Perché proprio le nuvole?
Probabilmente perché stanno lassù, oltre il rumore e l'affollamento,
lontano dai fastidi e dalle sgradevolezze della vita quotidiana. O forse
perché sono sempre diverse. Perché portano ombra e pioggia,
e ognuno di noi, da bambino e da adulto, ha raccolto i suoi ricordi di
nuvole, fatti di odori, di colori del cielo e di vento e di attesa del
temporale imminente.
È per tutto questo che l'anno scorso di questi tempi, i koristi
hanno scelto Nuvole.
E perturbazioni. Turbamenti. Voli.
A tempo debito sono arrivati i racconti. Associazioni di idee e immagini,
ricordi, sogni, incubi. Scritti eterogenei, e su ogni argomento avesse
(e qualche volte non avesse
) qualche attinenza con il tema, dalla
riflessione filosofica all'idillio, dalla fantasia erotica alla favoletta.
Persino un fumetto abbiamo ricevuto
Ci è molto piaciuto,
racconta di nuvole e pecore, di una soprattutto che sta sempre con il
suo grosso naso per aria. L'abbiamo scelto, è una bella storia.
Così è cominciato il nostro lavoro di lettori, stimolante
ma difficile.
Scegliere. Scegliamo sempre quando leggiamo, vero? Di continuare la lettura,
ad esempio, o di chiudere il libro, o persino di "dimenticare"
quanto abbiamo appena letto, perché noioso, o disturbante. Ma chi
legge per dovere, ossia perché deve valutare un brano o un racconto,
non può fare scelte di comodo. Deve, anzi, cercare di dimenticare
se stesso, i propri gusti, le idiosincrasie, e affidarsi a chi scrive,
seguirlo anche se va dove non gli interessa (o dove non vuole) andare.
Questo è il patto fra chi scrive e chi legge, e noi abbiamo fatto
del nostro meglio per rispettarlo.
Fata Morgana vuole offrire ogni anno un'occasione di incontro a persone
(i partecipanti e i lettori) che condividono la passione per la scrittura,
non è un premio "serio" che mette in palio grandi cifre
di denaro o pubblicazioni prestigiose; i koristi, perciò, non dovendo
preoccuparsi di questioni vincolanti come la "vendibilità"
dell'antologia, hanno potuto scegliere i racconti che ritenevamo davvero
riusciti o promettenti, e non quelli semplicemente "ben scritti"
secondo i criteri correnti. La distinzione è netta, sapete: molte
persone scrivono seguendo ricette, desunte dalla lettura di autori affermati
o dalle indicazioni di testi o corsi di "scrittura creativa".
Il risultato è un prodotto confezionato con gli "ingredienti
giusti" - stile scorrevole, ritmo accettabile, trama sufficientemente
articolata - che sfortunatamente (o fortunatamente, dipende da cosa si
cerca leggendo) mantiene le distanze: non sorprende e non sconvolge, non
suscita affetto né rabbia, non obbliga all'immedesimazione. Sono
tocchi implapabili a fare la differenza: il respiro del racconto, la prevedibilità
delle soluzioni, sia stilistiche sia psicologiche
Anche noi abbiamo
ricevuto la nostra parte di prodotti "giusti" ma non li abbiamo
scelti; chi legittimamente aspira alla pubblicazione può ottenerla,
talvolta, seguendo le ricette. Fata Morgana vuole essere altro.
Naturalmente, come ogni "giuria" per piccola che sia, abbiamo
ricevuto anche un certo numero di prodotti mal scritti. Questa "malascrittura"
può avere diversi volti: dalla sintassi zoppicante all'uso improprio
del lessico, al periodare aggrovigliato, allo stile pomposo. La percentuale
di prodotti del genere è sempre più o meno la stessa, e
notarlo serve solo a riflettere sul fatto che leggere di più e
di tutto aiuterebbe gli aspiranti scrittori a evitare simili inciampi.
Un'ultima osservazione per chiarire il senso del lavoro del koro: uno
dei rischi che corrono le giurie dei concorsi letterari è quello
di "smussare", di selezionare solo racconti "medi";
non è una scelta consapevole, ma una necessità quasi inevitabile:
gli scritti rifiutati sono, ovviamente, quelli malriusciti, i non pubblicabili
per definizione. Ma anche quelli meno equilibrati, i "fuori media":
non i capolavori riconosciuti all'unanimità ma opere semplicemente
promettenti, non completamente risolte, scritte con uno stile eccessivo
(troppo secco, troppo drammatico, troppo ricco di pathos) e, non di rado,
con qualche difetto: "leggerlo richiede troppa attenzione",
oppure "dice cose che potrebbero offendere, o turbare". Su questi,
soprattutto, si accanisce la scure delle "giurie", perché
sono quelli su cui è più difficile trovare un accordo: "Non
funziona!"; "Secondo me non è male
"; "Però
l'incipit è pessimo."; "Sì, e poi il finale è
gratuito
". Dopo lunghe e accese discussioni il racconto viene
di solito scartato per semplice sfinimento dei suoi paladini o avversatori,
sacrificato a qualche opera più digeribile. Resta, però,
ai "giurati" (alcuni di noi koristi lo sanno per esperienza
personale), la sensazione di aver perso un'occasione, o almeno di non
averla offerta a chi ha avuto il grosso merito di osare, di non applicare
ricette, di puntare in alto.
Noi volevamo evitare, nelle settimane seguenti alla scelta, questa piccola
sensazione di fallimento. Ecco perchè troverete racconti molto
differenti, e perché di questi alcuni forse vi piaceranno molto,
altri vi lasceranno perplessi.
In biologia (e non solo) si parla di "mostri di belle speranze".
Siamo convinti di aver scelto racconti (e autori) di belle speranze, davvero.
E siamo stati fortunati, perché i loro scritti non sono "mostri"
ma proprio le fantasie, i ricordi, gli incubi che ci auguravamo di trovare.
Li abbiamo affiancati a scritti di autori già noti, che vogliono
bene a LN e che già conoscete (Mario Giorgi, Consolata Lanza) e
ai nostri lavori di koristi. Un grazie particolare a Patrizia Zappa Mulas,
che ci ha regalato (o prestato, visto che è già pubblicato)
un lungo brano di Rosa Furia il suo ultimo libro e grazie a La Tartaruga
- Baldini & Castoldi che ne ha permesso la pubblicazione. Grazie anche
ad Angelo Pellegrino che ha partecipato a Fata Morgana con un brano di
un lavoro più impegnativo - un diario di viaggio - che abbiamo
molto apprezzato.
Buona lettura.
Buona lettura
I Koristi
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