DOCUMENTO FINALE ESECUTIVO NAZIONALE CISL (21/10/99)

 

Depositiamo il documento conclusivo dell'Esecutivo Nazionale della Cisl svoltosi in data 18 ottobre e le schede tecniche allegate.

 


DOCUMENTO FINALE DEL COMITATO ESECUTIVO SULLA FINANZIARIA

 

 

Il Comitato esecutivo della CISL, riunito a Roma il 18 ottobre 1999 per esaminare gli impegni che il Governo propone al Parlamento con la legge finanziaria del 2000 in relazione all'andamento dell'economia e per prendere le conseguenti decisioni, udita e discussa la relazione del Segretario generale, la approva assumendo anche i contenuti emersi dal dibattito.

 

Il Comitato esecutivo esprime in piena autonomia le proprie valutazioni, respingendo con forza tentativi maldestri di dare ad esse interpretazioni di tipo politico o personalistico e proseguendo così la prassi che ha sempre qualificato negli anni la CISL portandola a scegliere di misurarsi con i vari interlocutori esclusivamente sulla base della coerenza tra il merito dei problemi e i valori e gli interessi dei lavoratori attivi e pensionati che essa rappresenta.

 

Sono questi comportamenti, ispirati all'autonomia da ogni governo, da ogni partito e da ogni controparte, il criterio fondante che doveva rendere possibile l'unità organica. Proposta che è stata lasciata cadere e porta ora alla fase di una ricerca più faticosa, ma necessaria dell'unità d'azione sulla base, diversa e più complessa, della "competizione" delle idee.

 

Il Comitato esecutivo ribadisce con convinzione la lettura che la CISL dà della concertazione non come metodo, da applicare o lasciare a seconda delle convenienze nostre o di altri - governi o impresa che siano - ma come strategia e politica con cui governare - al centro e nei territori - il futuro delle comunità.

 

Nel merito più specifico di questa legge finanziaria, la CISL esprime la convinzione che essa debba essere vista non solo in rapporto a quelle del recente passato ma anche allo stato non certo appagante dell'economia italiana rispetto a quelle dei paesi europei nostri partners e, insieme, nostri più immediati competitori e, soprattutto, in funzione delle peculiari esigenze di sviluppo e di riequilibrio del nostro paese.

 

In particolare, il Comitato esecutivo ritiene inadeguate le soluzioni proposte nella finanziaria su diversi argomenti.

 

1. Sull'inflazione, il Comitato esecutivo della CISL esprime la propria preoccupazione per la crescita tendenziale dei prezzi, superiore a quella di economie analoghe alla nostra e, principalmente, per il fatto che, a cambi ormai fissi, si accentua lo svantaggio competitivo già esistente rispetto a quelle economie.

Tra l'altro questo surplus di inflazione non deriva nè da domanda nè da crescita ma è largamente imputabile, invece, all'incremento di tariffe e prezzi - pure formalmente "controllati" (elettricità, gas...) - ed all'aumento del costo del greggio alla produzione.

 

Il Comitato esecutivo della CISL chiede, pertanto, che l'attuale livello di inflazione venga contrastato con interventi soprattutto strutturali di politica dei prezzi, particolarmente nei settori appena identificati e che sembrano aver alimentato negli ultimi anni l'inflazione di fondo. Non si tratta di predisporre misure dirigiste - di tornare ai prezzi amministrati - ma di dare, già nella finanziaria, un segnale politico impegnativo alle Authorities competenti perché controllino sul serio, come devono e possono, i prezzi, appunto, "controllati".

 

Il Comitato esecutivo della CISL è convinto che solo con un'azione decisa e coordinata in questo senso da parte del Governo e delle altre autorità economiche si potrà garantire la convergenza italiana verso tassi di inflazione programmata prossimi all'1% e, dunque, analoghi a quelli dei nostri principali partners e concorrenti.

 

2. Sul fisco, il Comitato esecutivo, pur tenendo conto dello squilibrio imposto all'Italia dal carico di debito pubblico accumulato - in riduzione proprio per gli effetti, in questo campo riconosciuti da tutti, della politica della concertazione - rileva come dalla finanziaria non trapeli neanche l'intenzione di correggere, sia pur in prospettiva, un regime fiscale - pressoché unico nel mondo occidentale - che tassa progressivamente le rendite pensionistiche e i redditi da lavoro e fa beneficiare della ritenuta secca del 12,5% i redditi da capitale.

 

Il Patto sociale per lo sviluppo e l'occupazione impegnava il Governo a restituire i proventi della lotta all'evasione con una riduzione delle imposte dirette e a sgravare il carico fiscale sulle famiglie, "prioritariamente" incentivando l'occupazione e riducendo il cuneo fiscale sul lavoro

 

Ora la finanziaria non ipotizza alcun intervento sul 1999, ad eccezione della prima casa, e per quanto riguarda il 2000 si vanno accavallando notizie e rumori sulla quantità dell'intervento e sulle intenzioni di spesa. Questo significa che le scelte saranno frutto di valutazioni unilaterali, "degli uffici" e cioè del Governo, e non il risultato di un'effettiva concertazione.

 

Il Comitato esecutivo della CISL non ritiene corretto questo metodo: nonostante gli impegni ripetutamente annunciati di attuazione di una qualificata e sostenuta politica della famiglia, nella manovra finanziaria la questione della "restituzione" concordata nel Patto resta sullo sfondo.

 

Le nostre riserve si appuntano:

 

3. Per quanto riguarda i rinnovi contrattuali del Pubblico impiego, il Comitato esecutivo della CISL, prendendo atto che grazie all'intervento sindacale sono state stanziate più risorse di quelle in origine annunciate dal Governo, ribadisce, anche alla luce dello scostamento tra inflazione programmata e inflazione reale, che esse vanno adeguate in modo da garantire rispetto delle scadenze contrattuali, pienezza alla contrattazione integrativa, condizioni per il decollo della stessa previdenza integrativa.

 

Va anche respinto, per il Comitato esecutivo, il tentativo esplicitato in alcune norme della finanziaria di un'ingerenza ex-post del Governo sulla contrattazione integrativa che sembra ipotizzare un'inaccettabile messa in discussione delle recenti conquiste sulla piena autonomia contrattuale del Pubblico impiego e la scelta di una generalizzata riduzione degli organici senza attenzione alla qualità dei servizi da erogare.

 

4. Il Comitato esecutivo della CISL ribadisce che, in tema di pensioni, l'Italia ha già fatto le sue riforme; prende atto che la finanziaria non le tocca direttamente; respinge ogni ipotesi di intervento prima della verifica del 2001:

 

 

In merito, poi, alle proposte relative allo smobilizzo del TFR, la CISL sottolinea come sia inaccettabile che, con un provvedimento legislativo, si intervenga su una materia specifica della contrattazione come il salario differito che, peraltro, già in questi anni è stato oggetto di accordi tra le parti stesse. Il Governo, se mai, se davvero è intenzionato a perseguire il potenziamento della previdenza integrativa, su cui la CISL è d'accordo, dovrebbe preoccuparsi di favorirla, come fanno tutti i paesi avanzati, attraverso opportune agevolazioni fiscale.

 

Per quanto riguarda, poi, l'ipotesi generica di apertura di un tavolo di confronto sul welfare, la CISL, alla luce della recente riforma della sanità, della delega al ministro del Lavoro per la riforma degli ammortizzatori sociali, degli interventi già pattuiti e solo da implementare sulla formazione professionale, della legge attualmente in discussione sull'assistenza, ritiene preliminare il chiarimento dell'agenda effettiva di tale confronto.

 

Il Comitato esecutivo della CISL, infine, segnala la propria preoccupazione sul tema dello sviluppo e del lavoro che mancano, domandandosi e domandando, tutt'altro che retoricamente, dove sia finita la "fase due", quella del dopo euro: lo sviluppo, cioè, e la distribuzione dello sviluppo, il rapporto Nord-Sud.

 

L'impegno della finanziaria - che pure scandisce la politica economica del paese nella sua globalità - è anche su questi temi, ancora una volta, generico: mancano indicazioni impegnative, passaggi, tempi, procedure. In ultima analisi, manca l'assegnazione all'obiettivo lavoro di una priorità almeno altrettanto credibile, pressante e palese di quella che il Governo si diede, e diede al paese, per l'euro.

 

Il risultato è che l'aumento vantato dell'occupazione, che sarebbe ingiusto negare, si determina in modalità di precariato e tutto concentrato, come nel passato, nelle aree più forti del paese approfondendo maggiormente lo squilibrio tra Nord e Sud del paese.

 

Anche per questo il Comitato esecutivo della CISL invita ad approfondire ed accelerare la riflessione:

 

Ci sono passi avanti, qui e là. Ma per noi il punto cruciale è che non si intravvede un disegno coerente e strategico.

 

Per reclamarlo e per ottenerlo, il Comitato esecutivo della CISL - nel quadro dell'autonomia e della rivendicazione di una vera politica di concertazione - ha deciso di indire a Roma, per sabato 20 novembre, una manifestazione per sostenere il raggiungimento degli obiettivi indicati.

 

Essa intende essere un momento alto di pressione su Governo e Parlamento per ottenere modifiche importanti e significative nel senso che la CISL in questo documento ha indicato.

 

Approvato all'unanimità

 

Roma, 18 ottobre 1999

 

SCHEDE TECNICHE

 

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