Ollantay Valderrama Girardi

via Avigliana, 22 - 10040 Almese (To)
tel. 011.93.50.584 - cell. 335.53.70.941
email: olly.vg@tin.it

All’anagrafe tutto comincia il 2/10/1975; incomincio con l’asilo ed arrivo fino alla licenza accademica di scultura, molte cose mi hanno fermato a pensare ed il marmo è si-curamente una di quelle più significative, insieme al primo bacio a otto anni, al primo incidente a quindici e alla prima esperienza d’ansia di fronte alle opportunià che la vita of-fre. Premi, esposizioni collettive, docenze, simposi hanno segnato la mia crescita artistica, manca “La personale”, ma chissà ...

Oggi vivo costituendo immagini di cose comprese, per cui ho la sensazione di capire, ma sarebbe più giusto parlare d’intuizioni; l’elaborazione di una scultura segue un biso-gno profondo dell’ individuo-artista, per cui la condizione essenziale per fare arte implichi modulare le tensioni pre-senti nello spazio, tra vuoto e pieno, cercando quel livello ottimale di equilibrio tra queste due verità, in cui l’espe-rienza trova il suo senso, si concretizza, trova la sua “anima”.
Nella pace, nell’equilibrio, nella quiete si nasconde l’im-patto profondo, collocato come una trappola dietro alla tecnica ed alla composizione.

Atelier di Ollantay Valderrama Girardi

Lo sguardo è più attento in uno spazio focalizzato;
il laboratorio è uno sguardo sul lavoro,
l’artista nello studio è osservazione, assimilazione.

O. V. G.

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Sergio Vasco

via Ignazio Vian, 3/12 - 10135 Torino
tel. 011.61.81.41

Nasce a Bisceglie (Ba) l’11 dicembre 1938,
vive e lavora a Torino.


“Sulla superficie dei suoi lavori si piegano carte, panni, immagini familiari, spesso quotidiane, talora colte, che è bello riconoscere, così ingigantite, gonfiate, strizzate, truc-cate, senza mai presentarsi sole con i loro enigmi, queste immagini costituiscono da anni il centro di una ricerca personale, mai esclusivamente formale, mai viziata d’in-tellettualismo, sempre attuale fondata com’è sull’osser-vazione smagata dei messaggi che riceviamo ogni giorno, sulla riflessione, ora ironica, ora sarcastica, della loro in-consistenza e della loro capacità di fascinazione, di per-suasione. Sono immagini nelle quali la parola ha sempre un ruolo importante in quanto è veicolo di una parte del-l’operazione, fino a costituirne il nucleo, talora l’oggetto di riflessione, talora un vero e proprio titulus.”.

(Tiziano Marghetich)

Atelier di Sergio Vasco

“ Naufragar m’è dolce in questo mare ”.

(Giacomo Leopardi)

Descrivere il proprio studio è come analizzare se stessi, pertanto cerco di raccontarvelo come lo vivo normalmen-te: ogni giorno entro in questo spazio, lo percorro verifi-cando e osservando le ricerche e le esperienze portate avanti con passione nell’arco del tempo, sempre alla ri-cerca di equilibri con me stesso, relazionandomi col quo-tidiano in un continuo dialogare. Su ogni parete, lavori ed opere a coprire le superfici. In un angolo un cavalletto, in un altro un tecnigrafo, un pano d’argilla, l’aerografo, co-lori, pennelli e tavolozza, le tele ed i cartoni pronti per l’uso ed il cannello per scaldare e modellare i plexiglas. Su alcuni ripiani opere figurative, intimiste, estemporanee e di velate citazioni ... Seguono i lavori di grafica concet-tuale ed uno spazio particolare per le opere in plexiglas modellato, che come scosse dal vento, proiettano ombre inquietanti e sollecitano la scoperta di messaggi nascosti. Insomma un mondo dove in modo brulicante e apparen-temente casuale e confuso, vivono passioni e progetti, al-cuni da elaborare, molti realizzati, ma ancora di più quelli rimasti incompiuti, tutti amati.

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