Salone del Libro di Torino

Salone del Libro
Torino, Lingotto Fiere, 22 - 27 maggio 1997

I convegni

  LA MORTE ATTUALE
(a cura di CLUEB EDITRICE)

Salone del Libro, venerdì 23 maggio 1997, ore 18, sala Madrid

"Guardare in faccia" la morte è stato possibile in tutte le epoche che hanno sperato di poterla vincere opponendole qualche forma di sopravvivenza che garantisce l’immortalità.
La crisi degli aldilà caratterizza la nostra epoca (tutte le inchieste dimostrano che solo una scarsa percentuale di coloro che dicono di credere in Dio dicono di credere nell’aldilà; figurarsi quanto crederanno nell’aldilà coloro che non credono in nessun Dio!). Ergo, nella riflessione contemporanea (a parte qualche rara eccezione) morte e nulla tendono a identificarsi vanificando le ricerche classiche dell’immortalità (attraverso l’Arte e la Fede, ma anche attraverso i figli e la rivoluzione).
Assistiamo così in Occidente al progressivo uniformarsi dei più all’impostazione prometeica dell’esistenza: dolore e morte si possono combattere con le tecnologie mediche purché permanga l’ignoranza del momento della morte senza la quale dominerebbero l’angoscia e la depressione.
E quando la tecnologia medica fallisce manifestando i suoi limiti, le uniche difese contro il dolore restano il suicidio e l’eutanasia.
A questo punto, l’uomo medio occidentale è arrivato perché ha accettato l’invito della Scienza moderna a considerarsi un essere biologico che elegge a scopo ultimo della sua esistenza il benessere e che antepone la qualità della vita alla quantità di vita.
L’esperienza di assistenza ai morenti mostra, tuttavia, il permanere di una consistente minoranza di nostri contemporanei che hanno maturato la coscienza dell’unicità e irripetibilità della loro esistenza e sentono la morte come annullamento totale dell’essere.
Per costoro il pensiero stesso della morte è angosciante nonostante l’ignoranza del momento in cui si morirà, dato che nessuna illusione e nessuna distrazione riescono ad annullare l’ossessione che il pensiero della morte determina fin dal suo apparire. Per costoro non bastano più né l’Arte, né la Fede, né i figli, né la rivoluzione, ma sono costoro che vorrebbero continuare a credere nell’immortalità attraverso l’Arte, la Fede, i figli.

Intervengono Francesco Campione, docente di psicologia medica, direttore della rivista "Zeta. Documentazione e ricerca sulla morte e il morire"; Luigi Lombardi Satriani, antropologo, docente all’Università La Sapienza di Roma; Giampaolo Ormezzano, giornalista, fondatore e direttore della rivista "La buona sera. Periodico di vita, morte e miracoli".

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