Franco Alfano - Liriche da Tagore

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  Presentazione del CD Liriche da Tagore
Recensioni del CD Liriche da Tagore
 

CD Nuova Era 7388 (Torino, 2004) prodotto da Rive-Gauche Concerti con il sostegno di Regione Piemonte e Fondazione CRT

Interpreti: Duo Alterno - Tiziana Scandaletti soprano, Riccardo Piacentini pianoforte

Tre Poemi di Tagore (1919)
• Mamma, il giovane Principe
• Egli mormorò
• Parlami, amore mio

Da “Sei Liriche” (1919)
• Non partire, amore mio

Tre Liriche di Tagore (1929)
• Perché allo spuntar del giorno
• Finisci l'ultimo canto
• Giorno per giorno

Da “Nuove Liriche tagoriane” (1936)
• Perché siedi là?
• Non nascondere il segreto del tuo cuore

Da “Due Liriche di Tagore” (1943?)
• T'amo, diletto mio (manoscritto inedito di proprietà del M.o Rino Maione)

Da “Sette Liriche” (1947)
• Si addensano le nubi
• Venne e mi sedette accanto

Da “Due Liriche” (1948?)
• Il giorno non è più (manoscritto inedito di proprietà del M.o Rino Maione)

Da “Cinque nuove Liriche tagoriane” (1948)
• Sì, lo so

 

Il progetto

Ecco il quarto CD monografico che Rive-Gauche Concerti – sostenuta da Regione Piemonte e Fondazione CRT con la collaborazione di Centro Studi Musicali “Carlo Mosso” e Biblioteca del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino – dedica a prime incisioni di musica vocale da camera del Novecento storico italiano.
Ai primi tre CD con musiche di Giorgio Federico Ghedini e Alfredo Casella, si aggiunge ora questo lavoro con alcune delle più belle liriche tagoriane che, in questi anni di “riesame” del discusso finale di Turandot , a cinquant'anni esatti dalla scomparsa di Alfano possono configurarsi come “camera ottica” per una più ampia rilettura del compositore.
Un ringraziamento speciale ad Andrea Lanza, direttore della Biblioteca del Conservatorio di Torino, e a Rino Maione, che ha messo a disposizione molto materiale alfaniano e in particolare i manoscritti di T'amo, diletto mio e Il giorno non è più di sua proprietà. (Riccardo Piacentini)

Le liriche di Franco Alfano

Va subito detto che le Liriche di Franco Alfano (1875 – 1954) non van guardate come momenti marginali o addirittura come separati dal resto dei suoi lavori più elaborati epiù orgogliosi o intimidatori: opere teatrali, Sinfonie, Quartetti, etc.: sono forme stringatissime che adunano e affinano particolarissime virtù dello spirito e della materia musicale.
Sono l’ultima e più assoluta sintesi di concretezza espressiva e di magistero artigianale. Alfano stesso, invitato a presentare un concerto di sue musiche nella sala del Conservatorio di Napoli il 16 marzo 1953, disse: “Nella mia produzione le Liriche assumono un posto assai importante, niente affatto secondario a quello occupato dalle più complesse composizioni teatrali e sinfoniche.
Ho sempre pensato che una Lirica, una bella Lirica naturalmente, sta ad una Sonata, ad un Quartetto, ad una Sinfonia come un Sonetto sta ad un Poema”.
Tra i tanti poeti ai quali s’ispirò (Lamartine, Hugo, De Musset, Rilke) Alfano ebbe privilegiati rapporti con la poesia dell’indiano Rabindranath Tagore (1861 – 1941), autore anche di drammi, di saggi citici, di opere filosofiche e religiose, e perfino di quadri pittorici. Tagore è il poeta per eccellenza di Alfano. Nel corpus delle Liriche del musicista napoletano (una sessantina, circa) il nucleo più consistente è dato dai testi del poeta di Calcutta: ben 26.
Ciò conferisce ad Alfano una rilevanza tutta singolare e preponderante nella schiera dei compositori che attinsero alla poesia di Tagore: Janacek, Zemlinsky, Schönberg, Respighi, Frank Bridge, Pizzetti, Szymanowski, Mihlaud, Malipiero, Casella, Ghedini, Castelnuovo-Tedeschi e Ravi Shankar, per non citare che i più noti.
Alfano “fraternizza” con Tagore nell’unicità di quei sentimenti ove la gioia estatica dei sensi e la religione per la Natura formano un solo mito d’amore. Il loro connubio artistico avviene per trasfusione di spiriti, essendo entrambi sensisti e spiritualisti, come quelli ai quali il senso non è l’immediata “passione” ma la percezione di una passione che s’affida alla consolazione di un arcano sospirar d’amore che si può perfino scambiare come un modo di mistica invocazione.
L’amore fisico diventa amore per il trascendente e viceversa. Un erotismo giocato a mo’ del Canticum Canticorum dell’Antico Testamento. La sensualità dell’arte di Tagore e di Alfano nonè una sensualità allo stato primitivo e ferino, come spesso tale parola è detta con l’intenzione negativa, bensì una sensualità in cui si forma l’espressione contemplativa del senso: una sensualità avida di poesia e di musica, un che di astrale e magico che s’apre ad esprimere una liricità amorosa e stupita.
La poetica di Tagore è assetata di bellezza ed ebbra d’amore; i suoi desideri, errando per cieli platonici, hanno un senso quasi di preghiera: quello di comunicare col divino che è in ogni creatura.
Il suo lievito ispiratore è l’amore come culto di sentimenti e di voci che si beano di poesia in una celebrazione panteistica della vita, ora interrogando il mistero dell’essere, ora evocando la nostalgia delle cose, ora struggendosi in fremiti passionali. Nell’amore e nella natura Tagore ravvisa la traccia dell’Ente e dell’ Uno; nel finito l’Infinito. Alfano fu affascinato da questa mistica indiana che sta tra Teismo e Panteismo; restò folgorato dalla professione naturale di tanta altezza poetica non prima conosciuta e di tanta fede nei sentimenti umani.
Lyric of Love and Life è il titolo che Tagore diede alle sue poesie; e Alfano, che già stava per dar canti e armonia all’India di quel che sarà il suo capolavoro teatrale Sakuntala, dichiarò: “Mai mi sono sentito così tanto pieno di musica come nel mito umano e religioso dell’India”. In queste Liriche d’Amore e di Vita la poesia di Tagore si fa musica di Alfano, e la musica di Alfano si fa poesia di Tagore. La virtù poetica e quella musicale sembrano appartenere alla stessa anima. Il loro canto risale dall’ebbrezza dell’affetto terreno al senso mistico dello spirito, per cui non riesci a comprendere se è un canto d’amore o un canto religioso, né distingui se chi canta è un uomo o una donna, se è l’anima che cerca il divino o è la sposa che brama lo sposo. Il certo è che sia la poesia sia la musica bruciano di contenuto erotico, di quell’eros ch’è sì frequente nei mistici d’ogni tempo e luogo i quali, nella trascendente ricerca del divino, si esprimono a mo’ dell’amore sensibile terreno.
Le due sillogi poetiche tagoriane dalle quali Alfano selezionò ventisei testi sono: Gitanjali, cioè “Canti di offerta” (che potremmo definire anche “Raccolta di preghiere”) e il Giardiniere, cioè colui che coltiva la propria coscienza. Alfano si servì della prima traduzione italiana edita da Gino Carabba di Lanciano nel 1914-1915. La visione musicale di Alfano è un canto segreto che non comporta lunghi sviluppi e si svolge in un registro quasi sempre di tessitura centrale, senza mai spingere la voce ai limiti estremi, così come si conviene al lirismo platonico tagoriano. Inoltre, usa due procedimenti di costruzione musicale che a un punto si congiungono e rivelano l’unicità della
loro sorgiva. Il primo indulge più all’affetto melodico; il secondo, invece, s’impegna insistentemente a tramare strutture vocali e strumentali con inesorabile dottrina, talvolta con asprezze che però sempre chiudono e proteggono gamme di lirica commozione. L’uno esalta la cordialità della melodia; l’altro si carica del sublime accoramento che Alfano porta in sé e che rende più intenso e arcano il suo canto. Molte delle sue Liriche non sono ancora conosciute in tutta la loro dovizia inventiva. E sono difficili sia per la materia strumentale assai impegnata, sia per la concettosa virtualità del canto troppo assorto e dissimulato nel sottinteso lirico della fantasia e dell’ispirazione. Per Alfano l’addensata e tesa e lampante commozione lirica è uno dei modi connaturali della sua poetica, la tecnica stessa, se così può dirsi, della sua sensibilità. (Rino Maione)

 

Alcune recensioni del CD Liriche da Tagore

Da “Musica e Scuola” del 15 giugno 2005

“Continua l'attività, sia concertistica che discografica, del Duo Alterno [...] E' il caso delle intense “Liriche da Tagore” di Franco Alfano o dei bellissimi “Canti” di Alfredo Casella [...] o dei “Canti e Strambotti” del raffinato Giorgio Federico Ghedini. Tiziana Scandaletti e Riccardo Piacentini sono due interpreti specializzati in questo tipo di repertorio [...] Un sicuro punto di riferimento nel panorama della musica moderna e contemporanea, il Duo Alterno porta [...] in tutto il mondo [...] una letteratura del Novecento che altrimenti rimarrebbe nel cassetto.” (Michele Gioiosa)

Da "Ópera Actual" di maggio 2005

“[...] grande e logica ["poderosa y logica"] coerenza stilistica [...] Il soprano Tiziana Scandaletti offre una linea vocale solida che [...] trasmette tutta la sensualità di un linguaggio estremamente personale ed espressivo. Riccardo Piacentini asseconda la sua felice interpretazione con un impeccabile accompagnamento pianistico che, nonostante l’evidente difficoltà, concentra una grande diversità idiomatica e varietà di registri. La bella compenetrazione tra i due interpreti permette di conoscere ampiamente un linguaggio cameristico a volte un po’ sconcertante e imprevedibile, ma straordinariamente attraente, di un autore che merita di essere riscoperto.” (Vladimir Junyent)

Da “Hortus Musicus” di aprile-giugno 2005

“Dopo aver affrontato il repertorio vocale da camera di Ghedini e di Casella, i due interpreti del Duo Alterno offrono con questo CD un prezioso tassello alle loro ricerche, presentando una silloge di liriche su testi di Tagore (comprese due pagine inedite) di Franco Alfano [...] Che si tratti di una proposta di grande interesse culturale non v'è dubbio [...] Il soprano Tiziana Scandaletti e il pianista Riccardo Piacentini hanno affrontato questo inconsueto repertorio con la ben nota perizia e adesione stilistica: ogni lavoro è stato così tradotto mettendo compiutamente a fuoco le potenzialità espressive dei singoli brani attraverso una cura delle dinamiche assolutamente degna di ogni elogio (oltre ad una coesione conseguita con altrettanta coerenza e rigorosità) [...] Piacentini [...] ha dato prova di superiore eleganza, sensibilità e raffinatezza. Un esito artistico [...] di notevole livello, tale da rendere pienamente giustizia ad un corpus creativo meritevole di maggiori attenzioni da parte di studiosi ed esecutori, attenzione che contribuirebbero a rendere meno ripetitivi e monotoni i programmi delle stagioni concertistiche nostrane [...]” (Claudio Bolzan)

Da “l'Opera” di marzo 2005

“Ben noto per la cura e la serietà filologica con cui ormai da anni si dedica alla risoperta e alla rivalutazione del repertorio del nostro Novecento cameristico, il Duo Alterno di Torino propone un nuovo itinerario musicale alla scoperta di un compositore purtroppo noto ai più solo per aver terminato l'ultimo capolavoro pucciniano. Dopo i CD dedicati a Casella e Ghedini, tocca dunque a Franco Alfano con la proposta di quattordici liriche da camera [...] Il tutto impreziosito dalla proposta di ben due brani registrati grazie al recupero di manoscritti inediti [...] Descrivere in poche righe un rapporto complesso e sofisticato come quello che si intreccia tra la musica di Alfano e i testi di Tagore è impresa quasi impossibile [...] possiamo dire che questo CD ci restituisce un Alfano intimo, coraggioso, grande sperimentatore mai banale. Dalla voce, qui scaldata dal bel timbro di Tiziana Scandaletti, il compositore napoletano pretende una narrazione chiara, incalzante [...] Al pianoforte spetta quindi il non facile compito di avvolgere tali racconti con la delicatezza di un velo intessuto di suoni raffinati e di atmosfere esotiche: obiettivo ben centrato dal pianista Riccardo Piacentini [...]” (Enrico Ercole)

Dal “Corriere del Teatro” di dicembre 2004

“[...] E' con grande eleganza che il duo torinese affronta le pagine di Alfano [...] Ammirevole la ricercatezza timbrica [...] di ‘Parlami amor mio’ che Tiziana Scandaletti evidenzia con grande gusto ed appropriatezza di accenti o ancora lo stornellante “Giorgio per giorno• con il canto che si muove per lo più nel registro acuto ed il suo argentino carillon pianistico reso con grande charme dal sostegno di Riccardo Piacentini. Un bel compact che regala 50 minuti di intense emozioni grazie alla vocalità duttile della Scandaletti attenta a conferire significato alle più riposte valenze del testo, abile nel trascolorare dalle accensioni a tratti drammatiche di ‘Mamma il giovane principe’ alle delicate rarefazioni di numerose altre pagine, dalla passionalità effusiva di ‘T'amo diletto mio’, pagina fitta di incursioni nell'acuto sostenuta da un denso tessuto pianistico, alle venature nostalgiche di ‘Sì, lo so’. Merita sottolineare la bellezza di tocco di Piacentini, diafano e iridescente ove occorre, ma capace anche di sonorità possenti in quei momenti (e sono molti) in cui lo strumento è in perfetta simbiosi espressiva con la voce. [...] un CD che si raccomanda caldamente a quanti amano la voce in tutte le sue proteiformi coniugazioni ed a chiunque desideri esplorare l'universo inesauribile della vocalità: vocalità non facile, quella richiesta dalla scrittura di Alfano, che pure la Scandaletti affronta con sicurezza e passione, giocando sulle sfumature timbriche come sulle assorte mezze tinte del registro centrale, ma sfoderando anche acuti poderosi dove necessita e pure lontanissimi, come si conviene, per stile e significato drammaturgico dalla vocalità del teatro lirico che cosa ben differente. Un CD insomma che presuppone cultura ed intelligenza interpretativa, dietro al quale si intuisce un lungo lavoro di studi e di interiorizzazione per restituire al meglio un lascito tutt'altro che trascurabile o secondario [...]” (Attilio Piovano)

Da “Suono” di novembre 2004

“[...] interpreti di eccezione che hanno ispirato tra gli altri Giacomo Manzoni e Ennio Morricone. Tiziana Scandaletti interpreta con grande musicalità le liriche di Alfano. La voce è morbida, sicura dei propri mezzi espressivi. Il fraseggio è elegante, l'interpretazione accurata e ricca di colore. Riccardo Piacentini accompagna il canto al pianoforte nel rispetto della linea melodica e attento a sottolineare ogni sfumatura espressiva. [...] un'esecuzione raffinata che regala un'ora di emozioni [...]” (Paola Raschi)

Da “©arnet” di novembre 2004

“[...] Nuova Era [...] aggiunge al suo catalogo questa prima mondiale di Alfano, affidata alla voce di Tiziana Scandaletti e al pianoforte di Riccardo Piacentini, brillantissimo duo che si dedica al repertorio vocale-pianistico del '900 italiano [...]” (Luciana Fusi)


 

  
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Strada degli Alberoni 12/22, 10133 Torino (Italia)
rgauche@arpnet.it
 
Copyright © 1998, Rive-Gauche Concerti
Data di creazione 19 marzo 2004
Ultimo aggiornamento 6 ottobre 2005
 
 
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