Treni persi

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I Treni persi , “foto-musiche con foto-suoni”® di Riccardo Piacentini su testi di Sandro Cappelletto, sono incisi su CD (RG 00012) prodotto dalla Rive-Gauche Concerti.
Interpreti:
Tiziana Scandaletti, soprano e voce recitante;
Orchestra Milano Classica;
Massimiliano Caldi, direttore;
Alessia Arnulfo, Edoardo Gorzegno, Franco Lucia, Jessica Piras, voci recitanti su nastro.

Presentazione di Valter Giuliano
Assessore alla Cultura della Provincia di Torino, sponsor del progetto

Il Museo Ferroviario di Bussoleno intende svolgere quel ruolo moderno di istituzione culturale capace di far incontrare i diversi linguaggi dell’arte e del sapere. Un cuore pulsante che si propone di dare il suo contributo al costituendo ecomuseo di valle, che ha scelto il viaggio come filo conduttore. Ed è proprio un viaggio sul rigo musicale ad essere presentato con questa colonna sonora del museo; note che traggono ispirazione dalle suggestioni del mondo ferroviario e che guideranno il visitatore tra le immagini, le sperimentazioni virtuali, i testi conoscitivi, gli oggetti, il grande plastico, fino all’odore dell’officina, cuore pulsante del museo, abitato dalle antiche macchine e animato dai volontari che le fanno rivivere. Una colonna sonora che accompagnerà nella visita, favorendo il coinvolgimento emotivo del pubblico: un viaggio tra le proposte museali, i loro suggerimenti, le loro informazioni, le loro suggestioni; un viaggio alla conoscenza del mondo misterioso e affascinante del treno. Il fascino del treno, del viaggio, della musica: sarà difficile liberarsene…

The Railway Museum of Bussoleno wishes to take on the modern role of a cultural institution capable of bringing together the different idioms of art and knowledge. A beating heart that will make a contribution to the eco-museum that is being set up in the valley, choosing the journey as its leitmotif. A journey along the lines of the musical score sheet is what will be offered with this soundtrack for the museum; notes that draw their inspiration from the suggestions of the world of the railway and that will guide the visitor through images, virtual experiments, explanatory notes, objects, the large-scale model, even the very smell of the workshop, the throbbing heart of the museum, inhabited by engines of the past and animated by the volunteers who will bring them to life again. A soundtrack that will accompany visits, encouraging the public to participate emotionally: a journey through the museum’s proposals, their suggestions; a journey towards knowledge of the fascinating, mysterious world of the train. The enchantment of trains, of journeys, of music: not something we will shake off easily…

Presentazione di Riccardo Piacentini, compositore e ideatore del progetto

“Foto-musica con foto-suoni”® è una locuzione che escogitai il 26 ottobre 1999 durante una memorabile passeggiata nel parco di Oslo che si affaccia da un lato sul porto e, dall’altro, sulla piazza del palazzo dei premi Nobel per la pace. Intendevo, e oggi più che mai intendo, designare un tipo di musica in cui il suono-rumore dell’ambiente costituisse un fenomeno acustico rilevante, dal punto di vista sintattico, non meno dei suoni-rumori della “nobile” tradizione sinfonica (cassa rullante e schiocchi di frusta inclusi). Dunque musica a trecentosessanta gradi, musica che non anestetizza il contesto né tanto meno lo ignora, ma invece lo sente e lo ascolta (feels and listens to), così come ognuno di noi sente, e qualche volta ascolta, i suoni-rumore di cui è volontariamente o involontariamente partecipe.
Fotografare, non con l’occhio-obiettivo di una telecamera o di una macchina fotografica ma con l’orecchio-microfono di un registratore digitale, il suono di diversi contesti – dal mercato popolare Chorsu Bazar di Tashkent alle metropolitane di Helsinki, Seoul, Singapore... al martello pneumatico che trafora la Fifth Avenue nel cuore della notte, ai mille fischi e sospiri dei treni (e dei viaggiatori) di oggi e di ieri... – è stata l’eccitante esperienza da cui sono partito per sonorizzare dapprima l’VIII Biennale Internazionale di Fotografia (Torino, Palazzo Bricherasio, 1999), poi la IX (2001) e ora il Museo Ferroviario Feralp di Bussoleno (2003). In queste due ultime circostanze mi sono avvalso dei testi, decisivi sotto più aspetti, scritti da Sandro Cappelletto che li ha confezionati su misura.
L’allestimento di suoni e luci – musiche, proiezioni filmiche e luminose, sorprese sceniche etc. – che il 20 giugno 2003 ha animato gli spazi del Museo Feralp di Bussoleno si affiancava alla realizzazione del presente CD, nel quadro del progetto di sonorizzazione di cui la Provincia di Torino aveva incaricato la Rive-Gauche Concerti nell’ambito dell'ancor più ampio progetto denominato, con espressione quanto mai sintonica alla “foto-musica”, Cultura materiale.
Lo spettacolo del 20 giugno, punteggiato da due interludi filmici legati al nome di Jean Renoir e al mondo delle ferrovie, comprendeva musiche incentrate sul tema del viaggio, dal Quartetto op. 160 del giovane Mozart in visita per l’Italia al divertente Un petit train de plaisir di Rossini, proposto in versione orchestrale, fino alla vera novità della serata: i Treni persi per voce viaggiante e voce che ha viaggiato. Diversi materiali fonici della serata, uniti ad altri registrati nelle mie migrazioni di compositore da diversi anni munito dell’inseparabile orecchio-microfono di un DAT, sono stati quindi elaborati e com-posti su questo CD, a cominciare dagli imprescindibili Treni persi, metafora del viaggiatore affranto che perde tutte le coincidenze, mentre un anziano pacato ferroviere rievoca paesaggi e meraviglie dell'architettura ferroviaria, il tutto avvolto in un suggestivo reportage di “foto-suoni” captati da stazioni ferroviarie, treni fermi e in movimento, sbuffi di viaggiatori e di locomotive, voci di chi viaggia e di chi ha viaggiato.
Concludo con un triplice ringraziamento: alla Provincia di Torino, e in particolare alla Presidente Mercedes Bresso e all’Assessore Valter Giuliano, a Patrizia Picchi e a Rebecca De Marchi per la sensibilità dimostrata prima, durante e dopo la realizzazione del progetto; ai volontari del Museo Ferroviario Feralp di Bussoleno e soprattutto a Walter Neirotti , Edoardo Gorzegno e Franco Lucia; a Sandro Cappelletto, i cui testi sono stati propulsivi quanto un treno, anzi tre treni.

“Photo-music with photo-sounds” (“Foto-musica con foto-suoni”®) is an expression I thought up on 26th October 1999 during a memorable walk in the park in Oslo that on one side looks out onto the port and on the other onto the square with the Nobel Peace Prize building. My idea was then, and is all the more so today, to design a type of music in which the sound-noise of the ambient would represent a significant acoustic phenomenon from a syntactic point of view, no less than the sound-noises of the “noble” symphonic tradition (including drum rolls and whiplash effects). Music in three hundred and sixty degrees, music that does not anaesthetise its context and certainly does not ignore it, music rather that feels and listens to it, just as each of us feels, and sometimes listens to the sound-noises in which we are voluntary and involuntary participants.
Photographing, not with the eye-lens of a camera or video-camera but with the ear-microphone of a digital recorder, the sounds of various contexts – from the popular market of Chorsu Bazar in Tashkent to the undergrounds of Helsinki, Seoul, Singapore …. from the pneumatic hammer that drills into Fifth Avenue in the heart of the night, to the thousands of whistles and sighs of trains (and their passengers) of today and yesterday … - this was the exciting experience on which I worked in creating soundtracks first for the VIII International Photography Biennial (Turin, Palazzo Bricherasio, 1999), then the IX (2001) and now the Feralp Railway Museum in Bussoleno (2003). In the latter two instances I have made use of texts – decisive in many ways – custom written by Sandro Cappelletto.
The Son et Lumière production – music, projection of films and stills, scenographic surprises etc. – which animated the spaces of the Feralp Museum in Bussoleno on 20th June – accompanied the production of this CD, as part of the project for sound-accompaniment which the Province of Turin commissioned of Rive-Gauche as part of an even more ambitious project denominated, with an expression that so closely adheres to “photo-music”, Material Culture.
The event on the 20th June, punctuated by two film episodes linked to the name of Jean Renoir and to the world of the railways, included pieces of music focusing on the theme of the journey, from the Quartet op. 160 by the young Mozart on his visit to Italy to the delightful Un petit train de plaisir by Rossini, proposed in an orchestral version, and on to the novelty of the evening: the Treni persi [Missed Trains] for a travelling voice and a voice that has travelled. Various phonic materials of the evening, combined with others recorded during my migrations as a composer who for years has never travelled without the ear-microphone of a DAT, were then processed and com-posed on this CD, starting with the essential Treni persi, a metaphor of the stricken traveller who misses all her connections while a calm old railwayman recollects the landscapes and the wonders of railway architecture, all enveloped in a suggestive reportage of “photo-sounds” collected in railway stations, trains standing still or in movement, the grunts of travellers and locomotives, the voices of those who are travelling and those who have travelled.
I should like to conclude with a double expression of gratitude: to the Province of Turin, especially to Councillor Valter Giuliano, Dr Patrizia Picchi and the architect Rebecca De Marchi, for the sensitivity they have shown before, during and after the realisation of the project, and to Sandro Cappelletto, whose texts provided as much drive as a train, indeed three trains. (Tr. Timothy Alan Shaw)

 

I testi di Sandro Cappelletto

1° treno
Voce registrata (annuncio interno al treno)
Our Eurostar train is now arriving in the station / of Florence. Next stop Florence. / We are running twentyfive minutes late. / We apologize.
Canto
You apologize, ma in ritardo siamo noi! / E non mi prende il cell! Non c'è campo, / gallerie, gallerie!
Non mi aspetterà, maniaco com'è. / La coincidenza per la montagna / lui non la perde, mai! / Proprio oggi che la macchina è rotta. / Questa mania del week-end! Non dovevo partire.
Voce registrata (da interno treno, in assolvenza)
… nella carrozza numero cinque è disponibile / un servizio di caffetteria, bevande calde e fredde, / snack e brioches, primi piatti, ananas e dolci… / In the coach number five is now available / a refreshing service… snack, drinks, cakes, cookies, / dessert, paté, brulé à l'orange, flambé, consumé, sbrodegòn à toutalheure…
Voce vecchio ferroviere
Mio padre faceva il sarto e cuciva anche molte divise per ferrovieri. / La chiamava la stoffa del potere. Ogni bambino sogna / di diventare Capostazione. / Sulla linea Cuneo-Ventimiglia, all'altezza della stazione di Tenda, / in alto a destra, sporgendosi appena / si può vedere un tratto dell'elicoidale di Cagnolina. / I viaggiatori le chiamano le lumache, / la ferrovia fa le lumache, dicono. / Il viadotto ha dodici archi, otto di quindici metri, / uno di venti, tre di dodici. / Il giro elicoidale è di millecinquecentoventidue metri: / un capolavoro.

2° treno
Canto (tra desiderio e amarezza)
…Sì viaggiare, evitando le buche più dure... / E poi nelle tue braccia cadere, ma tu / vorrai sciare, farà freddo amore, / e poi, fra due ore… / Il tempo di un dessert, / Any snack, madame? Un brulé? / Prendi il treno, che ci vuole, arrivi, cambiamo, / altre due ore e siamo lì... amore. / Amori ferroviari, boicottati dagli orari.
Voce vecchio ferroviere
Dopo la galleria di Saint Roch, / la linea, non ancora elettrificata, e credo non lo sarà mai, / percorre il viadotto di Saorge. / E' il punto più stretto della valle, / ridotta ad una gola strettissima, / sessanta metri sotto la ferrovia. / L'unica luce è quella delle acque bianche del torrente, / è come se fossimo sopra un ponte. / Lo dico a tutti, quando prendono servizio: / non è quello il momento più adatto per controllare i biglietti.
Voce registrata (da altoparlante stazione)
Treno regionale speciale sciistico per Monte Amiata, / tariffa railway-ski-pass-super-G-week-end-and-go, / atteso alle ore 11 e 45, arriverà e partirà dal binario / 9 anziché 12. Più tardi. / We apologize.

3° treno
Canto
Apologia dell'apologize / sono stufa in extra-size! / No grazie non gradisco un altro / drink piuttosto qui fa un freddo boia. / Mi guarda, scusi, l'air conditioning? / Nemmeno lo snack. Come dice, un guasto sulla linea? / Imprecisato, ritardo imprecisato? / Non ci crederà. Che cretina a partire. / Attenta a non perderlo, mi fa, / ma magari l'avessi perso. / Oddio, il carica-batteria: / dimenticato nel bagno. / Penserà che non voglio rispondere. / Non era un guasto? Ripartiamo?
Voce registrata (invitante)
Compra la Intercity card e risparmia. / Straordinaria occasione / per i frequent-railway-travellers / più viaggi meno spendi. / E' il sabato del viaggiatore. / Accumula punti, vincerai chilometri.
Canto
Ripartiamo davvero? / Ma in avanti o più indietro? / Era un sabato speciale? / L'offerta eccezionale? / Amore non mi voler male, / che fatica viaggiare per te.
Voce vecchio ferroviere
Passata la vecchia frontiera – ancora si vede il ponte / tirato giù dalle bombe – comincia la discesa verso valle, / ma per un treno scendere non è più facile che salire. I freni, / bisogna controllarli ogni volta; i viaggiatori si preoccupano del riscaldamento, / dei bagni, ai freni non ci pensano. Non ci devono pensare loro, / ci dobbiamo pensare noi, il biglietto da visita dell'azienda. / All'altezza di Precipus, voltandosi indietro, in fretta perché poi inizia la galleria, / una di quelle con imbocco storto per seguire la curva della montagna,/ voltandosi verso monte, dicevo, si possono ancora vedere gli ulivi più alti d'Europa. / A primavera capita che qualcuno sia ancora sotto la neve, / e mezz'ora dopo, guardando in giù, vedi già qualche turista che fa il bagno. / Venti chilometri da Ventimiglia, abbiamo passato la vecchia frontiera / per l'ultima volta. La galleria di Fromentino / è a doppio binario per accogliere l'ex binario di precedenza, / siamo a trecentodue metri sul livello del mare, è lunga / seicentoquarantaquattro, vi transitano undici coppie di treni al giorno... / ben poca cosa rispetto ai milleduecentotrenta treni / che ogni giorno percorrono i millesettecentosessantacinque chilometri / di binari del Piemonte.

1st Train
Recorded voice (announcement inside the train)
Our Eurostar train is now arriving in the station / of Florence. Next stop Florence. / We are running twenty-five minutes late. / We apologize.
Song
You apologize, but we are late! / And my mobile’s not working! Can’t find the network. / tunnels, tunnels!
He won’t wait for me, he’s so finicky. / And the connecting train for the mountains / he never misses it! / The locomotive had to break down today of all days. / This obsession with weekends! I should never have set off.
Recorded voice (announcement inside the train fading out)
… nella carrozza numero cinque è disponibile / un servizio di caffetteria, bevande calde e fredde, / snack e brioches, primi piatti, ananas e dolci…… / refreshments are now available / in coach number five, hot and cold drinks / snacks, cakes, cookies, / dessert, paté, brulé à l’orange, flambé, consumé, sbrodegòn à toutalheure…
Voice of an old railwayman
My father was a tailor and he also made a lot of uniforms for railwaymen. / He called it the fabric of power. Every little boy dreams of becoming a station master. / On the Cuneo-Ventimiglia line, when you get to the station of Tenda, / up on the right if you lean out a bit / you can just see part of the Cagnolina mountain railway. / Travellers call them snails, / the railway makes snails, they say. / The viaduct has twelve arches, eight of fifteen metres, / one of twenty, three of twelve. / The mountain railway makes a round trip of one thousand five hundred and twenty-two metres: / a work of art.

2nd Train
Song (mixture of sadness and bitterness)
… Yes travelling, avoiding the hardest holes… / And then falling into your arms, but you / will want to go skiing, it’ll be cold, love, / and then a couple of hours later… / Time for a sweet, Any snacks, Madam? A mulled wine? / Get on a train, there’s nothing to it, you arrive, we get changed, / another two hours and we’re there… love. / Railway loves, boycotted by timetables.
Voice of an old railwayman
After the Saint Roch tunnel, / the line, it hasn’t been electrified yet, and I don’t suppose it ever will be, / crosses the Saorge viaduct. / It’s the narrowest part of the valley, / squeezed into a tight pass, / sixty metres below the level of the tracks. / The only light is the white of the mountain river, / it’s like being on a bridge. / I tell them all, when they come on duty: / it’s not the right moment to check the tickets.
Recorded voice (from the station loudspeaker)
Special regional ski train for Monte Amiata, / special railway-ski-pass-super-G-weekend-and-go fare, / due at 11.45, will arrive and leave from platform / 9 instead of 12. Later. / We apologize.

3rd Train
Song
Apology to apologize / I’m fed up in extra-size! / No thank you, I do not want another / drink, but it’s freezing here. / Look, excuse me, the air-conditioning? / Not even a snack. What’s that, a problem on the line? / Unspecified, unspecified delay? / You wouldn’t believe it. Stupid of me to even set off. / Mind you don’t miss it, he says, / I wish I had. / Oh Lord, my battery-charger: I’ve left it in the bathroom. / He’ll think I don’t want to answer. / Wasn’t it a breakdown? Are we going?
Recorded voice (inviting)
Buy the Intercity card and save. / Special offer / for frequent-railway-travellers / the more you travel the less you spend. / It’s traveller’s Saturday. / Collect points and win kilometres.
Song
Are we going to move? / Forwards or backwards? / Wasn’t it supposed to be a special Saturday? / Extra special offer? / Don’t hold it against me, love, / it isn’t easy to travel for you.
Voice of an old railwayman
After the old border – you can still see the bridge / destroyed by bombs – you start the long descent towards the valley, / but for a train it’s as difficult to descend as it is to climb. / The brakes / need to be checked every time; / the passengers worry about the heating, / the toilets, but they don’t stop to think about the brakes. It’s not their job, / we’ve got to think about the brakes, the company’s visiting card. / At Precipus, looking back, quickly because then you go into the tunnel, / one of the ones with a bent mouth that follows the curve of the mountain, / looking uphill, as I was saying, you can still see the highest olive trees in Europe. / In spring you can still find some of them covered with snow, / and half an hour later, looking down, you can already see tourists swimming. / Twenty kilometres from Ventimiglia, we have passed the old border for the last time. The Fromentino tunnel / is double-tracked to allow for the old priority track, we’re three hundred and two metres above sea level, and it’s six hundred and forty-four metres long, eleven pairs of trains pass every day... / not much compared to the one thousand two hundred and thirty-three trains / that run on the tracks of Piemonte / every day. (sandro cappelletto, tr. timothy alan shaw)

Gli autori e gli interpreti

Riccardo Piacentini è diplomato in Composizione e Pianoforte e laureato in Storia della musica con una tesi su Petrassi. Ha studiato dapprima con Carlo Pinelli e Roberto Cognazzo, poi con Franco Donatoni, seguendo anche corsi e seminari con Bussotti, Ligeti, Morricone, Richard e Stockhausen. Vincitore di numerosi concorsi, i suoi lavori – editi da Curci, Edipan, Agenda e Ruggimenti – sono regolarmente eseguiti in Italia e all’estero. Nel ’97 la sua opera sacra Mal’akhim è stata rappresentata a Vancouver, ripresa nel ’98 a Torino con l’allestimento del Teatro Regio e la diffusione integrale della RAI e nel 2000 per l’Ostensione della Sindone. Nel febbraio ’99 lo spettacolo per bambini 7x7+7 è stato programmato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma e, nell’aprile dello stesso anno, al Teatro Ilkhom di Tashkent in lingua russa. Sempre del ’99 sono le Musiche dell’aurora per la prima sonorizzazione della Biennale Internazionale di Fotografia di Torino, seguite nel 2001 dalle Arie condizionate per la IX Biennale su testi di Sandro Cappelletto. Ha fondato con il soprano Tiziana Scandaletti il Duo Alterno, con cui ha inciso per l’etichetta Nuova Era lavori inediti di Ghedini e Casella e per le Edizioni Curci una composizione con dedica di Giacomo Manzoni, e nel 1986 la Rive-Gauche Concerti, che tuttora dirige. Autore di saggi musicologici e testi didattici, insegna Composizione al Conservatorio di Alessandria.

Scrittore e storico della musica, Sandro Cappelletto è nato a Venezia nella seconda metà del Novecento. Laureato in Filosofia, ha studiato armonia e composizione con il maestro Robert Mann. Tra le sue principali pubblicazioni, la prima biografia critica di Carlo Broschi Farinelli (“La voce perduta”, EDT, 1995), un’analisi della “Turandot” (Gremese Editore, 1988), una biografia di Beethoven (Newton Compton, 1986), un saggio su Gaetano Guadagni (Nuova Rivista Musicale Italiana, 1993), un’inchiesta sugli enti lirici italiani (“Farò grande questo teatro!”, EDT 1996). Per la “Storia del teatro moderno e contemporaneo” (Einaudi, 2001) ha scritto il saggio “Inventare la scena: regia e teatro d’opera”. Nel 2001, ha curato, con Pietro Bria, “Wagner o la musica degli affetti” (Franco Angeli Editore), raccolta di scritti wagneriani di Giuseppe Sinopoli. Autore di programmi radiofonici e televisivi per le frequenze Rai, e di lavori teatrali (“Solo per archi’; “Poiché l’avida sete”, “Quel delizioso orrore”; “Vostro devotissimo Wolfgang Amadé”), ha scritto testi per il teatro musicale di numerosi compositori italiani: Ambrosini, Corghi, D’Amico, Lupone, Morricone. Frequente è la collaborazione con Riccardo Piacentini e la sua poetica dei foto-suoni. E’ docente al corso di laurea in “Economia e gestione delle arti” dell’Università di Ca’ Foscari. Accademico dell’Accademia Filarmonica, ha diretto su invito di Giuseppe Sinopoli il settore drammaturgia e didattica del Teatro dell’Opera di Roma. Giornalista professionista, collabora ai quotidiani “La Stampa” e “Le Monde”. Dal giugno 2001 è vice-direttore artistico della Scuola di Musica di Fiesole.

Tiziana Scandaletti è diplomata con il massimo dei i voti in Canto al Conservatorio di Vicenza e laureata con lode in Storia della Musica all’Università di Padova. Specialista nella musica del ‘900 e contemporanea, ha curato incisioni per RAI, RSI, Radio Vaticana, Radio Nazionale Uzbeca e per le etichette Ariston-Ricordi, Curci (“Du Dunkelheit” di Giacomo Manzoni, a lei dedicato), Datum-Stradivarius, Edipan, Nuova Era (due CD con liriche di Giorgio Federico Ghedini e un CD con liriche di Alfredo Casella) etc. Ha collaborato con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Festival Settembre Musica, la Fondazione Arena di Verona, la Sagra Musicale Umbra (prima mondiale di “Grido” di Ennio Morricone), il Teatro alla Scala, il Teatro Comunale di Bologna e quello di Modena... e con molte istituzioni straniere. Oltre a Manzoni e Morricone, per lei hanno scritto, tra gli altri, James Dashow, Alessandro Solbiati, Fabio Vacchi e Dmitri Yanov-Yanovski. Con il compositore e pianista Riccardo Piacentini ha formato il Duo Alterno, attivo dal febbraio 1997 affiancando a concerti master-class sulla vocalità contemporanea, in Argentina (1998), Canada (1997, 2003), Corea (2001), Danimarca (1999), Finlandia (1998, 1999), Francia (2001), Gran Bretagna (2001), Indonesia (2001), Kazakistan (2001), Macedonia (2003), Norvegia (1999, 2002), Singapore (2001, 2002), Stati Uniti (2000, 2003), Svezia (1999), Uzbekistan (1998, 1999), esibendosi tra l'altro alla Sibelius Akatemia e alla Cable Factory di Helsinki, alla Bowling Green State University dell’Ohio, al Centro Cultural San Martìn di Buenos Aires, alla Cinemateket di Oslo, al Conservatorio e al Teatro Ilkhom di Tashkent (Uzbekistan), al Festival Memorie Sonore di Stoccolma, alla Ethical Society di Philadelphia, alla Levine School of Music di Washington, alla Rutgers State University of New Jersey, alla Academy of Music e alla UBC di Vancouver, alla Università di Aarhus (Danimarca), alla University of Maryland in Baltimore County etc. Ha pubblicato saggi specialistici di musicologia per Cleup, Curci, Il Saggiatore, Il Santo, Neri Pozza e Il Mulino. Attualmente insegna Musica vocale da camera presso il Conservatorio di Rovigo.

L’Orchestra da Camera Milano Classica, nata nel 1993 dall’estinta orchestra dell’Angelicum, ne è diretta erede. Basandosi sull’esperienza dell’Angelicum, Milano Classica continua a distinguersi per l’opera di riscoperta del repertorio italiano meno noto, presentando spesso pagine in prima esecuzione moderna. Naturalmente le caratteristiche dell’ensemble ne fanno anche un tramite ideale per il repertorio barocco e classico più consueto, praticato insieme a quello del Novecento storico e dei giorni nostri, con frequenti esecuzioni in prima assoluta di pagine appositamente scritte per la formazione. Dal 1993 Milano Classica produce una stagione concertistica in Milano, presso la Palazzina Liberty, con appuntamenti bisettimanali da gennaio a giugno. Artisti celeberrimi vi hanno preso parte, come Riccardo Muti, Umberto Benedetti Michelangeli, Alvaro Cassuto, Diego Fasolis, Corrado Rovaris, Luigi Alberto Bianchi, Fabio Biondi, Mario Brunello, Giuliano Carmignola, Enrica Cavallo, Ottavio Dantone, Enrico Dindo, Giulio Franzetti, Franco Gulli, Alexander Lonquich. Oltre la stagione milanese, Milano Classica organizza una serie di stagioni “in decentramento” prevalentemente in Lombardia e tournées nel resto dell’Italia e all’estero (Austria, Germania, Festival delle Fiandre in Belgio, Festival Internazionale di Lubiana e, quest’anno, Turchia e Slovenia). Più di cento concerti l’anno, considerando anche gli appuntamenti organizzati per le Scuole della Provincia di Milano e della Regione Lombardia, che ogni anno vedono la partecipazione di più di diecimila bambini, coinvolti insieme ai docenti in originali programmi di ascolto guidato. In campo discografico si segnalano incisioni per le etichette “La Bottega Discantica” (Livietta e Tracollo di G.B. Pergolesi), “Veermer Classics” (Musica sacra del Settecento lombardo, Sinfonie di W.A. Mozart e C.Ph. E. Bach), “Tactus” (opere con organo di O. Respighi) e “Dynamic” (Concerti per violino e orchestra di P. Nardini, Lo Spazzacamino di M.A. Da Fonseca Portugal, Concerti di G.B. Sammartini). Il direttore artistico di Milano Classica è Mario Carbotta, mentre il direttore principale della formazione è Massimiliano Caldi.

Massimiliano Caldi, diplomato in Pianoforte al Conservatorio di Vicenza, ha studiato Direzione d’Orchestra con Franco Gallini alla Civica Scuola di Musica di Milano e si è diplomato ai Wiener Meisterkurse für Musik tenuti da Julius Kalmar nel 1992, perfezionandosi poi all’Accademia Musicale Pescarese con Donato Renzetti. Dopo essere stato assistente di Ervin Acél, nel 1993 ha vinto il III Concorso Internazionale “Dinu Niculescu” di Brasov. Dal 1994 al 1996 si è perfezionato con Ilvya Musin, Myung-Whun Chung e Juri Temirkanov. Nel gennaio 1995 ha debuttato in Russia, con la Congress Orchestra di San Pietroburgo; nel marzo dello stesso anno ha esordito con la Wiener Kammerorchester. Dal 1998 è direttore principale dell’Orchestra da Camera Milano Classica, con cui collabora dal 1994. In Italia ha diretto, tra le altre, l’Orchestra Fondazione Arena di Verona, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, l’Orchestra “Guido Cantelli”, l’Orchestra della Fondazione “I Pomeriggi Musicali”, l’Orchestra della Fondazione “Arturo Toscanini”, l’Orchestra di Roma e del Lazio, l’Orchestra Sinfonica di Bari e l’Orchestra Sinfonica Abruzzese. Nel 1999 ha ottenuto il primo premio assoluto e il primo premio dell’orchestra alla sesta edizione del Concorso Internazionale di Direzione d’Orchestra “Gregor Fitelberg” a Katowice. Nel 2000 ha diretto in Germania l’Orchestra di Padova e del Veneto, con la quale collabora da alcuni anni, e, all’Auditorium del Lingotto di Torino, l’Orchestra Sinfonica del Piemonte con musiche di Astor Piazzolla interpretate insieme a Milva e all’Ensemble Tango Seis. Nel 2001, dopo la direzione della Norma di Bellini a Vicenza, ha diretto in prima esecuzione la favola musicale Nevebianca di Marco Betta e il melologo Peter Uncino di Marco Tutino; ha quindi preso parte al nono concerto “Natale in Vaticano”dirigendo l’Orchestra Sinfonica Giovanile “K. Szymanowski” di Katowice. Nel 2002 ha diretto a luglio l’Orchestra del Teatro Regio di Torino nel recital operistico “Natalie Choquette, La Diva – ... chi ha detto che l’opera é noiosa?” a Palazzo Reale a Torino e al Festival “Umberto Giordano” di Baveno e a dicembre l’Orchestra Filarmonia Veneta ne “I Due timidi” di Suso Cecchi D’Amico e “La notte di un nevrastenico” di Riccardo Bacchelli con musica di Nino Rota al Teatro Eden di Treviso e al Teatro Sociale di Como. Quest’anno prenderà parte al progetto “Giovani Direttori d’Europa 2003” tenuto da Daniele Gatti presso la Scuola di Musica di Fiesole.


Esecuzioni:


• Bussoleno, Museo Ferroviario Feralp, 20 giugno 2003


 

Recensioni:


Da “La Stampa” del 22 giugno 2003:

Piacentini canta i «Treni persi»
“Seduti e zitti, aspettiamo nel buio. Poi il rotolio d’un ponte scorrevole ci dice che lo spettacolo comincia: infatti con il ponte arrivano luci di vari colori. Appaiono gli archi dell’Orchestra da Camera Milano Classica, una dozzina di elementi, oltre a un percussionista col suo armamentario. Il direttore, Massimiliamo Caldi, dà il via alle prime note: il Quartetto K.160 di Mozart in versione per archi come «Sinfonia Italiana». Scritto dal giovanissimo musicista durante il primo viaggio in Italia, ben introduce il concerto, o meglio lo «spettacolo di suoni e luci» che si ispira al viaggio; meglio ancora, al viaggio in treno. Infatti subito dopo è il treno a prendere direttamente il sopravvento. Siamo a Bussoleno nell’Ecomuseo Ferroviario Feralp, che la Provincia gestisce con l’aiuto generoso di volontari (e l’assessore Walter Giuliano ne specifica caratteristiche e finalità), e che da ora ha la «sua» colonna sonora. Dopo Mozart infatti s’esegue per la prima volta «Treni persi», cantata di Riccardo Piacentini su testi di Sandro Cappelletto che mescola i disagi di una viaggiatrice che perde tutte le coincidenze con la narrazione (voce registrata) d’un vecchio ferroviere che esalta il bello del viaggio in treno: il paesaggio e le emozioni che suscita. E’ certo allegoria voluta il frequente riferimento a tunnel e percorsi elicoidali della Cuneo-Nizza, simbolo dei momenti bui e tortuosi della vita. La musica di Piacentini, più allusiva che declamatoria, non perde di vista sane basi tonali: i suoni «fuorivia» sono quelli dei rumori registrati. Il soprano Tiziana Piacentini conferma doti spiccate di interprete contemporanea e attrice brillante. Dopo la proiezione di due superbe sequenze del film «La bête humaine» di Jean Renoir, si chiude con la gustosa trascrizione di «Un petit train de plaisir» di Rossini. Ma la regia di Oliviero Corbetta ha in serbo ancora una sorpresa: un violinista, a mo’ di pifferaio di Hamelin, guida gli spettatori a visitare il capannone attiguo che ospita locomotive, carrozze, vaporiere d’antan, placide e maestose. La musica di Piacentini in futuro farà da sottofondo alle visite e finirà anche in un cd.” (Leonardo Osella)

Piacentini sings to the «Lost trains»
“In Bussoleno at the Feralp train ecomuseum [...] after Mozart, «Treni persi» (Lost trains) is performed for the first time, Riccardo Piacentini's cantata on texts by Sandro Cappelletto which mixes the troubles of a woman traveller loosing every connection together with the narration (recorded voice) of an old railwayman exalting the beauty of travelling by train [...] It is surely an intentioned allegory the frequent referring to tunnels and elichoidal ways of the train stretch Cuneo-Nizza, that is symbol of dark moments and totuous in the life. Piacentini's music, more allusive than declamatory, never forgets healthy tonal fundaments: the sounds «out of range» are just those ones recorded [...] soprano Tiziana Scandaletti confirms her distinct qualities of contemporary performer and smart actress [...] In the future Piacentini's music will become the acoustic background in the visits [at Bussoleno's ecomuseum] and will go also on a cd.” (Leonardo Osella)


Da “Torino Village” del 4 febbraio 2004:

Treni persi
“Al calar del sole nella suggestiva cornice del Museo Feralp di Bussoleno, veniva rappresentata in prima assoluta la sonorizzazione Treni persi di Riccardo Piacentini. Era il 20 giugno 2003, lo spettacolo di suoni e luci intercalato da due intermezzi filmici tratti da La bète humaine del francese Jean Renoir, includeva musiche legate in qualche modo al tema del viaggiare tra cui anche il Quartetto K. 160 composto da Mozart in visita in Italia e Un petit train de plasir di Rossini eseguita in versione orchestrale. Oggi quella che fu definita dai critici “musica più allusiva che declamatoria” è divenuta un CD. L'opera, realizzata da Rive-Gauche Concerti, è stata presentata alla stampa giovedi scorso a Palazzo Cisterna dalla Presidente della Provincia di Torino, Mercedes Bresso, dall'Assessore alla Cultura, Walter Giuliano, da Riccardo Piacentini, compositore e curatore del progetto, da Walter Neirotti direttore del Museo Feralp di Bussoleno. La produzione rientra nelle attività programmate del Servizio Attività e Beni Culturali della Provincia di Torino nell'ambito dell'ampio progetto Cultura Materiale – Ecomusei. Treni persi (Lost Trains), ovvero cantata per voce viaggiante, voce che ha viaggiato, archi, percussioni e fotosuoni, è stata realizzata su testi di Sandro Cappelletto con le musiche di Riccardo Piacentini magistralmente interpretate dall'Orchestra da Camera Milano Classica diretta da Massimiliano Caldi ed il soprano Tiziana Scandaletti. Treni persi, dal giugno dell'anno appena trascorso colonna sonora dell'Ecomuseo Ferroviario Feralp di Bussoleno (gestito dalla Provincia con l'aiuto di volontari), è un ensamble di foto-musica e fotosuoni definizione escogitata da Riccardo Piacentini “durante una memorabile passeggiata nel parco di Oslo che si affaccia da un lato sul porto e, dall'altro, sulla piazza del palazzo dei premi Nobel. Intendevo e, oggi più che mai intendo, designare un tipo di musica in cui il suono-rumore dell'ambiente costituisse un fenomeno acustico rilevante, dal punto di vista sintattico, non meno dei suoni-rumori della nobile tradizione sinfonica. Musica a trecentossessanta gradi, che non anestetizza il contesto né tantomeno lo ignora, ma invece lo sente e lo ascolta, così come ognuno di noi sente e qualche volta ascolta i suoni-rumore di cui è volontariamente o involontariamente partecipe. Fotografare non con l'occhio-obiettivo di una telecamera o di una macchina fotografica, ma con l'orecchio-microfono di un registratore digitale”. Riferendosi a Treni persi, prosegue Piacentini “diversi materiali fonici della serata” del 20 giugno 2003 “uniti ad altri registrati nelle mie migrazioni di compositore da diversi anni munito dell'inseparabile orecchio- microfono di un DAT, sono stati quindi eleborati e com-posti su questo CD... metafora del viaggiatore affranto che perde tutte le coincidenze, mentre un anziano pacato ferroviere rievoca paesaggi e meraviglie dell'architettura ferroviaria, il tutto avvolto in un suggestivo reportage di foto-suoni captati da stazioni ferroviarie, treni fermi e in movimento, sbuffi di viaggiatori e di locomotive, voci di chi viaggia e di chi ha viaggiato”. Il Museo di Bussoleno, dunque, non più visto e visitato come spazio statico ma cuore pulsante di un “viaggio sul rigo musicale” come sostiene l'Assessore alla Cultura Walter Giuliano “note che traggono ispirazione dalle suggestioni del mondo ferroviario e che guideranno il visitatore tra le immagini, le sperimentazioni virtuali, i testi conoscitivi, gli oggetti, il grande plastico... le antiche macchine” riportate a nuova vita dai volontari del museo.” (Cristina Chenda)

Lost trains
"[...] Lost trains [...] Riccardo Piacentini’s music performed in a masterly manner by Milano Classica Orchestra, conducted by Massimiliano Caldi, and soprano Tiziana Scandaletti [...] CD that is a metaphor of the exhausted traveller which misses all the connections [...] the Train Museum in Bussoleno is not seen and visited as a static space but a pulsating heart of a ‘trip on musical staff’ [...]" (Cristina Chenda)

Da “La Stampa” del 22 febbraio 2004:

Musica di Riccardo Piacentini, testo di Sandro Cappelletto
“È confluita in un cd la musica che Riccardo Piacentini ha confezionato come sfondo sonoro delle visite all’ecomuseo di Bussoleno dedicato al trasporto ferroviario. S’intitola «Treni persi», in quanto il testo di Sandro Cappelletto su cui è basato si ispira appunto ad un contrattempo molesto come quello di un treno che si avvia sotto il naso d’un passeggero in ritardo. L’iniziativa è della Provincia che, con la presidente Mercedes Bresso e l’assessore Valter Giuliano, l’ha caldeggiata come valorizzazione di risorse territoriali. Il museo, gestito dal Feralp, è per ora visitabile l’ultimo sabato di ogni mese, ma in futuro acquisirà una fruibilità più continua grazie ai volontari che lo hanno realizzato e lo stanno completando. La composizione di Riccardo Piacentini viene definita «cantata per voce viaggiante, voce che ha viaggiato, archi, percussioni e foto-suoni». Questi ultimi sono le impressioni sonore che il musicista registra dal vivo in tutto il mondo nei suoi numerosi viaggi: suoni e rumori delle città, di mercati, piazze, metropolitane e naturalmente delle stazioni. Su questa base si innesta il testo tripartito (1°, 2°, 3° treno), in cui Cappelletto immagina gli interventi parlati di una viaggiatrice in ritardo per un appuntamento amoroso e di un vecchio ferroviere che evoca la meraviglia di chi percorre l’ardita linea tra Cuneo e Ventimiglia. Il canto è offerto dal soprano Tiziana Scandaletti, perfettamento a suo agio, con l’Orchestra da Camera Milano Classica diretta da Massimiliano Caldi. Completano il cd la trascrizione di «Un train plain de plaisir» di Rossini e il singolare «Gioco-treni» per «foto-suoni campionati», che richiama nelle sue sei parti moduli compositivi tradizionali: Sinfonia, Recitativo del ferroviere, Aria-danza del freno, Ricercare antico con fischi e trombe, Cori battenti dei pendolari, Sinfonia II. L’incisione esce all’approssimarsi dei 150 anni della linea Torino-Susa, che saranno celebrati il 22 maggio. E intanto Riccardo Piacentini sta lavorando ad una sonorizzazione analoga a beneficio dell’ecomuseo minerario di Traversella.” (Leonardo Osella)

Da “Il Sole 24 Ore” del 14 maggio 2004:

Susa festeggia i 150 anni della linea ferroviaria
“[...] non solo di tecnologia si tratta, bensì anche di creatività artistica al servizio d'un pezzo della storia del trasporto. La Provincia di Torino ha commissionato, infatti, una sonorizzazione del Museo, vera e propria “ri-creazione” di climi e atmosfere. Il compositore Riccardo Piacentini ha intrecciato su un testo di Sandro Cappelletto una “Cantata per voce viaggiante, voce che ha viaggiato, archi, percussioni e foto-suoni”. Ne è scaturita la partitura di Treni persi, eseguita lo scorso 0 giugno a Bussoleno dall'Orchestra Milano Classica diretta da Massimiliano Caldi (soprano Tiziana Scandaletti), ora disponibile su CD della Nuova Era che lo ha prodotto per conto della Provincia e di Rive-Gauche Concerti. Un CD inconsuteto a cominciare dal testo; la musica, coinvolgente, mescola invenzioni alla rielaborazione elettronica di suoni registrati con la voce naif d'un ferroviere dal vistoso accento regionale. Il tutto finisce per convogliare le emozioni sul senso misterioso e poetico del viaggio con quanto di simbolico comporta. Per finire Gioco-treni, una suite in cui arcaici fischi, sbuffi e segnali rivivono in funzione di sottofondo per il visitatore a zonzo tra spazi e odori del Feralp di Bussoleno [...]” (Attilio Piovano)


 
 

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Data di creazione 3 gennaio 2004
Ultimo aggiornamento 21 aprile 2005

 

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