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Una rete di informazioni dal Sud del mondo

Arriva l'Ansa dei missionari

Il modo più veloce per avere notizie sui paesi poveri? Chiederle ai preti e ai volontari che ci vivono e scriverle in un sito internet. L'idea è venuta a un comboniano giornalista. Che in questo articolo racconta come ha realizzato il suo sogno.

di Giulio Albanese

Sudan. Le uniche notizie che filtrano sul conflitto in corso nelle regioni meridionali del Paese sono quelle dei missionari. "Nella mia diocesi migliaia di persone vivono in condizione subumane e rischiano la morte per farne". È il grido di mons. Cesare Mazzolari, amministratore apostolico di Rumbek. Uno dei tanti gridi che non riescono "a fare notizia" sui circuiti dell'informazione internazionale.
Uganda. Nonostante tutti gli elogi sui progressi economici del paese, declamati dalla Banca Mondiale e dall'amministrazione Clinton, il nord del paese è sconvolto dalla guerriglia. L'Esercito di Resistenza del Signore (Lra), un movimento armato sincretista fìlosudanese si oppone alle forze regolari di Kampala. Ancora una volta, gli unici testimoni sono i missionari ed i volontari delle varie Ong che operano sul territorio. "La nostra - dichiara uno di loro che chiede l'anonimato - è il classico esempio di guerra dimenticata."
Ruanda. Padre Frank Harrington scrive agli amici in Irlanda della straordinaria convivenza tra Hutu e Tutsi nella sua parrocchia. "Nonostante gli antagonismi voluti dai signori della guerra, i nostri cristiani stanno dando prova di coraggio e di fraternità". Le sue parole dicono, chiaro e tondo, che in Ruanda non circolano solo assassini o criminali come certa stampa vorrebbe, ma che tanta gente sta testimoniando il Vangelo contro una cultura di violenza e sopraffazione.

La periferia dell'informazione

Alle soglie del terzo millennio, quando la cibernetica e le logiche della comunicazione "del mondo villaggio globale" sembrano farla da padrone, il Sud del mondo è confinato nel dimenticatoio. Se qualcosa riesce a filtrare sui media nostrani è prevalentemente in modo sensazionalistico o negativo.
L'immagine predominante è retrograda, o nel migliore dei casi esotica. La geografia dell'informazione, dunque, rispecchia fedelmente - è triste dirlo - la geografia economica. La sproporzione di risorse tra paesi ricchi e paesi poveri fa sì che la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, che vive nei paesi in via di sviluppo, sia confinata nelle appendici più recondite del sistema informativo mondiale.

Giornalisti "taglia e incolla"?

D'altronde - come scrive uno dei grandi del giornalismo italiano, Sergio Lepri - "Oggi, non sono i giornalisti che cercano le notizie, ma, quasi sempre, sono le notizie che "cercano i giornalisti". I lanci li raggiungono fin sui tavoli di redazione, ricoprendoli di metri e metri di carta, sicché la produzione dell'informazione si trasforma, in larga misura, in una elaborazione semipassiva di notizie. Chi detta le regole del gioco sono proprio loro: le agenzie. Sono loro nei fatti le padrone indiscusse dell'informazione sia in Africa, che nel resto del mondo. Ci troviamo dunque di fronte "all'esercizio del potere sull'interpretazione della realtà", per usare le parole del sociologo americano P. Schlesinger. E queste benedette agenzie spesso battono quello che vogliono e tacciono qualora decidano di farlo. Ma non solo. Dividono lo scenario tra "buoni" e "cattivi", mancando della più elementare obiettività. Quante volte queste signore dell'informazione" hanno decretano "l'embargo" sulla circolazione di informazioni compromettenti. Esse, in fondo, rispondono al "diktat" dei propri editori che di solidarietà e trasparenza nei confronti del Sud del mondo, pare non vogliano proprio saperne.
Da un punto di vista televisivo, la disinformazione è ancor più palese. Le compagnie del settore, infatti, dipendono totalmente dai lanci d'agenzia. Le "immagini" dei loro notiziari sono spesso girate da cameramen-freelance e poi vendute alle agenzie o direttamente ai network internazionali come BBC o CNN. Il che significa che nel 99% dei casi il commentatore in video non è testimone diretto. Le interpretazioni sono dunque indirette rispetto al fatto/evento filmato.

Una nuova voce

Ecco, dunque, che le uniche fonti alternative nel contesto di paesi de Sud del mondo sono rappresentate dai missionari e dai volontari delle varie Ong. Sono proprio loro a mettere spesso a repentaglio la propria vita per testimoniare le atrocità commesse dai vari signori della guerra, ma soprattutto sono gli unici che riescono a veicolare un'informazione aperta alla speranza. Nonostante tutti i problemi che attanagliano il Sud, esistono, infatti, fermenti di rinnovamento e vita nuova che solo chi vive a fianco dei poveri può capire.
Fino ad ora, le uniche testate a fruire adeguatamente di questa "informazione alternativa" sono state, in Italia, le riviste missionarie della FESMI (Federazione Stampa Missionaria Italiana) ed alcune testate del mondo cattolico o del volontariato in genere. Ma ciò non basta. La comunicazione oggi è multimediale interattiva, e viaggia alla velocità della luce. Ecco che allora la FESMI ha deciso in questi mesi, in collaborazione con la EMI (Editrice Missionaria Italiana) di realizzare un'agenzia informativa fruibile in Internet capace di utilizzare il network informativo dei missionari e volontari sparsi nel sud del mondo. L'agenzia si chiama Mi.S.N.A.(Missionary Service News Agency).

Il Sud in rete

Lo scopo della Misna è quello di fornire un'informazione corretta su quanto accade nel Sud del mondo, fuori dei facili schematismi occidentali. Si tratta, anche di far conoscere il lavoro dei missionari, molto spesso "sconosciuto" ai media tradizionali e al pubblico più in generale. Si parla, dunque, del Sud del mondo con l'intento di dar voce ai continenti, ed in essi alle giovani chiese, nel modo più diretto possibile. Il tutto in un'ottica editoriale a trecentosessanta gradi, orientata sui versanti: politico, economico, sociale, religioso e culturale. L'agenzia è giornaliera e diffonde notizie (news update), e servizi di approfondimento. Le lingue ufficiali della Misna sono l'Inglese, l'Italiano ed il Francese.
La strada da fare è ancora molta. La Misna è infatti una creatura giovane e ancora povera di mezzi. Perché essa possa diventare davvero competitiva occorrerà tempo e denaro. La sua grande risorsa risiede nel network di missionari e volontari sparsi nel mondo. Riuscire ad innescare un sinergismo informativo tra tutte queste forze è la sfida che la Misna intende perseguire con umiltà per "dar voce a chi non ha voce".

Sito: http://www.misna.org
e-mail: misna@misna.org

Volontari per lo sviluppo - Febbraio 1998
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