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Speciale viaggi

Vacanze intelligenti?

Vi ricordate le vacanze intelligenti? Vennero fuori qualche decennio fa: ci si ammazzava di lavoro tutto l'anno, e poi in uno slancio di efficienza post-professionale si decideva di investire le ferie per migliorare la propria cultura. Si poteva imparare un mestiere (a cucire pizzi, per esempio, o a fotografare gli insetti), inseguire le bellezze artistiche sotto la guida di un esperto accademico, e per i più spirituali c'era la possibilità di andare a meditare in qualche ashram o convento. La vacanza di puro svago era bandita. Le vacanze intelligenti andarono alla grande per qualche anno, poi sparirono.

Qualcuno sostiene che i viaggi responsabili siano una specie di ritorno di vacanze intelligenti, solo in versione buonista. Anche qui si cerca di imparare, ma in più c'è l'impegno. Per qualche settimana si vive con la gente del posto (anziché in alberghi), si visitano i progetti che cercano di far sviluppare il paese, si cerca di assimilare la realtà vera e, per quanto si può, dalla parte di coloro per cui quella realtà è più dura. Poi, si torna a casa più tristi e più contenti.

Per i detrattori, la formula offre gioco facile. Basta buttare per pochi giorni l'occhio sulle miserie degli altri per lavarsi la coscienza, basta adempiere all'obbligo dell'obolo per poi tornare ai propri riti e privilegi senza rimorso (o con qualche piccolo rimorso, anche quello fa parte del pedaggio)? E davvero sono sufficienti poche settimane per capire culture e mentalità complicate o comunque diverse, spesso opposte alla nostra? A volte, sempre secondo i detrattori, quei viaggi riescono addirittura a confondere le idee, a destabilizzare il turista.

In effetti, non fa una piega. Eppure, noi non la pensiamo così. Anzi, pensiamo il contrario. Che, se per alcuni, quel discorso è perfettamente calzante - rientrando nelle logiche di un certo politically correct, l'atteggiamento socio-intellettuale che di questi tempi si ritiene giusto seguire - per altri quei viaggi nascono proprio dall'inquietudine, dalla curiosità, dall'insoddisfazione di una vita che si considera piena a metà, dalla percezione di un'ingiustizia globale contro la quale, nella stragrande maggioranza dei casi, non si farà assolutamente niente, ma perlomeno si avrà consapevolezza della sua esistenza, e questo, qualche volta, può essere il primo sassolino di una valanga.

Ed è per questo che vi proponiamo, in quest'inserto, 15 viaggi cosiddetti responsabili: quelli che si sforzano, appunto - compatibilmente con il tempo a disposizione - di scendere un po' più in profondità nella conoscenza di una paese, il quale a sua volta è lo spaccato di un mondo più ampio, quello che la gente normale chiama Terzo Mondo, e per cui noi del settore abbiamo coniato il neologismo "Sud del Mondo", trovandolo, chissà perché, più rispettoso.

In questo Sud del Mondo vi "offriamo" dal Brasile al Costa Rica, dall'Albania al Messico, dal Tibet all'Africa Saheliana: luoghi notoriamente affascinanti, da visitare con un occhio misto: quello del turista alla ricerca dell'esotico (belle spiagge, mare trasparente, palme), e quello del turista responsabile.

Tutto, in questi viaggi, è locale: si viaggia sui mezzi pubblici (e quindi in autobus a volte stipati di uomini e galline), si mangia in locandine molto alla buona (ma in cui il cibo è spesso più saporito e autentico di quello dei grandi alberghi), e può capitare di dormire nelle tende e nelle capanne di contadini e pastori. Tra gli obiettivi del viaggio c'è infatti che i soldi spesi dai turisti restino il più possibile agli abitanti, anziché finire nel circuito delle multinazionali. Un altro obiettivo è sensibilizzare i viaggiatori sulle attività delle organizzazioni non governative: in calendario ci sono visite a progetti, incontri con le cooperative locali, tour in scuole e asili e perfino nelle carceri.

Ma non c'è da spaventarsi. Benché all'insegna dell'impegno, il viaggio è comunque una vacanza, con tutti i crismi e le caratteristiche di una vacanza. Qualche esempio: è vero che in Costa Rica si incontrano, anche, i contadini delle piantagioni di banane, ma gran parte del tour si svolge tra le spiagge candide e i magnifici parchi del paese. In Mali, si visita il progetto dei perimetri irrigui per la coltivazione del riso, ma per il resto le tappe sono quelle rituali di un qualunque viaggio in queste terre, dalla mitica Timbuctu, la splendida città di case antiche e moschee nell'estremità orientale del Sahara, e i celebri villaggi dei Dogon, una delle testimonianze architettoniche più interessanti di tutta l'Africa. In Venezuela, infine, si passano giornate intere a rilassarsi su spiagge infinite frequentate dai surfisti ...

Volontari per lo sviluppo - Marzo 2000
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