenza di uno o più dei
seguenti fattori di rischio: geni BRCA mutati (determinati da test genico),
precedente cancro in una mammella, storia famigliare di cancro mammario
in diversi consanguinei, biopsie che attestano carcinoma lobulare in situ.
La scelta di questa "chirurgia preventiva", secondo lo American Cancer
Society Board of Directors, può essere garantita come giusta, per
un numero ristretto di donne, sulla base di forti indicazioni cliniche
e/o patologiche.
PREVENZIONE
Non vi è un modo completamente sicuro di prevenire, cioè
di impedire che si sviluppi, il cancro mammario.
Al momento attuale, il miglior programma proponibile per le donne a
rischio medio consiste nel ridurre il più possibile i fattori di
rischio eliminabili e seguire i suggerimenti dell'American Cancer Society
per una diagnosi precoce. Questo aumenta le probabilità che un eventuale
cancro della mammella sia diagnosticato in stadio precoce e trattato con
successo.
Linee-guida per la diagnosi precoce
Le donne sopra i 40 anni di età dovrebbero sottoporsi a mammografia
ed esame clinico da parte di un medico competente ogni anno
Tra 20 e 39 anni, esame clinico delle mammelle da parte di un medico
competente ogni 3 anni
Dai 20 anni in avanti, autoesame del seno ogni mese: così facendo,
si impara a conoscere il modo "normale" di essere delle proprie mammelle
e si è meglio in grado di rilevare variazioni. Queste si presentano
sotto diverse forme: tumefazioni, rigonfiamenti, irritazioni cutanee, infossature,
dolore o retrazione del capezzolo, arrossamento o desquamazione della cute
mammaria o del capezzolo, secrezione diversa dal latte. In tutti questi
casi, consultare rapidamente un medico per una valutazione competente,
pur ricordando che, nella maggior parte dei casi, queste alterazioni non
significano cancro.
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