L'analisi dei fenomeni produttivi-economici e sociali che caratterizzano il passaggio dalla società industriale alla società dei servizi porta giustamente a concludere che mutano i termini della tutela sindacale perché "i valori fondamentali dell'uguaglianza e della solidarietà vanno coniugati con quelli della differenza e della qualità".

Viene disegnato un sindacato espressione di rappresentanza e di servizio, senza gerarchizzazioni, ricercando un "faticoso equilibrio" tra un centro autorevole ed una periferia forte, articolato in strutture organizzative flessibili, decentrate, specializzate, sperimentali, con una cultura organizzativa che sappia operare per obiettivi e progetti, sulla base di un modello che persegua decentramento di ruoli, poteri e risorse, flessibilità e sussidiarietà, generalizzazione dei centri integrati di servizi, rivalutazione delle funzioni degli enti, riduzione del numero di categorie.

Essi riguardano una verifica della evoluzione dei processi già in corso:

• rapporto tra ruolo concertativo confederale (politiche redditi e politiche welfare) e ruolo delle strutture orizzontali confederali (USR e UST) nelle politiche concertativo-contrttuali ai rispettivi livelli territoriali;

• rapporto tra il progetto di fusione dei sindacati di categoria in nuove federazioni e le rappresentanze dei settori;

• diffusione e qualità degli enti sindacali e della rete dei Centri di servizio e di tutela negoziale e legale individuale;

• diffusione e qualità delle intese con movimenti-associazioni in funzione di nuova sindacalizzazione, di sviluppo dei servizi e di creazione di forme di solidarietà sul territorio.