LO
SCREENING
***Testo
aggiornato il 22.10.2001***
INDICE
-
Introduzione
I test di screening
Rischio di carcinoma
colo-rettale e strategie di screening
Bibliografia
essenziale
1.
INTRODUZIONE
Lo
screening di un tumore e’ la ricerca strumentale e/o clinica, in
persone asintomatiche, di :
lesioni
pre-cancerose, in modo da interrompere la loro evoluzione a cancro
(prevenzione primaria);
oppure
di :
N.B.
Se una persona ha sintomi, non deve essere sottoposta a screening, ma
a esami diagnostici specifici in base alla sintomatologia che
presenta.
Per
definizione lo screening viene fatto in soggetti asintomatici, cioe’,
fino a prova contraria, persone sane e senza concreto sospetto di essere
portatrici di un tumore. E’ pertanto necessario che sia il tipo di
tumore, sia gli esami diagnostici abbiano alcune caratteristiche :
la neoplasia sia
sufficientemente frequente, in modo che l’impiego di risorse umane
ed economiche sia proporzionato al numero di casi che vengono
diagnosticati (cosiddetto rapporto costo/beneficio);
la neoplasia, quando
venga diagnosticata in uno stadio iniziale, sia guaribile, o comunque
curabile con buoni risultati in termini di prolungamento di
sopravvivenza e di qualita’ di vita.
esistano test che siano
:
- in grado di
diagnosticare la malattia in fase iniziale o pre-tumorale
- innocui e facilmente
accettabili da parte delle persone che devono sottoporvisi
- largamente
disponibili, in termini di diffusione di personale e strutture
idonee alla sua esecuzione
- di costo
sufficientemente contenuto
Il carcinoma colo-rettale
ha caratteristiche che lo rendono "ideale" per uno screening,
in quanto:
e’
un carcinoma ad alta incidenza (da 30 a 50 nuovi casi ogni 100.000
abitanti nelle nazioni "occidentali");
se
diagnosticato in stadio avanzato ,
e’ a prognosi severa;
se
diagnosticato in stadio precoce ,
il trattamento chirurgico, associato eventualmente a radio- e/o
chemio-terapia, e’ efficace e garantisce alte percentuali di
guarigione completa;
e’
preceduto da lesioni benigne (polipi adenomatosi) a lenta crescita e
facilmente identificabili, la cui asportazione previene la loro
trasformazione in carcinoma;
i
test preventivi sono innocui o a basso rischio, ampiamente
disponibili, accettabili da parte del paziente, di costo relativamente
contenuto
vi
e’ un’evidenza scientifica che nella popolazione sottoposta a
screening vi e’ una significativa riduzione dell’incidenza e della
mortalita’ per carcinoma colo-rettale.
Al
momento attuale, il quesito non e’ :
"sottoporre
o non sottoporre una popolazione a screening per il carcinoma
colo-rettale ?"
ma e’ :
"quale
test usare, e con quale periodicita’, per avere il miglior rapporto
costo / beneficio ?"
2. I
TEST DI SCREENING
I vari
test sono caratterizzati da diversa sensibilita’, specificita’,
compliance (accettabilita’ da parte dei pazienti), rischio e costo
la sensibilita’ di
un test e’ la percentuale di persone malate che vengono
diagnosticate rispetto al numero totale di persone effettivamente
malate.
Il
test screening "ideale" dovrebbe avere un’alta
sensibilita’ perche’ le persone malate ma non diagnosticate
(cosiddetti "falsi negativi"), non solo non
traggono beneficio dallo screening, ma hanno una falsa
rassicurazione che potrebbe ritardare le procedure diagnostiche
quando comparissero i sintomi iniziali.
la specificita’ di
un test e’ la percentuale di persone effettivamente malate rispetto
al numero totale di persone diagnosticate come "malate" dal
test.
Il
test screening "ideale" dovrebbe avere un’alta
specificita’ perche’ le persone diagnosticate
"malate" ma in realta’ non malate (cosiddetti "falsi
positivi") devono essere sottoposte ad altri test di
conferma, che risulteranno negativi, con grave stress per la
persona e spreco di risorse.
I test
idonei allo screening per il carcinoma colo-rettale sono :
Ricerca del sangue
occulto nelle feci
Rettosigmoidoscopia
Coloscopia totale
Coloscopia virtuale
- Ricerca del sangue
occulto nelle feci
E’
costituito da un esame chimico o immunologico delle feci, su tre
campioni di giorni differenti. Si basa sul fatto che tutte le lesioni
organiche del tubo digerente possono causare un sanguinamento di
minima entita’, rilevabile solo con un test strumentale
- sensibilita’
10 % per i polipi adenomatosi, 40 % per i carcinomi (la sensibilita’
sale al 85% per i carcinomi
con la ripetizione annuale del test)
- specificita’
90%,
riferita pero’ all’esame in se’ (essendovi peraltro molteplici
cause di presenza di sangue occulto nelle feci la specificita’
propria per il carcinoma scende al 15%)
- compliance
buona
- rischio
nullo
- costo
basso
Note :
- la bassa
sensibilita’ del test per le lesioni precancerose (polipi
adenomatosi) fa si’ che la ricerca del sangue occulto sia piu’
efficace per la diagnosi precoce di carcinomi asintomatici, che
per una vera prevenzione dei carcinomi stessi;
- per avere una
sufficiente sensibilita’ il test deve essere ripetuto
annualmente;
- il test non e’
diagnostico, ma necessita di esami di conferma (in primo luogo
una coloscopia totale) che sia ne aumentano costi e rischi, sia
ne riducono la compliance.
Rettosigmoidoscopia
E’ l’esame
endoscopico, eseguito con fibroscopio flessibile, che, introdotto per
via anale, visualizza il retto e il sigma fino al colon discendente.
- sensibilita’
>
90% sia per i polipi adenomatosi che per i carcinomi (solamente,
pero’, nel tratto esaminato)
- specificita’
99%
- compliance discreta
- rischio pressoche’
nullo
- costo
medio
Note :
-
sebbene
le neoplasie retto-coliche siano piu’ frequenti nella parte
sinistra del colon (negli ultimi 30 anni si sta peraltro
registrando un progressivo aumento dell’incidenza relativa delle
neoplasie del colon destro), solo la meta’ circa dei polipi
adenomatosi e dei carcinomi e’ localizzata nel retto-sigma e
quindi puo’ essere diagnosticata con la rettosigmoidoscopia;
-
la
presenza di un adenoma del retto-sigma rende necessaria l’esecuzione
di una coloscopia totale per la possibile presenza di una
concomitante lesione nel colon destro.
Questo
fatto permette, pur con l’esecuzione di un esame supplementare
con raddoppio dei costi, di diagnosticare anche i carcinomi del
colon destro che presentano concomitanti adenomi nel retto-sigma
(cosiddetti "polipi sentinella"). Sfortunatamente solo
un terzo dei carcinomi del colon destro ha uno o piu’ polipi
sentinella
-
Coloscopia
totale
E’
l’esame endoscopico, eseguito con fibroscopio flessibile, che,
introdotto per via anale, visualizza il retto e tutto il colon fino al
cieco.
-
sensibilita’
> 90%
sia per i polipi adenomatosi che per i carcinomi
-
specificita’
99%
-
compliance
media
-
rischio
estremamente
basso (1:10.000) e in diminuzione nel corso degli anni
-
costo
medio-alto
Note
:
-
l’alta’
sensibilita’ e specificita’ e la completezza di questo esame
rendono la coloscopia l’indagine teoricamente ideale sia per la
prevenzione che per la diagnosi precoce dei carcinomi colo-rettali;
-
non
sempre l’esame puo’ essere completato fino al cieco per motivi
tecnici (ad esempio per aderenze da precedenti interventi chirurgici
sull’addome) o per intolleranza del paziente (l’esame puo’
essere eseguito in narcosi, con aumento dei costi e, per quanto in
minima misura, dei rischi)
Coloscopia
virtuale
E’ l’
elaborazione computerizzata ("virtuale") delle immagini ottenute
con una TAC o una Risonanza Magnetica.
Rispetto
agli esami endoscopici, ha un verosimile vantaggio nella maggiore
compliance, mentre ha sicuri svantaggi legati al carattere solo
diagnostico dell’esame, ai suoi costi elevati e all’ancora bassa
disponibilita’ di strutture in grado di eseguire l’esame.
Mancano
ancora dati sufficienti per un valutazione della sua sensibilita’ e
specificita’, per cui non puo’ essere consigliata quale esame di
screening se non in soggetti ad alto rischio, nei quali un esame
endoscopico sia tecnicamente impossibile.
3.
RISCHIO DI CARCINOMA COLO-RETTALE E STRATEGIE DI SCREENING
Tutti
gli esami descritti presentano pro e contro per la loro applicazione in uno
screening di massa e non vi e’ ancora nel mondo scientifico un consenso
generale su quale sia la migliore strategia di screening.
Le
indicazioni che vengono presentate (tipo di test, intervallo prima della
ripetizione del test, eta’ di inizio dello screening) sono sostanzialmente
simili ai suggerimenti dell’American College of Gastroenterology.
Il
rischio che ha una singola persona di avere un carcinoma colo-rettale
dipende :
-
dall’eta’
della persona (il rischio aumenta con l’eta’, con una punta
massima fra i 70 e i 75 anni)
-
dalla
presenza e dal numero dei consanguinei di primo grado (genitori,
fratelli, sorelle, figli) affetti da carcinoma colo-rettale
-
dall’eta’
di insorgenza del tumore in questi consanguinei affetti.
N.B.
Vi sono condizioni cliniche con un aumentato rischio di insorgenza di
carcinoma colo-rettale, quali le malattie infiammatorie intestinali (Rettocolite
Ulcerosa e Malattia di Crohn) o la pregressa comparsa e cura di un
carcinoma colo-rettale nel soggetto in esame. I soggetti che rientrano
in questi quadri clinici richiedono una strategia specifica in base
alla loro patologia. I controlli preventivi in questi pazienti,
tecnicamente, non vengono definiti screening ma "surveillance"
(sorveglianza).
-
Soggetti
a rischio di grado "normale"
-
Definizione
: "Persone di oltre 50 anni di
eta’, che non presentano altri fattori di rischio per il carcinoma
colo-rettale eccetto l’eta’ stessa"
-
Strategia
di screening :
Intervallo
: ogni 10 anni
Inizio
: a 50 anni di eta’
oppure
-
Intervallo
: ogni 5 anni la Rettosigmoidoscopia; ogni anno la Ricerca sangue
occulto nelle feci
Inizio
: a 50 anni di eta’
In
Italia, dove la rettosigmoidoscopia non comporta una significativa
riduzione dei costi in quanto viene eseguita solo da endoscopisti
specialisti e con endoscopio flessibile (nei paesi anglosassoni viene
spesso eseguita con rettoscopio rigido dal medico generico o da
personale infermieristico specializzato), la coloscopia totale
rappresenta, il metodo di scelta.
-
In
caso di esame positivo per la presenza di polipi adenomatosi deve essere
eseguita polipectomia (endoscopica e/o chirurgica). L’intervallo dopo
il quale si deve eseguire la successiva coloscopia viene valutato in
base alle caratteristiche dei polipi asportati (numero, dimensioni, tipo
istologico, grado di displasia)
-
Se
una coloscopia totale eseguita dopo i 60 anni non rileva polipi
adenomatosi, in assenza di altri attori di rischio, non sono necessari
ulteriori esami endoscopici di screening e ci si puo’ limitare alla
ricerca annuale del sangue occulto.
-
Soggetti
a rischio di grado "aumentato"
-
Soggetti
appartenenti a una famiglia con uno o piu’ persone affette da
carcinoma colorettale
"1
solo consanguineo di primo grado con carcinoma colo-rettale,
diagnosticato dopo i 60 anni"
Rischio
aumentato di 2 volte rispetto alla popolazione generale
Rischio
correlato all’eta’ anticipato di 10 anni rispetto alla popolazione
generale (i.e. il rischio a 40 anni per una persona con questo tipo di
storia familiare e’ lo stesso che presenta un soggetto a rischio
"normale" all’eta’ di 50 anni)
Strategia
di screening
:
Test
: come per i soggetti a rischio "normale"
Intervallo
: come per i soggetti a rischio "normale"
Inizio
: a 40 anni di eta’
"2
o piu’ consanguinei di primo grado con carcinoma colo-rettale"
oppure
"1
solo consanguineo di primo grado con carcinoma colo-rettale, ma
diagnosticato prima dei 60 anni"
-
Rischio
aumentato da 3 a 4 volte rispetto alla popolazione generale
-
Rischio
direttamente correlato al numero di consanguinei affetti, anche di
grado maggiore al primo, e al numero di generazioni interessate.
Strategia
di screening
:
Test
: Coloscopia totale
L’incidenza
di carcinomi del colon destro e’ aumentata rispetto ai
gruppi di rischio prima elencati
Intervallo
: dai 3 ai 5 anni in base alla severita’ della storia familiare
L’intervallo
e’ piu’ breve rispetto ai gruppi di rischio prima
elencati, perche’ in questi soggetti la velocita’ della
crescita e della trasformazione degli adenomi puo’ essere
significativamente piu’ rapida.
Inizio
: a 40 anni di eta’ oppure a un’eta’ inferiore di 10 anni
rispetto all’eta’ in
cui e’ stato diagnosticato il carcinoma nel consanguineo piu’
giovane, se questi aveva meno di 50 anni.
-
Soggetti
appartenenti a famiglie "HNPCC" (Hereditary NonPolyposis
Colorectal Cancer)
Si
considerano famiglie HNPCC quelle che rispondono ai Criteri di Amsterdam :
-
Almeno
tre consanguinei affetti da carcinoma colo-rettale, di cui uno
consanguineo di primo grado con gli altri due
-
Interessamento
di almeno due generazioni successive
-
Almeno
un caso deve essere stato diagnosticato prima dei 50 anni
-
I
pazienti affetti da carcinoma colo-rettale, appartenenti a famiglie
HNPCC, presentano nel 60% dei casi circa una di quelle alterazioni
genetiche, attualmente dimostrabili, che coinvolgono geni della classe
dei "mismatch repair genes" e piu’ frequentemente
mutazioni del gene hMSH2 localizzato sul cromosoma 2 oppure del gene
hMLH1 sul cromosoma 3. Queste due differenti mutazioni sono
complessivamente presenti nel 90% della famiglie HNPCC con alterazione
genetica dimostrabile. Alterazioni genetiche meno frequenti
interessano i geni hPMS1, hPMS2, hMSH6.
Normalmente
in ogni famiglia e’ presente solo una mutazione genica, a
trasmissione autosomica dominante. Il riconoscimento di una mutazione
genica nell’ambito di una famiglia HNPCC permette di riconoscere con
buona sicurezza quali soggetti sono portatori del gene mutato (quindi
ad alto rischio di carcinoma colo-rettale e pertanto da sottoporre a
screening intensivo) da quelli non portatori (quindi a rischio
"normale" e pertanto da sottoporre a screening non
intensivo)
La
determinazione dei geni per l’HNPCC e’ disponibile, ma ancora
scarsamente diffusa.
Il
rischio di incorrere in un carcinoma colo-rettale nell’arco della
vita e’ del :
40%
per i soggetti appartenenti a una famiglia che risponda ai Criteri
di Amsterdam per l’HNPCC, in assenza di determinazione gentica
80%
se il soggetto e’ dimostrato essere portatore di mutazione
genica
Strategia
di screening :
Test
: Coloscopia totale
L’incidenza
di carcinomi del colon destro e’ notevolmente aumentata
rispetto ai gruppi di rischio prima elencati
Intervallo
: ogni 2 anni fino all’eta’ di 40 anni, successivamente ogni
anno.
L’intervallo
deve essere cosi’ breve, perche’ in questi soggetti la
velocita’ della crescita e della trasformazione degli adenomi e’
estremamente piu’ rapida.
Inizio
: a 20-25 anni di eta’
L’eta’
media di insorgenza dei carcinomi e’ notevolmente diminuita
rispetto ai gruppi di rischio prima elencati
N.B.
I soggetti portatori di
mutazione genica devono essere informati che un’alternativa a
un programma di screening cosi’ intensivo e’ costituita dall’intervento
chirurgico di "colectomia totale profilattica",
intervento che, se eseguito da chirurghi "dedicati"
alla chirurgia colo-rettale in soggetti a basso rischio
chirurgico, presenta mortalita’ pressochč nulla e ottimi
risultati funzionali.
-
Consanguinei
di 1° grado di pazienti affetti da FAP (Familial Adenomatous Polyposis)
La
poliposi adenomatosa familiare (FAP) e’ una malattia a trasmissione
autosomica dominante caratterizzata da:
numerosi
(> 100) polipi adenomatosi colo-rettali, che hanno una intrinseca e
inevitabille tendenza alla trasformazione in carcinoma (se il
paziente non viene operato);
polipi
dell’intestino tenue, anch’essi, in particolare a livello del
duodeno, con alta tendenza alla trasformazione maligna;
varie,
ma non costanti, manifestazioni, neoplastiche e non, in differenti
organi e tessuti che talora si inquadrano in sindromi specifiche,
varianti della FAP classica (Sindrome di Gardner, Sindrome di Turcot
...)
La
FAP e’ responsabile di circa il 1 % dei carcinomi colo-rettali ed e’
determinata dalla mutazione di un gene localizzato sul braccio lungo
del cromosoma 5 (Adenomatous Polyposis Coli gene : APC gene).
I
consanguinei di primo grado di pazienti affetti da FAP devono essere
sottoposti a screening. Quando viene riscontrata la presenza di
polipi, deve essere programmato, l’intervento chirurgico di
proctocolectomia totale nei tempi idonei, prima della trasformazione
in carcinoma.
Strategia
di screening :
Test
: Rettosigmoidoscopia
La
presenza di polipi adenomatosi nel retto-sigma e’ costante
nei pazienti affetti da FAP
Intervallo
: ogni 1 – 2 anni fino all’eta’ di 40 anni
Inizio
: a 10 - 12 anni di eta’
Anche
se l‘’eta’ media di trasformazione carcinomatosa e’
intorno ai 45 anni, i polipi compaiono generalmente nella
seconda decade di vita. Se non compaiono polipi entro i 40
anni, si puo’ considerare il soggetto non affetto da FAP e
proseguire con uno screening come quello per i soggetti a
rischio "normale".
Attualmente
sono ora diffusamente disponibili test genetici per la diagnosi di FAP
non ancora manifestatasi clinicamente, che possono meglio
personalizzare lo screening.
Il
miglior uso del test genetico puo’ essere :
Esaminare
geneticamente il familiare che presenta clinicamente una FAP (index
case). La mutazione sara’ messa in evidenza nel 80 % dei casi.
Se
si ritrova una mutazione nell’index case (test genetico
positivo), gli altri membri della famiglia che non presentano ancora
una FAP clinica possono essere geneticamente esaminati con un’accuratezza
che rasenta il 100 %, siccome tutti i membri della famiglia affetti
avranno la stessa mutazione. Lo screening intensivo potra’ essere
riservato alle persone portatrici del gene APC mutato.
Se
non viene ritrovata una mutazione nell’index case (test
genetico negativo), tutti i familiari di primo grado dovranno essere
sottoposti a screening intensivo
4.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Bond
JH Polyp guideline: diagnosis, treatment, and surveillance for
patients with colorectal polyps. Am J Gastroenterol
2000;95:3053-63.
Gaglia
PM, Atkins WS, Whitelaw S, et al. Variables associated with the
risk of colorectal adenomas in asymptomatic patients with a family
history of colorectal cancer. Gut 1995;36:385-90.
Rex
DK, Johnson DA, Lieberman DA, et al. Colorectal cancer prevention
2000: screening recommendations of the American College of
Gastroenterology Am J Gastroenterol 2000;95:868-77.
Winawer
SJ, Fletcher RH, Miller L, et al. Colorectal cancer screening:
clinical guidelines and rationale. Gastroenterol 1997;112:594-642.
|