Mauro Uberti

Conservatorio di Torino

LA RIFORMA E LE CIFRE


Il 5 novembre 1997, in sede legiferante, è stato approvato dalla Commissione Cultura della Camera dei Deputati il testo unificato delle proposte di legge di «Riforma delle Accademie di belle arti, dell'Accademia nazionale di danza, dell'Accademia nazionale di arte drammatica, degli Istituti superiori per le industrie artistiche, dei Conservatori di musica e degli Istituti musicali pareggiati». Come già il «Testo unificato» della legislatura precedente, quello attuale, che ne è la derivazione diretta, prevede la riduzione della scuola musicale professionale agli schemi della scuola ordinaria con la conseguente suddivisione nelle fasce: inferiore, superiore e universitaria.

A regime, questa suddivisione avrà verosimilmente l'effetto di abbassare l'attuale livello professionale del corpo docente delle fasce media e secondaria in quanto, dovendo esso adeguarsi a quello della scuola ordinaria, anche il suo reclutamento dovrà fondarsi sul titolo di studio anziché sui titoli professionali come attualmente avviene; di fatto, cioè, verrà reclutata una rispettabilissima classe di docenti certamente senz'onta, ma anche, almeno per quanto dipenderà dallo Stato, senza onore.

La maggior parte degli articoli del testo di legge è rivolta a delineare la futura fascia universitaria e soltanto il n. 10 si occupa del «Riordinamento degli studi musicali e coreutici non universitari»: anzi, non se ne occupa affatto, in quanto puramente e semplicemente rimanda la questione, alla quale si provvederà nel «riordino dei cicli scolastici».

L'art. 8, «Personale docente e non docente», tratta invece del futuro professionale degli attuali insegnanti di Conservatorio e leggendolo un pò in diagonale, ma sostanzialmente per intero, se ne ricava quanto segue:

Comma 1. In sede di prima applicazione della presente legge, gli insegnamenti... sono conferiti ai docenti nonchè agli accompagnatori al pianoforte... già in servizio;

Comma 3. I docenti... sono inquadrati negli ISDA (Istituti Superiori delle Arti, i nuovi organi regionali previsti dalla riforma [N.d.R.]) in ruoli ad esaurimento con mantenimento delle funzioni esercitate... Detto personale è sottoposto a verifiche secondo le procedure previste dalla normativa universitaria vigente e dispone di una specifica area di contrattazione;

Comma 5. Per cinque anni... si applica al personale la normativa vigente in materia di trattamento economico per i docenti... in servizio presso gli istituti di cui all'art. 1 (i Conservatori di musica [N.d.R.]).

A una lettura superficiale potrebbe anche sembrare che, salvo macroscopiche inidoneità al momento della verifica, per i docenti di Conservatorio stia per valere un «todos caballeros», capace di promuoverli tutti a livello universitario; ma a questo punto, purtroppo, cominciano a parlare le cifre.

E' noto che il Conservatorio è una delle scuole a maggiore mortalità scolastica; che, cioè, benché l'aumento del numero dei Conservatori abbia attenuato il rigore della selezione, gli allievi che giungono ai corsi superiori sono una minoranza e costituiscono un po' meno del 20% della totalità.
E' evidente a questo punto che il numero delle classi della fascia universitaria, corrispondenti a quelle degli attuali corsi superiori, risulterà parimenti ridotto e che quindi il numero di cattedre del futuro «conservatorio» calerà drasticamente rispetto a quello del conservatorio attuale prima ancora che i docenti possano giungere alla verifica triennale, prevista dalla normativa universitaria sotto la quale, come abbiamo visto, ricadranno.
I docenti di materie principali dovranno quindi contendersi le poche cattedre universitarie e i perdenti, sia pure «inquadrati in un ruolo ad esaurimento», andranno ad insegnare in un liceo o altra scuola a indirizzo musicale.

Problema diverso ma non meno grave è quello degli insegnanti di materie complementari. Facendo la conta sugli annuari di alcuni Conservatori, risulta che, con buona approssimazione, essi costituiscono un terzo del corpo docente. Che ne sarà di loro? Verranno discriminati a seconda dei corsi - inferiore, medio o superiore - in cui insegnano attualmente? Sarebbe corretto dire che l'insegnante di Solfeggio - sovente compositore famoso - è di livello inferiore a quello di Arte scenica soltanto perché balordi programmi di studio fanno terminare lo studio della teoria musicale troppo presto mentre fanno incominciare la formazione teatrale del cantante troppo tardi?

L'A.N.I.Mus è sempre stata convinta che, per quanto da ammodernare, l'attuale struttura dei Conservatori sia il succo dell'esperienza dei secoli, che il meglio di essa - si è detto «il meglio» - sia il meglio anche per la didattica e, contemporaneamente, per la condizione professionale degli insegnanti. Inoltre è sempre stata convinta che, prima di rinnegare i valori della tradizione si dovrebbe essere sicuri di poterli sostituire con altri almeno pari. Dalle nostre ormai note «Otto premesse alla riforma» appare come sarebbe stato perfettamente possibile progettare la riforma più avanzata senza spogliarsi dei valori della tradizione.

Non stupisce, tuttavia, l'atteggiamento iconoclastico dei politici, che, evidentemente, rappresentano il popolo sovrano anche nel suo analfabetismo musicale; stupisce invece che una parte dei nostri colleghi lo condivida e si rallegri di questa riforma.
Che siano amici del giaguaro?

Torino, 15 novembre 1997.