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CRISTO E' VERAMENTE RISORTO?
(a cura della Rivista di Estetica)
Salone del Libro, sabato 24 maggio 1997, ore 11
Nel giorno di Pasqua, gli ortodossi si dicono: "Cristo è veramente risorto".
Il saluto ricorda la Prima Lettera ai Corinti di Paolo: se Cristo non fosse veramente risorto, vana sarebbe la predicazione, vana la fede, e tutti i cristiani sarebbero falsi testimoni.
Infatti, ritornando ai discepoli dopo la morte, Cristo si era preoccupato di dimostrare di non essere un fantasma, ossia di essere veramente risorto, mangiando sotto i loro occhi un pesce arrostito e del miele, e chiedendo di essere toccato.
Vale la pena di ricordarlo in quella che a taluni pare l'epoca del virtuale.
Timothy Leary non è risorto nel sito Internet, e se Cristo è veramente risorto è perché si è presentato a occhi, orecchi, mani, nasi e lingue, perché ha veramente mangiato e può essere mangiato veramente.
Senza volersi impegnare nell'immensa questione delle prove della resurrezione, l'incontro vuol mettere a fuoco il carattere anzitutto sensibile di quel veramente.
Non è forse quello il senso della verità come presenza, evidenza, tangibilità? In quel veramente non si nasconde il senso dell'essere?
E non è forse per questa via che l'estetica, come teoria della sensazione (aisthesis), può legittimamente porsi come filosofia prima?
Intervengono: Maurizio Ferraris, professore di estetica all'Università di Torino;
Tonino Griffero, ricercatore di filosofia all'Università di Vercelli;
Pietro Kobau, visiting professor all'Università di Heidelberg;
Gilberto Marconi, professore di esegesi neotestamentaria alla Pontificia Università Gregoriana di Roma;
Alessandra Saccon, professore di teologia fondamentale allo Studio Interdiocesano di Udine;
Elmar Salman, professore di teologia dogmatica al Pontificio Ateneo Sant'Anselmo di Roma.
Coordina Ugo Gianni Rosenberg.
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