ASSOCIAZIONE PER LA PREVENZIONE

E LA CURA DEI TUMORI IN PIEMONTE - O.N.L.U.S.

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ARTICOLI DEGLI SPECIALISTI

Titolo: LA PREVENZIONE OGGI: LIMITI E PROSPETTIVE

Autore: Prof. Leonardo Caldarola

  • Presidente Onorario Societa' Italiana Tumori S.I.T. prevenzione, diagnosi,terapia.

  • Presidente del Comitato Scientifico dell'Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori in Piemonte.

I tumori maligni, com’è noto, sono in continuo aumento in tutto il mondo ed è altrettanto noto che, annualmente, incidenza e mortalità per gli stessi segnano nei paesi industrializzati un progresso rispettivo dell’1% e dello 0,5%.

E’ istintivo pertanto chiedersi come mai questo dilagare dei tumori nonostante i progressi della ricerca, della diagnosi e della terapia in campo oncologico.

La risposta è univoca ed inconfutabile: l’aumento della malattia è in relazione al progresso tecnologico ed industriale. Ne sono causa le migliaia di sostanze chimiche, che vengono immesse in continuazione nel mercato, e quindi nel consumo, ed il più delle volte senza una adeguata sperimentazione sull’animale per i necessari dati di predittività tossicologica e cancerologica. 

Altrettanto importanti sono altre fonti di inquinamento , come quelle dell’aria, dovute ai gas di combustione dei mezzi di circolazione (Dinitropirene = potente cancerogeno), ai fumi industriali e dei camini di riscaldamento delle abitazioni , nonchè all’inquinamento dei cieli provocato dal traffico aereo nel mondo. 

Così pure rivestono notevole importanza gli inquinamenti delle acque, dei fiumi, dei mari dovuti agli scoli spesso incontrollati delle acque industriali o ad altre sostanze nocive (catrame sulle rotte di navigazione, inquinamento dei mari consecutivi ad incidenti e scarichi abusivi di petroliere etc.) 

Non devono altresì essere sottaciuti gli inquinamenti prodotti dalla fisica: valgano di esempio il disastro di Cernobyl ed altri incidenti nucleari con emissioni di radioattività pericolose della durata talora di molti decenni e con produzione nei colpiti di malformazioni e, soprattutto di tumori maligni come le leucemie.

Essendo tale la realtà e in attesa che la ricerca scientifica, che pure ha compiuto notevoli progressi sulla conoscenza degli intimi meccanismi  che regolano la trasformazione di una cellula normale  in una cellula maligna e sulla moltiplicazione delle stesse, identifichi la causa o meglio le cause, che determinano tutto questo, si rendano comunque  necessari provvedimenti di tipo preventivo per arrestare  il dilagare del male.

L’ideale sarebbe quello di eliminare dall’ambiente di vita tutte quelle sostanze e quei  componenti chimici  che abbiamo  solo in parte prima elencato: questa sarebbe la vera prevenzione, quella cosiddetta "primaria", che rappresenta il momento essenziale  e più qualificante per la lotta contro il cancro.

Esistono varie leggi che  impediscono o controllano l’uso di molte sostanze  chimiche  ritenute responsabili  di tumori.

Tuttavia  le possibilità  di attuazione di una "prevenzione primaria" sono molto limitate allo stato attuale  anche perchè è difficile combattere  contro il progresso  purtroppo inarrestabile, e  contro interessi settoriali economici, politici e sociali, spesso di difficile soluzione.  E’ già una fortuna, finchè possibile, potersi destreggiare nel tripudio dei coloranti, dei conservanti, dei tensioattivi, dei detersivi, degli smacchiatori (trielina) e di tutto quello con cui giornalmente siamo costretti a convivere e per i quali  dovrebbe, pure giornalmente, essere considerata la sommazione dei loro effetti.

In quest’ottica  l’uomo può e deve ulteriormente contribuire, a "livello individuale", alla prevenzione primaria con accorgimenti  igienici  e di stile di vita come quelli di non fumare (è dimostrato il rischio che intercorre fra fumo di sigaretta e cancro polmonare, ma anche tra numero di sigarette fumate e incremento del rischio: questo risulta essere dieci volte superiore per 20 sigarette al dì e di 24 volte  per chi fuma 40-50 sigarette al giorno); di evitare  l’assunzione  di alcool specie se superalcoolici (ricordarsi che si aggrava il rischio per i tumori del cavo orale e delle prime vie aerodigestive quando all’alcool venga associato il fumo); di praticare una dieta povera di grassi e di proteine ma ricca di vegetali e di fibre per la prevenzione dei tumori  del tratto digestivo ; di evitare le lunghe esposizioni al sole specie dopo la verifica  di quel tanto ventilato buco dell’ozono, che avvolge l’atmosfera  e  che, come è noto, ci protegge dalla overdose di raggi ultravioletti che finiscono spesso con  ledere seriamente  il sistema immunitario e che sono, spesso, responsabili  di tumori della pelle e dei melanomi maligni (così pure evitare o limitare l’uso di lampade e lettini abbronzanti). E’ evidente, da quanto fin qui è stato esposto, che la "prevenzione primaria dei tumori" ha notevoli limiti di applicazione  ed è costretta  ad una lotta impari contro il tumultuoso  accrescimento delle cause nocive, responsabili della sempre maggiore incidenza e mortalità neoplastica.

Si deve quindi, per arginare  la situazione, ricorrere  ad altri accorgimenti. Questi sono di tipo sanitario rivolti alla diagnosi, la più tempestiva possibile della malattia su soggetti presunti sani. 

Programmi di Screening 

Questi consentono di intervenire  in fasi in cui non esistono ancora evidenti segni del male e quando, cioè,  si è in presenza di lesioni pretumorali o di tumori, talmente iniziali, così da rendere possibile il procedere efficacemente a bonifiche e terapie locali, che a loro volta consentono una guarigione stabile e talora definitiva della malattia.

Questa tattica di diagnostica tempestiva è etichettata come "prevenzione secondaria". Per alcuni organi questa è possibile e di provata efficacia. La diagnosi precoce costituisce forse il salto più significativo nella lotta contro il cancro in questa seconda metà del secolo. I progressi in campo diagnostico resi possibili dalla citologia, dalla istopatologia, dall’endoscopia, dall’ecografia, dalla scintigrafia, dall’angiografia selettiva, dalla mammografia, dalla T.A.C. dalla risonanza magnetica nucleare , dalla P.E.T. consentono diffusamente e giornalmente  di evidenziare precursori dei tumori, lesioni atipiche in fase preclinica o neoplasie talora inizialissime, per le quali sono programmabili interventi terapeutici, spesso di tipo chirurgico limitati e definitivi. 
Notevoli contributi in proposito sono forniti da programmi di screening citologici per il controllo del cancro dell’utero, mammografici per il controllo del cancro mammario, oltre ad altri programmi più limitati e meno frequenti come quelli per il cavo orale, per il carcinoma colorettale, per il carcinoma polmonare, per quello gastrico, per quello vescicale, per il carcinoma prostratico e per quello della cute.

Grazie a queste diagnosi tempestive oggi è possibile, ripeto, evitare interventi gravi e talora mutilanti e si possono conseguire guarigioni  cliniche stabili e spesso definitive mediante interventi limitati, come tali, conservativi dell’organo affetto dal tumore. Ne sono testimonianza alcuni tumori dell’utero, della mammella, del cavo orale, del  retto colon quando si proceda, per esempio, in quest’ultimo caso, alla bonifica tempestiva di polipi adenomatosi, che sono veri e propri precursori del cancro e di cui è ormai dimostrata la sequenza adenoma-carcinoma. Esempi della utilità della diagnosi tempestiva sul piano clinico-sociale sono dati dalla sopravvivenza a cinque anni del 90 per cento di pazienti portatori di tumori iniziali del colon nei confronti del solo 35 per cento quando la diagnosi invece è tardiva.

Lo stesso dicasi per il carcinoma dello stomaco ove si hanno sopravvivenze a cinque anni del 95 per cento per forme iniziali intramucose contro il solo dieci per cento quando si tratta di forme invasive. Pazienti con tumori mammari di diametro inferiore a un centimetro sono viventi nel novanta per cento a dieci anni dopo l’intervento. Donne con tumori del collo dell’utero diagnosticati precocemente mediante pap test sono viventi a cinque anni con una percentuale del 98 per cento, mentre quando la diagnosi è tardiva si scende ad una percentuale largamente inferiore: trenta per cento.

Risulta evidente che, al momento, la via della prevenzione sia la via giusta da seguire, opinione del resto condivisa anche dal governo degli Stati Uniti che stanzia enormi cifre per la ricerca sul cancro, dell’ordine di oltre 4.000 miliardi di lire l’anno, e altri paesi europei. E’ ormai opinione diffusa che la ricerca scientifica di questi ultimi trent’anni, orientata sul trattamento con farmaci, sia pressochè fallita nel suo intento di abbattere la mortalità per cancro  e che, pertanto, la ricerca e quindi i fondi ad essa necessari, debbano piuttosto essere orientati sulla prevenzione.

Se può essere indicativo, per la sola prevenzione secondaria, (screening-diagnosi tempestive), sempre negli Stati Uniti sono stati stanziati per il 1994 fondi dell’ordine di 6.400 miliardi di lire. 

La predisposizione genetica  

Del tutto recentemente la ricerca di base con studi di biologia molecolare ha compiuto passi importanti al fine di evidenziare alterazioni a carico del nostro corredo genomico, che fanno ritenere assai probabile, almeno per alcuni importanti tumori, una predisposizione genetica.

Questo è il caso del carcinoma della mammella e probabilmente dell’ovaio, ove sul cromosoma 17  è stato individuato un gene associato alla suscettibilità per questo tumore chiamato Brcal (Breast Cancer 1). Così pure, più recentemente , è stato riconosciuto un nuovo gene sul cromosoma 2 chiamato provvisoriamente FCC (Familian Colon Cancer), che potrebbe essere associato alla suscettibilità a sviluppare un carcinoma del colon retto. In ogni modo non potremo  predire con assoluta certezza se la persona in cui sarà evidenziato un gene di suscettibilità, svilupperà sicuramente il tumore. Tali diagnosi genetiche sono previste operative e su larga scala per questo ultimo scorcio di secolo.

Concludo sottoponendo all’attenzione del lettore due considerazioni. La prima, in riferimento alla prevenzione primaria ambientale, è che l’uomo nel corso della storia ha sempre dovuto difendersi dalla natura: oggi invece deve prepararsi a difenderla dai suoi insulti se ne vuole la sopravvivenza. La seconda, in riferimento alla prevenzione secondaria, è che allo stato attuale  essa rappresenta l’arma più efficace per la lotta contro i tumori  in attesa che la ricerca dia quei frutti, da tutti sospirati per la soluzione del problema cancro. 

Sarà quindi  il terreno della prevenzione  primaria e della diagnosi tempestiva l’ultima spiaggia su cui si combatterà contro il male del secolo : in questo giuoco delle parti tra mezzi di offesa e di difesa, l’Uomo, che ne è l’artefice sommo, ponga responsabilmente grande attenzione al rispetto di taluni confini biologici invalicabili ed indispensabili alla vita stessa.