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Dossier - Viaggio tra i volontari delle Ong

Le proposte in Italia

"Bibliotecari" del Nord/Sud

È un po' il primo passo, la "gavetta" dei volontari nelle Ong: fare servizio nei centri di documentazione (che quasi tutte le Ong hanno in sede) è prima di tutto un modo per studiare e prepararsi sui problemi dei paesi in via di sviluppo. "Ho scoperto un mondo che non sapevo esistesse" dice Brigitta Sapuppo, volontaria nella mediateca del Cmsr di Livorno (0586/211388), che con i suoi oltre 1000 libri, 200 video, cassette e cd, è uno dei più grandi centri di documentazione specializzati sui temi della cooperazione allo sviluppo. Brigitta, un pomeriggio la settimana insieme a un gruppo di amiche e di obiettori, inserisce in computer gli abstract dei libri, mette in ordine i testi e soprattutto accoglie i visitatori che quasi ogni giorno vengono a consultare i volumi. Molte Ong, infatti, offrono un servizio per gli studenti o i ricercatori che vogliono documentarsi sui paesi in via di sviluppo ma, non avendo abbastanza personale dipendente si affidano al preziosissimo lavoro dei volontari. "Questo lavoro è utile ma anche divertente - dice Brigitta - soprattutto se fatto in gruppo. E spesso capita di dare una mano, anche per le altre attività".

Animatori con i ragazzini

A quasi tutte le Ong è successo di venir chiamati a tenere "una lezione sui Paesi in via di sviluppo" nella classe di un figlio, amico o conoscente. Queste prime esperienze un po' improvvisate sono poi cresciute in numero e qualità fino a trasformarsi in percorsi multipli per tutte le classi, corsi di formazione per insegnanti, incontri per genitori, libri, giochi per la multiculturalità. Oggi tutto questo insieme di attività si chiama "educazione alla mondialità" ed è uno strumento molto incisivo per far conoscere ai ragazzi le culture degli altri popoli e i problemi del Sud del mondo. Vilma Podini, insegnante di italiano da poco in pensione, racconta "Da oltre 10 anni faccio la volontaria presso Mani Tese di Milano (02/48008617) insieme a un gruppo di altre 20 persone (quasi tutti insegnanti o ex-insegnati) formuliamo percorsi di formazione e abbiamo fondato un centro di studio e documentazione sulla multiculturalità, il Cres, che presto aprirà una sede anche a Padova e Sandone di Piave". Ma non è strettamente necessario essere insegnanti per fare educazione alla mondialità. Al Cmsr di Livorno (0586/887350) e al Cisv di Torino (011/8993823), ad esempio, ogni anno si tengono corsi di formazione per giovani per imparare i principi e le tecniche di animazione interculturale. Il Cisv ha anche dato vita ad un "Centro di servizi per l'educazione alla mondialità" che offre una vasta gamma di proposte, dal "Giro del mondo in 80 giochi" fino alle settimane residenziali per le classi. Insomma c'è davvero spazio per chiunque voglia dare una mano.

Libri e giochi per spiegare il mondo

La stampa o la pubblicazione di quaderni didattici, schede informative, giochi o libri è un'attività che ferve nelle Ong. Preparare strumenti per rendere "semplici" e alla portata di tutti i complessi temi dell'economia e delle ingiustizie internazionali è un servizio molto importante. Per questo giornalisti, insegnanti, educatori o semplicemente persone che amano scrivere sono sempre i benvenuti nelle associazioni. Ad esempio il Cmsr di Livorno (0586/887350), con l'aiuto del lavoro volontario di un antropologo e alcuni insegnanti, ha prodotto un kit multimediale (libri, video, cd) sulla cultura del Marocco e il viaggio degli immigrati verso il nostro paese, che è stato portato in molte classi di tutta Italia. Il Cisv di Torino (011/8993823) ha realizzato 18 quaderni didattici e quest'anno ha lanciato la "valigia Guatemala", un vero baule pieno di oggetti, libri e giochi che permettono di conoscere la cultura guatemalteca. Il Mlal di Verona (045/8102105) ha un'intera collana di libri sui paesi in via di sviluppo. Gli esempi potrebbero essere tantissimi. Scrittori in erba, pensateci.

Collaboratori dei progetti di sviluppo

Anche per impegnarsi direttamente nei progetti in Africa o America Latina non è sempre necessario partire, alcuni volontari collaborano dall'Italia; tengono rapporti costanti (per lettera, telefono, fax) con i volontari in loco, fanno viaggi periodici di qualche settimana nei paesi in cui sono in corso i progetti per verificare l'andamento delle attività, risolvono i problemi tecnici come l'acquisto di un'auto, di un pannello solare o di attrezzature varie, stendono rapporti per i finanziatori e controllano i conti. Talvolta sono richieste competenze specifiche, ad esempio agronomi, ingegneri, medici che forniscono consulenze specialistiche, ma spesso è sufficiente disponibilità di tempo e conoscenza delle lingue.
"L'importante è avere una buona apertura mentale e la disponibilità fare qualunque cosa" dice Paolo Chiantore che da tre anni segue i progetti in Costa d'Avorio del Celim di Milano (02/58316324). Paolo, con un passato da manager in una grande multinazionale, ha scoperto la passione per il terzo mondo in tarda età. Da quando è pensionato dedica due giorni alla settimana al Celim "è stato importante per me mettere a frutto alcune della capacità acquisite nel lavoro in un ambiente stimolante e positivo come quello delle Ong".
A Torino il Cisv (011/8993823) organizza un vero e proprio corso di formazione (6 incontri) per i collaboratori dei progetti. Unica richiesta tassativa: la continuità nell'impegno.

Film e mostre sulle culture del Sud

Chi è appassionato delle culture esotiche e vuole combattere razzismo e pregiudizi può impegnarsi con molte Ong nell'organizzazione di mostre fotografiche, rassegne cinematografiche, incontri o convegni pubblici.
Ad esempio, Maria Teresa Mana, giovane pensionata che lavorava in una galleria d'arte, oggi si dedica con un gruppo di amiche all'allestimento di tre bellissime mostre fotografiche per il Cisv di Torino, rispettivamente sui Maya guatemaltechi, sui mestieri africani e sui bambini nel mondo che, esposte in varie città italiane, hanno coinvolto centinaia di persone, diffuso notizie sullo sfruttamento di questi popoli, raccolto fondi di solidarietà. "Quest'attività mi permette di dare continuità a una mia passione personale e fare qualcosa per gli altri - racconta Maria Teresa - ed è per me un'occasione di formazione perché io non sapevo nulla sui paesi in via di sviluppo". A Verona invece un gruppo di volontari (insegnanti e giovani studenti) accompagna classi di ragazzini in visita alla mostra interattiva del Mlal (045/8102105). Attraverso figure, giochi, video i visitatori sono portati a riflettere sui pregiudizi tra generazioni e culture.
Quasi tutte le Ong in Italia hanno iniziative di questo tipo. Sono ricercati volontari disponibili a gestirle o capaci di lanciare nuove idee.

Straccivendoli di solidarietà

Se non sei un intellettuale e ti piace il lavoro manuale puoi impegnarti nella raccolta di vestiti e oggetti usati. Con questa attività molte molte associazioni riescono a finanziare importanti progetti di sviluppo nei paesi poveri. Il meccanismo è semplice: si raccolgono le cose che la gente butta via, si rimettono a posto e si rivendono in piccoli mercati dell'usato, dove è anche l'occasione per informare le persone sulle attività dell'associazione. Alcune Ong hanno strutturato bene quest'attività. Ad esempio Mani Tese (02/48008617) oltre ad aver creato una cooperativa di raccolta dell'usato che gestisce due grandi mercati a Milano e Firenze, realizza mercatini periodici in 40 città italiane dove sono presenti i suoi gruppi di appoggio e finanzia con questa attività un terzo del suo bilancio. Attività simile quella di Emmaus-Italia (045/976024) che conta centinaia di volontari. Il Cisv di Torino, invece, ha creato il Triciclo (011/2476311), un "Centro per il riuso e il riciclo" in accordo con la Provincia e il Comune dove ogni sabato al mercato passano centinaia di persone e si tengono corsi e laboratori sul riuso degli oggetti. Vi sono impegnati oltre trenta volontari che fanno anche incontri nelle classi e attività culturali.

Commessi nelle "botteghe eque"

Fare il commesso in un negozio può sembrare non avere niente a che fare con il volontariato. E invece sì, se il negozio è una bottega del commercio equo e solidale. Per molti operatori della solidarietà internazionale, infatti, il commercio equo è ormai considerato un nuovo modo di intendere la cooperazione con i Paesi del Sud del mondo. Non è un caso, infatti, che proprio dall'esperienza delle Ong siano nate associazioni e botteghe che si occupano di vendere i prodotti delle cooperative del terzo mondo quali caffè, thè, zucchero, artigianato. L'associazione "Il ponte" di Cantù, ad esempio, è stata fondata da alcuni volontari dell'Aspem (031/711394) al loro ritorno dal Burundi con lo scopo di commercializzare i prodotti della cooperativa locale in cui avevano svolto il loro servizio. Dai volontari del Mlal è nata "Scambiarti" (tel. 045/8003538), associazione che importa bellissimi tessuti e artigianato sudamericano realizzato nelle cooperative di produzione gestite dal Mlal e da altre Ong in America Latina, per poi commercializzarli in Italia ad un prezzo che rispetti la dignità dei lavoratori. "Attorno a questo progetto - spiega Rossella del Mlal - si sono aggregati diversi volontari che gestiscono il magazzino dei prodotti e curano l'esposizione e la vendita. E sotto Natale realizzano cestini e pacchi regalo.

Genitori a distanza

Le adozioni a distanza sono una possibilità ormai molto conosciuta per aiutare chi ne ha bisogno pur essendo a migliaia di chilometri di distanza. Prendersi in carico una persona (di solito un bambino) versando una piccola quota mensile o annuale per permettergli di frequentare la scuola o di avere una vita dignitosa è un impegno semplice, ma molto importante. Pochi sanno però di quanto lavoro c'è bisogno affinché le adozioni a distanza funzionino. "Per noi dell'Aibi, gli Amici dei bambini di Milano (02/98232102) - spiega Roberta Rossi, responsabile del centro servizi dell'associazione - il ruolo che i volontari rivestono nel settore del sostegno a distanza è fondamentale: dalla spedizione di documentazione e materiali alle famiglie, alla organizzazione di iniziative di pubblicizzazione per promuovere le adozioni internazionali. Grazie a questa rete di collaboratori abbiamo potuto renderci più visibili su tutto il territorio nazionale È un'iniziativa che sta ottenendo un buon interesse - conferma Margherita Sabia, volontaria del Cisv (011/8993823) - come ci dimostrano le famiglie che aderiscono alla nostra proposta di sostegno a distanza 'Famiglia Multietnica". Senza di loro sarebbe quasi impossibile realizzare le nostre attività e far conoscere le situazioni in cui vivono i minori di cui ci occupiamo.

Giornalisti e "comunicatori"

"Il diavolo e l'acqua santa" potrebbe essere la sintesi del rapporto tra ong e comunicazione. Per molto tempo quest'ultima è stata considerata sinonimo di pubblicità, quindi l'essenza di quanto più lontano c'è dallo spirito del mondo del volontariato. Lentamente però l'equivoco si sta sciogliendo e le Ong dedicano sempre più risorse al farsi conoscere, che è l'essenza del comunicare. E così, largo alla fantasia: giornali e newsletter, banchetti promozionali, serate di musica, cinema, gastronomia del Sud del mondo, raccolte fondi, testimonianze presso le parrocchie, mailing ai soci e simpatizzanti, ecc... Tutte attività di comunicazione, svolte per lo più da volontari (infatti appena il 5% delle persone impiegate nelle Ong si occupa di comunicazione). I nuovi "volontari in erba" appena arrivati possono scegliere di partecipare ai gruppi di sostegno sul territorio, alla raccolta fondi, oppure collaborare a diffondere informazioni e tenere banchetti nelle molte occasioni in cui l'Ong "si mette in mostra". Ma ci sono anche professionisti che offrono la loro collaborazione, ne è un esempio vivente proprio "Volontari per lo Sviluppo", realizzato al 99% da giornalisti professionisti, grafici e collaboratori che si impegnano a titolo assolutamente gratuito per promuovere un'informazione "alternativa" sui paesi in via di sviluppo, dare spazio a quelle notizie che non si trovano altrove, far conoscere il mondo del volontariato.

L'anno di volontariato sociale

Per chi non si accontenta di donare qualche ora alla settimana e vuole fare un'esperienza più radicale la proposta è quella dell'Anno di volontariato sociale (Avs), cioè un anno dedicato a tempo pieno al volontariato nelle Ong in cui non si percepisce nessun stipendio ma viene fornito gratuitamente vitto e alloggio. Indirizzato soprattutto ai giovani che vogliono prendersi un tempo per riflettere sulla loro vita e conoscere meglio il mondo del volontariato e della solidarietà. "È un momento importante per capire cosa si vuole dalla vita, ma anche per imparare un mestiere e affermare l'importanza che ognuno di noi può avere nel costruire una società diversi" sostiene convinta Silvia Burzio, che, appena finiti degli studi di scienze naturali, ha fatto l'Avs presso il Cisv, vivendo per un anno presso la comunità di Torino e lavorando nell'animazione delle scuole e dei gruppi giovanili e che, in seguito, è partita per un progetto in Colombia. Per informazioni sull'anno di volontariato: Cisv 011/8993823, Vides 06/5750048, oppure Caritas italiana 06/54192219

Per chi non vuol fare il militare...

Per i giovani che rifiutano il servizio militare è possibile svolgere dieci mesi di servizio civile sostitutivo presso le Ong. Le mansioni degli obiettori sono le più varie; da semplici lavori di segreteria all'organizzazione di corsi di formazione, seminari e convegni sui rapporti tra Nord e Sud del mondo. "In questi mesi ho imparato un sacco di cose - dice Gianluca Taddei, obiettore al Cmsr di Livorno (0586/887350) - organizzo il lavoro nelle scuole e coordino le attività del Forum per la pace, una rete di associazioni di Livorno, ma la cosa più stimolante sono gli incontri con i testimoni che arrivano dall'Africa o dall'America Latina". Quasi tutte le Ong italiane offrono questa possibilità, l'importante è entrare in contatto con l'associazione prima del momento in cui si fa richiesta di obiezione.

Economisti del non profit

Parlare di soldi e bilanci finanziari sembra quasi una bestemmia nel mondo del volontariato, eppure aiutare le Ong nell'analisi dei conti è un servizio utilissimo di cui spesso le associazioni hanno estremo bisogno. Un esempio? Al Cisv di Torino Beppe Guglierminotti, ex-impiegato della Banca Commerciale Italiana, oggi in pensione, si dedica anima e corpo a far quadrare i bilanci e valutare quali investimenti siano più proficui ed eticamente accettabili. "Ho sempre sofferto la contraddizione tra il mio lavoro e la mia fede, quando ero in banca mi pareva di lavorare "nella fabbrica delle disuguaglianze", ma oggi mi rendo conto che conoscere i meccanismi della finanza può essere utilissimo per aiutare le associazioni di volontariato". Così Beppe è diventato il tesoriere del Cisv, non ha mai visitato un paese del terzo mondo, ma da quasi vent'anni svolge il suo compito con incredibile fedeltà.

I gruppi "di appoggio"

Sono gruppi di amici o conoscenti che si mobilitano da casa propria per sostenere un progetto. Raccolgono fondi, organizzano serate di sensibilizzazione, curano iniziative di vario genere sul proprio territorio in accordo con l'Ong. Spesso si organizzano all'interno della parrocchia o del quartiere, talvolta sono parenti di qualche volontario che è partito in Africa. In ogni caso sono un aiuto fondamentale per le associazioni. Ad esempio il progetto del Mlal (045/8102105) per i bambini lavoratori in Nicaragua è sostenuto in gran parte da un gruppo di famiglie di Verona che hanno fatto un viaggio di conoscenza in America centrale qualche anno fa. "Il nostro lavoro si basa soprattutto sulla conoscenza personale - racconta Margherita Corradini, tre figli e una passione per il Nicaragua che dura da tempo - organizziamo serate tra amici in cui proiettiamo diapositive, cene di solidarietà, stampiamo una lettera circolare in cui informiamo delle novità sul progetto. Ma soprattutto andiamo di casa in casa a spiegare i problemi dei bambini-lavoratori". Ben 45 gruppi di appoggio finanziano i progetti di Mani Tese (02/48008617) che ha organizzato una vera e propria rete su tutto il territorio nazionale e propone ai gruppi incontri di formazione e un convegno annuale in cui si approfondiscono i problemi tra nord e sud del mondo, ma anche le modalità per operare sul territorio, organizzare iniziative e raccogliere fondi.

Stages per studenti

Grazie a convenzioni col le Università alcune Ong offrono la possibilità di svolgere presso le proprie sedi un periodo di tirocinio di alcuni mesi. Ad esempio Pamela Filippi, all'ultimo anno di scienze dell'educazione, sta svolgendo 400 ore di tirocinio presso il Cmsr di Livorno (0586/211388). "Mi occupo di ideare percorsi di educazione interculturale per le scuole e sto organizzando un corso di formazione per volontari - spiega - è utilissimo per me, perché metto in pratica quello che ho studiato".
Sempre al Cmsr un altro stagista laureando in agronomia tropicale collabora con il settore progetti in America Latina. "I tirocinanti sono una risorsa fondamentale per noi ' sostiene Alessandro Cerri, responsabile dell'attività dell'associazione in Italia. Diverse università italiane, ad esempio Verona, Milano, Firenze, Roma hanno aperto convenzioni con le Ong, si può chiedere informazioni presso il proprio ateneo o alla più vicina Ong.

Volontari per lo sviluppo - Novembre 1998
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