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Università - I nuovi corsi

Il volontario diventa dottore

Lauree triennali e corsi di specializzazione. Con la riforma dell'università si aprono nuovi spazi anche per la cooperazione allo sviluppo. Abbiamo fatto un giro per l'Italia per capire come stanno le cose. Ecco alcune tra le molte proposte.

di Alberto Burzio

Con l'avvio della riforma universitaria, si aprono nuovi e interessanti spazi anche per la cooperazione internazionale. Nel nuovo sistema sono due i percorsi formativi: quello che conduce alla laurea di base (tre anni) e il biennio successivo che porta ad approfondire la specializzazione (laurea specialistica). Per il triennio di base sono già aperte, per la prima volta in diversi atenei italiani, le iscrizioni a corsi di laurea in cooperazione allo sviluppo. Ma all'ex ministero dell'Università (oggi accorpato a quello dell'Istruzione) i funzionari hanno ancora difficoltà a definire l'entità del fenomeno. "La riforma ha previsto nuovi "contenitori", all'interno dei quali gli atenei possono attuare i diversi corsi - spiega la dottoressa Daniela Giacobazzi, responsabile dell'Ufficio V del Ministero - È già operativa la classe di laurea di primo livello in "Scienze sociali per la cooperazione allo sviluppo e alla pace", mentre due classi di lauree specialistiche, in "Scienze per la cooperazione allo sviluppo" e in "Lingue straniere per le comunicazioni internazionali", partiranno nei prossimi anni". Cambia anche il modo di studiare; sono previsti corsi con un numero di studenti molto più limitato, attività seminariali e tirocini presso enti di settore. Il che può significare un nuovo ruolo anche per le ong nei rapporti con le università (accoglienza di stagisti, partecipazione ai seminari, ecc.), sempre che entrambi i soggetti siano realmente disponibili a mettersi in gioco. Molte cose restano comunque da definire: "come Ministero abbiamo finanziato alcuni corsi di laurea in cooperazione, ma al momento non sappiamo con precisione se partiranno, perché la facoltà di scelta resta ai singoli atenei e se i corsi non rientrano nei programmi didattici, non ci saranno". Con la riforma, infatti, tramonteranno i percorsi di studio uguali in tutto il territorio nazionale; gli atenei potranno determinare autonomamente il 34% dei crediti formativi (180 per la laurea, 300 per la laurea specialistica). Ma, aggiunge la Giacobazzi: "Le procedure sono in ritardo e siamo in corsa contro il tempo".
Un certo numero di atenei sono comunque già operativi. Abbiamo fatto un giro per l'Italia per capire come stanno le cose. Ecco alcune tra le numerose proposte presenti e future.

Cooperanti Doc

Parte all'Università di Padova il nuovo "Corso di laurea triennale in cooperazione allo sviluppo" (http://infostudent.scform.unipd.it/Facolta.htm; tel. 0498/273110). Il corso punta "a formare o a riqualificare figure professionali nelle competenze di base per la progettazione, la gestione, la valutazione di attività nel campo della cooperazione allo sviluppo", come spiega il prof. Faggi, responsabile del triennio. A numero chiuso (60 studenti), prevede un prova di ammissione a settembre. Tra le materie insegnate: economia politica, economia dei paesi in via di sviluppo, storia contemporanea, sociologia, relazioni internazionali, demografia, statistica sociale, inglese... Si differenziano in particolare tre percorsi formativi: sviluppo rurale, cooperazione decentrata e cooperazione economica. "I potenziali sbocchi occupazionali - sottolineano all'Università di Padova - vanno dalle amministrazioni pubbliche (ministeri, regioni, comuni) agli organismi internazionali (Ue, Onu, Banca mondiale) fino, naturalmente, a tutto il mondo delle organizzazioni non governative". È previsto un tirocinio di 250 ore presso enti di settore, cui sarà collegata l'elaborazione di una tesina finale.
Simile per obiettivi e contenuti il "Corso di laurea in sviluppo e cooperazione" dell'Università di Torino (www.unito.it - scienze politiche tel. 011/6703236) che "intende fornire ai laureati un'adeguata conoscenza dello sviluppo e del mutamento sociale, della mondializzazione dell'economia, delle dinamiche interculturali e di aiuto ai paesi in via di sviluppo". Pur non avendo il numero chiuso, prevede una "prova di valutazione dei prerequisiti"; richiesti conoscenza base della lingua inglese o francese, sensibilità verso i temi dello sviluppo e sufficiente preparazione matematica.

Operatori di pace

A Pisa si tiene un "Corso triennale per operatori di pace" (www.cisp.unipi.it; laureapace@cisp.unipi.it; tel. 050/8312148). "Il percorso formativo è caratterizzato da una marcata apertura internazionale e interdisciplinare - sottolineano all'ateneo toscano - i laureati saranno in grado di muoversi in realtà complesse, con adeguati strumenti di conoscenza critica e di analisi, e con capacità progettuali". Si promuovono attività seminariali e dinamiche di gruppo, in modo da acquisire uno "stile di lavoro solidale". Diversi i possibili sbocchi professionali: nella cooperazione internazionale, nella mediazione e soluzione pacifica dei conflitti, nel terzo settore e nella formazione.
Simile la proposta di Firenze, che da quest'anno ha attivato un corso interfacoltà per "Operatori di pace" (www.unifi.it/studenti/percorsinuovi/corsilaurea/interfacolta_operpace.html) oltre a uno in "Sviluppo economico e cooperazione internazionale" presso la facoltà di Economia.

"Sviluppologi" per il mondo

All'Ateneo di Urbino parte invece il "Corso di laurea in cooperazione internazionale e in politiche per lo sviluppo" (tel. 0722/3031, signora Emanuela Sabatini; presidgiur@uniurb.it).
Il curriculum degli studi è specificamente orientato allo svolgimento di attività nelle missioni di organizzazioni internazionali, nelle istituzioni educative (educazione alla mondialità), nelle pubbliche amministrazioni (soprattutto per ciò che riguarda la cooperazione decentrata), nelle ong e nel terzo settore (management degli interventi di cooperazione e di gestione delle emergenze). Le lezioni prevedono tirocini formativi, soggiorni di studio, anche nel quadro di accordi internazionali.
"Scienze sociali per lo sviluppo" è il nome invece del corso di Cagliari (www.unica.it, tel. 070/6753779, facsp@unica,it), che prevede particolare attenzione ai processi di sviluppo locale in Europa, soprattutto nell'area mediterranea. Dal secondo anno si forniscono strumenti tecnici per la costruzione di progetti di sviluppo e animazione. Obbligatorie due lingue straniere e tirocinio di 30 giorni.
E non poteva mancare Roma, che all'Università La Sapienza ha attivato un corso di laurea interfacoltà dal titolo "Economia della cooperazione internazionale e dello sviluppo".

Volontari per lo sviluppo - Agosto-Settembre 2001
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