La prima parte dell'indagine è volta a mettere in evidenza dati ed aspetti caratteristici della situazione attuale e delle prospettive future nelle varie aree che compongono il mondo della comunicazione commerciale. Di seguito, quindi, saranno osservate le diverse condizioni nelle quali operano i settori della pubblicità classica, delle promozioni e del direct marketing, strumenti appartenenti alla cosiddetta area allargata, ed, infine, delle televendite, di recente apparizione sullo scenario classico.
Il punto di partenza per l'esame di ciò che sta accadendo nell'ambito pubblicitario classico è il grafico qui riportato. In esso, tratto da uno studio Astra-Intermatrix sul futuro della pubblicità, è rappresentato il trend degli investimenti del settore per il periodo 1985-1997, investimenti effettuati su quotidiani, periodici e televisione.
Secondo questa ricerca, l'investimento televisivo passerebbe da una quota di circa 2000 miliardi del primo anno di riferimento ad una cifra pari circa a 5500 miliardi, previsti quale stanziamento per il 1997. La somma in questione risulterebbe superiore del 60% rispetto agli investimenti nell'area della carta stampata. Alla crescita registrata nel mezzo televisivo si porrebbero in contrapposizione le difficoltà nell'area dei periodici (i cui valori previsti per il '97 sarebbero addirittura inferiori di un 20% rispetto al 1991) e l'andamento oscillante nel caso dei quotidiani (che si assesterebbero attorno ad una cifra di poco superiore ed in alcuni casi inferiore ai 2000 miliardi).
Dal panorama così delineato derivano alcune riflessioni:
Sulla scorta di queste due premesse va ricordato che il settore della pubblicità classica si sta ponendo comunque come estremamente aperto alle novità, soprattutto derivanti dall'innovazione tecnologica. Sempre più numerosi sono, infatti, gli operatori dell'area che avvertono la necessità di nuove tecnologie, in risposta a nuove teorie di marketing basate sull'ipercompetitività e su una esasperata corsa alla 'dimostrazionè dei benefici oggettivi dell'investimento pubblicitario.
Ovviamente in questo universo e, più in generale, in quello della comunicazione commerciale, il contatto riveste una fondamentale importanza. Parrebbe allora opportuno segnalare, tra i vari indici di valutazione del contatto e delle sue qualità, il costo-contatto.
Quest'ultimo è una misura convenzionale per stabilire quanto costa raggiungere una persona, appartenente ad un determinato target, attraverso l'impiego di un certo mezzo pubblicitario. Questo indice è la risultante del rapporto tra la tariffa di uno spazio pubblicitario e la quantità di persone che lo stesso riesce a raggiungere.
Con riferimento alla tabella sottostante, se si pone costo 10 per la TV e si opera un confronto tra questa e gli altri mezzi, si nota come il costo contatto sale notevolmente se ci si pone di fronte alla stampa quotidiana ed, ancor di più, a quella periodica.
Va tuttavia precisato che tali dati devono essere accettati con molta cautela, trattandosi di stime approssimate data la mancanza di precisi strumenti di calcolo. In sostanza, proprio per la mancanza di questi, restano al momento senza risposta le questioni relative all'incidenza del contatto ed a come è possibile misurare un ritorno. In futuro è quindi auspicabile che proprio attraverso l'utilizzo dei nuovi mezzi, si possa giungere a fornire elementi più precisi in materia.
In riferimento al grafico precedente, sempre estrapolato in termini di dati dallo studio citato di Astra-Intermatrix, si osservi il trend degli investimenti in promozioni (sconti, regali, concorsi, ecc.) ed in direct marketing (direct mail, direct response, telemarketing). Questi mezzi, secondo gli specialisti, sono in costante crescita e, sempre a loro detta, quadruplicheranno il loro valore nel periodo 1985-1997.
Sempre secondo molti esperti, l'evoluzione positiva si legherebbe ad alcune caratteristiche specifiche dei mezzi in oggetto.
Questi strumenti (in particolare modo le varie forme di direct marketing) garantiscono flessibilità, ritorni misurabili e selettività, ad esempio nel lancio di nuovi prodotti verso bersagli mirati, nella selezione dei clienti migliori, nella creazione di nuovi canali di vendita ed, ancora, nel proporre azioni specifiche in risposta al feedback del mercato.
In sintesi, da quanto affermato, deriva che le azioni sono in gran parte misurabili nei loro effetti ed in grado di produrre risultati immediati, non proponibili nel campo della pubblicità classica.
Queste considerazioni fanno si che venga superata la convinzione che valuta gli investimenti dell'area allargata come semplici operazioni di bancarella e che, quindi, vedono l'inserimento di questi strumenti in un'ottica integrata nel piano di comunicazione aziendale e non più in una prospettiva tattica, come capitava soprattutto a proposito delle promozioni.
Lo scenario finora delineato lascia trasparire una crescente integrazione tra gli strumenti, nonché un arricchimento nei mezzi per la comunicazione commerciale. Su questo sfondo, a completamento ed a conferma di ciò che è stato appena affermato, si inseriscono forme inedite per il nostro mercato come le televendite. A dimostrazione del fatto che il settore delle televendite in Italia è in fase d'introduzione, è interessante analizzare compara-tivamente il panorama statunitense e quello del nostro paese sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo (cfr. le rispettive tabelle nelle pagine seguenti). Sotto il primo aspetto, negli USA si possono osservare abbastanza chiaramente tre elementi:
Ma volgiamo ora lo sguardo a ciò che accade in Italia.
Le differenze di consistenza emergono poi anche sotto il profilo quantitativo.
In ogni caso, va ancora una volta rimarcato che i dati relativi allo sviluppo delle televendite in Italia devono essere presi con molta cautela, non essendo stati rilevati realmente e riferendosi ad un fenomeno da noi appena nato e quindi difficile da decifrare con precisione nella sua futura evoluzione.
È stato delineato brevemente il quadro esistente e il prevedibile andamento del mercato della comunicazione commerciale. Dai dati esposti emergerebbe un tratto di fondo: esso sarebbe sempre più complesso e variegato ed, inoltre, condizionato in misura crescente da fattori non solo economico-sociali, ma anche politici e tecnologici. E proprio l'analisi di questi ultimi costituisce naturale sbocco di questo primo intervento.