Questo articolo sul Trofeo «TORINO 2000» comprende le seguenti parti:

 

 

Trofeo «TORINO 2000»

 

Il passato

L'idea di una competizione scacchistica tra circoli nella quale si disputassero incontri in casa e in trasferta sembra banale oggi che esiste il Campionato Italiano. Ma nel 1987 l'iniziativa era sicuramente originale. Fu lanciata da Paolo Bussa e dal sottoscritto, mentre cercavamo di dare una qualche visibilità al neonato Gruppo Scacchistico P.B.T. (che nel 1987 era una sezione della S.S.T. e portava ancora i puntini nel nome). Riuscimmo rapidamente a coinvolgere molti altri circoli di Torino e Provincia che ci diedero approvazione e supporto per organizzare la manifestazione cui stavamo pensando.

Già il primo regolamento prevedeva che il Trofeo -una frappeuse di silver acquistata con le quote d'iscrizione del primo anno- sarebbe stato soltanto custodito dai vincitori anno dopo anno in attesa della sua assegnazione definitiva. La speranza era che il Trofeo «TORINO 2000» diventasse la manifestazione di riferimento per lo scacchismo a squadre provinciale e, per i primi anni sicuramente, le cose andarono nel più roseo dei modi.

Alla prima edizione si iscrissero undici circoli: Chivasso, ARCI Garibaldi, Zona 34 Orbassano, Vaio, Alfieri, Aurora Collegno, Eporediese Ivrea, CE.D.A.S Fiat, D.L.F. Torino, P.B.T. Scacchi e la nostra S.S.T. che ne risultò vincitrice dopo sei mesi di disfide, pur se per solo spareggio tecnico.

La formula prevedeva sei partite di qualificazione da disputarsi col Sistema Compensato (una sorta di girone all'italiana incompleto), indi playoffs per le prime quattro.

La prima partita nella storia del Trofeo «TORINO 2000» si disputò il 12 maggio 1987 al DopoLavoro Ferroviario di via Sacchi, dove il D.L.F affrontò e sconfisse Chivasso. Pareva una vittoria di buon auspicio per i ferrovieri, tanto che finirono per vincere il girone di qualificazione davanti al Fiat, alla S.S.T. e al P.B.T. che beffò Ivrea in volata, grazie al sorprendente pareggio strappato alla S.S.T. I playoffs, tuttavia, inaugurando una regola che solo una volta vide la sua eccezione, furono tutta un'altra storia. La S.S.T. e la sua costola ribelle P.B.T. fecero polpette degli avversari in semifinale per poi disputarsi il Trofeo «TORINO 2000» in una sorta di derby che fu disputato in via Pietro Giuria, al Circolo Garibaldi. Si impose, come detto, la S.S.T. (schierando Sarno, Grinza, Burlando, Fabbri, Racioppo e Manzardo): due vittorie per parte, ma poiché la S.S.T. le ottenne in prima e terza scacchiera, esse valsero la vittoria finale.

La seconda edizione fu decisamente meno fortunata, tanto che se ne potrebbe fare un romanzo dell'orrore. Ancora undici circoli partecipanti (rinunciò l'Alfieri, si fecero avanti gli Young Boys), ma i tempi probabilmente troppo lunghi di competizione (erano previsti nove turni più la finalissima nell'arco di dieci mesi) diedero alla testa un po' a tutti, in primo luogo al sottoscritto che era organizzatore e arbitro. In parte per mie cervellotiche decisioni, in parte per irregolarità assortite, la squadra che, sul campo, era stata la più brava (Ivrea) fu esclusa dalla finale; la finale effettivamente disputata -di nuovo tra la S.S.T. e un Pbt che aveva definitivamente perso i puntini- fu vinta sul campo dalla S.S.T., poi data vinta al Pbt e infine annullata in un mare di polemiche, mentre la ripetizione non fu mai disputata, perché il Pbt vi rinunciò per protesta. Campione fu dunque la S.S.T., con meno gloria dell'anno precedente e, aneddoticamente, col suo responsabile (il nostro attuale presidente Michele Cordara) che, squalificato per un anno dal sottoscritto, è rimasto l'unico a subire un tale provvedimento nella storia del Trofeo «TORINO 2000» . Poi però fui io ad andarmene (per lavoro, negli States) e a lasciare l'organizzazione in mani più equilibrate.

Fu infatto merito di Paolo Bussa e Franco Digiugno -curatori delle due edizioni successive- che il Trofeo «TORINO 2000» non implodesse, anzi raggiungesse il suo obiettivo di diventare la manifestazione di punta di Torino e dintorni. La terza edizione fu disputata da dieci squadre -rinunciarono Fiat e Garibaldi, mentre ritornò l'Alfieri- divise in due gironi. La S.S.T. decise di presentarsi con una formazione giovanile e benché i nostri ragazzi facessero faville (tanto da qualificarsi brillantemente nel loro girone di qualificazione), appena il gioco si fece duro (e cioé nei playoffs) si trovarono la strada sbarrata dal solito Pbt. Questi, battuta la S.S.T. di misura, superò poi in semifinale il Vaio (che aveva vinto il suo girone) e affrontò, battendoli per 2-1, gli Young Boys (che avevano vinto l'altro girone) nella finalissima disputata al Circolo Tiziano Lanza di Grugliasco il 17 ottobre 1989, il giorno del terremoto di San Francisco. La citazione non è casuale, ma aneddotica. Io ero là, infatti, e seguivo per telefono l'evolversi della finale. Quando mi feci comunicare il risultato definitivo, ebbi modo di informare il mio interlocutore che si era da pochi attimi esaurita una forse scossa di terremoto. Paolo Bussa fu quindi probabilmente il primo in Italia a sapere che non c'era motivo di preoccuparsi (la mia informazione sulla gravità dell'evento lasciò in effetti a desiderare, ma questa è un'altra storia).

L'edizione 1990 ricalcò la precedente. Ancora dieci squadre (con la neonata Accademia Scacchistica Subalpina che aveva rilevato gli Young Boys), ancora due gironi di qualificazione, ancora una S.S.T. giovanile che fu brillantissima nel girone di qualificazione (tanto da vincerlo), batté la Zona 34 nei quarti di finale, ma si ritrovò ad affrontare in semifinale la bestia nera Pbt e ne finì battuta, pur se col minimo scarto. Alla finale -disputata alla S.S.T., allora ancora in via Galliari- giunse anche la Subalpina (vincitrice del suo girone) che schierava diversi giocatori che l'anno prima avevano giocato per gli Young Boys. La loro fortuna non migliorò: vinse ancora il Pbt, sempre per 2-1.

La quinta edizione, che mi vide riprendere le redine dell'organizzazione, vide la stessa formula del biennio precedente e, quasi conseguentemente, una certa stanchezza dei circoli partecipanti. Ormai vincere i gironi di qualificazione sembrava una iattura ed infatti ben se ne guardarono le favorite Pbt e Subalpina che furono battute rispettivamente da Alfieri e Vaio. Ma nei playoffs, more solito, la musica cambiò: Pbt e Subalpina ribaltarono le risultanze della fase eliminatoria e andarono a giocarsi tra loro, al Dopolavoro Ferroviario di via Sacchi, la finalissima. Per la terza volta consecutiva la vittoria arrise al circolo organizzatore per 3-2.

Il comportamento della S.S.T. fu quell'anno di difficile definizione. Si schierò con una formazione che non era né carne né pesce. Voleva essere una giovanile, ma non sempre i giovani erano presenti. L'ultimo incontro di qualificazione vide infatti giocare Rivello, Manzardo e Cordara anche se poi nessuno dei tre si presentò nei quarti di finale, dove la S.S.T. si trovò ad affrontare, come in una sorta di maledizione, il Pbt e ne fu annientata.

La quinta edizione è anche da ricordare perché fu assegnato il premio individuale «Giocatore del Quinquennio». La formula per determinarlo era invero abbastanza astrusa, fortunatamente il premiato, Giorgio Moncelli del Pbt, era risultato il migliore al di là di ogni ragionevole dubbio.

Dopo l'edizione inaugurale, quella che si può considerare la più bella edizione del Trofeo «TORINO 2000» fu la sesta, del 1992, quando il Trofeo «TORINO 2000» esportò la sua organizzazione, piuttosto che il suo formato, e fu elevato dalla Lega Piemontese al rango di Campionato Regionale. In un impeto di megalomania, si potrebbe dire che il Campionato Regionale era la prova di qualificazione per il Trofeo «TORINO 2000». In realtà, fu il Trofeo «TORINO 2000» ad essere una sorta di appendice al campionato regionale. A questo si erano iscritte 24 squadre in rappresentanza di 17 circoli. Gli incontri erano a quattro giocatori e la squadra vincitrice si sarebbe laureata Campione Regionale. Il Trofeo «TORINO 2000» arrivava dopo. Ad esso si sarebbero qualificati i primi quattro circoli, secondo la classifica del Regionale, e avrebbero disputato i playoff del Trofeo «TORINO 2000» con i classici sei giocatori, scelti tra quelli schierati in precedenza in una qualunque delle proprie formazioni.

La S.S.T. ritornò in grande stile. Iscrisse tre formazioni, ne portò due nel girone finale (la terza si classificò comunque nona, prima delle escluse) e, benchè nemmeno in questa occasione fosse riuscita a battere il Pbt -che impose il pareggio ad entrambe le finaliste S.S.T.-, vinse il Campionato Regionale con la sua prima squadra: Sarno, Rivello, Molina, Barletta, P. Ponzetto, Malgaroli e Racioppo. La seconda squadra perse l'ultima partita e arrivò sesta, ma ovviamente la S.S.T. si era comunque qualificata per disputare il Trofeo «TORINO 2000» assieme ad Alfieri, Pbt e Subalpina che, con un recupero irreale, era risalita dal settimo al quarto posto proprio in volata, qualificandosi in extremis.

La piaga del vincitore della prima fase colpì però ancora una volta. Nelle finali disputate al Circolo Tennis Ambuschetto di Chieri, la Subalpina batté (per spareggio tecnico) la S.S.T. in semifinale ed in finale ebbe il dono di non trovare i tricampeones, eliminati anch'essi per spareggio tecnico dall'Alfieri. E lo spareggio tecnico decise anche la finale a favore della Subalpina, una vittoria importantissima, perché permetterà alla Subalpina di accedere al torneo per l'assegnazione definitiva della Frappeuse di Silver.

Dopo quella splendida edizione, il Trofeo «TORINO 2000» andò un po' nel dimenticatoio, sia perché intanto era nato il Campionato Italiano e come tale vi era una più probante opzione per il confronto tra circoli, sia perché il suo principale animatore si era ritrasferito negli Stati Uniti. Si dovette attendere il mio ritorno, un anno e mezzo dopo, per dare la luce alla settima edizione, che venne organizzata come un torneo ad inviti con l'originale iniziativa che fu l'organizzatore a pagare una cifra simbolica alle squadre partecipanti. Si giocò in sole quarantott'ore, al DopoLavoro Ferroviario di via Sacchi. Qualificazioni il venerdì, semifinali la domenica mattina, finale al pomeriggio. Le squadre partecipanti (sette, su un totale di dieci invitate) furono ordinate secondo i risultati ottenuti in precedenza e, l'unica eccezione della storia, arrivarono a disputarsi il titolo le prime due teste di serie del tabellone. La S.S.T., numero 2, batté nelle qualificazioni Alessandria e, in semifinale, la Subalpina, ritornando quindi a disputare la finale dopo cinque anni. Avversario, purtroppo, il terribile Pbt che, in tutta la storia del Trofeo «TORINO 2000», era stato battuto sul campo una sola volta, nel 1991, in un insignificante incontro durante un girone di qualificazione. Anche quella finale rispettò la tradizione negativa. La S.S.T. fu sconfitta per 3-1 e quella fu anche l'ultima partita che la S.S.T. disputò nel Trofeo «TORINO 2000».

Erano state intanto emesse le norme definitive di assegnazione della Frappeuse di Silver: si sarebbe disputata una finale nell'anno 2000 a cui sarebbero stati ammessi il Pbt (organizzatore), la squadra con più vittorie, quella che aveva vinto l'ultima edizione e la migliore tra tutte le altre vincitrici. Per il momento solo tre squadre rispondevano ai requisiti. Ma la quarta sarebbe venuta di lì a pochissimo.

L'ottava edizione, nuovamente abbinata col Campionato Regionale, non meriterebbe troppe note di cronaca se non fosse che la stessa vide partecipare per la prima volta Aosta, iscritta di pieno diritto al Trofeo «TORINO 2000» ma che, ovviamente, non si sarebbe potuta fregiare del titolo regionale. Pareva un'ipotesi peregrina, ma gli scacchi, si sa, sono rotondi. Si cominciò con la defezione dei tre più importanti circoli torinesi: S.S.T., Alfieri e D.L.F. e la cosa sembrò apertamente favorire le due compagini che più avevano ben fatto nel Trofeo «TORINO 2000» e cioé Pbt e Subalpina. Ma le cose andarono ben diversamente. Il Pbt perse la prima partita contro Ivrea e la Subalpina perse contro Asti la seconda. Queste sconfitte costringevano le superfavorite ad un impervio cammino per ritornare in gioco, ma entrambe furono fermate da Aosta al termine di accesissime battaglie. Ivrea, intanto, battendo Asti nel giorno dell'alluvione del 1994, si era qualificata per la finalissima del Trofeo «TORINO 2000». Quando l'affrontò era già Campione Regionale perché nella semifinale la scatenata Aosta aveva provveduto ad eliminare pure Asti. La finale, disputata ancora una volta al Circolo Tennis Ambuschetto, fu senza storia. Aosta vendicò la sconfitta del secondo turno e maltrattò Ivrea (5-1) in quella che è stata la finale più a senso unico nella storia del Trofeo «TORINO 2000». Aosta diventò quindi la quarta vincitrice della Frappeuse di Silver e questo garantiva che alle finali del 2000 ci sarebbero state almeno quattro squadre a disputarsi in via definitiva il Trofeo.

Ci fu ancora una stanca edizione nel 1995, ma di essa si è persa quasi ogni traccia. Fu disertata in massa da ogni circolo competitivo, tranne il Pbt e Aosta. ma quando questi ultimi si limitarono a riconsegnare il Trofeo «TORINO 2000» partecipando alla giornata inaugurale e poi si ritirarono, il Pbt ebbe la vittoria quasi per default. Portò entrambe le sue squadre in semifinale e dovette, da regolamento, qualificarne una senza giocare. Si ritrovò a giocarsi la finale con la seconda squadra di Castelpasserino, in quello che fu l'ultimo atto ufficiale della manifestazione. Il Campionato Italiano, infatti, sopperiva ormai ad ogni esigenza di competizione tra i circoli. Per soprammercato, a questo effettivo disinteresse, si aggiunse la rottura dei rapporti tra il circolo organizzatore, il Pbt, e chi effettivamente il Trofeo «TORINO 2000» organizzava. La Frappeuse di Silver andò così in naftalina. Un giorno sarebbe stata assegnata in via definitiva, ma quel giorno sarebbe arrivato solo nell'anno 2000.

Continua

 

 

 

Questo articolo è la parte centrale di un articolo più lungo ed esaustivo che

comprende anche la storia del Trofeo «TORINO 2000» e le prospettive future.

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Il presente

Che il Trofeo «TORINO 2000», la cosiddetta Frappeuse di Silver, sarebbe stato un giorno assegnato in via definitiva, stava scritto addirittura nel pre-bando della manifestazione, apparso nel 1987. Le regole per l'assegnazione vennero poi emanate nel 1994: si sarebbe organizzato nel 2000 una sorta di supertorneo tra le più meritevoli vincitrici del passato.

Il 2000 è arrivato e con esso le finaliste: il Pbt Scacchi, circolo promotore della manifestazione e comunque cinque volte vincitore e ultimo detentore del Trofeo, conquistato nel 1995; la Società Scacchistica Torinese, la non-Pbt con il maggior numero di vittorie, due; il Cral Cogne Aosta Sezione Scacchi, ultima vincitrice non-Pbt nel 1994; l'Accademia Scacchistica Subalpina, la migliore, anche perché l'unica, tra le altre vincitrici del Trofeo.

Le quattro elette si sono trovate domenica mattina 11 giugno in via Goito nei locali della S.S.T. per disputarsi in via definitiva la Frappeuse di Silver. Con l'ordinamento dato dal numero di vittorie, al Pbt toccava il solitamente nefasto numero 1 di tabellone; la S.S.T. aveva il 2, mentre Aosta era col 3 poiché la sua unica vittoria era stata più recente di quella della Subalpina, venuta nel 1992. Questo faceva sì che Pbt-Subalpina e S.S.T.-Aosta fossero le semifinali della manifestazione. Erano circa le 10 quando il sottoscritto poteva annunciare il fatidico «L'orologio del Bianco in moto».

Qui non è luogo per riflessioni a largo respiro sulla mancanza di nuove giovani leve, non di meno era evidente che erano passati poco meno di cinque anni da quando si era conclusa l'ultima edizione e il tempo, a parte qualche capello bianco in più, si era come fermato: i protagonisti, tranne due, parevano aver smesso di giocare nel «TORINO 2000» il mese prima, non nel lustro precedente. Rinnovamento, chi era costui?

In realtà alcune cose erano cambiate... Ad esempio, il Pbt. Il circolo promotore della manifestazione, sette volte finalista e unico partecipante a tutte e nove le edizioni, pareva aver lasciato nel passato il suo spirito fiero e competitivo. Per quella che doveva essere una sorta di apoteosi della sua storia, il Pbt si presentava in formazione rimaneggiatissima e senza nemmeno trovare modo di schierare il suo giocatore più rappresentativo, quello che nel 1991 aveva vinto il premio «Giocatore del Quinquennio»: Giorgio Moncelli. Schieratosi con con De Barberis, Solustri, Digiugno, Cavallero, Eandi e Rolfo, il Pbt veniva spazzato via (0-4) da una Subalpina presentatasi al contrario con tutte le carte in regola per onorare questa giornata finale: Grinza, Fabbri, Scotti, Bianco, Rovito e Fittante lasciavano solo due patte, in terza e sesta scacchiera, ai protagonisti del passato.

Uscito malamente di scena il Pbt, era invece intensa la battaglia nell'altra semifinale.

Nemmeno la S.S.T. presentava la sua formazione migliore, ma è doveroso notare che non l'aveva più fatto dal 1989 -tranne la parentesi del 1992, quando il Trofeo «TORINO 2000» fu un'appendice del Campionato Regionale- e di conseguenza anche in questo rispettava una sorta di tradizione. La squadra era però competitiva: Maccagno, Faraoni, Mordiglia, Pepino (esordiente), Fuggetta e Blanc impegnavano seriamente la compagine di Aosta, che presentava invece la sua migliore formazione: Guerrieri, Yeuillaz, Ciuffoletti, Ragni, Martino e l'esordiente Michelini.

Incontro incerto: le buone vittorie di Aosta in quarta e sesta scacchiera venivano bilanciate dal vittorioso zeitnot condotto da Mordiglia in terza e dalla vantaggiosa posizione di Maccagno in prima. Ecco quest'ultima partita:

MACCAGNO - GUERRIERI

Dopo 55... Tc8

1.e4 e5 2.Ac4 Cf6 3.Cc3 Cc6 4.d3 Ab4 5.Cge2 d5 6.ed5 Cd5 7.0-0 Ae6 8.a3 Ac5 9.Ce4 Ab6 10.C2g3 Dd7 11.Rh1 0-0-0 12.Cg5 h5 13.Ce6 fe6 14.Ag5 Tdf8 15.Ce4 Df7 16.Aa2 Dg6 17.c4 Cf6 18.Af6 gf6 19.c5 f5 20.cb6 fe4 21.ba7 Ca7 22.Da4 Thg8 23.De4 Tf4 24.Dg6 Tg6 25.Tae1 Cc6 26.Te4 Rd7 27.Rg1 Te4 28.de4 Cd4 29.f3 h4 30.Rf2 c5 31.Tc1 Rd6 32.b4 b6 33.bc5 bc5 34.Ac4 Tg8 35.g3 hg3 36.hg3 Ta8 37.Tc3 Ta4 38.g4 Ta7 39.Rg3 Ta4 40.g5 Ta7 41.Rg4 Tb7 42.Rh5 Tb1 43.Rg6 Re7 44.a4 Tb4 45.Ab5 Cb5 46.ab5 Tb5 47.Rh7 Tb7 48.Rh6 Tc7 49.Tc4 Rf7 50.Rh7 Rf8 51.Rg6 Re7 52.Rg7 Tc8 53.g6 Tc7 54.Tc2 c4 55.Tc3 Tc8 (diagramma) 56. f4 che magari non sarà la via più diretta, ma si rivela terribilmente efficace, specialmente quando l'avversario deve fare i conti con una bandierina sempre più perpendicolare alla lancetta dei minuti. 56... ef4 57.e5 che si rivela l'idea vincente, come si vedrà tra qualche battuta 57... Tc7 58.Rg8 Tc8 59.Rh7 f3 60.g7 f2 61.Tf3 c3 62.Tf2 c2 63.Tc2 Tc2 64.g8D Th2 65.Rg7 Tg2 66.Rh8 Th2 67.Dh7 Th7 68.Rh7 Rd7 69.Rg7 Rc6 70.Rf7 Rd5 71.Rf6 Rc6 72.Re6

I benefici della bella vittoria di Maccagno in prima scacchiera venivano però annullati immediatamente dalla sconfitta di Fuggetta in quinta. In posizione superiore, Fuggetta non trovava modo di sfondare e con l'orologio sempre più prezioso alleato, Martino finiva per recuperare e vincere.

Sul 3-2 per Aosta, per Faraoni c'era una sola possibilità: vincere e qualificare la S.S.T., altrimenti la finale sarebbe stata disputata da Aosta. Ecco la partita:

YEUILLAZ - FARAONI

1.d4 g6 2.e4 Ag7 3.Cf3 d6 4.Ac4 Cf6 5.De2 0-0 6.0-0 Ag4 7.c3 Cc6 8.Ab5 Cb8 9.Cbd2 Ch5 10.h3 Ac8 11.Cb3 a6 12.Ad3 e5 13.de5 de5 14.Td1 De8 15.Ae3 b6 16.a4 a5 17.Ac4 Ab7 18.Ad5 Aa6 19.Ac4 Ab7 20.Ad5 Aa6 21.Ac4 Ab7 22.Dc2 Rh8 23.Ad5 Cc6 24.Cbd2 Cf6 25.Cc4 Cd5 26.ed5 f5 27.Te1 Aa6 28.Db3 Df7 29.Tad1 h6 30.Ac1 e4 31.Ccd2 Ce7 32.d6 cd6 33.Ch2 Db3 34.Cb3 Ad3 35.Td3 ed3 36.Te7 Tfe8 37.Te3 Te3 38.Ae3 Tc8 39.Cd2 Tb8 40.Chf3 b5 41.ab5 Tb5 42.b3 Ac3 43.Ah6 Rg8 44.Af4 Ae5 45.Ag5 Rf7 46.g3 Re6 47.Ce1 Ac3 48.Cd3 Ad2 49.Ad2 g5 50.Cc1 Rf6 51.Rf1 Td5 52.Re2 Rg6 53.f4 gf4 54.Af4 Rf6 55.Re3 Td1 56.Ce2 Re6 57.h4 Th1 58.Cd4 Rf6 59.Ad6 Ta1 60.Rd3 Tc1 61.Af4 Tc5 62.h5 Tc8 63.Cf3 Td8 64.Rc4 Te8 65.Ae5 Rf7 66.Cg5 Rg8 67.h6 Tc8 68.Rb5 1-0

La vittoria di Yeuillaz sanciva l'eliminazione della S.S.T.. Anch'essa, quindi, dava l'addio alla Frappeuse di Silver: le dominatrici del primo quinquennio lasciavano il passo a chi alla manifestazione era arrivato solo più tardi: nel 1990 la Subalpina, nel 1994 Aosta.

 

Per la finale la Subalpina ripeteva la formazione del mattino mentre Aosta, che aveva il Bianco sulle scacchiere dispari, presentava Pierantoni in sesta scacchiera. Quella di utilizzare più di sei giocatori era una ulteriore dimostrazione dell'impegno con cui Aosta onorava la giornata finale del Trofeo «TORINO 2000».

La contesa si mostrava subito equilibrata, come si conveniva ad una super finale, anche se il primo punto veniva segnato abbastanza rapidamente in terza scacchiera:

CIUFFOLETTI - SCOTTI

1.e4 e6 2.Cf3 d5 3.e5 c5 4.b4 b6 5.a3 Dc7 6.c3 Cc6 7.d4 c4 8.Ae2 Ad7 9.0-0 f6 10.Af4 f5 11.g4 fg4 12.Ch4 Ae7 13.Cg2 h5 14.h3 0-0-0 15.hg4 hg4 16.Ce3 Ch6 17.Ag3 Ag5 18.Ag4 Ae3 19.fe3 Ce7 20.De2 Cef5 21.Af2 Cg4 22.Dg4 Ae8 23.e4 de4 24.Te1 e3 25.Ae3 Th4 26.Dg5 Ac6 27.Af4 Tdh8 28.Cd2 Df7 29.Tf1 T8h5 0-1

Il vantaggio della Subalpina era però di breve durata, visto che in sesta scacchiera le cose si mettevano benissimo per Aosta. Considerando che le altre sfide erano equilibrate o comunque non sbilanciate, l'attenzione si spostava sulla prima scacchiera perché era quella la sfida che avrebbe più probabilmente dato l'impronta decisiva. E' un po' l'aurea regola di tutte le finali incerte: chi vince in prima scacchiera, porta alla vittoria la propria squadra. E anche stavolta non ci sarebbe stata eccezione.

GUERRIERI - GRINZA

1.e4 c6 2.d4 d5 3.f3 e6 4.Cc3 Cf6 5.e5 Cfd7 6.f4 c5 7.Cf3 Cc6 8.Ae3 cd4 9.Cd4 Ae7 10.Dd2 Cc5 11.Ae2 Ad7 12.0-0 g6 13.Tad1 a6 14.a3 Cd4 15.Ad4 Tc8 (diagramma). 16.Cd5!? Guerrieri decide di sacrificare un pezzo e non è immediatamente chiaro se il sacrificio sia corretto. Di certo, Guerrieri assume una iniziativa fortissima in un momento che può essere decisivo per la storia del Trofeo «TORINO 2000». 16... Ce4 17.De3 ed5 18.e6 Ae6 18... 0-0 era sicuramente più solida; ma questa è la superfinale: bisogna rischiare per vincere! Ora ogni mossa meriterebbe un'analisi accurata perché ve ne sono sicuramente di migliori, ma un conto è analizzarle a tavolino, un altro vederle nella tensione da prima scacchiera. 19.Ah8 f6 20.b4 Rf7 21.c4 Dh8 22.cd5 Af5 23.g4 Tc3 24.Db6? Con 24.Td3 o anche 24.Dd4 il Bianco si sarebbe portato in vantaggio probabilmente decisivo (qualità netta in più e l'attacco), ma con la mossa giocata Guerrieri perde la grande occasione: dopo 24... Ac8 25.Dd4, Grinza tira fuori dal cilindro la sua replica. 25... De8! e ora è tutta un'altra partita.

Vanno intanto verso la conclusione altri incontri: Pierantoni vince, come ormai era da un po' prevedibile, in sesta; Rovito provoca una ripetizione di posizione in quinta, mentre la strenua resistenza di Bianco viene vinta in quarta scacchiera dalla maggiore iniziativa di Ragni. Sul 2-1 per Aosta viene ad assumere una grande importanza la partita in seconda scacchiera. In essa, Fabbri compie un piccolo capolavoro creando insidie su insidie a Yeuillaz in un finale di pezzi minori che a gioco corretto sarebbe anche pari, ma che nella finale del Trofeo «TORINO 2000» e con la bandierina che tende ad alzarsi non è affatto facile. E infatti Yeuillaz commette qualche imprecisione, Fabbri ne approfitta, acquisisce un piccolo vantaggio, lo incrementa e lo tesaurizza in una vittoria che, in quel momento sembra decisiva. La situazione di 2-2, infatti, premia la Subalpina perché le vittorie in seconda e terza scacchiera sono di migliore qualità. Ora basta una patta in prima perché la Subalpina faccia sua per sempre la Frappeuse di Silver.

E ritorniamo quindi sulla scacchiera decisiva: 26.Ad3 f5 27.d6 Af6 28.Dd5 Ae6 29.Db7 Dd7 30.Aa6 Ta3 31.Tfe1 Ad8 32.Dd7 Ad7 33.Ac4 Rf8 34.gf5 gf5 35.b5 Tc3 36.Tc1 Ab6 37.Rg2 Tc1 38.Tc1 Cd6 39.Ae2 Re7 40.Tc2 mossa che viene giocata nel momento in cui Yeuillaz abbandona e quindi Guerrieri sa che solo la vittoria può servire alla sua squadra.

I commenti dei presenti (in verità appena un paio al di là degli addetti ai lavori) sono già favorevoli alla vittoria della Subalpina. E ripensando alla storia passata non si può non considerare in una botte di ferro le loro chances, affidate come sono ad Andrea Grinza, che fu protagonista e vincitore di tutte e cinque le prime edizioni, poiché passò dalla S.S.T. al Pbt tra la seconda e la terza edizione.

Tuttavia, nonostante la superiorità della posizione, la patta come obiettivo e anche un discreto vantaggio di minuti (15 rimanenti contro 5), non è che il gioco di Grinza offra quella sicurezza che uno si aspetterebbe e così, piano piano, ci si avvicina al momento del dramma: 40... Ae3 41.Rf3 Ab6 42.Rg3 Ce4 43.Rf3 Cc5 44.Ac4 Ce6 45.Ta2 Cc7 46.Rg3 Ad4 47.Te2 Ae6 48.Ae6 Ce6 49.Tc2 Ae3 50.Tc4 Rd7 51.Ta4 Cc7 52.Rh4 Cb5 53.Rg5 Cd6 54.h4 Re6 55.Rh6 Ce4 56.Rh7 Af4 57.Rg6 Ae5 58.h5 Cd6 59.h6 (diagramma)

Sono quasi le undici di sera e la giornata è stata lunga; la battaglia infuria da sei ore e già quattro -benché più rilassate- erano state spese al mattino. La mente non è più lucida, la tensione è forte, il Trofeo «TORINO 2000» vicinissimo eppure ancora lontano. Con l'Alfiere che controlla la casa di promozione, come possono esserci problemi? E' ovviamente facile, molto facile, dirlo da fuori: 59... Rd5?? e una storia che sembrava già scritta ha un finale imprevedibile. Il sorriso sparisce dal volto dei «Subalpini» che già pregustavano la vittoria: 60.Ta5 Re4 61.Te5 Re5 62.h7 f4 63. h8D+ 1-0

Incredibile colpo di scena! Guerrieri vince e porta Aosta alla conquista definitiva del Trofeo «TORINO 2000». Nello stupore generale consegno la Frappeuse di Silver a Paolo Ciuffoletti, capitano della formazione di Aosta che ha beffato tutte le squadre cittadine e ha portato via il Trofeo da Torino.

Un po' come fece la goletta America quando beffò tutte le barche inglesi e si portò via la Coppa delle Cento Ghinee. La Coppa che poi diventò la Coppa America.

Ma questa è un'altra storia. Forse...

 

 

 

 

Il futuro

Parlare di futuro dopo che una manifestazione ha visto la sua definitiva conclusione è apparentemente un controsenso, ma l'analogia con la Coppa America potrebbe anche non limitarsi al fatto che la Frappeuse di Silver è stata vinta dallo straniero. Dipende tutto da cosa vorrà fare Aosta. Il circolo vincitore potrebbe decidere di tenere per sempre nella sua bacheca la Frappeuse di Silver (che comunque è un oggetto di un qualche valore visto che, nel 1987, venne acquistato per 450.000 lire). Potrebbe però anche prendere una decisione diversa.

Prima che iniziasse la finale, da organizzatore probabilmente troppo legato alla manifestazione che ho gestito per sette delle sue nove edizioni più la giornata finale, avevo proposto che il circolo vincitore dichiarasse la sua disponibilità a rimettere in palio il Trofeo nel futuro. Ed ecco l'ulteriore analogia con la Coppa America, perché lo schema potrebbe proprio essere quello della competizione velica, a cadenza pluriennale, dove i detentori stabiliscono grosso modo le regole per mettere in palio il proprio trofeo, le sfide possono venire da qualunque circolo rispetti certi requisiti e, nel caso ve ne fosse più di uno, un torneo viene disputato tra tutti i vari challenger per eleggere lo sfidante ufficiale. E, chiaramente, non solo i circoli di Torino potrebbero essere coinvolti.

L'idea può sembrare megalomane e probabilmente lo è. Sarebbe in effetti buffo che Aosta fosse disponibile a rimettere in palio il Trofeo «TORINO 2000» e nessuna sfida pervenisse. In effetti, la sequenza temporale potrebbe essere esattamente opposta: prima qualche circolo lancia la sfida (e -come si usa nella Coppa America- dovrebbe essere l'ultimo sfidante -la Subalpina nel nostro caso- il primo a proporsi), poi Aosta decide se accettare o meno. Se il circolo valdostano decidesse di accettare, indirebbe anche le regole per la competizione, e sarebbe perfettamente plausibile che esse fossero moderatamente favorevoli ai detentori. Se poi la sfida venisse raccolta anche da altri circoli, ecco che si potrebbe fare il torneo dei challenger, naturalmente da disputarsi ad Aosta, nella migliore tradizione della Coppa America.

E' tutto troppo ipotetico? Probabilmente sì... Ma è normale che il sottoscritto desideri che il Trofeo «TORINO 2000» non debba mai finire.

Il futuro più o meno immediato dirà se questo desiderio sarà condiviso o meno da qualcun altro.

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