Presentazione del libro

 

 

Cristiano Giorda

CYBERGEOGRAFIA

Estensione, rappresentazione e percezione dello spazio nell’epoca dell’informazione.

Torino, Tirrenia Stampatori, 2000

 

 

 

Nel cyberspazio il mondo globalizzato sta costruendo la propria nuova agorà, la piazza dove continuare il racconto collettivo dei significati che sostengono l’esistenza del mondo.

E’ attraverso il linguaggio, il codice simbolico, che le società umane intervengono sull’organizzazione territoriale generando innovazione e nuovi significati, nuovi valori, nuovi modelli culturali. Sono questi a guidare il mutamento materiale, i comportamenti, le decisioni e le azioni che rinnovano quell’organismo vivente che è il luogo.

Attenzione però a non ridurre il paesaggio, reale o virtuale che sia, a un testo. Per questo in Cybergeografia il riferimento teorico è la fisica relativistica, non la letteratura. Il cyberspazio occupa una geometria non euclidea, uno spazio/tempo sistemico che non può essere adattato al modello epistemologico della separazione, del capello spaccato in quattro. Parafrasando Bateson, non è importante contare il numero degli attori di un territorio, ma osservare le relazioni che si sviluppano fra di loro. Il cyberspazio è oggi il nuovo territorio delle relazioni umane. In esso, tutti gli attori, istituzionali e non, di tutti i luoghi, sviluppano le relazioni che troveranno forma in una nuova attribuzione di valori ai territori materiali, un nuovo paesaggio culturale che già oggi attraverso le decisioni e i comportamenti rinnova lo scenario dei luoghi, delle organizzazioni territoriali, delle risorse e delle lotte per l’accaparramento delle risorse, del potere e della gestione del potere, dell’economia e dell’organizzazione economica.

IL cyberspazio non si limita ad essere un oggetto di studio geografico come potrebbero esserlo un documento, un romanzo, un dipinto, una fotografia. Esso è indagabile, nel senso usato da Mc Luhan, come un’estensione digitale degli spazi reali. Uno spazio artificiale creato e colonizzato dall’uomo che vi sta estendendo gran parte delle funzioni che la cultura umana ha storicamente assegnato agli spazi materiali. Un trasferimento i cui effetti sull’organizzazione dei territori materiali sono già molto evidenti, sia nelle reti degli scambi economici, sia nella strutturazione dei ruoli politici e dell’organizzazione sociale. Le distanze non vengono annullate, ma assumono nuovi valori. La loro misurazione non è più calcolabile con l’unità di misura matematica lineare, perché sono il risultato di uno spazio a più dimensioni, rispetto alle quali è necessario identificare di volta in volta le relazioni che ne sviluppano la complessità.

“Cybergeografia” vuole essere un primo contributo allo studio nel nuovo spazio nel quale vengono negoziati i significati del mondo. Un tentativo di porre delle domande, di indagare dove possono portare nuovi modelli, di descrivere degli scenari, di aprire nuovi orizzonti sull’incessante processo attraverso il quale l’umanità disegna il proprio volto fino a riconoscerlo.

 

 

 

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