PRESENTAZIONE

Stefania Genovese ha cominciato ad appassionarsi di UFO negli anni ’70, quando era poco più di una bambina, e questo interesse non l’ha più abbandonata: una descrizione che potrebbe valere per non pochi degli attuali studiosi di ufologia, in effetti, ma in questo caso c’è una doppia particolarità.

In primo luogo perché si tratta di una donna, e si sa quanto siano più rare le ufologhe degli ufologi, nel nostro paese.

Ma ancor più rilevante è il fatto che, su questa passione, Stefania abbia costruito un qualcosa che rimarrà nella petite histoire del nostro argomento: la prima tesi di laurea presentata esplicitamente sull’argomento UFO in Italia.

In realtà, il suo antico entusiasmo si era un po’ raffreddato, negli anni ’80, quando era subentrata una certa delusione per come la maggior parte degli autori si limitava a dare per scontata e provata la realtà aliena del fenomeno UFO.

A rivitalizzare in maniera così fruttuosa la sua passione fu, nel 1994, il casuale incontro (ad una mostra presso il Centro Comunitario di Ricerche Euratom di Ispra) con Marcel Delaval, ingegnere belga che vive in Italia da oltre vent’anni, animatore fin dagli anni ’70 del CUFOC (Club UFO del CCR Euratom), uno dei primi soci del Centro Italiano Studi Ufologici.

Delaval la incoraggiò nell’idea di coronare gli studi universitari con una tesi sugli UFO e le mise a disposizione la sua ricca biblioteca ed il suo sostegno, morale e materiale. Fu così che Stefania Genovese, iscrittasi nel frattempo al Centro Italiano Studi Ufologici, propose come tema per la sua tesi in filosofia presso l'Università di Milano "La mitopoiesi ufologica", ovvero l’analisi delle componenti mitiche dell'immaginario ufologico.

Se il coraggio di presentare il titolo "ufologico" è stato tutto della relatrice, una parte del merito va anche al relatore, il prof. Paolo Colucci, che ha accettato un argomento tutt’altro che usuale. Di particolare rilievo anche il nome del correlatore, il noto epistemologo Giulio Giorello, mentre il ruolo di advocatus diaboli l’ha svolto Lorenzo Montali, assistente di Colucci ma soprattutto socio ed ex-segretario del CICAP (il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale).

Stando a quanto afferma la stessa relatrice, il vero obiettivo della tesi è stato in realtà proprio quello di portare in ambito accademico la dimostrazione della reale esistenza del fenomeno UFO e di ribadire la necessità che venga studiato con l’apporto di indagini multidisciplinari, data la complessità delle sue caratteristiche, riaffermandone comunque in primo luogo la dignità scientifica come campo di studio.

E alla fine di una sofferta elaborazione, la tesi (divisa in sei parti) riprende in gran parte lo schema tradizionale di presentazione del problema che fin dalla sua nascita ha caratterizzato l’approccio del Centro Italiano Studi Ufologici, che non a caso viene ampiamente citato sia nel testo sia tra le fonti bibliografiche. Come si ricava dalla lettura, l'autrice ha anzi saputo non solo cogliere nelle sue varie sfumature e fare propria, ma soprattutto esprimere e sintetizzare con un linguaggio semplice e al tempo stesso preciso, l’articolata (e non facile) posizione filosofica che distingue il CISU, posizione spesso incompresa (se non intenzionalmente distorta) perfino da taluni autori che si credono i portavoce dell’ufologia italiana.

La discussione della tesi si è tenuta all’Università degli Studi di Milano il 21 aprile ’99, ed è valsa alla laureanda un ottimo punteggio, anche se la tesi è passata ingiustamente sotto silenzio, da parte dei mass media italiani, per quasi un anno, fino a quando il notiziario di attualità del CISU ha dato notizia della sua premiazione internazionale.

La tesi ha infatti ricevuto due premi, uno nazionale ed uno internazionale.

A Stefania Genovese è stato infatti assegnato dal consiglio direttivo del Centro Italiano Studi Ufologici il Premio Alberto Lazzaro 1999 per il miglior testo ufologico pubblicato nel corso dell’anno da un iscritto al CISU.

E la tesi è stata scelta dalla Fundacion Anomalia per l'assegnazione del Premio internazionale Zurich per il miglior saggio scientifico sugli UFO nell’anno 1999, a pari merito con l’ufologo americano Martin Kottmeyer. E’ il caso di notare che è la prima volta che questo premio va a un italiano (e la prima volta che va una donna).

E’ quindi con piacere e con orgoglio che, grazie alla disponibilità dell’autrice, il Centro Italiano Studi Ufologici presenta al pubblico questo lavoro, nell’auspicio che il suo esempio sia seguito nei prossimi anni da altre tesi di laurea sull’argomento UFO.

 

Edoardo Russo


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