ASSOCIAZIONE PER LA PREVENZIONE

E LA CURA DEI TUMORI IN PIEMONTE - O.N.L.U.S.

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MAMMELLA

Nei paesi occidentali il carcinoma della mammella costituisce nella donna:

  • il tumore più frequente dopo le neoplasie cutanee non melanotiche;

  • la prima causa di morte per tumore;

  • la prima causa di morte in assoluto fra i 35 e i 54 anni; la seconda, dopo le malattie cardiovascolari, dopo i 55 anni.

Nonostante i progressi della terapia chirurgica e medica, le speranze di guarigione sono legate alla precocità della diagnosi; un tumore di diametro non superiore ai 5 millimetri può guarire nel 95/98% dei casi. I tumori di piccole dimensioni possono essere curati con interventi chirurgici conservativi, senza l'asportazione totale della mammella, con indubbio miglioramento della qualità di vita della donna. Il carcinoma mammario è quindi un problema sanitario e sociale di grande importanza, degno del massimo sforzo per la sua prevenzione.

COME?

Con la visita medica e la mammografia. Questo esame radiologico con le attuali apparecchiature è del tutto innocuo e può essere più volte ripetuto negli anni. La mammografia è particolarmente utile dopo i 50 anni. Prima di questa età è di grande importanza come mezzo di diagnosi in presenza di sintomi, mentre è meno efficace come mezzo di prevenzione in assenza di questi. Tutti gli altri esami hanno un'importanza secondaria e devono essere eseguiti a completamento di questi in casi particolari.

QUANDO?

Dopo i 50 anni: mammografia ogni due anni e visita specialistica nell'anno in cui questa non viene eseguita.

Prima dei 50 anni: sarà lo specialista a decidere il tipo e la frequenza delle indagini in base ai fattori di rischio:

  • Età = il rischio aumenta con l'età, il 77% delle donne con cancro mammario hanno più di 50 anni al momento della diagnosi; donne in età tra i 20 e 29 anni rappresentano solo lo 0,3% del totale.

  • Genetici = il 50-60% delle donne con mutazioni dei geni BRCAl e BRCA2 svilupperanno un cancro mammario entro i 70 anni di età. Anche mutazioni del gene oncosoppressore p53 aumentano il rischio

  • Storia familiare = avere un consanguineo di primo grado con cancro mammario raddoppia il rischio, averne due moltiplica il rischio per 5.

  • Storia personale = una precedente neoplasia mammaria determina un rischio 3 o 4 volte maggiore di cancro nella mammella controlaterale.

  • Precedenti biopsie mammarie = diagnosi istologiche di malattia mammaria proliferativa senza atipia o di iperplasia atipica fanno aumentare di poco il rischio, la malattia fibrocistica, in assenza di malattia proliferativa, non aurnenta il rischio.

  • Precedenti irradiazioni = eseguite, per diversi motivi sul torace, comportano sempre un significativo aumento di rischio.

  • Cicli mestruali = menarca precoce (< 12 anni) e/o menopausa tardiva (> 50 anni) comportano blando aumento di rischio.

  • Contraccettivi orali = l'uso continuato provoca un lieve aumento di rischio, che si annulla dopo 10 anni dalla sospensione della assunzione.

  • Gravidanze = non aver avuto figli, o averne avuto dopo i 30 anni di età, si accompagna a lieve aumento di rischio.

  • Aborti = spontanei o provocati non producono aurnento di rischio.

  • Estrogeni in menopausa = usati per 10 anni o più, producono un blando aumento di rischio, che si annulla dopo 5 anni dalla sospensione della terapia.

  • Allattamento al seno = secondo alcuni studi, allattare al seno per 1,5 - 2 anni ridurrebbe il rischio.

  • Alcool = l'elevato consumo di alcoolici aumenta il rischio.

  • Fumo = non produce aumento di rischio.

  • Obesità = sembra connessa con rischio accresciuto.

  • Attività fisica = riduce il rischio. 

È pertanto utile, anche in assenza di sintomi, eseguire fra i 20 e i 30 anni una prima visita specialistica, che, oltre a stabilire una corretta strategia di prevenzione per il cancro rnammario, permette la diagnosi e la cura delle malattie benigne e funzionali. È inoltre necessaria una visita specialistica a qualsiasi età in caso di sintomi specifici: autoriscontro di nodo mammario, modificazioni del profilo mammario (in particolare rientramenti del capezzolo o della cute), secrezione del capezzolo.

UTERO

 

I tumori dell'utero possono insorgere nel collo (la porzione che protrude in vagina e che quindi può essere visualizzata direttamente) o nel corpo (più precisamente a partenza dall'endometrio, la mucosa nella quale si annida l'uovo fecondato, e che mensilmente si sfalda sanguinando durante i flussi mestruali).

I1 primo tipo di tumore, del collo, è più tipico dell'età giovanile, con il massimo di incidenza intorno ai 40-45 anni, e riconosce quali fattori di rischio: la scarsa igiene intima, i processi infiammatori specie se virali, le gravidanze multiple, l'inizio precoce dell'attività sessuale.

L'efficacia della prevenzione secondaria con le diagnosi precoci e la cura delle lesioni precancerose ha fatto grandemente scendere la frequenza di questo tumore, un tempo molto alta, e ha inoltre permesso l'effettuazione di interventi conservativi con 1'eventuale mantenimento della capacità procreativa. Il secondo tipo, del corpo, si ha più frequentemente nella donna in menopausa o vicino a questa e riconosce quali fattori rischio: la somministrazione di estrogeni, l'assenza di gravidanze, l'obesità, il diabete, l'ipertensione.

La sua frequenza è in progressiva crescita, essendo divenuto uno dei carcinomi più comuni dopo il carcinoma della mammella.

COME?

L'esame colposcopico, cioè la visualizzazione con un apposito strumento ottico del fondo vaginale e il collo uterino, è l'esame di base per la prevenzione. Durante la colposcopia, oltre alla possibilità di mettere in evidenza, anche con colorazioni particolari, lesioni visibili del collo, viene fatto un prelievo del muco vaginale con le cellule desquamate per l'esame citologico (PAP test). Infatti sia dalla mucosa normale che dai tumori si distaccano cellule di cui si possono vedere al microscopio le loro caratteristiche normali o tumorali. Il PAP test può essere eseguito direttamente, senza colposcopia, anche prima dell'inizio dei rapporti sessuali.

Per i tumori del corpo uterino la situazione è meno favorevole per la diagnosi poiché molto meno frequentemente i tumori dell'endometrio liberano cellule in vagina. Si dovrà, in caso di sospetto (sanguinamento) o di paziente a rischio (precedente tumore alla mammella), prelevare cellule dall'interno della cavità uterina con apposito sottile strumento, per esame citologico.

Questi esami sono di facile esecuzione e del tutto indolori.

QUANDO?

Il periodo di possibile insorgenza dei tumori uterini copre quasi tutto l'arco della vita: pertanto le visite preventive dovrebbero iniziare all'età di 20 anni con una cadenza stabilita dallo specialista ma che normalmente è annuale, o biennale fino alla menopausa, dopodiché potranno diradarsi nel tempo. Le donne dovranno comunque rivolgersi allo specialista se Vi sono sintomi ed in particolare, in caso di perdite ematiche vaginali.