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La convergenza tecnologica

di Andrea BOSSO

Per riuscire a competere efficacemente è necessario disporre delle informazioni giuste al momento appropriato. Dopo il telefono - a tutt’oggi lo strumento principe per scambiare informazioni - il computer, e le sue evoluzioni, permettono forme di distribuzione delle informazioni e di commercio straordinarie, che aprono possibilità di business non solo per i grandi giganti dell’economia. Il capitolo illustra questo scenario e quali sono le intenzioni del paese leader mondiale, gli Stati Uniti.

Lo scenario tecnologico

Nella maggior parte dei casi, la tecnologia viene vista come qualcosa di astratto che entra improvvisamente nella vita di tutti i giorni per rivoluzionarla. La tecnologia, viene insegnato nelle università, è una variabile esogena che permette di abbattere i costi oppure di introdurre nuove opportunità di business.

Ovviamente le cose non sono così semplici.

Il percorso che una nuova tecnologia compie è spesso molto lungo e non sempre le potenzialità offerte vengono comprese dal mercato.

Le autostrade elettroniche, mezzi attraverso i quali le informazioni possono giungere nelle nostre case, non sono una novità degli ultimi mesi, contrariamente a quanto l’interesse dimostrato dai media potrebbe far pensare. Esistono, in varie forme, da alcuni anni, nel caso di Internet si parla addirittura di decenni. La novità, ancora una volta fornita dalla tecnologia, sta nella possibilità di fare viaggiare su queste autostrade vari tipi di informazioni contemporaneamente, lasciando all’utente la possibilità di decidere quali sono i messaggi di suo interesse e di influenzarne il contenuto.

A questo proposito, è necessaria una piccola precisazione. La parola informazione va intesa nel senso più ampio possibile: è informazione un telegiornale, un catalogo con immagini e suoni, un film, un bilancio, i risultati delle partite di calcio.

La convergenza digitale

Analizziamo le possibilità tecnologiche utilizzando la figura, che mostra l’andamento del settore a livello macroeconomico, per settori industriali.

I settori coinvolti in questa rivoluzione sono tre e sono rappresentati da cerchi: in alto i fornitori di informazioni, cioè i tradizionali media, che vengono raggruppati nel cerchio contenuti. In questo cerchio ci sono ad esempio film, documentari, articoli di giornali, libri e musica.

A sinistra troviamo il cerchio forma, che rappresenta la macchina che ci permette di utilizzare i contenuti, cioè vedere animazioni, leggere notizie e ascoltare musica. Tecnicamente è un computer, ma l’aspetto esteriore potrà essere molto differente. Ad esempio, molti videogiochi da casa non hanno nulla da invidiare ad un computer dell’ultima generazione.

Questa possibilità permette di raggiungere le case dei cosiddetti tecnofobi, i quali non sono interessati a possedere un computer (anzi, talvolta ne sono spaventati), ma che possiedono e utilizzano un videoregistratore oppure uno stereo, entrambi apparecchi che potrebbero con poche modifiche entrare nel cerchio forma.

Abbiamo i contenuti e la forma, ora il problema è fare arrivare i contenuti alla forma, in ultima analisi, nelle case.

Questo è il compito del terzo cerchio: la distribuzione. Chiunque abbia dei cavi, di qualsiasi tipo, potrebbe diventare distributore. I più grossi protagonisti sono le aziende di telecomunicazioni, ma non bisogna scordare, ad esempio, le TV via cavo.

La possibilità di digitalizzare qualsiasi tipo di informazione, film, musica e testo ha portato ad un naturale avvicinamento di questi tre cerchi: si parla di convergenza digitale. Il ragionamento seguito è questo: visto che è possibile trasformare un film in una serie di bit, perché non si spediscono queste informazioni all’utente? Lui potrà decidere, proprio come si fa al computer, quali ricevere e quali no.

La parte che vediamo al centro è quella che viene oggi chiamata la TV-I, che riunisce le caratteristiche di tutti e tre i settori industriali.

È comprensibile che, partecipare a questo grande mercato stimato in 3.000 miliardi di dollari entro il 2012, cioè entro 17 anni, le aziende di un cerchio tentino ad ogni costo di collaborare con quelle degli altri cerchi.

Spesso questo tipo di scenario viene brevemente indicato come Autostrada digitale, cioè un sistema attraverso il quale le informazioni “viaggiano” fino all’utente. In realtà il problema è direttamente connesso con il cerchio Distribuzione (l’autostrada), ma ormai è utilizzato per descrivere tutto il ventaglio di possibilità che si affacciano.

Detto molto semplicemente, una autostrada digitale è il mezzo (non necessariamente costituito da una sola tecnologia) con il quale si distribuiscono informazioni digitali in una data area (nel caso citato l’America, ma sempre più spesso si ragiona con un’ottica tendenzialmente planetaria).

In realtà una buona parte dell’autostrada elettronica esiste già e può raggiungere (in teoria) la casa o l’ufficio di gran parte degli abitanti del pianeta: tutti, infatti dispongono almeno di un telefono, che, pare, potrà essere, almeno in parte dell’Europa, il mezzo più probabile per contattare i potenziali utenti.

Negli Stati Uniti, decisamente più avanzati rispetto al resto del mondo, il 60% delle case sono già collegate con la TV via cavo ed il 90% delle case ha un cavo che passa nell’isolato, perciò facilmente cablabile. Questo probabilmente sarà il mezzo primario per realizzare le autostrade elettroniche.

Attualmente le informazioni giungono alle persone attraverso due tipi di mezzi: l’etere (televisione e telefoni cellulari) e via cavo (telefoni tradizionali e televisioni via cavo), ma se è vero che lo spazio nell’etere è limitato, è giusto che questo venga utilizzato da chi ne ha veramente bisogno, il telefono e le comunicazioni radio ad esempio. Per tutti i mezzi portatili è necessario non essere collegati ad un cavo. Si capisce, allora, che un mezzo che sta fisso in salotto, come il televisore, può venire benissimo collegato ad un cavo.

Nei prossimi anni vedremo quindi il consolidarsi di una inversione, profetizzata alcuni anni fa da Nicholas Negroponte: il telefono passerà dal cavo all’etere e la televisione, e la sua evoluzione, dall’etere al cavo.

Attualmente gli utenti della data highway devono avere un computer per poter scambiare dati in forma digitale, ma in futuro utilizzarne uno così come adesso lo intendiamo (monitor e tastiera) non sarà necessario: si potrà, ad esempio, utilizzare un semplice telecomando.

Centinaia di miliardi di dollari, privati e pubblici, saranno necessari, nel prossimo decennio, per intrecciare un sistema di comunicazioni mondiale.

Chi beneficerà di questo investimento? Per gli utenti “business” le autostrade digitali (ma tendenzialmente si dovrà parlare di una sola autostrada che unisce tutto il mondo) rappresentano un sogno finora proibito: un sistema per raggiungere facilmente ed economicamente milioni di clienti e fornitori, per contattare più efficacemente i dipendenti, recuperare informazioni che possono servire per un prodotto vincente. Le applicazioni permesse dall’autostrada, come ad esempio la videoconferenza, la condivisione di documenti o la posta multimediale, possono ridurre drasticamente le spese di viaggio e incoraggiare il lavoro mobile. Queste, è bene ricordarlo, sono solo una piccola parte delle opportunità che una rete di comunicazione di questo genere offre.

Ovviamente, ci sono “piccoli” disaccordi su come questa grande autostrada dovrà funzionare.

Gli “attori” desiderosi di creare la data highway - compagnie telefoniche, TV via cavo, costruttori di computer, fornitori di contenuti da trasmettere (editori, operatori televisivi e cinematografici, servizi on-line) e la comunità Internet - portano al tavolo tecnologie differenti e diversi punti di vista. Ovviamente queste differenze influenzano anche la forma che potrebbe avere il prodotto finale.

Se ad ognuno di questi si chiede che forma avrà l’autostrada digitale, si riceveranno risposte molto differenti tra loro, coincidenti, guarda caso, con i piani strategici dell’azienda.

Che cosa sarà?

Una volta digitalizzato il messaggio, cioè trasformato in una serie di numeri, questo è pronto per essere spedito. Una serie di numeri, appunto, viene trattata dal computer sempre allo stesso modo. Il fatto che questi numeri rappresentino una voce, un’immagine oppure un suono, semplicemente non importa.

Da una decina d’anni utilizziamo la digitalizzazione nel campo musicale. Il CD non è altro che il contenitore di questa digitalizzazione, è il mezzo sul quale sono “stampati” una serie di numeri, proprio come un concetto è stampato sulle pagine di un libro. Nulla, se non il tempo necessario, impedisce di fare passare questo concetto attraverso i fili del telefono, leggendolo all’altra persona. La tecnologia disponibile oggigiorno abbatte drasticamente i tempi di trasmissione dell’informazione.

L’ossatura principale (in inglese la backbone, cioè la dorsale) dell’autostrada digitale userà tutti i sistemi di comunicazione per larghe aree oggi conosciuti, incluse le fibre ottiche (le migliori per svolgere questo tipo di compito), i satelliti e le microonde. Gli utenti si collegheranno alla dorsale usando i cavi telefonici, i cavi coassiali delle TV via cavo, fibre ottiche e l’etere. Tutti i dati che l’utente richiederà saranno depositati su computer chiamati server, che saranno computer di tutte le classi e dimensioni. Gli utenti, infine, spediranno e riceveranno le informazioni con i mezzi più disparati, da normali computer a portatili, da televisioni appositamente modificate a una nuova generazione di telefoni detti intelligenti includendo in questa rassegna anche strumenti del tutto innovativi come i PDA (Personal Digital Assistant), una specie di taccuino-agenda-fax digitale portatili.

Come si può notare, di carne al fuoco ce n’è, forse troppa.

Analizziamo, cercando di chiarire un poco le idee, i vari mezzi candidati a trasportare il traffico di informazioni.

Il progetto americano: un’amministrazione moderna alle spalle

A fine gennaio 94 il presidente Clinton, parlando al Congresso nel discorso dello Stato dell’Unione, ha sottolineato la necessità di approvare le nuove norme sulle telecomunicazioni entro la fine dell’anno. “Sarà anche necessario - ha detto - lavorare con le industrie private affinché ciascuna classe, ciascuna clinica, ciascuna biblioteca, ciascun ospedale in America sia collegato in un’autostrada informatica nazionale entro l’anno 2000".

Non sono state poche le difficoltà trovate fino ad oggi da questa amministrazione lungo la strada della riforma delle telecomunicazioni per l’era della Convergenza Digitale, la Digital Collision.

Oggi è chiaro che lo scopo dell’amministrazione non è quello di progettare il futuro mercato dell’informazione, bensì di fornire i principi che modelleranno detto mercato, quindi di fornire le regole per guidare la difficile transizione verso un mercato delle informazioni aperto. In questa direzione l’amministrazione Clinton/Gore si impegna a garantire, durante la transizione, la disponibilità, il costo contenuto e la diversità delle informazioni e delle tecnologie informatiche man mano che le forze del mercato rimpiazzano regole e modelli giuridici che non sono più appropriati.

La National Information Infrastructure, o NII, porterà in milioni di case, secondo le idee dell’amministrazione statunitense, informazioni che arricchiranno la vita economica, sociale e politica della gente. Innanzitutto lo scopo principale dell’iniziativa legislativa di cui il Vicepresidente Albert Gore è paladino è fare in modo che questa tecnologia venga utilizzata per promuovere l’educazione, la sanità e l’accesso alle informazioni .

L’iniziativa legislativa di cui parliamo parte dall’assunto che nuove tecnologie e forze di mercato hanno portato alla convergenza di industrie delle comunicazioni in passato separate, e che questa nuova convergenza necessita di un nuovo programma che permetta agli USA di rimanere leader dell’era informatica.

L’infrastruttura viene quindi considerata vitale per la pubblica utilità perché:

L’iniziativa legislativa promuove ciò che viene indicato come una rete interattiva a banda larga, ovvero una rete che permette a vaste quantità di informazioni di viaggiare in entrambe le direzioni.

Il progetto di autostrada elettronica nelle intenzioni del governo americano deve rispondere ai seguenti requisiti:

Nel piano dell’Open Platform, un elemento che viene preso particolarmente in considerazione è il decodificatore. Oggi gli utilizzatori pionieri dell’autostrada elettronica, coloro i quali utilizzano MClink, Internet, Compuserve, e gli oltre 50.000 BBS nel mondo, fanno affidamento su personal computer come loro strumenti primari per l’accesso. Domani, la maggior parte di quelli che utilizzeranno l’infrastruttura informatica dipenderanno da un elettrodomestico informatico consumer, molto probabilmente un’evoluzione degli attuali decodificatori per pay TV. Invece di selezionare soltanto i canali, servirà ad avere accesso ad una quantità di servizi interattivi.

Affinché questi servizi si possano sviluppare per soddisfare la varietà dei bisogni degli utenti, si considera critico che questi decodificatori intelligenti, praticamente dei computer multimediali, vengano progettati secondo standard aperti (come ad esempio il VHS: tutti i produttori di videoregistratori sono in concorrenza su uno stesso standard disponibile liberamente a tutti). Proprio come nel mondo dei personal computer, gli standard aperti porteranno sempre più alla nascita di applicazioni innovative. Gli standard chiusi, invece, daranno agli operatori di reti la possibilità di frustrare lo sviluppo di nuove applicazioni, con detrimento per gli utenti finali.

La forma

Vediamo ora le tecnologie disponibili a tutti coloro che già oggi desiderano avere una piccola visione di questo futuro.

Le tecnologie disponibili oggigiorno sono principalmente due: il computer, collegato alla linea telefonica, ed i videogiochi. La televisione Interattiva avrà delle caratteristiche prese da entrambi.

Con un computer allacciato alla linea telefonica è possibile utilizzare due tipi diversi di servizi, dalle caratteristiche ben diverse: la rete Internet ed i servizi On Line. Trascurando le caratteristiche tecniche generali, considereremo solo quelle inerenti il commercio di beni e servizi.

Analizziamo brevemente le caratteristiche di Internet: una rete nata per scambiare dati tra le università, che solo recentemente si è aperta alle aziende private.

In questo momento Internet sta vivendo una fase di passaggio: da struttura di servizio per un numero relativamente ridotto di ricercatori è diventata una rete mondiale che offre servizi a 30 milioni di utenti (in crescita dell’otto per cento al mese). L’esigenza di connessione da parte di operatori commerciali, inizialmente multinazionali (per scambiare posta elettronica tra le varie sedi), ma ormai da parte di imprese di ogni dimensione, ha fatto nascere una prima generazione di fornitori di accesso ad Internet che accettano traffico a scopo di lucro (assolutamente vietato sulle reti a scopo di ricerca). Questo, insieme alla disponibilità di interfacce grafiche amichevoli verso l’utente e all’apparizione di servizi sempre più sofisticati, ha innestato un circolo (non è ancora chiaro se virtuoso o vizioso) attuale: Internet è considerata il settore in maggior crescita nell’information tecnology, per cui nessuno vuole rimanerne fuori, a cominciare dalle grandi compagnie telefoniche (vedi gli accordi Sprint-France Telecom-Deutsche Telekom, Bt-Mci, Unisource-At&T).

I problemi nascono proprio dalle origini “di ricerca” di Internet. L’estrema libertà di scambio di informazioni, vitale per le università ed i centri di ricerca, impedisce di controllare la qualità di ognuna di esse: in parole povere se tutti possono liberamente dire ciò che pensano, non necessariamente tutti diranno cose sensate. O, nel caso del commercio, nessuno può garantire la serietà del negozio che mi trovo di fronte.

Questo è un grosso problema, poiché, specie all’inizio, il consumatore si avvicinerà a questo tipo di acquisti con una certa diffidenza, e se non troverà da parte del negoziante la massima serietà, si allontanerà da questo tipo di acquisti.

Oltre a ciò Internet offre vantaggi non trascurabili: tutti i suoi utenti sono già dotati di un computer e quindi sono già in grado di ricevere informazioni di vario genere, inclusa la televisione interattiva. A questi utenti, perciò, non si richiede di adattare la propria televisione con un nuovo apparecchio (come sarebbe nel caso delle televisioni via cavo) ma semplicemente di pagare per le informazioni ricevute. A ciò si va a sommare il fatto che gli utenti sono in qualche modo già “addestrati” ad utilizzare questo tipo di tecnologie, non così per il normale telespettatore, che spesso trova un’operazione ad alto contenuto scientifico programmare il videoregistratore.

Va detto che la capillarità di Internet, 30 milioni di utenti in tutto il mondo, sta spingendo molte aziende a colmare i difetti, in particolare la scarsa sicurezza.

Il numero di computer, e quindi di potenziali utenti, sta crescendo esponenzialmente: il 1994 è stato l’anno in cui, negli USA, il numero dei computer venduti per il mercato casalingo ha eguagliato quello del mercato business, e nel 1996 il numero di PC supererà quello dei televisori.

Sempre negli Stati Uniti, nel 67% delle case si possiede o si prevede di acquistare un computer.

Il problema sta nell’altra parte della percentuale. In una ricerca di Odyssey, pubblicata sul numero di settembre 94 da Fortune, si prevede che il 90% dei non-utenti di PC “molto difficilmente” cambierà il suo status.

Vediamo ora le caratteristiche dei Servizi On Line, un servizio che viene organizzato da un proprietario, a scopo di lucro. Per accedere a questo servizio pago un abbonamento e così fanno tutti coloro che vogliono vendermi qualcosa. L’organizzatore del servizio garantisce (qui sta la grande differenza rispetto ad Internet) la serietà di tutti gli inserzionisti, da una parte, e la solvibilità degli utenti dall’altra, i quali, per poter utilizzare il servizio, devono possedere una carta di credito.

Questi due tipi di servizi sono comunque accomunati dal fatto di essere utilizzabili esclusivamente da chi ha un computer.

Questi sono i pregi e difetti della soluzione computer + telefono che è caratteristica comune sia di Internet che dei servizi online.

I videogiochi, d’altro canto, hanno le caratteristiche che ai computer mancano: assoluta semplicità. Non è necessaria alcuna conoscenza di tipo informatico. Questa è una caratteristica che la TV-I dovrà avere se vorrà conquistare il mercato. Non tutti hanno la necessità di utilizzare un computer, per costoro la soluzione verrà da una tecnologia simile a quella dei videogiochi, dove la conoscenza tecnica necessaria è limitata all’inserimento di una spina nel televisore e l’altra alla corrente elettrica.

Da queste due tecnologie nasce la TV-I.

La Televisione Interattiva, finalmente

La televisione Interattiva permetterà agli utenti di selezionare, proprio come si fa al computer, quali sono le informazioni che ci interessano e, se necessario, di richiedere approfondimenti su un argomento.

In ogni caso chi comanda è l’utente.

Attualmente l’unica possibilità data al telespettatore è quella di cambiare canale. La rete televisiva decide che cosa, secondo gli esperti, il pubblico apprezza e cerca di accontentarlo. Essendo la programmazione degli spettacoli fissa, il cosiddetto palinsesto, bisognerà sacrificare gli interessi di alcuni per soddisfare una presunta maggiore platea.

L’applicazione che sembra più vicina in termini di tempo è il Video On Demand, cioè la facoltà di poter ordinare dei film direttamente a casa nostra. Io decido che film vedere e quando. Posso pagare il prezzo intero oppure, se accetto la pubblicità, un prezzo ridotto. Posso decidere di vedere il telegiornale di una settimana fa oppure un documentario che spiega l’evoluzione della specie pincopallino (che attualmente, se trasmesso, lo sarebbe intorno alle due di notte).

Immaginate di avere a disposizione l’accesso ad una enorme videoteca e agli archivi delle più importanti televisioni del mondo. L’accesso, lingua permettendo, sarà a livello mondiale, poiché, una volta digitalizzato, il messaggio può essere spedito con una modica spesa in qualunque parte del mondo. Chi ha accesso ad Internet conosce bene questa incredibile possibilità: ricuperare una informazione a Pisa piuttosto che in Australia è assolutamente indifferente sia in termini di costo che, traffico permettendo, in termini di tempo.

Questa è una delle applicazioni più banali della interattività, cioè della capacità dell’utente di “spiegare” al fornitore di informazioni quali sono i suoi gusti e che cosa desidera gli sia offerto.

La possibilità che più affascina tutti, produttori e consumatori, è il commercio elettronico . Si potrebbero svolgere gli acquisti più noiosi e ripetitivi, quelli che non danno più nessuna emozione, senza muoversi da casa in modo da guadagnare tempo prezioso. Oppure si potrebbe acquistare un prodotto che non è disponibile vicino a casa, oppure avere un prezzo migliore... Gli esempi possono essere molti. Altre interessanti possibilità che la TV Interattiva permetterà sono l’istruzione a distanza, i giochi a più persone...

Abbiamo visto che, con il computer collegato al telefono, è possibile già adesso accedere ad informazioni in tutto il mondo.

Con la TV I il concetto di palinsesto, l’orario con cui gli spettacoli sono programmati, scomparirà, per essere sostituito da quello di offerta di informazioni. Tutto è disponibile, io devo decidere se e quando vederlo.

Ma chi ha il tempo di analizzare tutte le nuove uscite?? Chiunque prova un senso di smarrimento quando, ad esempio, entra all’interno di una videoteca o di una libreria senza avere una idea precisa di cosa comprare.

Avere poca scelta deprime, averne troppa scoraggia. Ed è per questo che spesso ci si rivolge al libraio di fiducia, oppure, inconsciamente, alla pubblicità: per sfoltire l’offerta e per semplificare e sveltire la scelta.

Chi ha già sperimentato le meraviglie di Internet conosce bene questo problema: spesso il problema non è rappresentato dalla penuria di informazioni, ma dall’opposto. Non si ha fisicamente il tempo, ne la voglia, di analizzare tutta la mole di documenti disponibili. Si prova nostalgia della familiare figura del libraio, che funge da guida nel mare di libri (informazioni) disponibili, filtrando solo quelli che soddisfano i nostri gusti.

Nel caso della Televisione Interattiva, ci vorrebbe un persona che guarda 24 ore su 24 le nuove uscite e che conosce perfettamente i miei interessi e mi avvisa se c’è qualcosa che fa per me. Una specie di critico personalizzato che, appena accendo la televisione, mi informa se è uscito un film d’azione, un documentario sulla Bosnia, il bilancio di un concorrente e tutto ciò che mi potrebbe interessare.

Il concetto è allo studio e sono disponibili i primi prototipi.

Il suo nome è Agente, inteso in maniera letterale, cioè come colui che agisce in vece nostra.

Tecnicamente, sarà un programma che osserva il nostro comportamento e, una volta assimilatolo, cercherà di anticiparlo. Immaginate di avere un maggiordomo che vi osserva tutti i giorni. Come i nobili sanno, il perfetto maggiordomo è quello che riesce ad anticipare i desideri del suo padrone senza essere invadente. Questa dovrà essere una caratteristica base dell’agente.

Chi utilizza, sul proprio computer, un programma di scrittura o un foglio elettronico dell’ultima generazione prova quotidianamente la sensazione di smarrimento che si prova in libreria: i comandi disponibili sono troppi, molti dei quali inutili, e spesso si rinuncia a conoscere le caratteristiche dell’ultima versione, utilizzando sempre gli stessi comandi disponibili da anni. L’utente non si accorge di un vero miglioramento del programma da una versione all’altra, se non per l’enorme ammontare di spazio occupato su disco. Il margine di sviluppo non è quindi visto in un ampliamento delle funzioni, che sono già adesso troppe, ma in una semplificazione nell’uso delle stesse. Si incominciano finalmente a vedere degli aiutanti che, poco per volta, spiegano le novità e aiutano a correggere comportamenti sbagliati.

Un grosso passo avanti è fornito dalla guida fornita con gli ultimi computer: si ha disponibile una guida attiva, che suggerisce come ovviare ai problemi più comuni.

È chiaro che questo tipo di tecnologia è agli albori, ma comunque fornisce prospettive interessanti.

Legato a queste eccitanti possibilità vi è una minaccia: cosa succederebbe se questo agente, invece di limitarsi a fare il maggiordomo efficiente, si trasformasse in una spia e passasse le nostre informazioni personali alle aziende? Sarebbe come se qualcuno piazzasse una telecamera in casa nostra e osservasse il nostro comportamento. Oppure se le scelte effettuate per noi dal nostro agente fossero influenzate dalla pubblicità? Come sempre, a nuove eccitanti possibilità sono contrapposti rischi, l’altra faccia della medaglia. I progettisti sono consci di questi problemi e stanno cercando di ovviarli. D’altronde anche il comune telefono aveva, ed ha tuttora, alcuni inconvenienti, che, però, non gli hanno impedito di imporsi. Basti ricordare che, quando il telefono era stato proposto come mezzo di comunicazione di massa, in Inghilterra (e dove, altrimenti?) si era prontamente formata una associazione che si opponeva fieramente a questa tecnologia. La loro giustificazione era molto semplice: “ogni volta che rispondiamo al telefono è come se facessimo entrare in casa qualcuno che non conosciamo e che non ha bussato”.

Un’ultima riflessione riguarda i contenuti. Purtroppo, non è stata ancora inventata una tecnologia che trasforma un programma noioso in uno interessante. Questa sarà la più grossa sfida dei prossimi anni: trasformare la televisione di massa in tante televisioni di nicchia.

Abbiamo visto i settori industriali coinvolti, le tecnologie che sono disponibili e le modalità operative della TV-I, ora vediamo come queste influiranno sulla comunicazione.


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