inserto N. 6 ne Il Giornale dell'Arte - reg. Tribunale di Torino N.2917 del 4/2/1979

La Scuola medica salernitana: itinerario per una riscoperta

La Scuola medica salernitana rappresenta uno straordinario momento del sapere scientifico medioevale che oggi può essere rievocato attraverso la lettura dei documenti manoscritti e l'illustrazione delle miniature e delle incisioni.

La mostra che verrà presentata a Torino negli spazi espositivi dell'Ospedale Mauriziano Umberto I mostrerà in una ventina di pannelli testi e immagini atti a rievocarne la straordinaria vicenda. La grande fama conquistata all'epoca dai medici salernitani è presentata facendo rivivere spazi e ambienti, personaggi e opere, in una ricerca che oscilla tra la storicità rigorosa e l'anedottica affabulatoria.
Specialisti e discepoli, maestri e divulgatori si alternano in una galleria di affascinanti personalità che operano nelle ricerche precoci dell'arte medica. Una parte molto interessante rievoca le regole della salute, i suggerimenti per una vita igienica che solo il binomio medicina- filosofia riesce a suggerire e garantire.
Pratiche ippocratiche, sapienza bizantina ed araba, ricerche fisiche ed osservazioni dirette conducevano gli antichi professionisti ad applicare metodiche di successo, mentre il loro sapere veniva garantito dalle università che nel Trecento giungono a comprendere tre anni di logica e cinque di medicina e chirurgia studiate su testi e trattati ben chiaramente identificati. La legislazione che i diversi sovrani fecero elaborare per garantire serietà e successo alla Scuola salernitana rappresenta un aspetto statutario di base. Non mancano le liti e le sentenze che il protomedicato suscitava per porre in discussione anche il rilascio delle lauree; i rapporti con i Priori del patriziato salernitano aprono un capitolo che esplora gli equilibri sociali e la riorganizzazione del potere locale. Si giunge così nel secolo XV alla decadenza della Scuola che verrà soppressa con il decreto organico per l'istruzione pubblica del 29 novembre 1811, emanato dal re di Napoli Gioacchino Murat.

Una seconda parte delle mostra esplora la presenza femminile all'interno della Scuola medica, non episodio isolato ma presenza ricca di protagonismo. Nobili, ispirate al modello regale della consorte del Longobardo Adelchi, le donne medico e le chirurghe, prudenti, attive, guerriere, coraggiose ed operose, diedero, tra l'età dei Longobardi e quella dei Normanni, il meglio di sè. Le immagini le presentano nella città ricca di torri, entro le mura che si affacciano al golfo dove le navi e le barche da pesca mostrano l'alacre presenza marinara di Salerno. Le donne furono spesso autrici di veri prodigi nelle varie specialità: medicina, chirirgia, oculistica, farmacia, ostetricia. Il simbolo al femminile delle Scuola medica salernitana è rappresentato da Trotula De Ruggiero, don madico e magistra, celebrata come scienziata e soggetto di una querelle tra studiosi di storia della medicina e studiosi di storia delle donne. E' ricordata da una medaglia ottocentesca che la illustra fra i personaggi del Regno di Napoli. I suoi studi la resero celebre anche oltre i confini, fino all'Inghilterra. Tra le sue opere il De mulierum passionibus ante e post partum costruisce un discorso chiaro e lineare sulle malattie femminili. Aiuto sollievo, soccorso sono offerti prima del concepimento, nella gravidanza, durante il parto e il puerperio.
Forte interesse diede Trotula al benessere fisico della donna e del bambino. Fu attenta all'armonia della coppia segnalando metodi contraccettivi.
Infine sviluppò diverse cure del corpo con ricerche originali di cosmesi. Gli estratti delle opere dei medici di Salerno mostrano la chiarezza del linguaggio, l'originalità dei suggerimenti per la salute armonica dei pazienti. Infine, sulla scorta delle fonti,si ricostruiscono altre personalità di donne medico.
Ne La chirurgia al femminile si giunge a definire coloro che, operando con le mani si conquistano stima e suscitano meraviglia. Sulla scorta anche delle mulieres salernitanae si elaborarono i famosi quesiti che affiancavano medicina colta e medicina popolare; si trattava di domande e risposte capaci di coniugare antropologia, medicina,scienze delle erbe, zoologia, meteorologia, botanica, fisica, farmacologia… in pratiche che, oltre il secolo XIII, furono accolte nelle dispute delle scuole mediche di Inghilterra, Francia, Germania e Italia. Matteo Plateario, autore nel sec. XII di un'opera fondamentale per lo sviluppo della farmacopea, cita le ricerche delle donne salernitane. Più tardi esse- portatrici di una scienza orale - verranno negate e da medichesse del popolo diverranno, nell'immaginario collettivo, le streghe. M.L.T.