Umanità nella tragedia. I Vigili del Fuoco nella seconda guerra mondiale

I PRIMI CADUTI TRA I VIGILI DEL FUOCO

La pericolosità degli interventi di soccorso e le insidie nascoste tra le montagne di macerie, si manifestò praticamente ad inizio conflitto, con la morte di cinque vigili del fuoco e il ferimento di altri sei il 15 agosto 1940 a Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, a causa dello scoppio di una bomba d'aereo inesplosa, rimasta nascosta tra i resti di una casa colonica. La ricostruzione ufficiale: "Alle ore 2,45' i carabinieri di Spinetta Marengo hanno richiesto l'intervento dei vigili per il salvataggio di persone restate sepolte sotto le macerie di una casa crollata in seguito al lancio di bombe nemiche.
Sul posto accorreva subito una squadra seguita da una seconda, e poco dopo sopraggiungevano il Prefetto e il Questore della provincia. Mentre procedeva l'opera di rimozione delle macerie esplodeva una bomba, probabilmente a effetto ritardato, sepolta tra i rottami, causando la morte dei vigili Luigi Barzizza, Tripolino Buffa, Luigi Scapolan, Giuseppe Straneo e Mario Volanti, e il ferimento dei vigili Carlo Arnera, Giulio Bottero, Biagio Caldano, Ottavio Caldano, Vincenzo Depetris e Ercinio Recagno. Gli altri vigili, il Prefetto e il Comandante del Corpo, che si trovavano vicinissimi al luogo dell'esplosione, nonostante investiti dall'onda d'aria e dal terriccio, restavano fortunatamente illesi. Nella rimozione delle macerie venne trovata una seconda bomba inesplosa, che fu poi rimossa dagli artificieri del R.E.
L'intervento si è svolto sotto il tiro delle batterie antiaeree, mentre gli aerei ancora sorvolavano la località". Alcuni mesi più tardi, il 20 di novembre, occorse ancora un incidente mortale tra i vigili del fuoco, questa volta del Comando di Brindisi, con quattro deceduti, Ivo Benedetti, Natale Casadio, Francesco Carrino e Filippo Giuliano, più quattro feriti fu il tragico bilancio di una nera giornata.
I vigili Casadio e Benedetti provenivano dal Comando di Ravenna. A Licata in provincia di Agrigento, nel corso del bombardamento effettuato dall'aviazione americana del 24 ottobre 1941, fu colpito il locale distaccamento dei vigili del fuoco. Due vigili rimasero vittime del crollo dell'edificio: erano Raimondo Cimino e Settimio Calandra.
Il 29 settembre 1941 alle prime ore del mattino Genova subì un attacco aereo. Come di consueto le squadre uscirono immediatamente, nonostante l'imperversare dei bombardamenti, per portare il soccorso alle persone e alle zone colpite. Un automezzo di soccorso, fu investito in pieno da numerose schegge di una bomba esplosa molto vicina; questa causò la morte del vigile Alfredo Bazzurro e il grave ferimento di altri quattro vigili. Sempre nella medesima città altri due vigili morirono in diverse occasioni: Virgilio Genetin del Comando di Trento e Luigi Marasso di Genova. Altri vigili deceduti a Napoli il 27 luglio 1941: Siro Rossi del Comando di Pavia e, presumibilmente, il Brig. Marco Giaccio, precipitati con la loro autopompa nelle acque del porto, a causa della cattiva visibilità creata dall'annebbiamento artificiale.
Ancora vittime a Napoli. Il 6 dicembre 1941 i vigili Alberto Gallo e Gaetano Valentino, periti per gli effetti di una bomba dirompente, caduta a breve distanza dalla loro autopompa, mentre si recavano verso l'incendio che divorava la Regia Marina. Nell'incendio del polverificio di Roma perse la vita Ermanno Melchiorri del Comando di Trento. Sempre in un polverificio ma questa volta di Marano, morirono il Geom. Francesco Fabbri e il vigile Ugo Forlani entrambi del Comando di Bologna. Giovanni D'Amico, Brigadiere dei Vigili del Fuoco di Messina, perì nell'incursione del 20 novembre 1941. Ancora Maurizio Barberis di Alba, Giove Cannetti di Arezzo, Carlo Cappelli di Firenze, Renato Puccini di Lucca, Angelo Traversa di Savona, l'Ing. Giacomo Terzi di Palermo, il Geom. Corrado Stornelli di Perugia, l'Ing. Gerardo Grippo di Napoli, l'Ing. Mario Simoni di Vicenza Altri trenta vigili circa, morirono negli anni 1940/42 sui vari fronti di guerra, inviati come soldati: Aceroni Giovanni di Bolzano, Arienti Carlo di Milano, Baldissaruti Livio di Belluno, Brocherel Raulle di Aosta, Camoriano Angelo di Savona, Cattaneo Luigi di Milano, Chenal Umberto di Aosta, De Lorenzi luigi di Novara, De Michelis Guglielmo di Cuneo, De Nicola Stelio di Roma, Erba Silvio di Milano, Ferluga Francesco di Trieste, Fossati Attilio di Milano, Frettoli Angelo di Brescia, Ghidini Luigi di Brescia, Giordano Arcangelo di Caltanisetta, Gottardi Giuseppe di Trento, Jursich Giuseppe di Lubiana, Lanzoni Lodovico di Bologna, Marchionni Lino di Sondrio, Marta Clemente di Aosta, Montesanti Luigi di Milano, Rampellotto Giuseppe di Bologna, Redaelli Camillo di Milano, Tofanetti Giuseppe di Modena, Tonti Domenico di Foggia, Vannelli Mario di Pistoia, Vanzina Corrado di Novara, Verones Ferdinando di Trento.

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