Brilla la stella di Arlandi

 

Saint-Vincent, località termale, sembra seriamente intenzionata a sottrarre a Montecatini Terme quello scettro di capitale degli scacchi italiani, che la località termale pistoiese si sta meritando negli ultimi anni con attività variegate a 360 gradi. Non ci riuscirà probabilmente mai sul piano della partecipazione quantitativa al festival, visto il periodo prescelto e la collocazione geografica. Conta di riuscirvi su altri fronti. Se consideriamo inoltre che i rispettivi organizzatori sono in realtà amici e collaboratori, si preconizza una competizione che potrà solo beneficare lo scacchismo italiano.

Dopo alcuni anni di forzata assenza - una legge regionale sui finanziamenti alle manifestazioni sportive aveva tagliato le gambe ai grandi tornei di Aosta fine anni Ottanta - nel 1998 a Saint-Vincent il Comitato regionale valdostano della Fsi si ripresentava a febbraio con un Open internazionale di alto livello qualitativo e a novembre con la finale del Campionato italiano individuale.

Quest'anno a febbraio ancora cresceva la qualità dell'Open internazionale, ma il programma futuro cresce ancor di più:

Tutto ciò nasce da una forma di collaborazione fra Regione autonoma Valle d'Aosta, Comunità montana Monte Cervino, Comune di Saint-Vincent, Casino de la Vallée, per merito del lavoro svolto dalle due persone che da molti anni spingono gli scacchi in Valle, Franco Brunod e Agostino Scalfi.

L'Open internazionale di quest'anno (6 - 14 febbraio, Sala Congressi del Municipio di Saint-Vincent) ha allineato 17 Grandi Maestri, 15 Maestri internazionali e titolati vari per un totale di 16 nazioni. Passerà comunque alla storia grazie a tre norme valide per il titolo di Grande Maestro, di cui due conseguite da giocatori italiani: Ennio Arlandi e Renzo Mantovani, oltre allo spagnolo Jesus De La Villa.

Tutti gli appassionati italiani ora si domandano se, dopo tante peripezie, il trentatreenne Maestro Internazionale milanese conseguirà un titolo per molti versi già legittimato. Purtroppo qualche intoppo tecnico-burocratico ancora esiste, soprattutto legato al raggiungimento dei 2500 punti di Elo Fide, una delle condizioni inderogabili. Speriamo comunque che la federazione internazionale gli assegni il titolo «under rating condition», cioè concedendo qualche anno di tempo per il raggiungimento del punteggio e la ratifica definitiva. Per Renzo Mantovani il discorso è diverso: il trentaseienne Maestro Internazionale varesino è alla sua prima norma. Quasi una sorpresa per un giocatore che professionista non è e neppure si definisce, ma che non ha mai cessato di curare la preparazione e nutrire ambizioni malgrado gli impegni di lavoro.

I due italiani sono giunti primi ex aequo con 7 su 9, battuti per spareggio tecnico da Nigel Davies. Il trentanovenne Grande Maestro di Manchester ha però vinto con merito soprattutto per il suo stoicismo. Era in stampelle, parzialmente ingessato a causa di un grave incidente del novembre precedente, costretto a giocare con una gamba rigida appoggiata a una sedia accanto al tavolo.

Al quarto e quinto posto con 6,5 su 9 si piazzavano il citato De La Villa e il croato Robert Zelcic, vincitore assoluto dell'edizione 1998, ripresosi dopo un brutto inizio.

Scaglionati più indietro troviamo quasi tutti i favoriti della vigilia: anzitutto Igor Novikov, poi Reynaldo Vera, Boris Chatalbashev, Valery Loginov, Zenon Franco Ocampo, Milan Drasko, Alexei Lugovoi. Più indietro ancora Igor Glek, Michele Godena, il campione italiano Igor Efimov e il campione mondiale Under 20 Sarmen Sadvakazov dal Kazachistan; ancor peggio il campione tedesco Joerg Hickl.

Hanno fallito per poco la norma g.m. anche il jugoslavo Sinisa Drazic e il diciassettenne spagnolo Francisco Vallejo Pons, universalmente pronosticato per un grande avvenire.

Dopo Arlandi e Mantovani il migliore italiano è Spartaco Sarno a 5,5 su 9 come la moglie Elena. Anche Teo Lampic, per la prima volta in gara col titolo di Maestro Fide, si è difeso, tenendo conto che giocava viaggiando tutti i giorni da Torino. Riquadro particolare per Alberto Pulito. Il tredicenne torinese, ora trasferitosi a Milano, ha realizzato 5 su 9 e mostrato grande maturità di gioco.

Ottimo il livello organizzativo come la sala torneo, i servizi logistici e il bollettino quotidiano diffuso a stampa e a mezzo Internet. Soddisfacente l'esito turistico che ha collocato in albergo quasi tutti i giocatori e molti accompagnatori. Molto onestamente però gli organizzatori non si dichiarano soddisfatti al massimo. Si attendevano una partecipazione superiore, oltre le cento presenze, soltanto sfiorate, pur mettendo in bilancio il periodo sfavorevole.

In un editoriale del bollettino lanciano un sassolino su uno dei temi più scabrosi del dibattito scacchistico, quello della gestione del calendario nazionale: «...da parecchi anni è condivisa la sensazione che il calendario nazionale sia avviato all'inflazione...moltissime manifestazioni assumono però, senza eufemismi, un carattere assolutamente minore...è altrettanto sensazione...che finiscano per rimetterci le manifestazioni maggiori e più qualificate, quelle che investono sugli scacchi...»

 

Partite scelte dell'Open

 

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