La Repubblica del 2 luglio 1996. Morto il padrone di un'isola. L'uomo che disse no a Ranieri e Aga Khan. Di Piergiorgio Pinna. OLBIA- E' morto all'eta' di 94 anni il padrone della splendida isoletta di Culuccia che disse no alle offerte miliardarie dell'Aga Khan preferendo restare povero. Angelo Sanna, con il passare del tempo divenyto da queste parti un personaggio quasi mitico per la sua scelta simbolica, è rimasto fedele sino alla fine a se stesso e alla sua leggenda. Ha concluso la lunga esistenza con accanto la compagna di sempre, senza soldi e senza speranze di ricchezza, solo con il ricordo di quella terra tanto amata, lambita da un mare da favola e spazzata da venti impetuosi. Quella stessa terra che, nel periodo d'oro del turismo sardo, quando Karim cominciava a costruire la Costa Smeralda, rifiuto' di vendere a qualsiasi prezzo. E non solo al capo degli ismailiti, ma anche a tutti coloro che, in seguito, cercarono di corteggiarlo, semore senza successo. Gente del calibro di Luigi Dona' Delle Rose e del principe Ranieri di Monaco. Zio Agnuleddu, come tutti lo chiamavano familiarmente a Santa Teresa di Gallura, non ha potuto vedere esaudito solamente il suo ultimo desiderio: quello di morire in un'isola dove negli ultimi anni si era ritirato in un esilio volontario. Vivendo lontano dai turisti e dagli stessi abitanti del suo paese. In queste settimane, infatti, le sue condizioni si erano aggravate. E cosi' i familiari lo avevano convinto ("almeno per un controllo sanitario") a farsi ricoverare. Ma in ospedale l'anziano possidente è stato colpito da un ictus, è sopraggiunto un coma irreversibile cosi' i parenti hanno preferito trasportarlo nella casa di Santa Teresa, la stessa dov'era nato agli albori del secolo. Negli anni '60, quando Angelo Sanna era ancora in forze, la sua isoletta di Culuccia, 320 ettari collegati alla Sardegna da un miniscolo istmo, aveva assunto un ruolo strategico per chi voleva investire nell'industria delle vacanze. Il turismo cominciava a muovere i primi passi, i vincoli paesaggistici erano quasi inesistenti e poter contare su un punto d'approdo in una zona chiave a un passo dalla Costa Smeralda e dall'arcipelago della Maddalena aveva il sapore delle scelte vincenti. Tutti vendettero, tranne zio Agnuleddu. Anche quando gli lasciarono sul tavolo della modesta casetta nella quale viveva a Culuccia, circondato dalle capre e dai cinghiali che da sempre popolano l'isoletta,alcuni blocchetti di assegni in bianco perche' lui stesso scrivesse sopra le cifre che desiderava. Lui pero', quegli cheques non li ha mai compilati. E con la resistenza strenua di chi non vuole vedere la sua terra in mano agli altri, almeno un risultato l'ha ottenuto: con il tempo, su quello splendido tratto di costa sono stati imposti vincoli rigidi che impediscono nuove colate di cemento. E, nonostante dopo la sua morte si sia scatenata una guerra per la successione, ben difficilmente la la terra di zio Agnuleddu potra' piu' essere trasformata in un villaggio per ricchi vacanzieri.

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