ACCELERAZIONI DI CARRIERA

Dando per compreso il meccanismo della progressione normale per anzianita' secondo i gradoni, la prima domanda che si pone e' la seguente: il beneficio economico che ne deriva e' acquisito stabilmente o viene riassorbito nel momento in cui di raggiunge l'anzianita' stabilita dalle varie fasce retributive? La prima alternativa conferisce un vantaggio economico piu' consistente, nella prospettiva. La seconda mette capo a benefici piu' contenuti, limitati nel tempo ma forse allargabili a piu' lavoratori. Ricordando che la possibilita' di accelerazione si ha dopo la permanenza in un gradone per almeno due anni, si dovra' ragionare anche sulle differenze fra il beneficio ottenuto a due anni dalla fine del gradone da quello ottenuto a quattro anni dalla fine del gradone stesso.

L'articolo n.27 del Contratto prevede, al comma n.4, che le accelerazioni di carriera possano avvenire in base ai seguenti parametri ponderati fra loro:
1) titoli accademici, professionali e culturali coerenti con il profilo professionale di appartenenza;
2) crediti professionali oggettivamente certificabili, derivanti dalle esperienze di servizio e dalle attivita' di formazione;
3) accertamento di particolari qualita' dell'attivita' professionale a richiesta dell'interessato.

L'applicazione di questo istituto prevede che si stabiliscano i contenuti dei vari parametri e l'eventuale rapporto fra loro, anche con la fissazione di punteggi relativi.

Rispetto ai titoli accademici, si deve stabilire se essi, da soli, possono dare l'accesso all'accelerazione di carriera oppure se debbono essere legati ad altri criteri o parametri. Se vale questo intreccio, allora bisogna determinarne il rapporto.
Inoltre bisogna definire che cosa significa che i titoli debbono essere coerenti con il profilo di appartenenza. In terzo luogo se e' piu' facile individuare i titoli accademici e' piu' complesso stabilire quali siano i titoli professionali che debbono essere valutati, ad esempio se valga o no la pena di inserire i vari corsi di aggiornamento fra i titoli professionali valutabili.

Rispetto ai crediti professionali, termine che indica particolari attivita' svolte nella scuola o fuori della singola istituzione scolastica ma in stretto collegamento con il mondo della scuola e con il lavoro dei suoi operatori, si aprono i seguenti problemi:
1) si possono considerare retroattivamente crediti maturati durante la carriera prima del nuovo CCNL e dell'attivazione delle accelerazioni di carriera, si considerano solo le attivita' che si svolgeranno di qui in poi, oppure un intreccio fra le due possibilita'? Se vale la retroattivita', da che data i crediti vanno considerati? Il Problema non e' trascurabile poiche' si ha da un lato l'esigenza di riconoscere il passato ma dall'altro anche prefigurare un modello di scuola aperto al futuro.
2) Vanno individuate le molteplici esperienze che si sono maturate e che si potranno maturare nel mondo scolastico: ciascuna di esse deve essere attentamente valutata e se ne debbono definire i rapporti reciproci.
3) Si puo' porre fra i crediti formativi di cui si tratta e le cosiddette figure di sistema, considerate dal CCNL al comma n.7 dell'art. 38, una relazione? In caso positivo quale rapporto?
4) Quale relazione si deve stabilire fra le esperienze e i crediti professionali e le attivita' di docenza diretta e concreta?

Rispetto all'accertamento a richiesta della qualita' del proprio lavoro, che rappresenta la voce che sicuramente coinvolgera' il maggior numero di lavoratori perche' e' quella piu' vicina all'attivita' quotidiana, si pongono i seguenti problemi:
1) Dando per assolutamente necessario uno schema nazionale per la valutazione, quali sono i principali indicatori e, in secondo luogo, possono o non possono essere variati i criteri su scala provinciale? 2) Indipendentemente da dalla costituzione di un sistema nazionale di valutazione del servizio scolastico, quali sono i soggetti abilitati alla valutazione? Debbono essere individuati all'interno del mondo scolastico, all'esterno o da entrambe le parti? Debbono essere scelti prescindendo dalla struttura gerarchica (presidi o ispettori) oppure no? Quali altre alternative vi sono per la costituzione di eventuali commissioni di valutazione?
3) Come si puo' intrecciare la valutazione della qualita' individuale dell'attivita' professionale con il carattere di collegialita' che e' tipico del lavoro nella scuola?

La soluzione a questi problemi prevede che si affrontino le seguenti questioni:
1) e' possibile considerare distinta ciascuna voce o si possono determinare intrecci fra titoli, crediti e qualita' individuale?
2) ferma restando la ferma opposizione a che sia il singolo superiore gerarchico a decidere su chi accede all'accelerazione di carriera, come rendere possibile il collegamento con l'attivita' concreta svolta nella singola scuola?
Inoltre, in relazione alle risorse economiche disponibili, si dovra' decidere se si individuano criteri di priorita' fra le varie voci e/o possibilita' di accelerazioni di carriera e se le risorse vadano distribuite in proporzione fra i vari ordini di scuola.

Infine si pone il problema in merito alla possibilita' che vengano individuati pochi criteri/condizioni in base ai quali avere certamente il beneficio oppure che il ventaglio dei criteri/condizioni debba essere assai ampio al fine di allargare il piu' possibile la base di coloro che hanno la possibilita' di accedervi, prima o poi.
L'ampliamento del ventaglio di criteri si accompagna all'ipotesi che ad ogni scadenza, ad esempio annuale, si rediga una o piu' graduatorie di coloro che hanno titolo a richiedere l'accelerazione di carriera e ciascun elemento valutabile possa avere un certo riconoscimento.

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