COLON-RETTO
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Il carcinoma del grosso intestino
(colon-retto) rappresenta uno dei più frequenti cancri e una delle
principali cause di morte nel mondo occidentale. Ogni anno nel nostro
Paese dalle 20 alle 30 mila persone si ammalano di tumore maligno del
colon-retto e di queste circa la metà è destinata a morire a causa del
tumore stesso. Sono colpiti con uguale frequenza uomini e donne e il
rischio aumenta progressivamente con l'età.
Questo tumore rappresenta
pertanto un importante problema sociale per il numero di persone
interessate.
I carcinomi colorettali presentano tre importanti caratteristiche:
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un'alimentazione povera di fibre vegetali, ricca di grassi e proteine
ne favorisce lo sviluppo. È quindi consigliabile una dieta ricca di
frutta e verdura, senza eccessi di carne, grassi e calorie in genere;
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nella maggior parte questi tumori derivano dalla trasformazione
carcinomatosa di neoplasie benigne (polipi adenomatosi). La sequenza
polipo adenomatoso -> carcinoma permette un'efficace prevenzione
primaria, in quanto con un esame endoscopico del colon-retto (coloscopia)
si possono diagnosticare e asportare i polipi, prevenendo il successivo
sviluppo di un tumore maligno;
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hanno una base genetica, con componente ereditaria. Vi sono almeno due
tipi di carcinoma colorettale a sicuro carattere ereditario, di cui sono
stati scoperti i geni responsabili, e sono quelli che insorgono in
famiglie affette da:
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poliposi familiare (FAP) responsabili di 1% circa dei casi di
carcinoma del colon-retto
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carcinoma colorettale ereditario (Sindrome di Lynch o
HNPCC)
responsabili del 5-10% circa dei casi di carcinoma del colon-retto.
Al di fuori di queste due sindromi familiari, ben caratterizzate
geneticamente, si è osservato che i parenti di 1° grado di pazienti
affetti da carcinoma del grosso intestino hanno un rischio di circa 3
volte aumentato di incorrere anch'essi in un cancro del colon-retto
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COME?
I metodi di prevenzione del carcinoma colorettale
dipendono dal rischio che il singolo individuo ha di contrarre questa
malattia neoplastica, pertanto è necessario in primo luogo effettuare
una visita in un centro specializzato che permetta di:
- valutare il grado di rischio in base alla familiarità o a malattie
predisponenti, come la rettocolite ulcerosa o il carcinoma mammario;
- riconoscere eventuali sintomi sospetti per malattia già in atto.
Gli esami a carattere preventivo sono:
- coloscopia totale, da riservarsi ai soggetti con rischio aumentato o
con sintomi specifici.
- ricerca del sangue occulto nelle feci, per i soggetti non a rischio.
La scelta sul tipo di esame e la sua periodicità sono decisi dallo
specialista in ogni singolo caso.
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QUANDO?
Nel caso specifico della poliposi familiare,
malattia rara e facilmente identificabile, le indagini endoscopiche
devono essere iniziate dall'età di 10 anni, per la precoce insorgenza
dei polipi di questa malattia. I soggetti che non appartengono alle
famiglie con poliposi familiare dovrebbero già prima dei 30 anni
sottoporsi a visita in un centro specializzato per valutare il proprio
grado di rischio e decidere la più idonea strategia degli esami di
prevenzione. In particolare questa visita è consigliata per gli
individui con parenti affetti da carcinoma colorettale. La strategia
decisa potrà essere successivamente modificata in base a nuovi eventi
(nuovi casi di carcinoma nella famiglia, comparsa di sintomi). E'
inoltre necessaria una visita specialistica a qualsiasi età in caso di
sintomi specifici: presenza di sangue nelle feci, modificazione nelle
evacuazioni (stitichezza o diarrea), anemia, dolori addominali.
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