Cari amici, eccoci finalmente in Perù. È una sensazione strana quella che si avverte
quando vengono a mancare certezze consolidate come la lingua, la conoscenza dei luoghi e
delle persone che ti stanno intorno: un vago senso di inadeguatezza che scompare quando
qualcuno ti saluta sorridendo o quando guardi il mare, una presenza che ti appaga con la
sua imponenza.
Dire qualcosa di una città in cui si vive da pochi giorni non è facile; se si esclude
l'inevitabile senso di provvisorietà che Huacho trasmette: le abitazioni, anche le
migliori, quasi mai sono ultimate, i ferri dei cementi armati svettano come migliaia di
antenne supplementari, indizi di una mai sopita speranza di aggiungere nuovi locali alla
propria casa. Che,dire d'altro? Si potrebbe parlare del suono incessante della ritmata
musica latino-caraibica che ti accompagna quasi ovunque, in autobus, nel mercato, nei
negozi e anche negli uffici pubblici. Per non parlare di quanto si sta, speriamo,
concludendo (sono le 23.10) nella casa del nostro dirimpettaio: per festeggiare il
compleanno di un'anziana signora, a quanto sembra la madre dell'ex alcalde (sindaco) di
Huacho, si è installata, dalle prime ore del pomeriggio, un'orchestra con tanto di
impianto di amplificazione che ci sta deliziando con quello che di meglio può offrire la
musica del sub continente americano.
E poi, ci sono i sapori "decisi", peraltro ottimi, della cucina peruviana, o i
meno piacevoli odori che provengono dalla vicina-fabbrica di.farina di pesce, una delle
rare aziende in città.
Accanto a queste sensazioni "di contorno" c'è la buona accoglienza della
comunità cristiana, tanto parrocchiale quanto diocesana, che stiamo cominciando a
conoscere. Nell'ultimo fine settimana abbiamo partecipato alla quinta Assemblea Pastorale
Diocesana, una buona occasione per incontrare le persone e conoscere i programmi della
Diocesi. Abbiamo avuto un'idea, seppure vaga, della complessità e delle difficoltà che
ogni realtà ecclesiale vive, ma insieme un senso di grande vivacità e immediatezza,
lontane dall'atmosfera paludata e fredda dei nostri convegni.
I problemi, la povertà, l'incertezza per il futuro, la diffusa mancanza di giustizia sono
presenti e visibili anche a occhi inesperti come i nostri, ma di questo e di altro
parleremo più avanti, ora vi salutiamo rimandandovi una bella frase che ci è arrivata
via e-mail: "La provvidenza sorge sempre prima dell'alba".
Carla e Daniele Conti
ex volontari Celim (ora laici missionari della Diocesi di Milano)
Perù, gennaio 2000
Arrivi & partenzeA febbraio è tornata dal Senegal Helène Sow, economista, che per 2 anni ha coordinato il settore crediti del Cisv. A continuare il lavoro è adesso Michele Boario, che si fermerà in Africa un anno. Il volontario Luigi Arnaldi è partito il 18 gennaio alla volta del Burkina Faso, dove si fermerà 6 mesi per studiare i progetti Cisv del paese. Mario Orrù, laureato in Scienze politiche, a dicembre è rientrato dal Guatemala, dove ha lavorato 10 mesi con il Cisv, per garantire lo svolgimento corretto delle prime elezioni libere dopo la firma degli accordi di pace. L'agronomo Riccardo Capocchini, rientrato a dicembre da Yatenga (Burkina Faso), dove per un anno si è occupato del progetto Cisv di protezione del suolo, è ripartito il 3 febbraio per andare a coordinare il settore idrico. Dal 28 febbraio Giuseppe Bollini, medico, e Francesco Bono, tecnico-logista, sono a Sololo (Kenya) dove lavoreranno per un anno al progetto del Ccm. A gennaio hanno fatto ritorno da Rio Branco gli educatori Cristiano Bolzoni e Chiara Castellani, che per 6 mesi hanno lavorato al progetto Beijaflor del Mlal, nella prevenzione dei disagio minorile. Al loro posto ci sono ora le operatrici sociali Melania Ceccaregli e Laura Vinco, che resteranno in Brasile 2 anni. Il volontario Mlal Giovanni Cappollotto è rientrato dal Brasile il 6 gennaio, dopo 2 anni di servizio in qualità di tecnico commerciale. Gli infermieri Fabio e Giovanna Masciullo, volontari per il progetto Celim di Siavonga, dal 15 marzo sono a Malta dove resteranno un mese per studiare l'inglese, dopo di che si trasferiranno in Zambia per 2 anni, insieme ai piccoli Mario e Paolo. |
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Marzo 2000
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