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ARTICOLI DEGLI SPECIALISTI

Titolo: IL CANCRO DELLA MAMMELLA: PREVENZIONE E DIAGNOSI PRECOCE.

(da American Cancer Society. Breast Cancer: Prevention and Risk Factors)

Autore:  Dott. Luciano Zardo - Direttore S.O.C. Chirurgia  Ospedale SS. Annunziata di Savigliano CN

 
Fattori di rischio 
Un fattore di rischio è qualcosa che aumenta la probabilità che un individuo sviluppi una malattia. 
Differenti neoplasie hanno differenti fattori di rischio. Per esempio, l'esposizione non protetta alla luce solare è un fattore di rischio per le neoplasie cutanee. Il fumo è un fattore di rischio per neoplasie del polmone, della bocca, laringe, vescica, rene e diversi altri organi. 
Ma avere un fattore di rischio, o anche più fattori, non significa necessariamente che un individuo svilupperà la malattia. Alcune donne con uno o più fattori di rischio di cancro della mammella non svilupperanno mai la malattia, mentre alcune sviluppano la malattia senza apparenti fattori di rischio. 
Anche quando un paziente neoplastico ha un fattore di rischio, non vi è modo di provare che realmente quello ha provocato la neoplasia. 
Vi sono differenti tipi di fattori di rischio. Alcuni, come il sesso o l'età, non possono essere modificati. Altri sono legati a cancerogeni ambientali. Altri ancora derivano da scelte personali come il bere, il fumare e la dieta. 
 

Fattori di rischio immodificabili 
Sesso 
Per il cancro della mammella, semplicemente esser donna è il maggior fattore di rischio: il cancro mammario può colpire gli uomini, ma la neoplasia è 100 volte più frequente tra le femmine. 

Età 
Il rischio di sviluppare neoplasie mammarie aumenta con l'età. Circa il 77% delle donne con neoplasia mammaria ha più di 50 anni al momento della diagnosi. La fascia di età 20-29 rappresenta solo lo 0.3% di tutti i cancri mammari. 

Genetici 
Studi recenti hanno dimostrato che dal 5% al 10% dei cancri mammari sono ereditari e derivano da mutazioni (cambiamenti) dei geni BRCA1 e BRCA2. Normalmente, questi geni aiutano a prevenire il cancro provocando la formazione di proteine che impediscono alle cellule di crescere anormalmente. Tuttavia, se un individuo ha ereditato un gene mutante da entrambi i genitori, questa proteina che previene il cancro sarà meno efficace e le probabilità di sviluppare un cancro maggiore. Circa il 50-60% delle donne con mutazioni ereditarie BRCA1 e BRCA2 svilupperanno un cancro entro i 70 anni di età. Le donne con questa mutazione ereditata hanno anche un rischio aumentato di sviluppare un cancro dell'ovaio. 
Anche le mutazioni del gene p53 soppressore dei tumori producono un rischio aumentato di cancro mammario (oltre che di leucemie, tumori encefalici e sarcomi). 
La sindrome di Li-Fraumeni, dal nome dei due ricercatori che la descrissero, è una rara causa di cancro mammario. 
Un test genetico usa un campione di sangue per analizzare il DNA di una donna per scoprire se ha ereditato un BRCA1 o BRCA2 mutato. Testare il gene p53 non fa parte dei soliti test genetici per il cancro mammario, ma può essere fatto se una storia famigliare aumenta le probabilità di sindrome di Li-Fraumeni. Se si trova un gene mutato, si aumenta  la frequenza dei controlli preventivi o, in casi ad alto rischio,  si suggerisce la mastectomia profilattica. 
 

Storia famigliare di cancro mammario 
Il rischio di sviluppare un cancro della mammella è più alto nelle donne i cui consanguinei (sia da parte di padre che di madre) sviluppano la malattia. Avere un parente di primo grado (madre, sorella o figlia) con cancro mammario raddoppia il rischio, e averne due moltiplica il rischio per 5. 

Storia personale di cancro mammario 
Una donna che ha sviluppato neoplasia in una mammella ha un rischio 3-4 volte accresciuto di presentare una neoplasia nell'altra mammella. Ciò è ovviamente diverso da una recidiva del primo cancro. 

Razza 
Le donne bianche hanno un rischio un po' maggiore delle afro-americane di sviluppare la malattia, ma meno di morirne; le asiatiche e le ispaniche hanno un rischio minore (USA). 

Precedenti biopsie mammarie 
Una diagnosi istologica di malattia mammaria proliferativa senza atipia comporta un rischio lievemente aumentato di cancro mammario. 
Una diagnosi di iperplasia atipica corrisponde a rischio aumentato. 
Una diagnosi di alterazioni fibrocistiche senza malattia mammaria proliferative non comporta aumento di rischio. 

Precedenti irradiazioni mammarie 
Donne che hanno ricevuto terapia radiante sul torace da bambine o da giovani, come trattamento di un'altra neoplasia (es. morbo di Hodgkin o linfoma non-Hodgkin), hanno un rischio significativamente aumentato di cancro mammario. 

Mestruazioni 
Inizio precoce (menarca <12 anni di età) e/o cessazione tardiva (menopausa >50 anni di età) comportano un lieve aumento di rischio. 
 

Fattori di rischio legati alle abitudini di vita 

Contraccettivi orali (pillola) 
Non è ancora chiaro quale influenza abbiano sul rischio di cancro mammario. Una recente analisi ha riscontrato un rischio lievemente aumentato per le donne che usano ora contraccettivi orali rispetto a quelle che non li usano. Donne che abbiano interrotto l'assunzione da 10 anni, non hanno alcun aumento di rischio. 
L'opportunità di usare i contraccettivi orali va considerata tenendo conto di altri fattori di rischio presenti. 

Non avere figli 
Non aver avuto figli o aver avuto il primo dopo i 30 anni di età, comporta un rischio lievemente aumentato. 

Non aver allattato al seno 
Alcuni studi suggeriscono che l'allattamento al seno, specie se prolungato per 1.5-2 anni, riduce il rischio di cancro mammario. 

Aborto provocato 
Un ampio recente studio danese nega qualsiasi relazione tra cancro mammario e aborti provocati. 
Parimenti, non vi è relazione tra aborti spontanei e cancro mammario. 

Terapia sostituiva con estrogeni 
La maggior parte degli studi dimostrano un lieve aumento di rischio di cancro mammario dopo 10 anni o più dall'inizio della assunzione di estrogeni in post-menopausa. Il rischio ritorna nella norma dopo 5 anni dalla cessata assunzione. 
Contro questo rischio, la decisione sull'uso di estrogeni in menopausa deve essere presa valutando i benefici (riduzione di osteoporosi e fratture ossee, riduzione delle cardiopatie, riduzione dei gravi sintomi menopausali). 

Alcool 
L'uso di alcoolici (2-5 bicchieri al giorno) è chiaramente connesso con un aumentato rischio (1.5 volte) di cancro mammario. 

Fumo 
In specifico, per il tumore della mammella non vi è dimostrato aumento di rischio. 

Obesità e dieta ricca di grassi 
La connessione tra obesità e cancro mammario è presente (specie per donne in post-menopausa), ma complessa: l'obesità può essere presente dall'infanzia, comparsa in età adulta, in rapporto con terapie ormonali. 
Il tipo di grassi della dieta è più importante della quantità complessiva di grassi introdotti. I grassi monoinsaturi dell'olio d'oliva abbassano il rischio, mentre i grassi polinsaturi dell'olio di mais e delle margarine così come i grassi saturi della carne aumentano il rischio. 

Attività fisica 
Recenti studi indicano che l'intenso esercizio fisico da giovani fornisce una certa protezione contro il cancro che dura per tutta la vita, e che anche una moderata attività in età adulta riduce il rischio di cancro. 

Ambiente 
Non è dimostrato un netto rapporto tra il rischio di cancro mammario ed alcuni polluenti ambientali, come il pesticida DDE (chimicamente simile al DDT) e i PCB (bifenili policlorinati). 
 

La prevenzione con Tamoxifen 
Il Tamoxifen è stato usato per anni nella terapia delle neoplasie avanzate o localizzate della mammella. 
I risultati recentemente pubblicati del Breast Cancer Prevention Trial (BCPT) dimostrano che donne ad alto rischio di sviluppare un cancro mammario riducono del 45% tale rischio assumendo Tamoxifen. 

La mastectomia preventiva per donne a rischio molto elevato 
Lo scopo della mastectomia preventiva o profilattica è la rimozione di entrambe le mammelle prima che un cancro vi si sviluppi. Tale procedura chirurgica può essere proposta in presenza di uno o più dei seguenti fattori di rischio: geni BRCA mutati (determinati da test genico), precedente cancro in una mammella, storia famigliare di cancro mammario in diversi consanguinei, biopsie che attestano carcinoma lobulare in situ. 
La scelta di questa "chirurgia preventiva", secondo lo American Cancer Society Board of Directors, può essere garantita come giusta, per un numero ristretto di donne, sulla base di forti indicazioni cliniche e/o patologiche. 

PREVENZIONE

Non vi è un modo completamente sicuro di prevenire, cioè di impedire che si sviluppi, il cancro mammario. 
Al momento attuale, il miglior programma proponibile per le donne a rischio medio consiste nel ridurre il più possibile i fattori di rischio eliminabili e seguire i suggerimenti dell'American Cancer Society per una diagnosi precoce. Questo aumenta le probabilità che un eventuale cancro della mammella sia diagnosticato in stadio precoce e trattato con successo. 
 
Linee-guida per la diagnosi precoce 
Le donne sopra i 40 anni di età dovrebbero sottoporsi a mammografia ed esame clinico da parte di un medico competente ogni anno 
Tra 20 e 39 anni, esame clinico delle mammelle da parte di un medico competente ogni 3 anni 
Dai 20 anni in avanti, autoesame del seno ogni mese: così facendo, si impara a conoscere il modo "normale" di essere delle proprie mammelle e si è meglio in grado di rilevare  variazioni. Queste si presentano sotto diverse forme: tumefazioni, rigonfiamenti, irritazioni cutanee, infossature, dolore o retrazione del capezzolo, arrossamento o desquamazione della cute mammaria o del capezzolo, secrezione diversa dal latte. In tutti questi casi, consultare rapidamente un medico per una valutazione competente, pur ricordando che, nella maggior parte dei casi, queste alterazioni non significano cancro.