Intorno alla questione della soggettività femminile si è venuta costruendo nel corso del tempo l'esperienza e la riflessione teorica del femminismo: una scena complessa, dalle molteplici entrate, su cui diverse discipline, metodologie, opzioni politiche hanno portato la loro luce. Ma di che cosa parliamo quando parliamo di soggettività femminile? Dei linguaggi e delle mitologie attraverso cui si "diventa" donne o del desiderio e della libertà femminile? Dei confini prefissati che la realtà socio-simbolica assegna a tutte le donne o del processo individuale e ininterrotto che ogni donna compie per uscire da quei confini?
Se è vero che intorno a queste domande il passato del femminismo ha costruito immense miniere di analisi, teorie e pratiche politiche, è altrettanto vero che quelle domande continuano a interrogare il nostro presente.
Il nostro presente: cioè una terra sottoposta all'urto di differenze che non sono più solo di genere (ma di etnia, razza, religione, scelte sessuali), disseminata di soggetti sempre più nomadi e mutanti, di identità e discipline dal profilo sempre più incerto. E' in questo presente che l'esperienza e la riflessione sulla soggettività femminile si illumina. E' su di esso che può agire come un faro.
Intervengono: Liana Borghi, docente di Letteratura Angloamericana all'Università di Firenze; Rosi Braidotti; Eva Cantarella, docente di Istituzioni di Diritto Romano e Diritto Greco Antico all'Università di Milano; Adriana Cavarero, esponente del "pensiero della differenza sessuale", docente di Filosofia della Politica all'Università di Verona; Teresa De Lauretis, docente di Storia della Coscienza presso l'Università della California a Santa Cruz; Giovanna Grignaffini, ricercatrice al DAMS, Università di Bologna.
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