Drone e UFO

DRONE: COMPONENTE INDETERMINATA

di Nico Sgarlato



I drone, (letteralmente calabroni, ma in realtà aerei spia teleguidati), sono spesso chiamati in causa quali colpevoli di avvistamenti UFO. E' bene precisare subito che, fino a tutti gli anni ottanta, quest'evenienza era scarsamente probabile: i drone, chiamati più tecnicamente RPV (Remotely-Piloted Vehicles, termine che in seguito ha lasciato il posto, ma con minor fortuna, a UAV, Unmanned Aerial Vehicles, e a dizioni similari), benché esistenti dall'epoca della prima guerra mondiale e intensamente usati dagli anni quaranta, raramente uscivano dagli spazi aerei riservati dei poligoni di tiro e dei centri sperimentali ed il loro impiego bellico era stato quasi esclusivamente limitato al Vietnam ed ai più recenti conflitti arabo-israeliani.

Con la Guerra del Golfo (1990-91), gli aeromobili senza equipaggio si sono moltiplicati e, più recentemente ancora, in occasione delle operazioni militari sulla ex-Jugoslavia, se ne è fatto (e probabilmente se ne fa ancora) un impiego tanto intenso quanto scarsamente pubblicizzato.

Agli onori della cronaca sono balzate solamente le vertenze tra il governo italiano ed il Pentagono, che ha richiesto più volte di poter basare i drones gestiti congiuntamente dal DARO (Defense Airborne Reconnaissance Office) e della CIA su di un aeroporto italiano sull'Adriatico, ottenendone sempre dei rifiuti ma, in realtà, già altre forze ne avevano fatto impiego. Il primo esempio di cui si è avuta notizia è stato il contingente francese dell'Unproform, che ha schierato dieci drone Fox AT-1 dell'Armée de Terre per sorvegliare l'enclave di Bihac. Successivamente, un teleguidato della neo-costituita ditta americana General Atomic Gnat 750, noto con il nome in codice Tier I (poi seguito da altri esemplari) è stato schierato nel primo semestre del 1994 in Albania, dopo il rifiuto italiano, per operare sulla Bosnia e pare che il contigente sia stato in seguito trasferito in Croazia.

Dal 1995 si è resa disponibile una versione più avanzata, il Tier II o Predator, anch'esso messo in servizio da un aeroporto albanese, dopo l'ennesimo diniego italiano (tuttavia, è rimasto il dubbio che per breve tempo questi UAV possano aver operato semiclandestinamente da una base sulla nostra penisola). Il Pentagono ha ammesso ufficialmente la perdita di due Predator: il primo probabilmente abbattuto da un aereo serbo, il 10 agosto, ed il secondo il 14 agosto, quando, a causa del funzionamento irregolare del motore e vista l'impossibilità di un rientro alla base, i controllori di volo hanno cercato di farlo precipitare nell'Adriatico; il Predator, invece, si è schiantato contro una collina bosniaca. Peraltro, una fonte serba non ufficiale ha dichiarato che un drone americano è stato catturato pressoché intatto.

Ma proprio mentre scriviamo si ha notizia che anche le altre Forze Armate USA vogliono cogliere l'opportunità di sperimentare in condizioni operative i loro mezzi: l'US Marine Corps ha pianificato l'impiego di 20 teleguidati elettrici Pointer, l'US Army intende inviare i propri Hunter basati a terra e l'US Navy vuole valutare i Pioneer, lanciati da unità navali.

Attenzione, però, a non generalizzare: gli aeromobili senza pilota sono comunque visibili soltanto in prossimità di fabbriche dei medesimi, poligoni di tiro, aree interdette o soggette a limitazioni al volo e territori sui quali siano in atto azioni belliche.



[tratto da: UFO - Rivista di informazione ufologica n. 18, luglio-dicembre 1996
semestrale a cura del Centro Italiano Studi Ufologici
© CISU, casella postale 82, 10100 Torino, tel. 011 3290279, fax 011 545033]



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