PADRI E MADRI INSIEME

Costituente educativa

Carmagnola 2 marzo 2001

 

Stiamo pensando ad un centro di aggregazione giovanile. Molti adolescenti della nostra cittˆ hanno espresso questo loro bisogno: avere un luogo per divertirsi e stare bene insieme, un locale che non sia un covo e neppure un nido ma luogo di incontro, anche con gli adulti (come emerge dai risultati della Ricerca Intervento).

Concretamente non ci sono che due soluzioni.

Questa domanda potrà essere intercettata dai "mercanti" del divertimento e sfruttata come opportunità per fare denaro: a Carmagnola non ci sono ancora discoteche...

Oppure la richiesta potrà essere ascoltata e accolta da persone appassionate non dal denaro ma dalla prospettiva di stabilire ponti con i mondi dei giovani, senza altro interesse che la sicurezza, la positività e la serenità della loro crescita, in tempi che sono quello che sono.

E' stata lanciata una proposta, molti genitori hanno aderito e siamo qui.

Ma per cosa siamo qui?

Dobbiamo avere le idee chiare: non tocca ai genitori far divertire i loro figli, soprattutto se adolescenti. Creeremmo gravi confusioni e invaderemmo spazi che non ci competono.

Siamo qui come genitori e come educatori: finché i figli vivono nelle nostre case e non hanno raggiunto la loro autonomia noi ne siamo i responsabili.

E' a motivo dell'amore che abbiamo per loro che ci interessa ascoltarli e lasciarci interpellare dalle loro domande e riferirle alle nostre specifiche responsabilità che sono educative. Per questo il momento di questa sera l'abbiamo chiamato: "Costituente educativa".

Una costituente si fa per dare identità ad una collettività. Nella nostra società non è prevista una "collettività" di genitori e di famiglie. I cittadini sono considerati nella loro individualità astratta: nel nostro posto di lavoro, quando ci muoviamo nei labirinti delle burocrazie o in tante altre manifestazioni sociali il fatto di essere genitori e di vivere in una famiglia è considerato irrilevante.

Ci viene detto che quello è un fatto privato.

Solo davanti alle tragedie, o quando le cose non funzionano secondo il copione stabilito o atteso, allora sì, i genitori c'entrano e si dà il via alla retorica dei genitori assenti, delle famiglie indifferenti, della società senza padre...

Noi qui ci siamo e, per giunta, vogliamo organizzarci e darci un'identità collettiva. La cosa non é prevista... Se per quello, non è previsto neppure che nella società esistano ancora i "padri" e si ragiona come se l'unica legittimazione della famiglia consistesse nell'affetto "materno".

Ma qui i padri ci sono e, provocatoriamente, la nostra assemblea l'abbiamo intitolata: "Padri e madri insieme", secondo il significato discusso in diversi nostri incontri di Scuola dei genitori o in altre assemblee.

Genitori che si parlano, che si intendono, che si organizzano per orientarsi e prendere decisioni: è la strada che percorreremo questa sera, inventando e inaugurando nuove forme di collaborazione in reazione alla società degli "individui", senza legami e senza appartenenze: la "genitorialità di vicinato", la "genitorialità di comunità".

Sono i nostri tentativi di costruire insieme il codice paterno, il "padre sociale": donne e uomini insieme, madri che legittimano i padri, padri che non rinunciano né ad essere padri né a fare da "madre".

 

 

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