L'infinito,1994.

Quest'anno non ce la sentiamo di risalire sino alla capanna del Sanna sulla cima più alta. Zio Agnuleddu è morto a 94 anni, da meno di un mese. Andavamo a chiacchierare a lume di candela, mangiando un po' di pecorino fatto con le sue mani, con del pane schiacciato "carasau", buttato giù con un bicchiere di Cannonau. In un italiano corretto ci raccontava quasi un secolo di storia. Vedendomi sempre troppo coperto a causa del vento diceva a Franco di me: "Poco sano è". Lui, mingherlino, fino a pochi anni fa cavalcava, con coppola e fucile perlustrava l'isola. La sua cavalla era talmente vecchia da essere finita sui giornali. Ridotta pelle e ossa, con le gambe ad x resisteva miracoloosamente alla forza di gravità ed a quella del vento. Che spavento incontrarla di notte impietrita come un fantasma! E ogni volta una risata liberatoria! L'inserviente di Angelo Sanna si lamentava perché era troppo generoso con gli amici che lo andavano a trovare. Capretto arrosto, porchetta, pecorino, ricotta. La sua ospitalità era famosa. Dava confidenza agli ospiti, ma nessuno se ne prendeva troppa: si sentiva lontano un miglio che lui era il padrone.
Padrone dell'isola di 320 ettari e di altri latifondi sulla terra ferma, a pochi chilometri dalla Costa Smeralda. E ne era rimastro padrone rifiutando gli assegni di miliardari. Ce lo racconta Piergiorgio Pinna su La Repubblica del 2 luglio nell'articolo:"Morto il padrone di un'isola. L'uomo che disse no a Ranieri e Aga Khan".


Cosa se ne sarebbe potuto fare dei soldi: aveva gia' tutto quello che gli interessava. E pensare che talvolta i gitanti che giungono sulla baia dicono: "Che bella quest'isola, ma non c'è niente". Loro hanno tutto, giungono stracarichi verso le undici, sbarcano e vanno via verso le diciotto. A noi lasciano soltanto il ricordo di qualche bella ragazza che se ne ritorna a casa puntualmente. I bagni migliori si fanno prima e dopo queste ore di punta. Mia madre era nata nell'isola della Maddalena: e' come immergermi nelle mie radici. Per questo ho fatto anche un quadro intitolato "La nascita delle isole gemelle". Dove sono in compagnia di mia sorella gemella.


La nascita delle isole gemelle,1994
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La sera, quando Franco continua a nuotare al largo, io che ho sempre freddo esco prima dall'acqua "per provare le gambe", di corsa su e giu' per i cento metri di spiaggia, felice di sentirmi un po' ragazzo ed un po' vecchio. Generalmente lavo i piatti, raccolgo i rifiuti e trasporto i materiali più leggeri perche' non so fare altro, mentre Franco guida con perizia il canotto tra gli scogli per giungere sulla terra ferma a portare i rifiuti, fare le spese, telefonare, procurarsi in mare direttamante da Franceschino il pesce freschissimo che cucina generalmente "al verde", con mirto, aglio e limone. Con un sorso di liquore di mirto a fine pranzo la pennichella sotto i cespugli di mirto è deliziosa, perfettamente integrati nella natura. Disagi della vita primitiva! Molti anni fa, guardando il cielo dopo questa terapia omeopatica a base di mirto, ho visto nascere una nuvola a spirale, come una piccola galassia, poi dispersa in una di quelle correnti ascensionali che da giovane mi spingevano in alto in aliante.

Acrobazia aerea: in vite,1995
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Franco mi ha raccontato che, molto raramente, ha assistito a scariche di fulmini a cielo sereno. Sono terrificanti, con schianti a destra e manca. C'e solo da stare fermi e zitti finche' la partita di ping-pong finisce. E' ora di leggere, avidamente, per trovare qualche risposta di fronte al cielo un po' assurdo che ci attende ogni sera qui nell'isola di Coluccia. Navigando tra le pagine di chi la testa la sa usare. E poiché all'inizio abbiamo bisogno di una bussola e di qualche coordinata, anche per farci tornare in mente quello che avevamo imparato sui banchi di scuola, cominciamo con Amalia De Maria, "Che cos'è la filosofia?, UTET, £ 22.000.

Fin dalle prime pagine nasce un feeling, perché avvertiamo l'amore della autrice per la sua esposizione chiara e semplice, che è anche amore per il lettore. Siamo presi per mano per capire "Cos'è la filosofia". Segue una panoramica che mette in rapporto questa disciplina con la religione, la scienza, l'arte, la società, la storia e la pratica. Nella seconda parte del volume c'è una "Traccia dello svolgimento storico della filosofia occidentale". Cosi' riceviamo un po' di quelle "coordinate" che cercavamo. E l'emozione di sentire "scorrere nella nostra testa" come in un computer il pensiero di tanti filosofi, iniziato due millenni e mezzo fa , ha il sopravvento. Non siamo piu' un'isola..! Ma, paradossalmente, di questo pensiero, apprezziamo piu' l'aspetto poetico che quello puramente intellettualistico. La poesia nella filosofia? Una sorta di multimedialita'? Ed entrambe, centrano con il cielo stellato di quest'isola? Nel capitolo "Filosofia e società" ci dice De Maria: "...ogni filosofia rinvia in modo esplicito...o sottende implicitamente ma sempre una concezione dell'uomo. Cio' vale anche per le filosofie che si sono dette "contemplative", le quali accentuano invece la singolarita' dell'uomo e, al limite, la sua insularita' rispetto al mondo e alla societa'". Ma ci si puo' immergere nel mare del villaggio globale di Internet con questa frequente propensione per l'insularita'? Ci dovremo tornare su...!


L'isola,1994
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Continuiamo a trascorrere ore piacevolissime tra nuotate in mare ed immersioni in letture appassionanti con le quali cerchiamo di capire cosa c'e' dietro l'emozione ed il mistero del cielo stellato che ci sovrasta tutte le sere. Leggiamo perche' anche le emozioni hanno bisogno di trovare una sistemazione logica, un po' come le note musicali o i colori in una struttura di supporto. A volte non basta il verde smeraldo, il bleu di cobalto, i grilli in piena notte, il fragore delle onde, del vento amico che scuote la tenda come per darci degli scappellotti, come fossimo ragazzini scapestrati in cerca di guai. Ora tra le mani abbiamo l'Almanacco di filosofia '96, della MicroMega, Editrice Periodici Culturali, £. 20.000.

Ci interessa subito sapere che strumento di indagine stiamo consultando. E' benvenuto quindi l'articolo intitolato "I compiti della filosofia": in un' intervista di quasi cinquant'anni fa, Norberto Bobbio lo chiede a Nicola Abbagnano ed Antoni Banfi. Piu' avanti, (pag. 161) Roberto Esposito ci presenta, ne "L'armonia dei contrari", testi inediti, di poesia e prosa, bellissimi, di René Char e Martin Heidegger tradotti da Valerio Magrelli. Poi c'è "Dio, l'ornamento", con sottotitolo "La storia della salvezza annunciata dalla Bibbia si realizza nella storia mondana. Il senso della religiosita' post-moderna e l'eredita' di Giocchino da Fiore", di Gianni Vattimo (pag. 187). Sempre sul nostro tema: "L'assurdo e la rivolta di Camus", di Paolo Flores d'Arcais, (pag. 201)e "Fine della filosofia?", di Lucio Coletti ( pag. 263).
Per quanto riguarda la situazione nel campo dell'arte contemporanea, leggiamo "Da Hegel a Duchamp", di Massimo Cacciari, sul volume, "Duchamp dopo Duchamp", edito da Tema Celeste, che contiene altri articoli interessanti. Certo queste pagine sono difficili, potrebbero essere più accessibili, ma per primi dobbiamo starcene zitti, perchè spesso dicono che le nostre opere grafiche siano di difficile lettura. Pensiamo che quando il fruitore di un'opera è lasciato piu' libero, fa una sforzo per capirla a modo suo, se la inventa e diventa anch'egli artista.Umberto Eco, in "Opera aperta", Tascabili Bompiani, a proposito di questa poetica, ci parlava di "Opera aperta come proposta di un "campo" di possibilita' interpretative, come configurazione di stimoli dotati di una sostanziale indeterminatezza, cosi' che il fruitore sia indotto a una serie di "letture" sempre variabili; struttura, infine, come "costellazione" di elementi che si prestano a diverse relazioni reciproche". Un primo passo verso la interattivita'? Uno successivo lo stiamo tentando: invitiamo il fruitore ad intervenire sulle opere virtuali presenti nella mostra che si puo' vedere attivando la voce Virtual Gallery, alla fine di questo racconto in Internet. .


Meditazione,1993
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Forse allo stesso modo la pensano i filosofi.....! Comunque stiamo cercando di dire, con il linguaggio delle parole, al quale non siamo molto avvezzi, almeno da dove nascono alcune nostre opere e qual'è la nostra visione del mondo. Qui ci giunge come il cacio sui maccheroni l'articolo di Umberto Galimberti su La Repubblica dell' 1 agosto: "Il giorno in cui gli uomini persero il cielo". Nei sottotitoli: "I miti e gli dei sono stati erosi. Le gerarchie e la stabilita' che consentivano al mondo antico e medievale di orientarsi tra vero e falso sembrano definitivamente saltate. Siamo entrati nell'era del nichilismo.Nasce una nuova etica, quella del viandante"... in cui "il nomadismo è la delusione dei forti che rifiutano il gioco fittizio delle illusioni evocate come sfondo protettivo" e dove "è l'accadimento stesso , l'accadimento non iscritto nelle prospettive del senso finale, della meta o del progetto, a porgere il suo senso provvisorio e perituro."


Dall'alto,1993
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Mentre siamo immersi nelle nostre letture un giorno sbuca di sorpresa una coppia di guardie forestali, maschio e femmina, lei graziosa ma più irremovibile, e ci spiegano gentilmente perché ce ne dobbiamo andare. "Ma come", dice Franco, "Io sono ospite del Sanna da piu' di vent'anni". Io vorrei aggiungere che noi non faremmo mai del male all'isola, che la trattiamo con un rispetto religioso, che io me la porto sempre dentro, ne faccio delle opere che sono sul catalogo che ho in tenda.....non sono bugie. Ma sarebbe inutile e patetico. Del resto sappiamo per esperienza che spesso quando non c'è piu' un leader cambiano le regole del gioco. Meglio andarsene.
In fin dei conti anche qui in campeggio a Porto Pozzo non si sta male. Basta abituarsi ai camper con le verandine che si aprono da tutti i lati, al rumore dei verricelli per calare dal tetto i fuoribordo ed i compressori per gonfiare i gommoni, alle antenne paraboliche che portano suoni ed immagini, ai natanti trasportati a volte via terra, alla piccola discoteca interna, al mini-market con pesce surgelato o in scatola. Qui c'è tutto.
Meglio buttarsi in acqua: tra una bracciata e l'altra, tra rabbia e quesiti insoluti, filosofia e societa', religione, scienze, inspirazione, ispirazione, bracciata..., meditazione, espirazione, bracciata, ... riflessione, input, autput, Anteprima di Windows '95...fino ad incontrare l'immagine in controluce di una bella bagnante che interrompe di colpo il circolo vizioso! Ora c'e' da leggere il libro segnalato nel suddetto articolo da Galimberti: Volpi, Il nichilismo, Biblioteca Universale Laterza, Lire 23.000.

Nichilismo. Mi fa paura il solo termine, perche' so che fa soffrire e per istinto l'ho sempre combattuto. Quindi, con diffidenza, inizio la lettura dall'ultimo capitolo: "Oltre il nichilismo". E avrei voluto che questo fosse il titolo. Per cercare di leggere in positivo, come fa talovolta il pittore che dice la verita' giocando con i colori, in uno sforzo continuo per sfuggire alla morsa del nulla. Volpi, che e' uno del mestire..., dice:"Nutriamo nei confronti del nichilismo la stessa convinzione che vale per tutti i problemi filosofici: essi non hanno soluzione ma storia". Noi, che facciamo un altro mestiere, sentiamo da sempre il fascino e la tentazione di questo tarlo, ed accetteremo la sua compagnia come una sfida. A volte ce lo terremo buono pregandolo di lasciarci almeno il piacere del cielo stellato, a volte cercheremo di inchiodarlo al muro, racchiuso in un'opera, dicendogli per burla: "Se ti nascondi ti scovo e ti rappresento, e se non ci sei ti invento io". Chissa' quante volte ci fara' distruggere le opere che stiamo facendo. Perche' di fronte a lui tutto e' poco significativo, o banale, o comico, o ridondante.. Ma ne finiremo molte, ed a modo nostro ce lo butteremo dietro le spalle.

E pensare che quest'anno, a Coluccia, dopo una terribile siccita' che aveva dimezzato il numero delle mucche, erano seguite pioggie abbondanti allontanando lo spettro della fame. Anche gli animali erano piu' belli, le tracce dei cinghiali ovunque. I vitelli piu' robusti. I tori neri , timidissimi con gli uomini ed arzilli con le loro partner, sempre con le froge arricciate in su e gli occhi rovesciati all'indietro, sprizzanti di vita.
Beato il Sanna, la sua vita un senso lo ha avuto. Non ha costruito nulla, ma da solo ha difeso strenuamente quello che aveva ereditato: un capolavoro al quale non si puo' aggiungere o togliere una sola pennellata senza rovinarlo. Lui, da solo. Adesso vedremo cosa faranno gli altri. Noi cantiamo, nel villaggio globale di internet, nel mondo della tecnologia piu' avanzata, un piccolo mondo di poesia in cui la tecnologia non è mai entrata. E con le mani continueremo ad inventare isole. Magari usando materiali e colori meno antichi della sabbia.

Italo Zopolo


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