ALIA 07

ALIA 2007

Spiriti di donne incantatrici, turbinio di fiori e colori
di Massimo Soumarè



La serie antologica ALIA è un progetto in continua evoluzione. Sospinto dal tumultuoso vento della fantasia, chi può mai dire in quale direzione volgerà? È forse questo un mistero celato persino alla miriade di kami che popolano la terra del Sol Levante. Ma se una costante ci può essere, allora è riassumibile nel fermo proposito di continuare a far conoscere ai lettori l'universo misterioso e arcano che si cela subito dietro la patina della razionalità. Quel mondo cupo e allo stesso tempo splendente separato dalla nostra realtà solamente da una fragile barriera…
 
Questo quarto volume comporta una novità considerevole. Ognuna delle tre sezioni delle precedenti antologie si è trasformata in un testo autonomo. Indipendente, eppure allo stesso tempo profondamente legato agli altri due da quel filo invisibile che lega scrittori provenienti da differenti Paesi uniti dall'amore comune per un genere capace di regalare alla letteratura mondiale grandi capolavori. Inoltre si rafforza la collaborazione con gli illustratori in quello scambio dinamico di sinergie fra testo scritto e arte oggi assai vivace nell'arcipelago nipponico e in altre parti del globo.

Sono qui tradotti alcuni tra i maggiori autori contemporanei giapponesi del genere.
È da notare come si tratti di scrittori attivi non solo nel campo della letteratura fantastica e fantascientifica, ma altresì importanti esponenti del romanzo giallo e storico. I loro interessi e le loro attività non si limitano a un singolo settore, abbracciando piuttosto una grandissima varietà di filoni letterari. Tale eclettismo si ritrova negli stessi racconti inclusi nell'antologia. Se abbiamo delle opere di SF, di modern fantasy o surreali, troviamo anche dei racconti incentrati sugli spiriti e sui fantasmi. Questi ultimi sono i più numerosi (per la precisione vi sono tre storie di spettri e una su una creatura del folklore nipponico).
 
L'horror e i racconti di fantasmi – in Giappone assai amati sia dal pubblico maschile sia da quello femminile – hanno una lunga tradizione nella storia del Paese e rappresentano un elemento forte ed estremamente radicato nella cultura del territorio. Per gli abitanti dell'arcipelago gli esseri soprannaturali e gli spiriti sono una presenza più reale e concreta di quanto non lo siano normalmente per un occidentale. Lo scintoismo vede in ogni essere del creato una divinità o, se preferiamo, uno spirito. Quindi i mostri e i fantasmi della fiaba e del mito sono presenze concrete che convivono con gli esseri umani, a volte persino interagendo con loro. Su queste creature studiosi di grande levatura come, per fare un nome su tutti, Komatsu Kazuhiko (1947-)(1) hanno effettuato molti interessanti e validi studi nei quali analizzano sviluppo storico, cause e effetti di tali «presenze». Da non dimenticare inoltre un personaggio quale il fumettista Mizuki Shigeru (1922-)(2) il cui contributo nello studio delle creature del folklore giapponese è stato fondamentale.

«Le storie del soprannaturale lette in estate sono fuori moda. Mi domando se le ragazzine di oggi siano capaci di rinfrescarsi provando il brivido che danno i racconti di fantasmi», fa dire Shinoda Mayumi (1953-)(3) al suo vampiro Ryû Akihiko. In Giappone è l'estate la stagione in cui più forte si sente la presenza degli spiriti e dei fantasmi. È esattamente nel pieno dell'estate, dal 13 al 15 agosto, che si tiene l'Obon, la cerimonia buddhista commemorativa per gli spiriti dei defunti. Fin dai tempi antichi, nel tedio della stagione delle piogge e nelle torride giornate accompagnate dal frinire delle cicale, era abitudine narrare racconti del soprannaturale. All'osservatore attento non sarà sicuramente sfuggito il fatto che molti dei film del nuovo Japanese horror siano ambientati proprio nei mesi caldi…

La stessa Sadako del romanzo e del film Ringu [Ring] non è una figura sorta dal nulla nel corso degli anni Novanta, bensì l'elaborazione moderna di un archetipo di spettro femminile la cui origine risale a tempi ben più remoti.
In conclusione, nella vivacità e popolarità dell'attuale letteratura e cinematografia del fantastico del Sol Levante possiamo trovare una risposta positiva al quesito di Ryû. Sì, le ragazzine giapponesi sanno ancora trovare refrigerio nel brivido gelido che un racconto di fantasmi può far provare. E non solo loro…

Asagure Mitsufumi (1959)
Con il suo racconto Tôi [Lontano], l'autore ci conduce in un suo personalissimo universo dove testo e grafica si uniscono per dar vita a un costrutto innovativo.
Asagure è uno scrittore che sa coinvolgere il lettore nelle sue trame e divertirlo, capace di escogitare sempre qualcosa di sorprendente e inatteso che lascia sbalorditi. Questo vale sia per i suoi racconti brevi sia per i romanzi. Come lo strabiliante Ese Erusaremu ki [Cronaca di una pseudo-Gerusalemme], opera di fantapolitica i cui protagonisti sono la stessa Gerusalemme, intesa come un'entità vivente di un chilometro di diametro, e un terrier nero di nome Blacky. Asagure con grande maestria ci regala una storia che difficilmente uno scrittore occidentale o mediorientale sarebbe stato in grado di scrivere, una storia dove un'acuta critica a ogni fanatismo religioso, agli interessi della politica, alla stupidità umana, allo sfruttamento della natura si accompagna a trovate umoristiche esilaranti. Asagure è anche un eccellente e sensibile narratore di storie per ragazzi come ha abilmente dimostrato con 10 senchi no sora [Il cielo di 10 centimetri] in cui il protagonista è uno studente, Toshiya, al quarto anno di università che si affaccia sul mondo del lavoro. Come molti suoi coetanei nutre dei dubbi sulle proprie scelte e si chiede quale debba essere il proprio scopo nella vita. Toshiya è in tutto e per tutto un ragazzo normale che conduce una vita assolutamente ordinaria se si esclude la sua capacità di volare! Egli può difatti sollevarsi dal suolo di alcuni centimetri… Perché riesce a farlo? Il motivo si ricollega a un evento accaduto durante la sua infanzia e il libro accompagna il protagonista nella ricerca di un ricordo sepolto nella memoria che è contemporaneamente la chiave per risolvere le incertezze legate al suo futuro. Una parte di 10 senchi no sora è stata inclusa nei libri di testo di lingua giapponese per gli studenti del secondo anno delle scuole medie inferiori nel 2006.
Il lavoro più importante di Asagure rimane comunque la stesura di cinque volumi incentrati ciascuno su uno dei sensi umani.
Nato a Nishinomiya nella prefettura di Hyôgo, in gioventù ha svolto diverse occupazioni. Ha lavorato part time presso il mercato del pesce, ha fatto parte di un complesso musicale che suonava nei locali per la vendita d'alcolici e così via, passando attraverso varie esperienze. Dopo la laurea si è impiegato in un'agenzia pubblicitaria aggiudicandosi più di una ventina di premi per il suo lavoro creativo. Nel 1998 ha debuttato come scrittore con il romanzo fantastico Dabu(e)suton kaidô [La via principale di Dabu(e)suton] vincendo l'ottava edizione del Premio Mephisto. Inoltre ha pubblicato il libro di fantascienza per ragazzi Yasei no shônen [Il ragazzo della santa notte], il giallo umoristico Koroshi mo saba mo M de hajimaru [Sia murder sia mackerel iniziano per M], i recenti – sono usciti nel 2006 – Sabita burû [Blu ruggine], romanzo, e Poketto wa hanzai no tame ni [Le tasche sono per il delitto], raccolta di racconti gialli.
Sin dagli esordi le sue opere si sono contraddistinte per la loro alta qualità creativa e artistica portando Asagure nel 2003 a vincere la cinquantaseiesima edizione del Premio dell'associazione degli scrittori di giallo del Giappone – insieme con il Premio Edogawa Ranpo è il più importante riconoscimento esistente nella terra del Sol Levante relativo al mistery – con il volume Ishi no naka no kumo [Il ragno dentro la pietra], originale miscela di fantasy e hardboiled. Principalmente scrive libri gialli, di fantascienza metafisica e modern fantasy. Nei suoi racconti brevi pubblicati in diverse antologie e in riviste quali Shôsetsu Subaru [Romanzi Subaru] e S-F magajin [S-F magazine] Asagure ha inoltre sviluppato un ulteriore personalissimo genere nel quale fonde abilmente insieme parole e arte visiva. Un buon esempio della sua originalità è il volume Hidarime o wasureta otoko [L'uomo che aveva dimenticato l'occhio sinistro] il cui protagonista è un comune impiegato, paralizzato in un letto d'ospedale dopo essere stato colpito alla testa. Inspiegabilmente riesce a vedere con il suo occhio sinistro che, staccatosi dall'orbita al momento del colpo, sembra vagare per la città…
Di Asagure in Italia sono stati editi i due racconti L'uomo con il cappello e Oyakushisama in ALIA2, Torino 2004, pp. 185-97, il racconto La fila, in Fata Morgana 8, pp. 10-1 , Torino, 2004, e un dibattito con Davide Mana e Massimo Soumaré (Scambi. Visioni a distanza-Dialogo 1: Asagure-Mana-Soumaré, in «LN-LibriNuovi», n. 33, primavera 2005, pp. 64-71).
Sito ufficiale: alien.zombie.jp/gure

Asamatsu Ken (1956)
Asamatsu nel suo Paese è considerato il miglior conoscitore di H. P. Lovecraft di cui ha curato per la casa editrice Kokusho Kankôkai di Tôkyô una pubblicazione dell'opera omnia che ancora oggi viene riconosciuta anche a livello accademico come la più bella mai edita in Giappone. Fondamentali per la conoscenza da parte dei giapponesi dell'esoterismo occidentale sono state le sue traduzioni di volumi inerenti tale campo nei quali, per introdurre molti termini sconosciuti nel Paese, Asamatsu ha dovuto creare nuovi vocaboli ora diventati d'uso comune e inclusi nei dizionari linguistici. Dopo essersi concentrato, nella prima parte della sua vita, su questo lavoro di presentazione e ricerca, nel 1986 l'autore ha deciso di dedicarsi all'attività di scrittore pubblicando nell'arco di una ventina di anni numerosi romanzi e cicli in cui si avverte l'influenza dei popolari romanzieri Yoshikawa Eiji (1892-1962), Nanjô Norio (1908-2004)(4) e Yamada Fûtarô (1922-2001)(5). La sua serie più importante, considerata dallo stesso Asamatsu come l'opera fondamentale della sua carriera, è il ciclo di Ikkyû Sôjun, monaco della setta buddista Zen Rinzai vissuto nel periodo Muromachi (XIV-XVI secolo). Già lo scrittore Mizukami Tsutomu (1919-2004)(6) aveva scritto dei romanzi biografici su Ikkyû e inoltre, nell'immaginario collettivo, permaneva l'immagine di lui come bambino dall'intelligenza prodigiosa, capace di risolvere ogni problema diffusa dalla serie animata Ikkyû-san (prodotta dal 1975 al 1982), trasmessa anche in Italia con il titolo di Ikkyû-san, il piccolo bonzo. Il personaggio creato da Asamatsu però differisce notevolmente dai precedenti. Il bonzo viene collocato in uno sfondo storico preciso nel quale, tuttavia, gli elementi soprannaturali sono numerosi e dove permane eco dell'atmosfera dei miti di Cthulhu. A volte lo scrittore introduce temi appartenenti ad altri generi letterari quali il mistery. Nella novella di Ikkyû Higashiyamadono oniwa [Il giardino Higashiyamadono] sono presenti elementi gialli tanto che nel 2005 il racconto è giunto in finale alla cinquantottesima edizione del Premio dell'associazione degli scrittori di giallo del Giappone. Nel 2006 è stato pubblicato anche un volume omonimo che raccoglie cinque storie del monaco tra le quali la sopraccitata novella. L'autore ha scelto il periodo Muromachi perché è una delle epoche storiche meno conosciute e studiate dagli stessi giapponesi, benché si tratti dell'età in cui si sono sviluppate tutte quelle arti come l'ikebana o il teatro Nô in seguito considerate distintive del Giappone. Vi è quindi nel lavoro di Asamatsu un evidente intento di riscoperta della propria tradizione e storia. Il racconto tradotto, Kôshi no chigiri [L'estasi viola e cremisi], è la prima opera in cui compare il personaggio di Ikkyû.
Tra i più recenti progetti cui Asamatsu si è dedicato, è doveroso menzionare la creazione nel 2005 in collaborazione con la Kokusho Kankôkai del Kokusho bungei karejji [Kokusho Literary College], una scuola impostata come un laboratorio pratico per lo sviluppo dei romanzi, dei fumetti e delle traduzioni legate ai filoni della letteratura d'intrattenimento dove insegnano apprezzati professionisti e il cui scopo è quello di formare nuove generazioni d'autori.
Asamatsu nasce nella città di Sapporo dell'isola di Hokkaidô. Il suo nome d'arte nella pronuncia giapponese richiama quello dello scrittore inglese Arthur Machen. Nel 1972 crea la fanzine di letteratura horror e fantastica Kokumadan [Il gruppo della magia nera] cui collabora anche la scrittrice Matsuo Mirai (1956)(7) che diverrà in seguito sua moglie. Nel 1986 esordisce come romanziere con Makyô no gen'ei [L'illusione della religione demoniaca]. Nel 1995 è ricoverato d'urgenza a causa di un ascesso cerebrale. La sua situazione pare disperata, ma l'anno seguente si riprende miracolosamente. Apprezzato antologista, nel 2002 cura i due tomi di Hishinkai [I rifugi degli dèi nascosti], raccolte di racconti di scrittori giapponesi basati sui miti di Cthulhu di H. P. Lovecraft, tradotti in inglese ed editi in quattro volumi a partire dal 2005 dalla casa editrice Kurodahan Press con il titolo generale di Lairs of the Hidden Gods. Tra le sue opere più significative ricordiamo i cicli di Gyaku uchû hantâzu [I cacciatori dello spazio inverso] e di Majutsu senshi [Il guerriero magico], i romanzi Yôshingura [I 47 rônin posseduti], Kun-yan no jô [La regina di K'n-yan], di prossima traduzione in inglese sempre per la Kurodahan Press, e il recente e apprezzato Ake no hotaru [Le lucciole dell'aurora] dove compare di nuovo Ikkyû. Dal romanzo Senpûden Rera-shiu [Storia di un turbine di vento, Rera-shiw] è stato tratto un fumetto dal titolo Bushidô [La via della morte guerriera], disegnato da Hiromoto Shin'ichi (1966-) e inoltre Asamatsu ha anche scritto la storia per il fumetto Ozunu [Odunu] ambientato nell'antico Giappone disegnato dalla mangaka [fumettista] Kajiwara Niki.
Come editor Asamatsu ha curato più di quaranta testi e come scrittore ha pubblicato attualmente oltre novanta romanzi. In Italia Il fiore di loto nel fango, secondo racconto della serie di Ikkyû, è stato edito in ALIA3, Torino, 2005, pp. 181-98 e una sua intervista è apparsa sulla rivista Studi Lovecraftiani («Alla scoperta degli dèi nascosti», a cura di Davide Mana, in Studi Lovecraftiani, n. 2, autunno 2005, pp. 43-62)
Sito ufficiale: homepage3.nifty.com/uncle-dagon
Sito Kokusho Literary College:  www.kukosho.co.jp/college

Komatsu Sakyô (1931)
Vero nome Komatsu Minoru, nasce a Ôsaka e trascorre la giovinezza nella città di Kôbe. La Divina Commedia di Dante Alighieri letta durante la scuola media inferiore influenza fortemente la sua visione di un universo fantastico. Si iscrive all'Università di Kyôto dove si laurea in letteratura italiana con una tesi su Luigi Pirandello al quale, successivamente, dedica anche un racconto.
Durante l'università frequenta diversi intellettuali, registi e scrittori collaborando inoltre con varie riviste letterarie amatoriali. Entra anche a far parte del Partito comunista da cui poi però si dissocia. Disegna alcuni manga come Iwan no baka [Ivan lo scemo] e Daichi teikai [Il mare sul fondo della terra] pubblicati con lo pseudonimo di Mori Minoru. Il manga è una forma espressiva verso la quale continuerà sempre a nutrire un profondo interesse. Terminati gli studi nel 1954, cambia più volte lavoro. Decisivo si rivela il suo incontro con la rivista S-F magajin della Hayakawa shobô che gli permette di trovare un editore attento e interessato al tipo di letteratura che intende sviluppare. Nel 1961, con la pubblicazione di Chi ni wa heiwa o [Pace in terra], si fa conoscere come autore d'avanguardia della SF giapponese.
Nel 1971 con il volume Tsugu no wa dare ka? [Chi ci succederà?] si aggiudica la seconda edizione del Premio Seiun. Premio di cui vince anche la quarta edizione nel 1973, la settima nel 1976 e la nona nel 1978 grazie rispettivamente ai racconti Kesshô seidan [La costellazione di cristallo], Vomiisa [Vomisa] e Gorudiasu no musubime [Il nodo di Gordia]. Ottiene poi, nel 1983, un altro premio alla quattordicesima edizione del Premio Seiun per merito del romanzo Sayonara Jupitâ [Bye-bye, Jupiter]. Nel 1974 Nihon chinbotsu [Il Giappone affonda], dove l'autore immagina lo sprofondamento in mare dell'arcipelago nipponico – forse la sua opera più famosa e rappresentativa, tradotta in inglese, francese, spagnolo, russo, cinese, coreano, e in diverse altre lingue ma non ancora in italiano – vince contemporaneamente la ventisettesima edizione del Premio dell'associazione degli scrittori di giallo del Giappone e la quinta edizione del Premio Seiun. Fino a oggi in patria ha venduto più di quattro milioni e seicentomila copie. Nihon chinbotsu è un classico riconosciuto della fantascienza mondiale e è stato trasposto in un film di grande successo nel 1973 e nuovamente nel 2006. Anche da diversi altri suoi lavori sono state tratte delle pellicole, sceneggiati televisivi e fumetti. Nel 1985 grazie a Shuto shôshitsu [La sparizione della capitale], opera nella quale descrive lo stato di panico in cui precipitano i giapponesi di fronte all'improvvisa e misteriosa scomparsa di Tôkyô, si aggiudica la sesta edizione del Gran premio della fantascienza giapponese. Nel 1990 gli è stato consegnato il Premio per la cultura di Ôsaka.
Impegnato nel promuovere a livello popolare l'importanza della ricerca spaziale e fervente sostenitore di varie iniziative sociali e culturali, è considerato con Hoshi Shin'ichi (1926-97)(8) e Tsutsui Yasutaka (1934-)(9) uno dei tre grandi scrittori della fantascienza impegnata nipponica. Le sue opere non sono solo di genere fantascientifico, ma anche fantastico e storico-soprannaturale. Un esempio eccellente dell'ampiezza dei generi toccati da Komatsu è il racconto qui pubblicato, Kaya no soto [Fuori della zanzariera], ambientato nel periodo Edo (1603-1867), nel quale si fondono erotismo, elementi fantastici e la descrizione degli usi del tempo. Ricercatissima nel testo originale la ricostruzione della parlata dell'epoca. 
Nel 1981 Komatsu fonda la società IO Corporation che promuove attività di vario tipo. Nel 2000 è stato istituito il Premio Komatsu Sakyô per opere di letteratura SF, fantasy e horror e dal 2001 viene pubblicata la rivista trimestrale Komatsu Sakyô magajin [Komatsu Sakyô magazine].
La casa editrice dell'Università Internazionale Jôsai ha iniziato a stampare la sua opera omnia di cui sono previsti cinquantacinque volumi. Si tratta di un print on demand, metodo editoriale finora mai utilizzato in Giappone per pubblicare una raccolta completa di lavori di un autore.
Komatsu è stato scelto come ospite d'onore insieme con David Brin, autore presente in ALIA4 anglosfera, per Nippon 2007, la sessantacinquesima Worldcon [World Science Fiction Convention] di Yokohama. È la prima volta che questa manifestazione si svolge in un Paese non di lingua inglese, chiara dimostrazione dell'importanza raggiunta dal Giappone a livello mondiale nei generi della letteratura fantastica e fantascientifica.
L'asteroide (6983), scoperto da Kobayashi Takao, nel 1993 è stato battezzato Komatsusakyo.
In italiano sono stati tradotti e pubblicati i suoi due racconti La bocca selvaggia e Fate la vostra scelta nell'antologia La leggenda della nave di carta-Racconti di fantascienza giapponese, Fanucci Editore, Roma 2002, pp. 85-110.
Sito ufficiale:  http://www.nacos.com/komatsu
Sito IO Corporation: http://www.iocorp.co.jp

Konaka J. Chiaki (1961)
Sceneggiatore, nasce a Tôkyô. Personalità di spicco della moderna scena fantastica nipponica, realizza a dieci anni il suo primo film autoprodotto, Shiin fumei jiken [Il caso della morte per causa ignota], con cinepresa 8 mm. Tre anni dopo gira Inbêdâ [Invader], opera che utilizza effetti speciali, e, fino a quando non si laurea all'Università Seijô specializzandosi in semiologia cinematografica, continua a produrre insieme al fratello minore Konaka Kazuya (1963)(10) un film indipendente all'anno.. Nel 1986 entra a far parte di una casa di produzione in qualità di regista occupandosi di programmi televisivi, video promozionali e filmati per esposizioni, debuttando così ufficialmente nel mondo del professionismo. Nel 1987 decide d'intraprendere l'attività di free lance e passa dalla regia alla sceneggiatura specializzandosi nell'horror, la SF e il fantasy, non prima comunque di aver acquisito una grandissima esperienza in tutti i settori del cinema. Konaka, infatti, è stato il primo giapponese a interessarsi e ad apprendere le moderne tecniche degli effetti speciali per film horror sviluppandole in modo originale. Nel 1992 col fratello Kazuya e la cognata fonda la Koguma Bros. Inc.
Konaka si è inoltre dedicato alla sceneggiatura per le serie animate e per i videogiochi ed è anche un apprezzato scrittore. Tra le numerosissime produzioni in cui ha lavorato ci sono gli Original Video della serie Honto ni atta kowai hanashi [Racconti paurosi realmente accaduti], realizzati tra il 1990 e il 1992, e i programmi televisivi Urutoraman Tiga [Ultraman Tiga, 1996-97] e Urutora Q dark fantasy [Ultra Q dark fantasy, 2004]. Ha pubblicato diversi libri quali Shin'en o aruku mono [Coloro che camminano sul baratro, 2001], Horâ eiga no miryoku-fandamentaru horâ sengen [Il fascino dei film horror-Manifesto del fondamental horror, 2003], testo che contiene tra l'altro un suo dibattito con Shimizu Takashi (1972)(11) e uno con Takahashi Hiroshi (1959)(12), Marebito [Le persone venute da un altro luogo, 2004]13 la cui versione cinematografica da lui sceneggiata ha vinto la ventitreesima edizione del Festival del Film Fantastico di Bruxelles nel 2005 e parecchi racconti inclusi in prestigiose antologie come la serie di Igyô korekushon curata da Inoue Masahiko (1960)(14).
L'opera di Konaka ha senz'ombra di dubbio influenzato i più noti registi del moderno Japanese horror e contribuito alla creazione del genere. Con il racconto originale Genrishugiteki naru kyôfu no hajimari [L'origine della paura fondamentale] ci fornisce una vivida ricostruzione della nascita di questo filone. Di seguito un breve elenco di progetti ai quali ha partecipato (dalla lista sono esclusi volumi e racconti).

Film
TARO! (NCP/1991)
Shiryô no wana 2 Hideki [La trappola degli spettri 2 Hideki] (JHV/1992)
Kuma-chan (Pony Canyon/1993)
Doraibingu hai [Driving High] (Pioneer/1993)
Door 3 (Aya Production-Tokuma Communications/1996)
Armitage III PolyMatrix (Pioneer/anime/1996)
Defendâ-The Defender [Il difensore] (PAL Project/1996)
Garasu no nô [l cervello di vetro] (Nikkatsu/2000)
Hebionna [La donna serpente] (Tsuburuya/2000)
Madara no shôjo [La ragazza serpente] (Tsuburuya/2005)
DEATH MAKE (Tsuburaya/2005)
Mirâman REFLEX [Mirrorman REFLEX] (Tsuburaya/2006)
 
Produzioni televisive
Insumasu o ôu kage [La maschera di Innsmouth] (TBS/1992)
Ranpo-Ayashii onnatachi [Ranpo-Donne ambigue] (TBS/1994)
Ekoeko Azaraku [Eko Eko Azarak] (Tsuburaya-GAGA-TX/1997)
Gegege no Kitarô [Kitarô degli spiriti] (Tôei/anime/1997)
Vanpaia Miyû [Miyû la principessa vampiro] (AIC/anime/1998)
Serial Experiments Lain (Pioneer/anime/1998)
Urutoraman Gaia [Ultraman Gaia] (Tsuburaya/1998-1999)
Baburugamu kuraishisu Tôkyô 2040 [Bubblegum Crisis Tôkyô 2040] (AIC/anime/1998-1999)
Gasaraki (Sunrise/anime/1998)
Debiruman redii [Devilman Lady] (Tôkyô Movie/anime/1998-1999)
THE BIG-O (Sunrise/anime/1999, 2003)
Dejimonteimâzu [Digimontamers] (Tôei /anime/2001)
Hellsing (GONZO/anime/2001)
TEXHNOLYZE (Mahouse-PLDC-CX/anime/2003)
Ayakashi-Yotsuya kaidan [Spettri-Storia di fantasmi di Yotsuya] (Tôei/2006)
Ea-gia (AIR GEAR) (Tôei/2006)

Video originali
Jaganrei [Psychic Vision: Jaganrei] (Herald Pony/1988)
Urutoraman gurêto [Ultraman Great] (Bandai-Tsuburaya/1989)
Doragguresu [Dragless] (JHV/1990)
Amitêji za sâdo [Armitage The Third] (Pioneer/anime/1995)
Mahôtsukai Tai! [Il club dei maghi] (Bandai/anime/1996)
Arisu in Cyberland [Alice in Cyberland] (Gioco per PlayStation /anime/1997)
Urutoraman Gaia-Gaia yo futatabi [Ultraman Gaia/Gaia, ancora una volta] (Tsuburaya/ 2001)


Una sua intervista è apparsa in Italia sulla rivista Studi Lovecraftiani («Tra cinema lovecraftiano e Japanese horror: intervista a Konaka J. Chiaki», a. II, n. 5, autunno 2006, pp. 57-67).
Sito ufficiale:  http://www.konaka.com

Kurimoto Kaoru (1953)
Si laurea in arte e letteratura nella prestigiosa Università Waseda di Tôkyô. Mentre si dedica alla stesura di romanzi esordisce anche come critica vincendo alcuni importanti premi tra i quali, nel 1977, la ventesima edizione del Premio letterario per gli esordienti Gunzô con Bungaku no rinkaku [Lineamenti letterari].
Per distinguere queste sue due professioni usa il nome di Kurimoto Kaoru solo per l'attività di romanziera mentre per i lavori di critica letteraria, per le sceneggiature, per la composizione di testi di canzoni e per le sue esibizioni come pianista utilizza quello di Nakajima Azusa.
I centoundici libri del monumentale ciclo di Guin Sâga [La Saga di Guin, edito dal 1979 a tutt'oggi] con i venti romanzi fuori serie e i tre Guin saga handbook hanno venduto un totale di ventisei milioni di copie. Nella sua carriera ha pubblicato quasi quattrocento volumi. Nel 1978 si è aggiudicata la ventiquattresima edizione del Premio Edogawa Ranpo con il romanzo Bokura no jidai [La nostra epoca] e nel 1981 la seconda edizione del Premio Yoshikawa Eiji con Ito no seiiki [Il santuario delle corde]. Ha scritto opere di fantascienza, horror, mistery, romanzi storici e tanbi shôsetsu [un genere letterario molto in voga in Giappone che narra di amori omosessuali maschili].
Famoso e apprezzato è anche l'altro suo ciclo, Makai suikoden [Storia sul bordo dell'acqua del mondo demoniaco, 1981-91]. Composto di venti volumi più quattro romanzi fuori serie, narra dello scontro tra i Grandi Antichi dei miti di Cthulhu di H. P. Lovecraft e gli yôkai [mostri soprannaturali] della tradizione giapponese e del destino degli esseri umani coinvolti nel conflitto. Il ciclo ha avuto l'indubbio merito di contribuire, in Giappone, alla creazione di un filone di opere originali ispirate al lavoro del Gentiluomo di Providence. Il successo è stato tale da dare vita anche a un seguito in quattro volumi, Shin Makai suikoden [Nuova storia sul bordo dell'acqua del mondo demoniaco], ambientato nello spazio e in un lontano futuro.
Tra le sue numerose opere si ricordano la serie gialla incentrata sulle indagini dell'investigatore privato Ijûin Daisuke, quella fantastico-storica ambientata nel Giappone del XIX secolo di Mugen senki [Cronache militari fantastiche], le raccolte fantascientifiche Toki no ishi [La pietra del tempo] e Sarashina nikki [Diario di Sarashina], i romanzi horror Ie [La casa] e Machi [La città], il volume hardboiled Kyabarê [Cabaret] e la raccolta sentimentale Seppun [Baci]. Un elenco esauriente con una breve presentazione della maggior parte dei testi scritti da Kurimoto Kaoru è riportato nei tre volumi Kurimoto Kaoru & Nakajima Azusa BOOKLIST, a cura di Tanaka Katsuyoshi, editi dall'associazione Kaoru no kai, estremamente utili per chiunque cerchi informazioni dettagliate sulla vastissima produzione della scrittrice. Da diversi suoi lavori sono stati tratti fumetti, videogiochi e musical.
Dal 1982 al 1986, con l'eccezione dell'anno in cui è nato suo figlio, ha regolarmente preso parte al quiz televisivo Zôjirushi quiz Hinto de pinto (1979-94) trasmesso dalla TV Asahi, al quale partecipavano come ospiti numerosi esponenti del mondo della cultura.
Sposata con Imaoka Kiyoshi (1948)(15) che le fa da manager, nel 1993 ha fondato con lui la Tenrô Production, una casa di produzione che, oltre a pubblicare testi, si occupa dell'organizzazione di spettacoli teatrali e live.
Con Sômatô [Ricordi], Kurimoto riesce vividamente a delineare in poche pagine un evento di grande respiro dimostrando di non essere solo un'ottima scrittrice di romanzi, ma anche un'eccellente autrice di racconti.
I primi volumi di Guin Sâga sono usciti in traduzione inglese per la casa editrice americana Vertical Inc. a partire dal 2003 e sono stati tradotti anche in tedesco e in francese.
In italiano sono stati pubblicati recentemente i romanzi L'uomo leopardo-Saga di Guin, vol. 1, Editrice Nord, Milano 2005 e Il guerriero-Saga di Guin, vol. 2, Editrice Nord, Milano 2006.
Sito ufficiale: http://homepage2.nifty.com/kaguraclub
Sito Tenrô Production:  http://homepage3.nifty.com/tenro

Minagawa Hiroko (1930)
Nata a Seoul durante l'occupazione nipponica della Corea, figlia di un medico giapponese incaricato come professore associato del dipartimento di medicina dell'Università Imperiale fondata nella capitale coreana. Tre mesi dopo la sua nascita, la famiglia decide di rientrare in patria. Dopo il diploma Minagawa si iscrive al corso di letteratura inglese della facoltà di lingue straniere dell'Università Cristiana Femminile di Tôkyô senza portare a compimento gli studi.
Nel 1970 con Kawato [I Kawato] vince la seconda edizione del Premio per la letteratura per l'infanzia Gakken nella sezione opere non di narrativa. Nel 1972 esordisce come romanziera con il volume per ragazzi Umi to jûjika [Il mare e la croce] ambientato agli inizi del periodo Edo dove affronta temi quali la libertà religiosa e il senso della vita umana. Oggi il libro è incluso nella lista dell'International institute for children's literature di Ôsaka come una delle cento migliori opere di letteratura per ragazzi pubblicate in Giappone tra il 1946 e il 1979. Lo stesso anno un altro suo lavoro, Jan Shiizu no bôken [Le avventure dei Jan Seez], arriva in finale al Premio Edogawa Ranpo e, nel 1973, con il racconto Arukadia no natsu [L'estate in Arcadia], storia di un'adolescente inquieta che alleva un gufo nella sua cameretta, riesce ad aggiudicarsi la ventesima edizione del Premio per gli esordienti Shôsetsu Gendai indetto dall'editore Kôdansha. Tale riconoscimento rappresenta il suo debutto come scrittrice professionista. Nel 1985 vince la trentottesima edizione del Premio dell'associazione degli scrittori di giallo del Giappone grazie al romanzo Kabe-tabishibai satsujin jiken [Il muro.Il caso degli omicidi del teatro itinerante], nel 1986 la novantacinquesima edizione del Premio Naoki – uno dei due massimi premi letterari del Giappone – con Koibeni [Lo scarlatto dell'amore], romanzo storico che descrive la passione della protagonista per un uomo sullo sfondo delle case di piacere delle città di Edo e Nagoya, nel 1990 la terza edizione del Premio Shibata Renzaburô con Baraki [Il lutto delle rose], raccolta di racconti fantastici incentrati sulle storie di alcuni attori e attrici di teatro, e infine nel 1998 la trentaduesima edizione del Premio Yoshikawa Eiji con il romanzo giallo fantastico Shi no izumi [La fonte della morte] ambientato nella Germania della seconda guerra mondiale. Da Shi no izumi sono stati tratti anche degli spettacoli teatrali.
Minagawa ha scritto opere che vanno dalla narrativa fantastica al romanzo storico, dalla letteratura gialla a quella sentimentale, raggiungendo l'apice in ogni filone. In ciascuno dei suoi testi si riscontra una grande attenzione nell'uso delle parole e uno stile unico, un personale senso del fantastico e del bello che permea i suoi lavori. Nel racconto tradotto Rukei [L'esilio] ritroviamo gli elementi che distinguono la sua produzione. La storia si svolge nell'isola meridionale di Kyûshû (il dialetto utilizzato nel testo originale è quello di questa zona) e l'autrice si avvale dei ricordi di una cerimonia religiosa per creare un vivido affresco del mondo rurale nipponico con i suoi ritmi, le sue credenze e miti. Appartiene a quel gruppo di opere nelle quali descrive fratture del tempo e dello spazio che conducono a una ciclicità tra passato e futuro che intrappola il protagonista in una terrificante dimensione aliena. Può essere considerato a buon diritto un testo precursore dei romanzi editi in anni recenti dalle autrici giapponesi della moderna letteratura horror quali Bandô Masako (1958)(16).
Dal suo romanzo Sharaku basato sulla vita del noto artista di Ukiyo-e vissuto a cavallo tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo è stato tratto nel 1995 il film omonimo diretto da Shinoda Masahiro (1931)(17) in concorso alla quarantottesima edizione del Festival di Cannes. Minagawa ha contribuito alla sceneggiatura della pellicola.
Il volume Futari Okuni [Le due Okuni] è stato trasposto nel musical di grande successo Okuni replicato più volte nell'ultima decina di anni e incluso negli eventi dell'Expo 2005 di Aichi.
Di particolare interesse sono i tre volumi Minagawa Hiroko sakuhin seika [Il fiore delle opere di Minagawa Hiroko] suddivisi in racconti gialli, fantastici e storici che presentano una selezione delle sue opere più rappresentative; quello concernente il fantastico è stato curato da Higashi Masao (1958)(18). Da ricordare anche le raccolte Ai to dokuro to [L'amore e il teschio], Honebue [Il flauto d'osso] e Tamagoneko [Il gatto uovo], i romanzi Geshisai no hate [La fine della festa del solstizio d'estate], Miko no sumu ie [La casa dove vive la sacerdotessa], testo in parte autobiografico, Hanayami [L'oscurità dei fiori] e Waraihime [La principessa sorriso]. Il suo romanzo più recente è Berurin rôningyôkan [Il palazzo delle bambole di cera di Berlino] ambientato nella Germania degli anni Venti, uscito nel 2006.

Miyabe Miyuki (1960)
Nasce nella capitale giapponese. Terminata la scuola media superiore, nel 1987, dopo aver lavorato in uno studio legale, esordisce come scrittrice con il racconto Warera ga rinjin no hanzai [Noi siamo i delitti del vicinato] aggiudicandosi negli anni seguenti uno sbalorditivo numero di premi letterari. Nel 1992 ha vinto la quarantacinquesima edizione del Premio dell'associazione degli scrittori di giallo del Giappone per il romanzo Ryû wa nemuru [Il drago dorme], nel 1993 la sesta edizione del Premio Yamamoto Shûgorô con l'opera Kasha [Il carro infernale], miscela di mistery e romanzo sociale, nel 1997 la diciottesima edizione del Gran premio della fantascienza giapponese con Gamôtei no jiken [Il caso di villa Gamô], storia di un viaggio nel tempo in un periodo di alcuni anni precedente lo scoppio del secondo conflitto mondiale, nel 1998 la centoventesima edizione del Premio Naoki con il romanzo giallo Riyû [Motivi] e nel 2002 la quinta edizione del Premio Shiba Ryôtarô e il Premio del ministro dell'educazione per l'arte con Mohôhan [The copy cat]. E questo solo per citarne alcuni.
Quasi tutti i suoi volumi sono diventati dei best seller. La sua attività di scrittrice non è riconducibile a un genere limitato perché spazia dalla letteratura gialla e fantastica a quella giovanile, dai romanzi a sfondo storico alle opere di critica sociale.
Con lo scrittore Kyôgoku Natsuhiko (1963)(19) è entrata a far parte dello Ôsawa Office di Ôsawa Arimasa (1956-)(20), dando vita al progetto Taikyokugû – prende il nome dai caratteri che compongono il cognome dei tre autori – che si occupa di promuovere le loro attività.
Miyabe ha iniziato a scrivere a ventitré anni mentre era impiegata nello studio legale e al contempo frequentava dei corsi di scrittura. Come si può facilmente comprendere dalla lettura del racconto Itsumo futari de [In due per sempre], l'autrice possiede una notevole abilità, la sua è una scrittura facilmente accostabile dal lettore, eppure capace di racchiudere una serie di sfumature molto complesse che vanno dallo humour alla tristezza, dalla gioia all'amarezza e che le consentono di esprimere attraverso i suoi personaggi un'ampia gamma di emozioni.
Ha pubblicato molti libri tra cui il volume di mistery Pâfekuto burû [Perfect Blue] – suo primo romanzo edito, uscito nel 1989 – incentrato su un'indagine condotta dall'ex cane poliziotto Masa, che «narra» la vicenda in prima persona, il romanzo Kurosufaia [Crossfire] la cui giovane protagonista è in grado di utilizzare la pirocinesi, il giallo R.P.G. [R.P.G. - Role Playing Game], le raccolte di racconti fantastici Henji wa iranai [Non occorrono risposte], Torinokosarete [Lasciato da solo], Chikagai no ame [La pioggia del quartiere commerciale sotterraneo] e di racconti a tema storico Honjo Fukagawa fushigizôshi [Storie insolite a Honjo Fukagawa].
Varie sue opere hanno ispirato film e sceneggiati come le produzioni televisive Ryû wa nemuru (1994), Gamôtei no jiken (1998), R.P.G. (2004) e i film Kurosufaia (2000), Mohôhan (2002) e Riyû (2004).
È stata una dei produttori della pellicola Yôkai daisensô [La grande guerra degli yôkai] presentata anche alla sessantaduesima edizione del Festival del Cinema di Venezia del 2005; in una scena del film Miyabe interpreta il ruolo di una maestra di scuola elementare. Dai suoi due romanzi Bureibu sutôrii [Brave Story], che in patria hanno venduto più di quattrocentomila copie e di cui è prevista nel 2007 la traduzione inglese, è stato tratto il lungometraggio di animazione dal titolo omonimo proiettato anche alla prima edizione della Festa del Cinema di Roma nel 2006.
I romanzi Kurosufaia, R.P.G. e Kasha sono stati tradotti in inglese rispettivamente con i titoli di Crossfire, Shadow family e All she was worth. Kasha e la raccolta di racconti Sabishii karyûdo [Il cacciatore triste] sono usciti in francese con i titoli Une carte pour l'enfer e La librairie Tanabe.
Miyabe è famosa per essere una grande appassionata di videogiochi e del karaoke. È in assoluto una delle autrici più amate e di successo dell'intero panorama letterario giapponese.
Sito ufficiale:  http://www.osawa-office.co.jp

Tsuhara Yasumi (1964)
Il racconto Tenshi kaitai [Smontaggio di un angelo] ha per protagonista un uomo affetto da problemi mentali. Benché non sia dichiarato esplicitamente nel testo, gli eventi sono raccontati dal protagonista ora rinchiuso in un ospedale psichiatrico o forse trattenuto in una stazione di polizia. La storia è stata inclusa anche nel pregevole volume di novelle Kitanshû [Raccolta di racconti affascinanti, Shûeisha 2004] che riunisce quindici lavori scritti dall'autore nell'arco di tempo di otto anni. Si tratta di un'opera fondamentale per Tsuhara, la cui uscita è stata lungamente preparata sia dall'editore sia dall'autore. Per ogni copia della prima edizione egli ha personalmente apposto a mano il proprio sigillo (questa pratica era comune in Giappone fino a una quarantina-cinquantina d'anni fa) con un timbro di pietra per lo shodô [calligrafia] fabbricato da suo padre. I racconti presentati rappresentano il tentativo di creare una nuova dimensione narrativa. Accanto a opere dall'atmosfera delicata come i racconti già presentati in ALIA2, vi sono novelle estremamente inquietanti proprio come Smontaggio di un angelo o come Kuroi mori no soko kara [Dal fondo di una foresta nera], monologo di una ragazza assassinata. Sulla fascetta del volume risaltano gli ideogrammi in arancione del commento di Kirino Natsuo (1951-)(21) al libro, «Terribile, Tsuhara Yasumi è un demone. O forse certo è già morto una volta». Tsuhara è uno scrittore le cui capacità e la cui raffinatezza di stile sono state ampiamente riconosciute fin dal tempo in cui si dedicava alla stesura di romanzi per ragazzi e ragazze, opere che sono rimaste nel cuore dei suoi giovani lettori.
Dopo la svolta del 1997 nella quale con Yôto [La città ambigua] – la cui copertina è stata realizzata dal noto pittore e illustratore Kaneko Kuniyoshi (1936) – Tsuhara esordisce nel campo della letteratura fantastica; nei suoi lavori sono spesso presenti elementi connessi alla morte, all'amore e alla sessualità benché, quando narra storie di vero amore – di solito un amore di breve appagamento, ma tanto intenso da durare tutta la vita – Tsuhara preferisca astenersi da perversioni, espressioni crude o scene di sesso, invece frequentemente incluse nei suoi romanzi fantastici e di horror puro.
Tsuhara è nato a Hiroshima, ma attualmente risiede a Tôkyô. Dopo essersi laureato in economia politica internazionale all'Università Aoyama Gakuin, dal 1989 comincia a scrivere shôjo shôsetsu [romanzi per ragazze] pubblicando una trentina di volumi. Nel 1996, a dispetto del successo ottenuto, decide di cambiare genere e l'anno seguente cambia il suo nome (che, prima, non era scritto in ideogrammi ma in hiragana, uno dei due alfabeti sillabici giapponesi) dando alle stampe il romanzo soprannaturale Yôto che ottiene un'entusiastica accoglienza.
Tra le sue opere più significative troviamo Shônen Torechia [Un ragazzo chiamato Trecia], Ashiyake no hôkai [La caduta di casa Ashiya], raccolta di brevi racconti fantastici il cui titolo ricorda The Fall of the House of Usher di E. A. Poe, Penisu [Penis], Rupinasu tanteidan no tôwaku [Lo sconcerto del gruppo di detective del lupino], opera gialla che riunisce tre novelle le cui protagoniste sono studentesse delle medie superiori, Kitanshû [Raccolta di racconti affascinanti], il romanzo fantascientifico Akuaporisu [Aquapolis] e Buraban [Brass band], che narra le vicende di una trentina di ragazzi delle superiori che formano una banda musicale agli inizi degli anni Ottanta nella città di Hiroshima e che ha riscosso un grande successo. Questi ultimi due volumi sono stati pubblicati nel 2006. Ha anche curato le raccolte antologiche Erothishizumu 12 gensô [Erotismo, 12 fantasie], Chi no 12 gensô [12 fantasie di sangue] e Jûnikyû 12 gensô [Le dodici case dello zodiaco, 12 fantasie].
Di Tsuhara in Italia sono stati editi i due racconti Aquapolis e La promessa in ALIA2; un suo dibattito con la scrittrice Consolata Lanza è uscito sulla rivista «LN-LibriNuovi» (Scambi. Visioni a distanza-Dialogo 5: Tsuhara Yasumi-Consolata Lanza, n. 36, inverno 2005, pp. 167-74).
Sito ufficiale: http://www.tsuhara.net

Fujiwara Yûri
Nata nella prefettura di Hiroshima, ancora bambina recita in un film con la famosa attrice Sugimura Haruko (1909-97)(22). Si dedica poi alla danza per ben dieci anni e, dopo cinque anni durante i quali lavora come jazz dancer professionista, decide di diventare illustratrice. Nel 1995 vince il premio speciale al KFS art contest della casa editrice Kôdansha. Una sua opera viene anche selezionata nella prima edizione del Comic illustration contest sempre indetto dall'editore Kôdansha. Ha realizzato disegni, tra gli altri, per i romanzi di Kiryû Misao(23), Wakagi Mio (1968)(24) e Carolyn Keene(25). Attualmente si occupa delle illustrazioni di Kemono no sono no jojôshi [La poesia lirica del giardino degli animali] di Iwai Shimako (1964)(26). Lavora anche per riviste come Pia e With e cura poster per concerti. È stata inclusa nel libro Nihon no irasutorêtâ 1000nin [1000 illustratori giapponesi] della casa editrice Art Bank. Fa parte della giuria del Gran premio dell'arte notturna di Hiroshima che si prefigge il proposito di promuovere eventi artistici mirati a ravvivare le notti culturali della città.
Sito ufficiale: http://www.geocities.jp/cyberangelo666

Kanai Ryô (1974)
Terminata la scuola media superiore, soggiorna a Tôkyô per una settimana per superare l'esame d'ingresso all'università. Proprio in questo periodo con il suo primo manga debutta su una rivista dell'editore Kadokawa shoten. Partecipa successivamente a numerosi progetti. Disegna fumetti e illustrazioni per romanzi, pin-up, personaggi per videogiochi, giochi di carte e anime [disegni animati]. Nel 2004 rischia di perdere la vista, ma, grazie a tre interventi chirurgici agli occhi, si riprende perfettamente. Cambia il suo nome in Kanai Ryô e prosegue la sua attività artistica. Di recente ha iniziato a collaborare con lo scrittore Asamatsu Ken di cui è stato un grande fan per più di quindici anni e da fine gennaio 2007 disegna il fumetto tratto proprio dalle storie di Ikkyû per la rivista mensile Gekkan shônen Sirius della Kôdansha. Sta inoltre preparando un altro manga basato su una sua idea originale, ambientato fuori del Giappone e con esorcisti e vampiri, disegnato in stile gotico giocato sull'uso del chiaro scuro. Partecipa anche a un progetto per la realizzazione di un application game per telefoni cellulari. Tra le sue opere più significative vi sono le illustrazioni per le serie di romanzi Kuraki wa ware o ôu [L'oscurità mi nasconde] di Asamatsu Ken e Shinshu [Seme divino] di Watanabe Senshû (1975) editi dalla GA bunko.

 Terada Katsuya (1963)
Nato nella città di Tamano della prefettura di Okayama, fin da piccolo mostra un profondo interesse per il disegno. Ancor prima di frequentare le elementari è fermamente convinto di dedicarsi in futuro alla professione di disegnatore. Durante la scuola media superiore e la scuola di specializzazione in arti grafiche continua a dedicarsi alla sua grande passione. Terminati gli studi, lavora come fumettista e illustratore free lance. Ha realizzato manga, disegni per videogiochi, libri, film, teatro e per la moda senza porsi limiti di sorta. Predilige la rappresentazione di figure fantastiche. Tra le sue opere più significative ricordiamo il manga Saiyûkiden daien'ô [Racconto soprannaturale del Viaggio in Occidente, il re scimmione] tradotto anche in cinese, in francese e in inglese. Come character designer si è occupato dei personaggi di videogiochi quali Tantei Jingûji Saburô [L'investigatore privato Jingûji Saburô], Virtual Fighter 2, Busin, di quelli dell'anime Blood: The Last Vampire e delle pellicole Cutie Honey (2004) e Devilman (2004). Nel 2006 ha recitato nel film di Oshii Mamoru (1951-)(27) Tachiguishi retsuden [Raccolta di biografie di maestri buongustai] presentato anche alla sessantatreesima edizione del Festival del Cinema di Venezia. Ha pubblicato diverse raccolte di disegni. È attualmente uno degli illustratori più apprezzati a livello mondiale.
Sito ufficiale: http://www.t3.rim.or.jp/~terra

Ueda Ake (1957)
Nata a Tôkyô, fin da bambina si dedica al disegno e alla narrativa. Dopo essersi laureata nel 1980 all'Università Zôkei della capitale specializzandosi nella pittura a olio, lavora prima in una società per la produzione di programmi televisivi e poi in una galleria d'arte. In seguito inizia l'attività d'illustratrice indipendente. Nel 1996 espone una serie di opere nella mostra personale Tôi machi [La città lontana]. Nel 1999, per la sua personale Shitashii tomodachi e [Al mio caro amico] realizza disegni ispirati alle canzoni del cantante Lucio Dalla e ancora, nel 2003, espone nella mostra Tale Work [Tale Work] gli originali di opere pubblicate su vari volumi. Ha illustrato diversi libri quali Taimu mashin [The Time Machine] di H. G. Wells, Yuki yori shiroi tori [L'uccello più bianco della neve] di Tatematsu Wahei (1947)(28), i racconti della scrittrice Onda Riku (1964-)(29) e numerosi testi scolastici. Nelle sue opere si fondono la visione fantastica e la nostalgia. Suoi lavori sono stati pubblicati anche a Taiwan. In Italia sue illustrazioni sono state edite sulla rivista A Oriente! (n. 8-Giapponese, autunno 2002), nel volume Canzoni (Rabindranath Tagore, «Canzoni», in A Oriente!, 2004) e in ALIA3 (2005).

Un ringraziamento speciale per la disponibilità e cortesia dimostrate vanno a Imaoka Kiyoshi della Tenrô Production, a Otobe Junko della IO Corporation e a Ôtsuka dello Ôsawa Office. Un grazie anche al regista Michele Senesi della PALONEROfilm.

Le illustrazioni sono tutte opere originali realizzate dagli artisti appositamente per ALIA4 Giappone.


Note:
(1) Studioso specializzato in etnologia e antropologia culturale, campi nei quali è considerato una personalità di primo piano. È stato docente all'Università di Ôsaka e attualmente insegna al Kokusai Nihon bunka kenkyû sentâ [Centro internazionale di studi sulla cultura giapponese]. Tra le sue opere più conosciute vi sono i volumi Kamigami no seishinshi [Storia spirituale degli dèi], Hyôreishinkôron [Saggio sulla credenza nelle possessioni spirituali], Ijinron [Saggio sugli esseri fuori del comune], Nippon no noroi [Maledizioni giapponesi] e Ikai o nozoku [Osservare il mondo soprannaturale].
(2) Ha ricevuto molti premi prestigiosi per il suo lavoro. Durante il secondo conflitto mondiale viene arruolato nell'esercito imperiale e a Rabaul, nella Papua Nuova Guinea, perde il braccio sinistro. La sua opera più rappresentativa è Gegege no Kitarô [Kitarô dei brividi]. Trasposto diverse volte in animazione, è uno dei manga più popolari del Giappone. Di Mizuki tradotti in italiano si segnalano i due ottimi volumi Enciclopedia dei mostri giapponesi, A-K [Kappa Edizioni, Bologna 2004] ed Enciclopedia dei mostri giapponesi, M-Z [Kappa Edizioni, Bologna 2005].
(3) Scrittrice di romanzi gialli e fantastici. In Italia ha pubblicato il racconto Opus Magnum in ALIA2 [ALIA2-Antologia di narrativa fantastica, Torino 2004, pp. 241-42], il racconto Il sangue santo in ALIA3 (ALIA3-Antologia di narrativa fantastica, Torino 2005, pp. 257-64), un dibattito tra lei e Silvia Treves («Scambi. Visioni a distanza-Dialogo 2: Shinoda Mayumi-Silvia Treves», in LN-LibriNuovi n. 34, estate 2005, pp. 139-45) e un breve saggio in La via del libro (Blu Edizioni, Torino 2006, pp. 67-68). Citazione da ALIA3, p. 257.
(4) Scrittore ed economista. Contemporaneamente all'attività di docente universitario pubblica opere a carattere storico tra le quali ricordiamo Genroku Taiheiki [Storia di una pace profonda nell'èra Genroku] e Uesugi Kenshin [Uesugi Kenshin]. Ha vinto il Premio Naoki nel 1956.
(5) Scrittore e saggista, è autore di molti romanzi di mistery, di libri ambientati nel periodo Meiji (1868-1912) e di volumi su samurai e guerrieri ninja dalle capacità sovrumane. Tra le sue opere più rappresentative vi sono Kôga ninpôchô [Appunti sulle tecniche ninja dei Kôga] ed Edo no butôkai [Balli di Edo].
(6) Scrittore e saggista, nel 1946 pubblica la sua prima opera, Furaipan no uta [La canzone della padella], che diviene subito un best seller. Nel 1961 si è aggiudicato il Premio Naoki.
(7) Autrice di libri dell'orrore, di volumi di genere storico soprannaturale e di testi di studio sul paganesimo. Tra le sue opere più rappresentative troviamo Baneashi otoko ga yoru kuru [L'uomo dalle gambe a molla arriva la notte], Majo o ikiru [Vivere come streghe] e Majo no hon [Il libro delle streghe]. Un suo racconto è incluso in Inverted Kingdom, secondo volume antologico della serie Lairs of the Hidden Gods.
(8) Nel 1968 ha vinto il Premio dell'associazione degli scrittori di giallo del Giappone e nel 1998 gli è stato consegnato postumo il premio speciale del Gran Premio della fantascienza giapponese. È stato Hoshi a raffinare e sviluppare la tecnica del racconto breve. Egli stesso ne ha scritti più di mille. Sua nonna era la sorella minore dello scrittore Mori Ôgai (1862-1922). Molto amato dai lettori e dagli altri autori, a suo nome è stato intitolato anche un premio, lo Hoshi Shin'ichi short short contest. Di Hoshi in Italia sono stati editi i due racconti Bokko-chan e Eeehiiii, laggiù! nell'antologia La leggenda della nave di carta-Racconti di fantascienza giapponese (Fanucci Editore, Roma 2002, pp. 59-67).
(9) Scrittore e attore, nel 1981 si è aggiudicato il Premio letterario Izumi Kyôka. Tra gli altri, nel 1987 ha vinto il Premio Tanizaki Jun'ichirô, il Premio Kawabata Yasunari nel 1989, il Gran premio della fantascienza giapponese nel 1992, diverse edizioni del Premio Seiun e, nel 1997, il governo francese gli ha conferito il titolo di Chevalier de l'Ordre des Arts et des Lettres. Di Tsutsui in italiano sono stati tradotti i racconti Pettegolezzi su di me in Il Giappone (n. XXXVII, Roma 1997, p. 185), L'aiuto sulla rivista letteraria Quaderni Asiatici (n. 55-57, ottobre 2000-giugno 2001, pp. 44-51) e Donna in piedi nell'antologia La leggenda della nave di carta-Racconti di fantascienza giapponese (cit. pp. 133-44).
(10) Regista specializzato in pellicole di genere fantascientifico. Ha lavorato molto spesso con la casa di produzione cinematografica Tsuburaya.
(11) Regista. Nel 1997 frequenta una scuola di cinema e l'anno seguente dirige alcuni degli episodi di Gakkô no kaidan G [Storie di fantasmi nella scuola G]. Nel 1999 si occupa della regia dei due film per la televisione Juon [Ju-on] e Juon 2 [Ju-on 2] di cui cura anche le versioni cinematografiche e i remake americani dal titolo The Grudge e The Grudge 2. È anche il regista di Marebito.
(12) Sceneggiatore e regista. Dopo la laurea all'Università Waseda in letteratura russa continua a interessarsi di cinema. Ha scritto sceneggiature per film quali Joyûrei [Il fantasma dell'attrice], Ringu [Ring] e Ringu 2 [Ring 2].
(13) «Mare»= «raro» + «bito» (da «hito») = persona. Tradotto letteralmente vuol dire «persona rara», più estesamente ha il senso di «viaggiatore venuto da oltre il mare/da un altro luogo». È un termine che ha cominciato a essere usato anticamente in Giappone per indicare esseri umani o soprannaturali dalle capacità o dalla conoscenza fuori del comune. Non sono figure necessariamente negative, al contrario possono anche apportare benefici.
(14) Scrittore e curatore di antologie, per lo sviluppo dei racconti brevi di fantascienza e horror dal 1998 ha ideato e personalmente curato una serie di antologie dal titolo generale di Igyô korekushon [Freak Out Collection-Collezione bizzarra] di più di cinquecento pagine ciascuna che propongono opere originali dei migliori autori nipponici. Nel 1983 si è aggiudicato il premio «opera eccellente» all'Hoshi Shin'ichi short short contest e nel 1998 gli è stato conferito il premio speciale del Gran premio della fantascienza giapponese. In Italia di Inoue sono stati pubblicati cinque racconti short short in ALIA2 (Torino 2004, pp. 219-32), un dibattito tra lui e Vittorio Catani sulla letteratura di fantascienza e quella dell'orrore («Visioni a distanza-Dialogo 4: Inoue Masahiko-Vittorio Catani», in LN-LibriNuovi, n. 35, autunno 2005, pp. 139-51), il saggio originale La risonanza del kotodama come postfazione ad ALIA3 (Torino 2005, pp. 373-78) e il racconto La notte rossa e verde (in Fata Morgana 10, Torino 2006, pp. 153-69).
(15) Dopo la laurea in legge all'Università Chûô viene assunto come editor dalla casa editrice Hayakawa shobô. È stato caporedattore della rinomata rivista S-F magajin dal 1979 al 1991 scoprendo molti giovani scrittori di talento. È stato anche un apprezzato traduttore.
(16) Scrittrice, nel 1994 ha vinto il premio «opera eccellente» nella prima edizione del Gran premio del romanzo horror giapponese, nel 1996 il Premio letterario Shimasei ren'ai e l'anno seguente il Premio Naoki. Nel 2002 si è aggiudicata il Premio Shibata Renzaburô. In Italia di Bandô è stato edito il racconto Marcia funebre nell'antologia ALIA3 (Torino 2005, pp. 199-204,), un'intervista sulla rivista LN-LibriNuovi («La trama del tempo e un genere inventato-incontro con Bandô Masako», in LN-LibriNuovi, n. 34, estate 2005, pp. 53-60,) e il racconto La mano gelida (in Fata Morgana 10, Torino 2006, pp. 21-31).
(17) Regista, ha vinto numerosi premi cinematografici. Nel 2003 dopo le riprese del film Spy Sorge si è ritirato dall'attività. Attualmente insegna all'Università Internazionale Jôsai.
(18) Noto antologista, saggista e critico specializzato nel genere fantastico e horror. È stato anche caporedattore della rivista Gensô bungaku [Letteratura fantastica] e collabora con le più importanti riviste di letteratura d'intrattenimento. Ha pubblicato numerosi testi critici e curato diverse raccolte di racconti di famosi autori.
(19) Ha sviluppato un nuovo filone denominato yôkai misteri [gialli con mostri] che lo ha portato a occupare un ruolo di primo piano nel panorama della letteratura d'intrattenimento nipponica. Oltre ad altri numerosi riconoscimenti, nel 1996 ha vinto il Premio dell'associazione degli scrittori di giallo del Giappone e nel 2004 il Premio Naoki. Per informazioni più dettagliate su Kyôgoku e sul genere da lui creato vedere il saggio pubblicato sulla rivista LN-LibriNuovi (Hirayama Shin, «Kyôgoku Natsuhiko-la serie di Kyôgokudô e lo yôkai misuteri», in LN-LibriNuovi, n. 25, primavera 2003, pp. 69-76).
(20) Scrittore di romanzi hardboiled e di avventura. Molti suoi libri sono dei best seller. Ha ricevuto vari riconoscimenti tra cui, nel 1991, il Premio dell'associazione degli scrittori di giallo del Giappone e nel 1993 il Premio Naoki. Nel 1992 ha fondato l' Ôsawa Office cui l'anno seguente si è unita Miyabe Miyuki e poi, nel 1996, Kyôgoku Natsuhiko.
(21) Giallista, vincitrice, tra gli altri, nel 1993 del Premio Edogawa Ranpo, nel 1998 del Premio dell'associazione degli scrittori di giallo del Giappone e nel 1999 del Premio Naoki. Suoi romanzi sono stati tradotti anche in italiano.
(22) Una delle più importanti attrici di cinema e teatro giapponesi, è stata uno dei pilastri del mondo teatrale nipponico e ha lasciato una profonda impronta nella storia culturale del paese. Ha recitato in pellicole di importanti registi quali Ozu Yasujirô (1903-63), Naruse Mikio (1905-69) e Kurosawa Akira (1910-98).
(23) Pseudonimo artistico di due scrittrici che si sono specializzate insieme in letteratura e storia francese all'Università di Parigi e all'Università di Lione. Nelle loro opere ripropongono in varia forma episodi sconosciuti o poco noti della storia.
(24) Scrittrice. Nel 1989 ha vinto il premio «opera eccellente» del Gran premio Cobalt Novel. Scrive spesso racconti e saggi sulla rivista di letteratura di intrattenimento Shôsetsu Subaru.
(25) Pseudonimo collettivo dei vari autori della serie gialla con protagonista Nancy Drew creata dall'editore e scrittore americano Edward Stratemeyer (1862-1930).
(26) Scrittrice, nel 1999 con Bokkê, kyôtê (Molto pauroso) si aggiudica il Gran premio del romanzo horror giapponese – opera da cui nel 2006 il regista Miike Takashi (1960-) ha tratto il film per la televisione Imprint – e l'anno seguente, il 2000, con il medesimo volume vince pure il Premio Yamamoto Shûgorô. Nel 2002 si è aggiudicata il Premio letterario Fujin Kôron e il Premio letterario Shimasei ren'ai.
(27) Regista che ha diretto numerosi film sia con attori sia di animazione. Tra i suoi lavori più noti si segnalano Patlabor 2: The Movie (1993), Ghost in the Shell (1995), Avalon (2001), Innocence: Ghost in the Shell 2 (2004). Con quest'ultimo si è aggiudicato il Gran premio della fantascienza giapponese. È stato anche il produttore di Blood: The Last Vampire e ha pubblicato diversi romanzi.
(28) Scrittore, saggista e autore di testi per il teatro Kabuki. Ancora studente ha vinto il Premio letterario per gli esordienti Waseda. Dal 1979 si è dedicato all'attività letteraria ottenendo numerosi riconoscimenti come, nel 1980, il Premio letterario Noma. Negli ultimi anni è particolarmente attivo sul tema della difesa dell'ambiente.
(29) È una scrittrice estremamente popolare nel suo Paese. Nel 2005 ha vinto il Premio Yoshikawa Eiji e il Gran premio delle librerie, nel 2006 il Premio dell'associazione degli scrittori di giallo del Giappone. In Italia il suo racconto La bottiglietta marrone è stato pubblicato in ALIA3 (Torino 2005, pp. 233-47).

Avvertenze
Il sistema di trascrizione per il giapponese seguito è lo Hepburn, che si basa sul principio generale che le vocali siano pronunciate come in italiano e le consonanti come in inglese. In particolare si tengano presenti i seguenti casi:

ch, è un'affricata come l'italiano «c» in cena
g, è sempre velare come l'italiano «g» in gara
h, è sempre aspirata
j, è un'affricata come l'italiano «g» in gioco
s, è sorda come nell'italiano sasso
sh, è una fricativa come l'italiano «sc» di scena
u, in su e tsu è quasi muta e assorbita
w, va pronunciata come una «u» molto rapida
y, è consonantico e si pronuncia come l'italiano «i» di ieri
z, è dolce come nell'italiano rosa o smetto; o come in zona se iniziale o dopo «n»

Il diacritico indica l'allungamento del suono della vocale.

Nei testi, seguendo l'uso giapponese il cognome precede sempre il nome.