Nascita ed evoluzione del
servizio antincendio della città di TORINO

Anche Genova subì uno stesso destino numerose volte; nel 1213 la zona del Mercato Vecchio venne sconvolta da un incendio, il quale divorò ben 54 case di legno.
L'urgenza di limitare i danni prodotti non solo dal caso ma anche dalla distrazione e dalla insipienza degli uomini, spinse i comune a ricercare delle prime rudimentali forme di protezione dal pericoloso incendio.
Ma Firenze non fu la sola a possedere sin dal medioevo un'organizzazione del soccorso, come abbiamo visto anche Torino, seppur piccolo e modesto paese di 4200 anime, sin dal 1442 fu in grado di organizzare una struttura antincendi.
Con la delibera che porta la data appena citata, il comune intese sottolineare la sua facoltà decisionale in merito a provvedimenti ingiuntivi, quando era ritenuto normale prassi edificare e costruire, senza il rispetto di minime norme di sicurezza; norme che sovente erano solo verbali, quindi facilmente trasgredibili.
Le città erano così esposte al pericoloso fuoco sia per l'impiego di materiali altamente infiammabili, quali il legno e la paglia, diffusamente utilizzati nella costruzione delle case, sia per la promiscuità delle attività umane.
Tra le arti chiamate dal governo cittadino a concorrere all'estinzione degli incendi, figurava anche quella dei brentatorI; questi, nelle loro mansioni ordinarie, trasportavano il vino dai carri-botte alle botti degli osti con dei recipienti chiamati brente; da queste trae origine la denominazione di brentatori.
Con i recipienti calzati a spalla questi, nei momenti di emergenza, trasportavano l'acqua dopo averla prelevata dai pozzi e dalle bealere.
Per poter accorrere più prontamente in caso di bisogno, essi abitavano tutti nei dintorni della chiesa di Santo Spirito, tuttora esistente in via Cappel Verde nel cuore della Torino antica, a due passi dal Duomo.
Le sue campane, battendo a martello, avevano il compito di allertarli per l'incombente pericolo.
Ma la semplicità e la rudezza dei mezzi utilizzati da questi archetipi "pompieri", non forniva loro grosse possibilità di successo contro il non sempre amico fuoco.
Alle brente utilizzate dai brentatori per il trasporto dell'acqua sul luogo dell'incendio, bisognerà attendere la prima metà del Settecento perché si sostituissero delle macchine in grado di fronteggiare meglio e con un margine di successo l'incendio: le pompe a mano.
Queste diedero luogo ad un primo vero mutamento delle tecniche di estinzione permettendo così di ottenere i primi veri successi contro il fuoco.

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