Vincenzo Aurelio è nato ad Albidona (CS) ha frequentato l'accademia delle Belle Arti di Brera,
la sua pitttura ha avuto inizio negli anni '70 con il realismo ed il Verismo, passando
successivamente all'Impressionismo tappa d'obbligo per il suo sviluppo artistico.
Negli anni'74/'75 ispirato dall'arte di Picasso si dedicò al Cubismo per cui si innamora per i
giochi di linea e di colori che rappresentava, Nel '77 la piena maturazione artistica che lo pose
all'attenzione della critica nazionale con il suo Naturalismo Astratto e soprattutto per l'uso dei
colori personalissimi che danno una spontaneità innata alle sue opere.

Le sue opre fanno parte di collezioni private in Italia a Cosenza, Bari, Pescara, Nuoro, Roma, Milano, Novara.

Vive e lavora ad Amendolara (Cosenza) Via F.lli Bandiere, 14 Tel. 0981-911171.


TESTIMONIANZE
Dopo gli anni milanesi di Brera, che lo hanno visto transitare per varie esperienze, Vincenzo Aurelio sembra aver
trovato, finalmente, un suo modo tutto personale di fare pittura e lo prosegue apprfondendo i temi e badando a non
compiacersi troppo degli esiti raggiunti.
Il suo sperimentalismo ha trovato un equilibrio e un approdo e adesso
il disegno e il colore colloquiano con più convinzione, hanno trovato un vero e proprio amalgama e non di rado si danno la mano
per esaltarsi a vicenda.
I nuovi quadri di Aurelio, sono per lo più,paesaggi o fiori, ma non hanno nulla di realistico. I soggetti sono pretesti
per quelle che mi piace chiamare composizioni musicali entro cui ogni elementopreso in considerazione è colto nell'essenza,
senza prevaricazioni e senza accetuazioni di primi piani.
Sembra che dall'alto di un poggio Aurelio abbia imparato a guardare
il mare e ciò che sta sulla battigia, sulla spiaggia, nel retrostante territorio. Il suo occhio indugia e scruta e a un certo
punto le forme perdono consistenza e si fanno tenue masse di colore, quasi una brezza lieve di tinte che diventa un soffuso aroma di erbe
E' evidente che al pittore interessa l'insieme, infatti i particolari non sono definiti e quindi case, alberi e ogni altra cosa sono confusi
in un ricamo di sensazioni cariche di sensualità e di stupore.
E' come se Aurelio scoprisse ogni volta il suo mare affacciandosi alle "terrazze" naturali dei vari paesi dell'Alto Jonio,
come se si rendesse conto che spetta agli artisti il compito di conservare la freschezza e la bellezza
del paesaggio che sempre più viene aggredito e deturpato.
Ma niente di "politico" o di "civile" sta in queste opere: l'autore vuole trasmettere emozioni pure, invitare all'incanto
e regalare emozionio squisitamente estetiche e prive di indicazioni culturali.
Una sorta di operazioni alla Dufy o alla Mirò, anche se, le valenze sono diverse e diversi, ovviamente, i raggiungimenti,
In tempi di eccessi d'ogni tipo e di celebralismo esasperato, una pittura come quella di Aurelio piace: il candore
del suo sguardo non ha incertezze o pentimenti nel cogliere gli aspetti della natura e così cielko, terra e mare non si
sottraggono ad essere sorpresi nel loro ingenuo dilagare di sussurri.

DANTE maffia