FORTE BRAMAFAM
UNA SENTINELLA AI CONFINI DEL PIEMONTE

 

Anche quest'anno è tempo di bilanci...... la positiva risposta da parte del pubblico intervenuto numeroso, durante il seppur breve periodo di apertura, gratifica ampiamente il lavoro svolto con passione dai volontari dell'Associazione per rendere possibile, come da 8 anni a questa parte, l'ampliamento delle esposizioni museali e il proseguimento dell'esecuzione del progetto di recupero della fortificazione di fine ottocento più importante delle Alpi Cozie: il FORTE BRAMAFAM.
Le migliaia di persone salite a visitare la struttura militare ottocentesca, le sue esposizioni museali e le ambientazioni storiche, hanno potuto compiere un vero salto indietro nel passato di oltre cent'anni quando, a fine ottocento, la fortificazione era ancora presidiata e teneva sotto il suo "vigile controllo" lo sbocco della galleria ferroviaria del Frejus e tutta la conca di Bardonecchia;
Oltrepassato il ponte scorrevole e varcando l'androne ha inizio una mostra uniformologica unica nel suo genere che si sviluppa all'interno delle restaurate camerate della caserma truppa, del padiglione ufficiali e, prossimamente, del magazzino d'artiglieria. Rievocando oltre cinquant'anni di vita del presidio militare del forte troviamo esposte oltre 135 uniformi del Regio Esercito, e tra esse i primi Alpini caratterizzati dalla bella uniforme di panno turchino con la bombetta e l'inseparabile penna, le truppe del presidio di Torino del 6° Reggimento Artiglieria da Fortezza, la G.a.F., la Guardia alla Frontiera, corpo del Regio Esercito designato al presidio delle frontiere e delle fortificazioni, che lasciò il forte alla vigilia dei tristi avvenimenti del settembre del 1943.........e moltissime altre.
Le ambientazioni storiche sono state realizzate nelle stanze e locali arredati come in origine, quali la stanza di un ufficiale di fine ottocento, l'ufficio del comandante del forte, una camerata truppa, la cucina e la sala mensa ufficiali, una mostra permenente sull'opera in caverna del Vallo Alpino che ha ricostruito con armi, arredi ed impianti tecnici originali l'interno di una batteria in caverna, la visita dall'interno di uno spaccato di una trincea della Grande Guerra con le postazioni per bombarde, i ricoveri della truppa...i mezzi, le artiglierie e le armi del Regio Esercito in servizio al forte, la visita del complesso di ben 64.000 mq attraverso ciò che rimane delle istallazioni delle artiglierie sotto cupole corazzate girevoli, le batterie in barbetta, i locali, i magazzini, i sotterranei e tanto altro ancora trascorrendo una giornata "nella storia", per non dimenticare quella che è stata una delle fortezze principali delle Alpi Cozie.
Il Forte Bramafam, nel corso dell'estate 2005, ha riaperto nuovamente al pubblico, con le visite alle sue mostre, esposizioni e aree museali e con un nuovo percorso autodidattico attraverso la parte della fortificazione parzialmente recuperata e fruibile al pubblico, dimostrando ancora una volta, grazie anche alla sempre più assidua presenza di visitatori, di essere una valida e congrua risposta alla richiesta turistica di nuove e interessanti attività culturali a corredo dell'offerta globale della Valle di Susa.
Di strada da percorrere ne resta ancora molta ma chi ci segue sa che ogni anno ci proponiamo sempre nuovi obbiettivi rinnovando e ampliando le collezioni, le mostre, le esposizioni, andando ad arricchire quello che ormai a pieno titolo possiamo definire......il "Museo Forte Bramafam".
Anche per quest'anno abbiamo preparato alcune importanti novità, in particolare segnaliamo che, grazie all'assiduo impegno dei soci dell'Associazione per gli Studi di Storia e Architettura Militare, che ricordiamo essere tutti volontari è stato reso possibile l'ampliamento del settore museale e oltre alle mostre ed esposizioni degli anni passati come quella fotografica dal titolo: "Dalla Pietra all'Acciaio", l'evoluzione dell'architettura militare nelle fortificazioni della Valle di Susa e l'esposizione storico-museale su "L'Opera in caverna del Vallo Alpino" , l'associazione quest'anno è in grado di esporre ai visitatori alcune importanti novità:

"La collezione uniformologica del Regio Esercito Italiano 1892-1945"


Sui due piani delle neo-restaurate camerate della caserma della truppa, in quelle del padiglione ufficiali e negli altri ambienti della fortificazione ottocentesca sono ormai oltre un centinaio le uniformi esposte nelle varie ricostruzioni storiche e ambientazioni museali ricreate nei locali del Forte Bramafam.
Collocate nelle nuove vetrine espositive queste uniformi fanno bella mostra di sè creando una singolare atmosfera e sembrano far rivivere il complesso fortificato di fine ottocento........ una collezione così vasta ed importante da rientrare, a pieno titolo, nel novero delle prime dieci in Italia.
Durante la visita del Museo Forte Bramafam le uniformi e le esposizioni apparirano cronologicamente, il visitatore lasciata la biglietteria (l'ex magazzino artiglieria) e attraversato il ponte scorrevole oltrepasserà l'androne ed il posto di guardia ed inizierà la visita dal Padiglione Ufficiali.
Originariamente concepito in singole stanze per gli ufficiali questa porzione dell'ala destra del Forte si presenta come una struttura elevata in pietra con copertura a prova di bomba costituita da voltini in mattoni e putrelle in ferro con spessa colata di calcestruzzo e dove sono state esposte le uniformi in uso da fine ottocento, periodo in cui entrò in servizio il Forte Bramafam e vi era un presidio del 6° Reggimento Artiglieria da Fortezza di Torino, fino inizi del Novecento.

Le uniformi sono esposte sia in vetrina, le più importanti, sia nelle varie ambientazioni museali del forte di fine ottocento ricreate dall'Associazione tra cui l'ufficio del comandante della fortezza, un Ufficiale del 6° Reggimento Artiglieria da Fortezza, la camera di un ufficiale di stanza al forte; la cucina degli ufficiali; il locale mensa degli ufficiali e una molto pittoresca ricostruzione di una camerata della trupppa. Visitate queste ambientazioni, attraversata infine una porta, ci si inoltra nella "parte attiva" del Padiglione Ufficiali che si identifica come la parte terminale del padiglione dalla quale si accede al blocco delle caponiere ed alla prima installazione d'arma della visita che risultano essere sotto il piano di campagna della piazza d'armi.
Scendendo alcuni gradini giungiamo dapprima ad un primo bivio la cui svolta a destra ci conduce attraverso un cupa e ripida scalinata in pietra alla Caponiera del Fossato, con un solo fronte di fucileria che spazzava l'unico l'accesso al fossato della piazza d'armi del forte. Risalendo incontriamo prima il quadro elettrico che dava corrente a questa parte del forte e poi la "Riservetta per proietti da 57" come cita ancora la destinazione d'uso originale dipinta sull'architrave in pietra del'ingresso. Si tratta del locale la Torre Gruson a tiro rapido e a scomparsa da 57 mm le due caponiere, troviamo le prime installazioni d'arma con una torretta a tiro rapido e a scomparsa della Gruson da 57mm, e non ultimo, l'unico esempio di artiglieria di fine ottocento ancora esistente che si conosca da 120mm, un pezzo da 120 GRC (Ghisa Retro Carica), montato su una ricostruzione storica di affusto e sottoaffusto da casamatta mod 1888.
Al pian terreno della caserma truppa si inzia con l'attraversamento da parte dei visitatori della ricostruzione di una trincea italiana della Grande Guerra, dalla prima linea dei reticolati e la trincea con sentinelle e gli assaltatori, ai ricoveri in caverna e le nude baracche in legno, le postazioni delle artiglierie da trincea con due bombarde da 58mm tipo A per finire nelle retrovie con un avamposto di un ospedaletto da campo, la tenda e i feriti della battaglia.
Durante tutta la visita delle zone espositive e museali il visitatore è accompagnato da una guida e da un sottofondo musicale con inni e musiche d'epoca ma soprattutto nella visita della trincea il pubblico è coninvolto in un gioco di luci e souni di battaglia per meglio far capire l'atmosfera, la dura vita e spesso la morte patita dai ns soldati, alpini, bersaglieri, fanti genieri etc in quei luoghi lontani da tutto e da tutti nel compimento del loro dovere.
Al secondo piano troviamo le sale espositive del Novecento, dall'avvento del Fascismo negli venti del secolo scorso fino al 1945, vale la pena ricordare la sala della "Battaglia Delle Alpi-Giugno 1940", " il Fronte Russo1941", "Africa 1942", "Divisione Alpini Monterosa 1943-45" la visita guidata prosegue poi in altre 5 sale con un'accurata ricostruzione degli interni di un opera in caverna del Vallo Alpino, dal malloppo d'ingresso, protetto con una bella Brada 37, locale con gruppo elettrogeno funzionante, gruppo di ventilazione e filtrazione, stanzone logistico con camerata truppa e tavoli mensa, infermeria, si accede poi alla parte attiva dell'opera protetta da una seconda caponiera con una FIAT 14 mod.35, locale con banco di spolettamento e sala d'istruzione armi e dietro le porte corazzate stagne una postazione con cannone da 75/27 su affusto a decauville, il 75/27 era il pezzo d'artiglieria "standard", di piccolo calibro, tipico delle batterie in caverna del Vallo Alpino, questo tipo di installazione, su affusto a decauville, venne impiegato in particolar modo in alcune batterie del Vallo Alpino Occidentale e prevedeva quest'artiglieria, montata normalmente nelle batterie del Vallo Alpino su un affusto da casamatta o addirittura campale, montata invece su un affusto che scorreva in avanti ed indietro all'interno della casamatta su dei binari appunto come quelli di una decauville, e permetteva a tutta l'installazione di essere riparata totalmente all'interno della casamatta in caso di necessità.
Inutile, ma forse non lo è, ricordare che ogni singolo oggetto esposto, anche tutte le suppellettili, panche, tavoli, porte e piastre corazzate sono originali, recuperate, restaurate ed esposte al pubblico grazie al lavoro dei VOLONTARI dell'Associazione


"La trincea della Grande Guerra"

Da esposizione temporanea nel 1997-99 a ambientazione museale permanente riallestita in altre sale del forte, ecco come si presentava:
Nelle prime due camerate del piano terra truppa era stato ricavato uno spaccato di un apprestamento difensivo del primo conflitto mondiale, la cui visita consentiva non soltanto di apprenderne finalità e modalità costruttive, ma soprattutto voleva far capire al visitatore le condizioni che vissero i soldati nella drammatica realtà della guerra di trincea; dalla prima linea di fuoco a ridosso dei reticolati con le postazioni protette per la fucileria si procede inoltrandosi all'interno della trincea sino alle postazioni per l'artiglieria da trincea con schierate nella loro postazione una bombarda da 58mm tipo A. ed una bombarda da 225mm.
Proseguendo verso le retrovie si incontra il posto di medicazione dei feriti ed il piccolo corpo di guardia, da cui si accede, attraverso un passaggio in caverna, al ricovero per gli uomini che spesso veniva ricavato all'interno della montagna o addirittura, come hanno dimostrato recenti ritrovamenti, all'interno dei ghiacciai.
Si termina uscendo dal ricovero attraversando una postazione campale d'artiglieria con schierato un obice Skoda da 100/17 mod 16
restaurato dai soci dell'Assam.

La batteria in caverna del Vallo Alpino
La ricostruzione di un'opera in caverna del Vallo Alpino con gli uomini di presidio in uniforme d'epoca , in particolare si tratta di una batteria in caverna e dei vari ambienti logistici annessi completi di tutti gli impianti tecnici.
Entrando si trova come prima apparecchiatura Il generatore di corrente tipo "Condor U. 1620" che garantiva un'autonomia elettrica ad una piccola/media opera sia per l'illuminazione che per altri servizi tecnici quali la ricarica degli accumulatori, studiato appositamente per l'utilizzo in montagna ed in ambienti con forte tasso di umidità poteva erogare fino a 2500mt 1.62 Kw ca da 72 a 90V.
Al suo fianco troviamo il gruppo di ventilazione, filtrazione e rigenerazione aria, recuperato dai soci in un'opera demolita con l'esplosivo nel 1947, è stato smontato pezzo a pezzo, trasportato in elicottero, e ora rimontato e revisionato funziona perfettamente. Serviva principalmente per ricambiare l'aria all'interno dei vasti ambienti sotterranei delle opere in caverna, che ricordiamo erano collegati tra loro da lunghi cunicoli intervallati da "porte metalliche stagne antisoffio" in grado di isolare un settore dell'opera da un altro in caso di attacco con gas tossici. Tutta l'opera era percorsa da tubature in ferro zincato di diverso colore che a seconda della necessità potevano immettere aria fresca dall'esterno attraverso delle bocchette di aspirazione. In caso di attacco nemico esterno con gas tossico/velenosi grazie all'ausilio di filtri il gas tossico (fosgene, arsine soffocanti..) poteva essere bloccato altrimenti si poteva rigenerare l'aria viziata interna attraverso il passaggio in apposite capsule rigeneratrici che fissando chimicamente l'anidride carbonica rendevano l'aria, dopo averla miscelata con ossigeno, nuovamente respirabile. In caso di combattimento con prolungate azioni di fuoco da parte delle armi dell'opera per eliminare l'aria interna, soprattutto nelle casamatte, che era resa irrespirabile dai fumi di sparo delle artiglieire e mitragliatrici ivi istallate, i serventi indossavano le proprie maschere antigas in dotazione, private del filtro portatile, esse venivano collegate tramite un tubo corrugato flessibile in gomma all'impianto di ventilazione.
Questa particolare istallazione il visitatore la può osservare proseguendo nel locale successivo dove si incontra una prima postazione d'arma con mitragliatrice FIAT mod 14/35 montata su affustino graduato da casamatta fissato su una piastra piana di protezione spessa 70mm.
Montata in questa soluzione aveva un arco di tiro orizzontale di 60° e verticale di 45° ed era l'arma standard designata per le postazioni del Vallo Alpino. Modificata nel 1935 nel calibro da 6,5 a 8 mm e nel sistema di raffreddamento da acqua ad aria mantenne però inalterate la dimensioni del modello originario, la FIAT 14, per cui vennero studiati tutti una serie di affusti e corazzature. A seconda dell'uso della mitragliatrice gli affusti, che si possono esaminare durante la visita, erano adattabili ad ogni modello di corazzatura e soluzione casamatta metallica, feritoia a minimo spessore frontale o "scudata", piastra in tre parti, piastra piana, torretta corazzata, porta garitta, da campo, e sempre visibile durante la visita una ulteriore mitragliatrice FIAT 14/35 in funzione antiaerea con apposito affusto, mirino e treppiede.
Proseguendo nella visita dentro l'opera si accede al ricovero per la truppa del presidio, dove ritroviamo i letti a castello, le rastrellire per i fucili, gli impianti tecnici da quello dell'aria a quello elettrico, poi il locale spolettamento proietti con banco di spolettamento (anch'esso recuperato in una batteria in caverna demolita) che serviva come base d'appoggio per il confezionamento dei proietti d'artiglieria.
Qui, dopo aver inserito la carica di lancio (esplosivo) all'interno dell'idoneo bossolo in ottone, veniva poi innestato il proietto, già carico di esplosivo, sul bossolo ed infine veniva avvitata e regolata sul proietto la spoletta adattata alle esigenze del momento.
Oltrepassando un corridoio allestito con vetrine, in cui possiamo trovare vari oggetti e suppellettili, tra cui documenti, armi individuali, buffetteria, proietti e bossoli d'artiglieria, mitragliatrice e contraerea, pinze da spolettamento, una interessante "valigetta d'struzione" originale, contenente alcune bombe a mano e spolette di vario calibro, la maggior parte italiane ma anche tedesche, francesi e inglesi, ovviamnete inerti se non addirittura dei bei simulacri in legno, serviva appunto come istruzione sull'argomento per le giovani reclute.
Sul finire dell'opera infine la casamatta d'artiglieria principale della batteria, vi si accede da un piccolo corridoio dotato di porta stagna ancora perfettamente funzionante, con sistema di chiusura a doppio volano e spioncino blindato.
Le batterie in caverna del Vallo Alpino utilizzarono come arma standard il cannone italiano da 75/27 mod 06 e l'obice Skoda da 100/17 (PB), (non consideriamo le armi A.C.), Tranne che per l'obice Skoda il cui utilizzo rappresentò un'anomalia in quanto venne istallato nelle batterie sul suo affusto ruotato e la casamatta spesso, non ultimata, era priva di corazzatura frontale, per il cannone da 75/27 mod 06 vennero creati 3 diversi affusti: da casamatta metallica, da casamatta in calcestruzzo, e su carrello decauville; essi presentavano notevoli differenze.
Al Forte Bramafam si è voluta ricostruire una casamatta d'artiglieria per un cannone da 75/27 su affusto decouville, un pezzo unico nel suo genere, se sapete dove trovarne uno fate un fischio!!, ricostruito anche nei particolari e meccanismi, dalla canna alla culla, dalla culatta all'affusto che scorre sull'unico pezzo dell'istallazione che si è potuto recuperare, i binari della casamatta!.

Per approfondire le tematiche tecniche delle armi, artiglierie, impianti, corazzature strutture e quant'altro qui trattato vi rimandiamo ai due stupendi volumi "Il Vallo Alpino, Le Armi utilizzate nelle opere e relative corazzature" e "L'opera in caverna del Vallo Alpino"


Le fotografie collegate ai link di questo testo sono tratte dal sito
LE FORTIFICAZIONI IN CAVERNA DEL VALLO ALPINO
del Sig Luciano Marcon


  • Una postazione di artiglieria campale con due obici Skoda da 100/17 mod 16, recuperati e restaurati da alcuni soci dell'associazione ed ora esposti al forte.
    Nel giugno del 1940 al Forte era schierata la 516° Btr G.a.F., batteria della Guardia alla Frontiera costituita da otto obici Skoda 100/17 mod 14.
  • Alcuni mezzi del Regio Esercito come un camion Lancia 3 Ro, una Autocarretta OM del Regio Esercito come quella che prestava servizio tra Cesana e la Batteria dello Chaberton ed un Trattore Pesante Campale 30/A di costruzione FIAT

    Inoltre la ricostruzione museale ed ambientale di alcune stanze del forte di fine ottocento con uniformi ed impianti d'epoca originali tra cui:
    l'ufficio del comandante del Forte Bramafam, un ufficiale del 6° Rgt Artiglieria da fortezza;
    una camerata truppa di inizio secolo con le brande, il corredo individuale e arredi originali;
    la stanza di un ufficiale del presidio del forte a fine ottocento con arredi originali;
    la cucina degli ufficiali;
    la sala mensa degli ufficiali;
    le armi individuali e l'armamento del Regio Esercito, con alcuni modelli di pistole degli ufficiali e della truppa (Beretta 9 mm e altre), fucili da truppa come il Vetterli mod.91, la mitragliatrice FIAT 14 mod. 35 con treppiede e vari affustini speciali per il suo impiego anche in casamatta, porta garitta e torretta metallica del Vallo Alpino, il fucile mitragliatore Breda 30, un mortaio da 81, varie armi bianche da ufficiale e da truppa, e una vasta collezione di proietti, bossoli, bombe e casse munizioni per il cannone 149 G e 149 A, da 120mm, 105mm, 100mm, 75mm, 47mm a.c., proiettili e munizioni varie per mitragliatori, mitragliatrici e antiaeree da 20mm e molto altro ancora...........
    Plastici delle principali fortificazioni della zona come la Batteria Forte Chaberton, Forte Bramafam..., esposizione di oggetti storici ritrovati durante i lavori di restauro, la mascalcia del forte....;
    Nella stagione invernale ed in primavera è in fase di esecuzione il progetto di ricostruzione della torretta "F", una installazione sotto cupola girevole a scomparsa per cannoni a tiro rapido da 57mm.
    La cupola sarà dotata di un sistema di elevazione e rotazione, atto, tra l'altro, a consentire, ad una riproduzione del pezzo da 57 mm., lo scorrimento verso l'esterno della cannoniera.
    Andranno avanti i lavori di allestimento della nuova area museale ricavata dal recupero del primo piano della caserma truppa e compatibilmente alle disponibilità finanziarie ......inizieranno i lavori per il restauro, ma è più appropriato il termine ricostruzione, del magazzino d'Artiglieria, una delle aree potenzialmente più interessanti dal punto di vista degli spazi espositivi e fruibile da tutti (anziani, bambini, portatori di handicap...) d'altrocanto anche il più danneggiato da anni di asportazione di tutti i materiali lapidei e lignei fino a renderlo allo stato attuale con i soli muri perimetrali, anch'essi da mettere in sicurezza.

 

LE NUOVE PUBBLICAZIONI A CURA DELL'ASSAM
2Visitate la nuova pagina dei libri e pubblicazioni a cura dell'assam 1

 

ALCUNE IMMAGINI DELLE ESPOSIZIONI MUSEALI
PRESENTI AL FORTE E OGGETTO DELLA VISITA

L'ufficio del Comandante del Forte Bramafam del 6° Rgt Artiglieria da Fortezza La camerata della truppa del Forte Bramafam
Postazione campale con serventi al pezzo, un obice Skoda da 100/17 mod 14 Il locale di spolettamento proietti di una batteria in caverna del Vallo Alpino
La ricostruzione del corpo di guardia tedesco dei Gebirgsjaeger al Forte Bramafam nel 1943-1944 Il Forte Bramafam nel 1915, sullo sfondo a destra la caserma ufficiali, la caponiera della piazza d'armi e a sx la caserma truppa. In primo piano a dx il magazzino d'artiglieria


Magazzino Artiglieriala batteria in barbetta per 6 pezzi da 87 Ble due istallazioni a pozzo sotto cupola corazzata dei cannoni da 120/21torretta a scomparsa a tiro rapido da 57mmtorretta a tiro rapido a scomparsa da 57mmubicazione dove tra il 1939 ed il 1940 sarà costruito il Centro 14 del Vallo Alpino armato con 6 mitragliatricitorretta a scomparsa da 57mmterrazzo della galleria di golaGalleria di golapiazza d'rmi del Forte Bramafaml'ingresso al basso fortele piazzole in barbetta per i due pezzi da 149 G

Fino al suo abbandono con la G.a.F., la Guardia alla Frontiera, gli ultimi soldati italiani che nel '43 presidiarono il Forte Bramafam.