I
tumori maligni, com’è noto, sono in continuo aumento in tutto
il mondo ed è altrettanto noto che, annualmente, incidenza e mortalità
per gli stessi segnano nei paesi industrializzati un progresso rispettivo
dell’1% e dello 0,5%.
E’ istintivo pertanto chiedersi come mai questo dilagare dei tumori
nonostante i progressi della ricerca, della diagnosi e della terapia in
campo oncologico.
La risposta è univoca ed inconfutabile: l’aumento
della malattia è in relazione al progresso tecnologico ed industriale.
Ne sono causa le migliaia di sostanze chimiche, che vengono immesse in
continuazione nel mercato, e quindi nel consumo, ed il più delle
volte senza una adeguata sperimentazione sull’animale per i necessari dati
di predittività tossicologica e cancerologica.
Altrettanto importanti sono altre fonti di inquinamento , come quelle
dell’aria, dovute ai gas di combustione dei mezzi di circolazione (Dinitropirene
= potente cancerogeno), ai fumi industriali e dei camini di riscaldamento
delle abitazioni , nonchè all’inquinamento dei cieli provocato dal
traffico aereo nel mondo.
Così pure rivestono notevole importanza gli inquinamenti delle
acque, dei fiumi, dei mari dovuti agli scoli spesso incontrollati delle
acque industriali o ad altre sostanze nocive (catrame sulle rotte di navigazione,
inquinamento dei mari consecutivi ad incidenti e scarichi abusivi di petroliere
etc.)
Non devono altresì essere sottaciuti gli inquinamenti prodotti
dalla fisica: valgano di esempio il disastro di Cernobyl ed altri incidenti
nucleari con emissioni di radioattività pericolose della durata talora
di molti decenni e con produzione nei colpiti di malformazioni e, soprattutto
di tumori maligni come le leucemie.
Essendo tale la realtà e in attesa che la ricerca scientifica,
che pure ha compiuto notevoli progressi sulla conoscenza degli intimi meccanismi
che regolano la trasformazione di una cellula normale in una cellula
maligna e sulla moltiplicazione delle stesse, identifichi la causa o meglio
le cause, che determinano tutto questo, si rendano comunque necessari
provvedimenti di tipo preventivo per arrestare il dilagare del male.
L’ideale sarebbe quello di eliminare dall’ambiente di vita tutte quelle
sostanze e quei componenti chimici che abbiamo solo in
parte prima elencato: questa sarebbe la vera prevenzione, quella cosiddetta
"primaria", che rappresenta il momento essenziale e più qualificante
per la lotta contro il cancro.
Esistono varie leggi che impediscono o controllano l’uso di molte
sostanze chimiche ritenute responsabili di tumori.
Tuttavia le possibilità di attuazione di una "prevenzione
primaria" sono molto limitate allo stato attuale anche perchè è difficile combattere contro il progresso purtroppo
inarrestabile, e contro interessi settoriali economici, politici
e sociali, spesso di difficile soluzione. E’ già una fortuna, finchè possibile, potersi destreggiare nel tripudio dei coloranti,
dei conservanti, dei tensioattivi, dei detersivi, degli smacchiatori
(trielina) e di tutto quello con cui giornalmente siamo costretti a convivere
e per i quali dovrebbe, pure giornalmente, essere considerata la
sommazione dei loro effetti.
In quest’ottica l’uomo può e deve ulteriormente contribuire, a "livello individuale", alla prevenzione primaria con accorgimenti
igienici e di stile di vita come quelli di non fumare (è dimostrato
il rischio che intercorre fra fumo di sigaretta e cancro polmonare, ma
anche tra numero di sigarette fumate e incremento del rischio: questo
risulta essere dieci volte superiore per 20 sigarette al dì e di
24 volte per chi fuma 40-50 sigarette al giorno); di evitare
l’assunzione di alcool specie se superalcoolici (ricordarsi che si
aggrava il rischio per i tumori del cavo orale e delle prime vie aerodigestive
quando all’alcool venga associato il fumo); di praticare una dieta povera
di grassi e di proteine ma ricca di vegetali e di fibre per la prevenzione
dei tumori del tratto digestivo ; di evitare le lunghe esposizioni
al sole specie dopo la verifica di quel tanto ventilato buco dell’ozono,
che avvolge l’atmosfera e che, come è noto, ci protegge
dalla overdose di raggi ultravioletti che finiscono spesso con ledere
seriamente il sistema immunitario e che sono, spesso, responsabili
di tumori della pelle e dei melanomi maligni (così pure evitare
o limitare l’uso di lampade e lettini abbronzanti). E’ evidente, da quanto
fin qui è stato esposto, che la "prevenzione primaria dei tumori"
ha notevoli limiti di applicazione ed è costretta ad
una lotta impari contro il tumultuoso accrescimento delle cause nocive,
responsabili della sempre maggiore incidenza e mortalità neoplastica.
Si deve quindi, per arginare la situazione, ricorrere ad
altri accorgimenti. Questi sono di tipo sanitario rivolti alla diagnosi,
la più tempestiva possibile della malattia su soggetti presunti
sani.
Programmi di Screening
Questi consentono di intervenire in fasi in cui non esistono ancora
evidenti segni del male e quando, cioè, si è in presenza
di lesioni pretumorali o di tumori, talmente iniziali, così da rendere
possibile il procedere efficacemente a bonifiche e terapie locali, che
a loro volta consentono una guarigione stabile e talora definitiva della
malattia.
Questa tattica di diagnostica tempestiva è etichettata come
"prevenzione secondaria". Per alcuni organi questa è possibile e
di provata efficacia. La diagnosi precoce costituisce forse il salto più
significativo nella lotta contro il cancro in questa seconda metà
del secolo. I progressi in campo diagnostico resi possibili dalla citologia,
dalla istopatologia, dall’endoscopia, dall’ecografia, dalla scintigrafia,
dall’angiografia selettiva, dalla mammografia, dalla T.A.C. dalla risonanza
magnetica nucleare , dalla P.E.T. consentono diffusamente e giornalmente
di evidenziare precursori dei tumori, lesioni atipiche in fase preclinica
o neoplasie talora inizialissime, per le quali sono programmabili interventi
terapeutici, spesso di tipo chirurgico limitati e definitivi.
Notevoli contributi in proposito sono forniti da programmi di screening
citologici per il controllo del cancro dell’utero, mammografici per il
controllo del cancro mammario, oltre ad altri programmi più limitati
e meno frequenti come quelli per il cavo orale, per il carcinoma colorettale, per il carcinoma polmonare, per quello gastrico, per quello
vescicale,
per il carcinoma prostratico e per quello della cute.
Grazie a queste diagnosi tempestive oggi è possibile, ripeto,
evitare interventi gravi e talora mutilanti e si possono conseguire guarigioni
cliniche stabili e spesso definitive mediante interventi limitati, come
tali, conservativi dell’organo affetto dal tumore. Ne sono testimonianza
alcuni tumori dell’utero, della mammella, del cavo orale, del retto
colon quando si proceda, per esempio, in quest’ultimo caso, alla bonifica
tempestiva di polipi adenomatosi, che sono veri e propri precursori del
cancro e di cui è ormai dimostrata la sequenza adenoma-carcinoma.
Esempi della utilità della diagnosi tempestiva sul piano clinico-sociale
sono dati dalla sopravvivenza a cinque anni del 90 per cento di pazienti
portatori di tumori iniziali del colon nei confronti del solo 35 per cento
quando la diagnosi invece è tardiva.
Lo stesso dicasi per il carcinoma dello stomaco ove si hanno sopravvivenze
a cinque anni del 95 per cento per forme iniziali intramucose contro il
solo dieci per cento quando si tratta di forme invasive. Pazienti con tumori
mammari di diametro inferiore a un centimetro sono viventi nel novanta
per cento a dieci anni dopo l’intervento. Donne con tumori del collo dell’utero
diagnosticati precocemente mediante pap test sono viventi a cinque anni
con una percentuale del 98 per cento, mentre quando la diagnosi è
tardiva si scende ad una percentuale largamente inferiore: trenta per
cento.
Risulta evidente che, al momento, la via della prevenzione sia la via
giusta da seguire, opinione del resto condivisa anche dal governo degli
Stati Uniti che stanzia enormi cifre per la ricerca sul cancro, dell’ordine
di oltre 4.000 miliardi di lire l’anno, e altri paesi europei. E’ ormai
opinione diffusa che la ricerca scientifica di questi ultimi trent’anni,
orientata sul trattamento con farmaci, sia pressochè fallita nel
suo intento di abbattere la mortalità per cancro e che, pertanto,
la ricerca e quindi i fondi ad essa necessari, debbano piuttosto essere
orientati sulla prevenzione.
Se può essere indicativo, per la sola
prevenzione secondaria, (screening-diagnosi tempestive), sempre negli Stati
Uniti sono stati stanziati per il 1994 fondi dell’ordine di 6.400 miliardi
di lire.
La predisposizione genetica
Del tutto recentemente la ricerca di base con studi di biologia molecolare
ha compiuto passi importanti al fine di evidenziare alterazioni a carico
del nostro corredo genomico, che fanno ritenere assai probabile, almeno
per alcuni importanti tumori, una predisposizione genetica.
Questo è
il caso del carcinoma della mammella e probabilmente dell’ovaio, ove sul
cromosoma 17 è stato individuato un gene associato alla suscettibilità
per questo tumore chiamato Brcal (Breast Cancer 1). Così pure, più
recentemente , è stato riconosciuto un nuovo gene sul cromosoma
2 chiamato provvisoriamente FCC (Familian Colon Cancer), che potrebbe essere
associato alla suscettibilità a sviluppare un carcinoma del colon
retto. In ogni modo non potremo predire con assoluta certezza se
la persona in cui sarà evidenziato un gene di suscettibilità,
svilupperà sicuramente il tumore. Tali diagnosi genetiche sono previste
operative e su larga scala per questo ultimo scorcio di secolo.
Concludo sottoponendo all’attenzione del lettore due considerazioni.
La prima, in riferimento alla prevenzione primaria ambientale, è
che l’uomo nel corso della storia ha sempre dovuto difendersi dalla natura: oggi invece deve prepararsi a difenderla dai suoi insulti se ne vuole
la sopravvivenza. La seconda, in riferimento alla prevenzione secondaria,
è che allo stato attuale essa rappresenta l’arma più
efficace per la lotta contro i tumori in attesa che la ricerca dia
quei frutti, da tutti sospirati per la soluzione del problema cancro.
Sarà quindi il terreno della prevenzione primaria
e della diagnosi tempestiva l’ultima spiaggia su cui si combatterà
contro il male del secolo : in questo giuoco delle parti tra mezzi di offesa
e di difesa, l’Uomo, che ne è l’artefice sommo, ponga responsabilmente
grande attenzione al rispetto di taluni confini biologici invalicabili
ed indispensabili alla vita stessa.
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