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Congo - Parla T. Wa Kamuanya, segretario del nuovo partito al potere

I massacri? "Colpa dell'ONU"

Le accuse di aver ucciso 250 mila profughi hutu? "Una montatura dell'opposizione". I veri colpevoli? "L'Onu, che ha ospitato gente armata nei campi. E le agenzie umanitarie, interessate solo ai finanziamenti per l'emergenza".
Queste le dichiarazioni del braccio destro di Kabila, che in questo colloquio dipinge il suo Paese come "il più democratico al mondo". Peccato che i partiti politici siano stati "sospesi" e le prime elezioni rinviate al 1999.

di Silvia Pochettino

"Il Congo di oggi è il paese più democratico al mondo" esordisce Tshiamala wa Kamuanya, segretario generale dell'Alleanza delle forze democratiche, partito al potere nell'ex-Zaire dopo la vittoria militare di Laurent Desiré Kabila, che ha destituito il dittatore Mobutu nel maggio scorso. Kamuanya è il "numero tre" del nuovo Congo dopo Kabila e il suo vice Bugera; di mezza età, dall'aspetto imponente, ha combattuto tutta la guerra a fianco del nuovo presidente e non ha ancora perso l'aspetto del guerrigliero, come è evidente dal modo enfatico e aggressivo di parlare.
Ma è difficile credergli. L'inizio di "democrazia" nel paese si direbbe invece piuttosto travagliato. Due commissioni di inchiesta delle Nazioni Unite, incaricate di fare luce sul genocidio di migliaia di profughi hutu rwandesi nelle foreste nord-orientali del paese, hanno dovuto interrompere il loro lavoro. E 250.000 profughi mancano all'appello, come da mesi denuncia Emma Bonino, commissaria dell'Unione europea. Intanto le organizzazioni per i diritti umani continuano a registrare violazioni. Nell'ultimo rapporto di Amnesty International di dicembre vengono denunciate continue vessazioni ai danni degli hutu del Rwanda, del Burundi e del Congo, come anche dei cittadini congolesi appartenenti ad altri gruppi etnici. Sulla stessa linea l'Human Rights Watch americano, è "persuaso che le truppe di Laurent Desiré Kabila hanno commesso massacri su grande scala". Come se non bastasse il governo congolese ha sospeso tutti i partiti politici e rimandato le elezioni a non prima di due anni, rimpatriato i profughi rwandesi e scacciato dal paese le agenzie umanitarie.
Tutti passi necessari per una democrazia nascente? Secondo Kamuanya sì.

Signor segretario, come mai la sospensione dei partiti politi e le elezioni non prima del 1999?
Un paese sinistrato, ridotto allo stremo, con un popolo esangue non può organizzarsi in soli due anni per delle elezioni democratiche. Quando abbiamo annunciato l'appuntamento elettorale per il 1999 tutti ci hanno detto che era troppo presto. Riguardo i partiti politici va fatto un chiarimento: non abbiamo sospeso i partiti, ma la loro attività pubblica. Privatamente si possono riunire.

Ma come si possono preparare delle elezioni democratiche senza l'attività dei partiti?
Quando sarà tempo partiremo alla pari per una campagna elettorale. Con la guerra di liberazione noi abbiamo inquadrato, dato forma, alle aspirazioni popolari e il popolo oggi ci chiede innanzi tutto di migliorare le proprie condizioni di vita.
Il Congo è un paese perfettamente democratico, vi dirò di più, è il paese più democratico al mondo, anche più dell'antica Grecia. Vi spiego perché: in tutti i paesi quando un partito vince le elezioni governa e chi ha perso resta all'opposizione. Noi non abbiamo vinto le elezioni, noi abbiamo vinto la guerra, eppure nel nostro governo ci sono membri dell'opposizione, mobutisti, così come in molte regioni decentrate i funzionari e gli amministratori sono mobutisti. È come se in Italia al momento della liberazione ci fossero stati dei mussoliniani nel governo.

Perché tanti contrasti con la commissione di inchiesta dell'Onu?
La commissione dell'Onu è stata composta con l'accordo del nostro governo, noi l'abbiamo voluta. Ma doveva indagare nelle regioni dell'est, là dove ci sono la maggioranza dei profughi. invece quando è arrivata ha cominciato l'inchiesta contattando i responsabili politici dell'opposizione a Kinshasa. Poi è andata a ovest. Non è così che si lavora.
Io dico che erano in malafede o facevano turismo. Comunque non li abbiano mai cacciati, sono loro che se ne sono andati.

E i 250.000 profughi che mancano all'appello?
I massacri ci sono stati e sono stati terribili, non l'abbiamo mai negato. Ma non è stata l'Alleanza a compierli. Le accuse sono assolutamente false.
I rifugiati sono arrivati in Congo nel 1993-94, quando l'alleanza non esisteva ancora. E sono entrati armati. Innanzi tutto io chiedo: chi ha permesso agli autori del genocidio in Rwanda di entrare armati nel nostro paese e prendere il potere nei campi di rifugiati? È la prima volta nella storia che dei profughi entrano armati in un paese ospitante. I soldati rwandesi hanno usato il loro popolo come scudo, chi voleva rimpatriare è stato massacrato e gettato nelle fosse comuni... E chiedo ancora: chi li ha mantenuti armati, chi li ha riforniti ed equipaggiati? Perché non si è fatta un'inchiesta allora?
Inoltre come ha potuto l'Onu permettere che centinaia di migliaia di persone rimanessero quattro anni chiusi nei campi profughi ricevendo come aiuti alimentari solo biscotti? Non si nutre un essere umano con i biscotti! L'Onu è stato capace di evacuare in un attimo tutti gli europei di Kinshasa, che tra l'altro non erano mai stati minacciati, ma non ha saputo nutrire i profughi. Questo è razzismo. Molti profughi sono morti di malattie e denutrizione. Chi l'ha denunciato questo? Per questo dico che il problema dei rifugiati è completamente falso, i morti non vanno imputati all'Alleanza. È una montatura fomentata dall'opposizione mobutista, un cavallo di Troia per impedirci di ricostruire il nostro paese. Prima l'Onu ci accusa e poi ci dice: lasciateci cercare le prove della vostra colpevolezza. Questo non è accettabile.

Si calcola che i miliziani hutu e le loro famiglie non superassero le 20.000 unità e che abbiano abbandonato i campi già da tempo, eppure in ottobre avete rimpatriato tutti i profughi rwandesi e scacciato dal paese le agenzie umanitarie...
Le associazioni umanitarie hanno approfittato della miseria dei profughi per avere i soldi dei progetti di emergenza.

È un'accusa molto grave ...
lo non accuso, constato. Le, associazioni hanno vissuto sulla miseria della gente. Non hanno fatto niente perché i profughi rientrassero nel proprio paese. Come chiamereste un medico che continua a curare un malato, invece di guarirlo?
Dopo che abbiamo liberato il territorio nazionale non è stato dimostrato che i profughi fossero ancora perseguitati a casa loro. Non hanno chiesto il riconoscimento di rifugiati politici. Voi cosa fate con i profughi che vengono a casa vostra, anche quando sono poche centinaia di Kurdi o Albanesi? Li scacciate, noi, invece, pur essendo un paese poverissimo, abbiamo accolto centinaia di migliaia di profughi. Per quattro anni. Le associazioni umanitarie si sono approfittate di questo. Quando abbiamo rinviato in Rwanda i rifugiati rwandesi accampati a Goma sono potuti rientrare e oggi vivono tranquillamente.

A noi risulta che ci siano stati massacri.
Beh, questo non è responsabilità nostra, ma del Rwanda. Stiamo parlando del Congo, non del Rwanda. E comunque non sono stati massacri generalizzati, piuttosto regolamenti di conti.

Il suo paese accusa l'Onu e le agenzie umanitarie, non rischia di creare il vuoto intorno a sé?
Il Congo è un paese aperto verso tutti, vogliamo ridare speranza al nostro popolo e abbiamo bisogno dell'aiuto internazionale per la ricostruzione. Le Ong possono giocare un ruolo fondamentale, come tutti gli altri operatori economici, a patto che rispettino i cambiamenti in corso e la nostra sovranità nazionale. Non debbono sostituirsi allo Stato. Il nostro popolo è pieno di qualità, ha capacità artistiche, sa coltivare, produrre, danzare, la nostra musica è conosciuta in tutto il mondo. È un popolo geniale, ma è sempre stato schiacciato. Ora è tempo di rialzare la testa.

Volontari per lo sviluppo - Febbraio 1998
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