ASSOCIAZIONE PER LA PREVENZIONE

E LA CURA DEI TUMORI IN PIEMONTE - O.N.L.U.S.

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COLON-RETTO

Il carcinoma del grosso intestino (colon-retto) rappresenta uno dei più frequenti cancri e una delle principali cause di morte nel mondo occidentale. Ogni anno nel nostro Paese dalle 20 alle 30 mila persone si ammalano di tumore maligno del colon-retto e di queste circa la metà è destinata a morire a causa del tumore stesso. Sono colpiti con uguale frequenza uomini e donne e il rischio aumenta progressivamente con l'età.

Questo tumore rappresenta pertanto un importante problema sociale per il numero di persone interessate.
I carcinomi colorettali presentano tre importanti caratteristiche:

  • un'alimentazione povera di fibre vegetali, ricca di grassi e proteine ne favorisce lo sviluppo. È quindi consigliabile una dieta ricca di frutta e verdura, senza eccessi di carne, grassi e calorie in genere;

  • nella maggior parte questi tumori derivano dalla trasformazione carcinomatosa di neoplasie benigne (polipi adenomatosi). La sequenza polipo adenomatoso -> carcinoma permette un'efficace prevenzione primaria, in quanto con un esame endoscopico del colon-retto (coloscopia) si possono diagnosticare e asportare i polipi, prevenendo il successivo sviluppo di un tumore maligno;

  • hanno una base genetica, con componente ereditaria. Vi sono almeno due tipi di carcinoma colorettale a sicuro carattere ereditario, di cui sono stati scoperti i geni responsabili, e sono quelli che insorgono in famiglie affette da:

    • poliposi familiare (FAP) responsabili di 1% circa dei casi di carcinoma del colon-retto

    • carcinoma colorettale ereditario (Sindrome di Lynch o HNPCC) responsabili del 5-10% circa dei casi di carcinoma del colon-retto.

Al di fuori di queste due sindromi familiari, ben caratterizzate geneticamente, si è osservato che i parenti di 1° grado di pazienti affetti da carcinoma del grosso intestino hanno un rischio di circa 3 volte aumentato di incorrere anch'essi in un cancro del colon-retto

COME?

I metodi di prevenzione del carcinoma colorettale dipendono dal rischio che il singolo individuo ha di contrarre questa malattia neoplastica, pertanto è necessario in primo luogo effettuare una visita in un centro specializzato che permetta di:

  • valutare il grado di rischio in base alla familiarità o a malattie predisponenti, come la rettocolite ulcerosa o il carcinoma mammario;
  • riconoscere eventuali sintomi sospetti per malattia già in atto.

Gli esami a carattere preventivo sono:

  • coloscopia totale, da riservarsi ai soggetti con rischio aumentato o con sintomi specifici.
  • ricerca del sangue occulto nelle feci, per i soggetti non a rischio.

La scelta sul tipo di esame e la sua periodicità sono decisi dallo specialista in ogni singolo caso.

QUANDO?

Nel caso specifico della poliposi familiare, malattia rara e facilmente identificabile, le indagini endoscopiche devono essere iniziate dall'età di 10 anni, per la precoce insorgenza dei polipi di questa malattia. I soggetti che non appartengono alle famiglie con poliposi familiare dovrebbero già prima dei 30 anni sottoporsi a visita in un centro specializzato per valutare il proprio grado di rischio e decidere la più idonea strategia degli esami di prevenzione. In particolare questa visita è consigliata per gli individui con parenti affetti da carcinoma colorettale. La strategia decisa potrà essere successivamente modificata in base a nuovi eventi (nuovi casi di carcinoma nella famiglia, comparsa di sintomi). E' inoltre necessaria una visita specialistica a qualsiasi età in caso di sintomi specifici: presenza di sangue nelle feci, modificazione nelle evacuazioni (stitichezza o diarrea), anemia, dolori addominali.