di Fabrizio Cellai
Viviamo nell'era dell'usa e getta, lo dice anche la pubblicità delle lamette da barba.
C'è chi però va contro questa tendenza e all'usa e getta preferisce l'usa, riusa,
aggiusta e scambia. Su questo ci vive, ci lavora e talvolta fa solidarietà.
Da.Torino a Verona, da Milano a Roma, sono tante le iniziative di associazioni,
cooperative, ma anche di privati che creano dal nulla mercati dell'usato più o meno
organizzati. Luoghi in cui non si butta via nulla e dove si creano nuove possibilità di
lavoro.
In alcuni casi le iniziative hanno fini umanitari e gli utili dei mercati vengono
destinati all'assistenza dei più poveri in Italia o a progetti nel terzo mondo.
È il caso di Torino dove accanto al Balön, storico mercato cittadino delle pulci, la
cooperativa "Triciclo" ha dato vita a un "Centro pilota per il riuso e
riciclaggio" dove ogni sabato si tiene un mercato dell'usato in cui si trova davvero
di tutto, dai mobili ai vestiti, dalle cornamuse ai fumetti di Tex. I volontari di
Triciclo sgomberano su richiesta cantine e solai, ma non si limitano a raccogliere e
rivendere oggetti usati: tengono corsi nelle scuole. "Con il nostro lavoro
combattiamo la cultura dell'usa e getta che sta rovinando il pianeta - spiega Franco
Lovisolo, coordinatore del Centro - e con gli utili del mercato sosteniamo i progetti di
sviluppo che il Cisv realizza in Africa e America Latina. Inoltre, e non è secondario,
con il recupero dell'usato abbiamo creato dieci posti di lavoro, favorendo l'inserimento
di chi è più svantaggiato: ex tossicodipendenti, carcerati, handicappati".
Sulla stessa linea la cooperativa sociale "Amici dello Scarto", che dà lavoro a
18 persone, tra cui molti extracomunitari, e fattura oltre 800 milioni. Gestisce ben 11
stazioni ecologiche per la raccolta differenziata nella provincia di Brescia. Apre il
mercato il lunedì, mercoledì e sabato con un'ampia scelta di prodotti. Un'altra
esperienza originale è anche quella creata a Milano dall'associazione "Comunità e
famiglia" che coinvolge oltre 25 famiglie (120 persone) le quali vivono insieme in
due grandi case alla periferia della città accogliendo ragazzi a rischio e detenuti e si
mantengono esclusivamente grazie alla raccolta e rivendita di oggetti usati. "Quando
siamo partiti, la nostra scommessa era quella di vivere con gli scarti degli altri -
spiega Giancarlo Bruni, il fondatore - e fino ad oggi ci siamo riusciti".
Ma accanto a questi mercatini della solidarietà troviamo iniziative che con l'usato
hanno instaurato un rapporto squisitamente commerciale. Un esempio? Gli oltre 100
magazzini sparsi per l'Italia sotto l'etichetta "Il Mercatino srl" (Tel.
045/8203355). Si tratta di negozi dove si possono portare i propri oggetti, farli valutare
e lasciarli in conto vendita per alcune settimane. Il ricavato verrà poi diviso tra il
vecchio proprietario e il negoziante che ha messo a disposizione lo spazio espositivo.
Per le mamme meno esigenti in fatto di firme all'ultima moda, invece, stanno nascendo un
po' dappertutto negozi dove si possono trovare tutti gli accessori per bambini,
dall'abbigliamento ai passeggini, dai giocattoli ai box dove muovere i primi passi. Baby
2000, a Milano (Tel. 02/48951846), è uno di questi. Dice la titolare: "Le mamme mi
portano i vestitini dei loro bambini che non usano più, io li rivendo e do loro una
percentuale del ricavato. La mia idea non è certo originale perché a Milano sono molti i
negozi che hanno sposato questa formula di compra vendita".
Ma l'idea dell'usato, soprattutto nel campo dell'abbigliamento giovanile, è anche una
questione di tendenza. Sei una persona che ama i colori sgargianti degli anni '60 oppure
le divise militari dei marines? Niente paura, ogni città ha ormai i suoi negozi
specializzati.
A Torino, "Lo zio d'America", è aperto da 18 anni. "Qui da noi - confida
Ornella, la nuova proprietaria - si possono trovare capi d'abbigliamento originali che,
tramite grossisti, importiamo dagli Stati Uniti o da città come Londra dove la tradizione
dell'usato è ben radicata. Jeans, gonne coloratissime, scarpe e giubbotti in pelle che
non si trovano più da nessun'altra parte. I nostri clienti sono soprattutto musicisti,
artisti, giovani alternativi, ma anche registi che devono allestire i loro set
cinematografici".
Si tratta, in questo caso, di un usato d'importazione ricercato e selezionato dove
talvolta i prezzi superano quelli dei capi nuovi.
Dal semplice riuso al business, il passo è breve.
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Settembre 1998
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