Antonio Gentile

via Porteglio, 16 - 10094 Pontepietra di Giaveno (To)
cell. 347.22.18.385 - email: kindart@mail.omnitel.it
URL: http://www.torinolimpiade.com

Nasce a Vairano (Ce) nel 1946, vive e lavora a Moncalieri, Giaveno e Roma.

Artista socialmente inpegnato, si colloca nella sperimen-tazione ricerca, interprete di numerose performances col gruppo internazionale del “Presenteismo”.

“... i dipinti sono finestre macroscopiche sul cosmo, asso-luto o umano, ora delle proiezioni nell’infinitamente picco-lo: tutti aspetti di una medesima legge, organica prima an-cora che scientifica, che regola gli eterni notturni, le pri-mordiali fluttuazioni di micro-organismi, i secolari ma sem-pre nuovi inni dell’uomo, la legge di Caino e Abele ...”.

(Laura Turco Liveri)


“ ... opere ... in linea con alcune prerogative tipiche della cosiddetta « opera aperta » che invitano il fruitore ad en-trare all’interno del dibattito ...”. (Massimo Centini)

Atelier di Antonio Gentile

“L’atelier dell’artista, collocato sulla splendida collina di Giaveno, è intriso di intimità e magia: contiene al pre-sente non solo le opere fatte, ma dall’aria che si respira sembra di palpare l’indefinito e l’invisibile di ciò che deve ancora conformarsi ...”.

(Laura Turco Liveri)

  Particolare dell'atelier di Antonio Gentile

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Gianfranco Gerace

via Bellardi, 39/A - 10146 Torino
tel. 011.71.38.44 - cell. 333.71.93.895

La mia maturazione artistica si è sviluppata attraverso le influenze dell’arte seicentesca passando dai paesaggi im-pressionisti agli spazi baconiani e alle astrazioni orientali.
Parafrasando Italo Calvino potrei dire che ripercorrere (gli eventi e le forme artistiche) significa “correre”, lungo la linea dell’arte affrontandone i demoni con la leggerezza di Perseo.

Atelier di Gianfranco Gerace

Finestra, luogo dove lo sguardo rimane intrappolato e la luce si distrugge fra i meandri geometrici di ogni sbarra.
Come in una fotografia del 1905, dove l’ombra di Claude Monet aleggia nello stagno delle Ninfee, Victor I. Stoi-chita vedeva la messinscena simbolica della confessione di un artista o la variante dei rapporti tra origine della pittura e automimesi, così questa immagine, unica realtà dello studio, si lega alle mie opere.

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