DICE IL SAGGIO |
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Attraversare il deserto
di Stefano Borgato
Ma qual è realmente l'immagine della disabilità
che troviamo nei vari giornali e mezzi di informazione del nostro
paese?
Da "saggio vampiro", che tenta di "succhiare"
qua e là tutto quanto possa essergli utile per lavorare
nella redazione di un giornale di associazione e nell'ufficio
stampa della stessa, vorrei qui riproporre due messaggi "minimi"
che servono forse a riflettere un po'.
Ad esempio, da una rivista di qualche mese fa - quel giornale
che "trovate davanti alla vostra chiesa" (ovvero "Famiglia
Cristiana", n. 4/1996) - traggo un bell'esempio di informazione:
sotto ad un disegno che ricorda le vecchie illustrazioni della
"Domenica del Corriere", con tanto di disabile fornito
di equipaggiamento equatoriale (sahariana, cappellino bianco...)
che supera una duna in carrozzina, leggo il titolo "Attraversa
il deserto del Sahara sulla sedia a rotelle". E di seguito,
la spiegazione: "un'impresa assolutamente unica. Un algerino
di 21 anni [...] ha raggiunto la località di Taghit, nel
deserto del Sahara, dopo un viaggio di centinaia di chilometri
sulla sua sedia a rotelle. [...] Il suo bagaglio era, ovviamente,
molto leggero: una borsa con le necessarie vettovaglie e diverse
bottiglie d'acqua. Con sè anche un quaderno, sul quale
ha annotato scrupolosamente tutte le esperienze, le sensazioni
e il senso di euforia che procura un viaggio così particolare,
effettuato con la forza delle braccia e della mente. Un vero e
proprio diario, che probabilmente verrà pubblicato".
Ebbene, una notizia come questa, un'impresa "no limits"
da parte di una persona in carrozzina, troverà sicuramente
sempre spazio in numerosi giornali. Ricordo del resto che non
molto tempo fa la rivista "No limits world" chiese esplicitamente
alla nostra redazione una collaborazione nel segnalare "grandi
imprese" compiute da disabili: naturalmente la nostra risposta
fu negativa, ma la rubrica nacque lo stesso ed esiste tuttora!
Con un salto di qualche migliaio di chilometri, mi porto al Centro-Nord
d'Italia, per parlare di una situazione che ho seguito personalmente
e per la quale è stato senz'altro un po' più difficile
arrivare ai giornali o alle televisioni. In questo caso, la "grande
impresa" sarebbe semplicemente quella di far funzionare un
attrezzo chiamato servoscale, o, meglio ancora, quella di ottenere
una casa accessibile dall'Istituto di edilizia popolare della
zona.
Lucia, la protagonista, vive in carrozzina come il fratello, ed
ha "preso alloggio" per venti giorni in un pulmino davanti
al suo comune (e naturalmente "davanti alla sua chiesa",
perché il paese è molto piccolo), solo per denunciare
i propri problemi e il fatto che alcune persone non vogliono troppo
bene nè a lei nè alla sua famiglia.
Di più: se dove abita adesso ci sono ignoti che manomettono
continuamente il servoscale, dove dovrebbe andare ad abitare in
futuro non la vogliono fin d'ora, perché lo scivolo potrebbe
essere pericoloso per i bambini... perché una famiglia
con due disabili nel proprio condominio è un problema...
perché...
Già, per fornire tale splendide spiegazioni di un rifiuto,
questi signori hanno trovato facile ospitalità in un'importante
televisione locale, mentre Lucia ha avuto molte più difficoltà
a farsi ascoltare, nonostante la sua grande "forza della
mente".
Le conclusioni sono almeno due: benissimo lo spazio alle "grandi
avventure", al "no limits", ma bisogna ancora lavorare
a fondo per far capire ai mezzi d'informazione che in un piccolo
paese di provincia, la generale indifferenza delle istituzioni
(e talora delle stesse associazioni di volontariato), sommata
all'ostilità di alcuni vicini di casa, può assomigliare
molto da vicino al Sahara! E viverci - spesso "sopravviverci"
- è un'impresa assai simile all'attraversamento di un deserto...
Questo giornale, che ringrazio per l'ospitalità, è
senza dubbio una bella opportunità in più per dirlo:
perché non provare a farlo uscire "per suo nascondiglio"
almeno un paio di volte all'anno?
Cito dal vocabolario Nuovo Zingarelli: "Vampiro = spettro
che, nelle credenze popolari, assale i viventi, per succhiarne
il sangue".
Beh, questo nostro "Vampiro" vuole solo "succhiare"
qualche idea per farla conoscere meglio: vale senz'altro la pena
di "nutrirlo", con scritti robusti o leggeri che siano!
Articolo tratto da "Il Vampiro" n. 4 - maggio 1996.
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