Il secolo delle donne?
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L'AUTOBIOGRAFIA: RAPPRESENTAZIONI DI SÈ NELLA RICERCA DELLE DONNE

(a cura di Lapis)

Salone del Libro, domenica 19 maggio 1996, ore 11, sala Madrid

L'autobiografia è un tema quasi scontato quando si parla di cultura femminile, effetto della spontanea associazione della donna alla sfera della vita privata e dell'interiorità. Proprio per questo è sembrato utile riflettere su quali cambiamenti ha prodotto, nella rappresentazione di sé e del mondo, la consapevolezza nuova del rapporto tra i sessi che si è espressa nei gruppi femministi degli anni Settanta e che oggi si può rintracciare nella ricerca individuale e collettiva di donne diverse per età, interessi e scelte culturali.

Nel momento in cui le storie personali non sono più viste come il luogo della casualità e dell'insignificanza o, al contrario, come pretesto per la costruzione di un'immagine enfatizzata di sé, è più facile riconoscerne le parentele con i linguaggi e i saperi della vita sociale, ricostruire le connessioni che da sempre hanno tenuto insieme lo sviluppo biologico, psichico, affettivo degli individui e le vicende della civiltà. Autobiografia diventa allora attenzione al movimento sotterraneo di pensieri, emozioni, fantasie che, spesso in modo inconsapevole, danno forma alla conoscenza e all'agire. Narrare di sé non è più, necessariamente, l'annotazione diaristica o il trasferimento dentro schemi letterari noti di esperienze, avvenimenti della propria vita ritenuti particolarmente significativi, ma la disponibilità ad accogliere in qualsiasi processo espressivo - dall'arte alla scienza alla politica - quei frammenti di memoria che non hanno mai smesso di parlare attraverso i sintomi del corpo e di segnalarsi dentro ai ragionamenti come eco degli affetti da cui sono mossi.

Fuori da un'ottica dualistica, contrappositiva - come è quella che ha definito le figure e i ruoli sessuali sul modello della complementarietà e della conseguente riunificazione -, i percorsi individuali perdono il loro alone ambiguo di ombra e di splendore, di silenzio e di parola mai udita, per condividere luoghi di un sentire comune che non comporta assimilazione e distanze non necessariamente segnate da un'alterità irriducibile. Nell'accostare presenze femminili diverse - la scrittrice, l'artista, l'attrice, la bambina, la paziente, il soggetto di una pratica politica -, l'autobiografia, senza perdere la sua forza di svelamento rispetto alla vicenda particolare di ogni individuo, assume impercettibilmente movenze più generali, legate all'esperienza storica delle donne, ma più libere da quegli stereotipi di "genere", in cui si è ancora tentati da più parti di ricondurla.

Coordina: Anna Nadotti, traduttrice e consulente editoriale.

Intervengono: Maria Bacchi, insegnante, saggista, studiosa di didattica della storia; Marisa Bulgheroni, scrittrice, docente di Letteratura Americana; Manuela Fraire, psicanalista; Laura Mariani, storica del teatro; Lea Melandri, saggista e direttore della rivista "Lapis"; Renata Molinari, drammaturga; Maria Nadotti, giornalista e saggista.



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