Chiamparino racconta

Siamo appena agli inizi, ma le Olimpiadi scacchistiche torinesi sono già citate, sia pure alla svelta, anche in un libro uscito nei mesi scorsi. E’ “La città che parla” di Sergio Chiamparino, pubblicato da Mondadori. E’ il racconto dei mille incontri che il sindaco di Torino, nei primi due anni del suo mandato, ha avuto con i cittadini. Fra gli altri, Chiamparino rievoca anche quelli con la Società Scacchistica, in quei lunghi mesi del 2002 nei quali è maturato e ha preso corpo il progetto olimpico, fino al traguardo dell’aggiudicazione, in novembre a Bled. Riportiamo qui il racconto che il sindaco fa nel libro, al capitoletto “Un’Olimpiade anche per gli scacchi”.

“Un gruppo di appassionati torinesi da qualche tempo accarezza l’idea di portare a Torino le Olimpiadi degli scacchi del 2006. Per loro è soltanto un sogno, una sfida che deve ancora prendere forma. Tanto è vero che per sottopormi il progetto, sono passati attraverso il canale dell’URC (Uffico Relazioni con i Cittadini), quello dei comuni cittadini, senza scorciatoie o particolari presentazioni.

Il loro ragionamento è semplice. Nel 2006 Torino sarà appena uscita dai Giochi Olimpici Invernali e potrà riutilizzare le strutture ricettive e quelle sportive, appositamente riconvertite per le attività congressuali, il centro stampa, un sistema di trasporti totalmente rinnovato. Per non parlare dell’eco internazionale che l’evento olimpico avrà dato alla città. Il dossier è ormai pronto, ma ai rappresentanti della Società Scacchistica Torinese manca soprattutto il conforto degli enti locali per inoltrare la candidatura alla Federazione internazionale.

Mi informo meglio sulle possibili ricadute dell’evento. Si tratta di accogliere circa duemila persone tra giocatori e accompagnatori, sono previsti centosessanta Paesi partecipanti, la decisione deve scaturire dal Congresso Fide – la Federazione internazionale – tenutosi a novembre a Bled (Slovenia) in concomitanza con la trentacinquesima edizione delle Olimpiadi degli scacchi. Mi sembra un’occasione da non sprecare e che può rappresentare un altro tassello verso la definitiva internazionalizzazione della nostra città.

Si è subito messa in moto la macchina della collaborazione fra le istituzioni torinesi, che ha dato i suoi frutti e non soltanto nel settore sportivo. In maggio sono venuti in visita a Torino i vertici della Fide e il 10 novembre 2002 la nostra città ha vinto la sfida con Hyderabad (India) e Tallinn (Estonia) per ospitare la trentasettesima edizione delle Olimpiadi degli scacchi, quella del 2006. Per la prima volta si svolgeranno in Italia”.

 

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