si è formato come gruppo nel 1989

HANDICAP E SVILUPPO

Il significato di una nuova proposta associativa

 

Handicap e Sviluppo, formatosi come gruppo spontaneo nel 1989 e costituitosi in associazione nel 91, vuol dare il proprio originale contributo per il superamento dell'Handicap, l'integrazione dei disabili, la promozione dello sviluppo equo e solidale, dell'Interscambio e della solidarietà tra i Nord e i Sud del mondo, soprattutto attraverso la partecipazione a concrete iniziative che vedono protagonisti in prima persona associazioni e gruppi di disabili, o comunque realtà che lottano per il superamento dell'handicap, e più in generale per lo sviluppo umano e sociale, nelle rispettive comunità  locali.

 

Lavorare per il superamento dell'handicap per noi significa lavorare prima di tutto per rimuovere quei fattori che contribuiscono a determinarlo.

Questo vuol dire battersi per eliminare tutte quelle BARRIERE, dalle ARCHITETTONICHE alle CULTURALI, senza dimenticare quelle ECONOMICHE, che gruppi e culture egemoni tendono a disseminare per difendere i propri privilegi, creando un mondo e una realtà solo ad essi funzionali, un mondo che esclude, sfrutta ed emargina gli svantaggiati di ogni tipo.

Significa battersi per creare concrete possibilità di lavoro ed emancipazione per tutti coloro che possano svolgere una qualche attività produttiva e sociale, per riconoscere a tutti il diritto di cittadinanza nella collettività umana, collettività di cui tutti devono promuoverne lo sviluppo ed anche condividerne le risorse.

Vuol dire dare anche un'adeguata e dignitosa assistenza a chi non potrà mai o non può più svolgere una qualsiasi proficua attività, a causa delle proprie condizioni fisiche, intellettive, sensoriali, perchè il suo diritto alla vita, il diritto alla  vita del più debole e svantaggiato, fonda il diritto alla vita da parte di tutti, siano essi individui, gruppi o popoli.

Un valore, questo della vita, che non può essere legato al valore di mercato, ne subordinato ad un qualche concetto di efficienza e produttività, un valore da non confondere con la sterile affermazione di principio "dell'esistenza ad ogni costo" ma piuttosto da realizzarsi in una prassi costante di ricerca della più alta qualità e dignità di vita umanamente possibile.

Vuol dire lavorare per costruire ed ampliare servizi ed opportunità per garantire un'esistenza migliore ad anziani, minori, disabili, malati mentali, a persone e gruppi che più di altri necessitano del supporto comune, per non lasciare nell'abbandono, nella solitudine e nella disperazione proprio coloro che hanno più bisogno di sentirsi parte viva e integrante di una società civile e democratica, e che proprio perchè civile e democratica  deve essere anche solidale.

 

Lottare per il superamento dell'handicap (handicap inteso anche nel senso più generale di ostacolo alla partecipazione in tutti i suoi vari aspetti) significa pensare e progettare modelli di SVILUPPO che facciano dell'EQUA DISTRIBUZIONE  DELLE RISORSE, della SALVAGUARDIA DELL'AMBIENTE, della PROMOZIONE DELLA SALUTE,  della DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA  E DELL'EDUCAZIONE, il motore dell'economia, il suo fine ultimo, spostando intelligenze e investimenti da un'industria produttrice di sofferenza, violenza e morte (vedi per tutti gli armamenti e le tecnologie per la guerra) ad  un'industria produttrice di vita, di progresso, di ben-essere e di felicità condivisi.

 

Tutto questo in un ottica in cui ogni persona, ogni stato, ogni comunità umana prenda maggiormente coscienza della propria interdipendenza globale.

Il mondo è sempre più un unico grande villaggio, che ha un destino necessariamente ed inevitabilmente comune.

Ciò che accade 'qui' influenza ciò che accade 'la', ciò che faremo 'noi' influenzerà ciò che faranno 'loro', e viceversa. E non importa se quel 'LA' e quel 'LORO' sono distanti migliaia di Km o i pochi cm della porta accanto.

Le nostre scelte, la quantità e qualità dei nostri consumi, condizionano ed influiscono sulla qualità di vita e sulla stessa possibilità di sopravvivenza di milioni di altri esseri umani.

 

Ci siamo messi insieme, noi di Handicap e Sviluppo, perché crediamo che sia necessario aprire gli occhi ed avere il coraggio di mettere in discussione una civiltà che sa forse produrre ricchezza ma che non sa o che non vuole utilizzarla per il bene comune.

Crediamo che si debba smettere di costruire o consolidare i tanti piccoli "Nord Dorati" che prosperano sui "Sud Disgraziati" (ed ogni area, ogni gruppo umano ha il suo Nord e il suo Sud), Nord sempre più opulenti e privilegiati, ma anche inevitabilmente sempre più ristretti, sempre più blindati, militarizzati e perennemente in competizione per mantenere la propria violenta egemonia su sterminati e proliferanti "Sud" fatti di povertà, malattia e miseria.

"Sud" in costante espansione, che rischiano di fagocitare anche molti di coloro che, consapevolmente o meno,  hanno contribuito a crearli e che svuotano di significato concetti e valori, quali il riconoscimento della comune umanità, il rispetto dei diritti civili, la promozione delle pari opportunità, lo sviluppo della democrazia, indispensabili in qualsiasi convivenza che voglia qualificarsi come "umana".

Altrimenti corriamo il rischio di costruire un mondo in cui non sarà bello vivere, di autocondannarci ad un futuro molto più ingiusto e tenebroso del presente e di cui le ultime guerre e i disastri umani tipo il Kosowo non sono che pallide anticipazioni e metafore.

 

Crediamo, invece, che sia giusto ed utile costruire e ampliare una società equa e solidale, che abbatta gli steccati e sappia valorizzare le differenze, che affronti e risolva i problemi locali contestualizzandoli nelle loro implicazioni globali e internazionali, che punti si ad un maggiore benessere e ad una maggiore ricchezza, ma che siano benessere e ricchezza condivisi, ma a partire dai bisogni prioritari degli ultimi, ma finalizzati a risolvere i fondamentali problemi del nostro tempo (malattie, fame, inquinamento, ridistribuzione delle risorse, partecipazione degli esclusi ...).

 

Questo vuol dire fare una scommessa, fare una scelta per un futuro di pace e di prosperità condivisi, sia nelle comunità locali che per il mondo intero. Una scelta che renda possibile il futuro, ed un futuro migliore per tutti, un progetto di futuro che parta dal presente, da oggi e da qui, e che sia in grado di migliorare anche il nostro tempo e il nostro spazio.

Costruire un mondo migliore, come migliore vogliamo che sia la nostra vita, a partire dal nostro quartiere, da questa città, dall'Italia in cui viviamo, fino all'ultimo sperduto villaggio ai confini del mondo.

Un mondo da costruire ogni giorno nelle scelte ordinarie della vita quotidiana (in quello che compriamo, in quello che produciamo, in quello che mangiamo, in quello che pensiamo...), insieme agli esclusi di ogni tipo e paese, per realizzare con il contributo di tutti un progetto di sempre maggiori giustizia, equità e solidarietà condivisi, un progetto che qualcuno potrebbe scambiare per un sogno.

 

Ma abbiamo bisogno anche dei sogni per riuscire a cambiare la vita.

Senza contare che quando un sogno è sognato insieme, ed in tanti, é  già  l'inizio di una nuova realtà. 

Una realtà anche piccola e semplice come può essere questo modesto sito, che non rivoluzionerà certo il mondo ma che ci può far sentire maggiormente fratelli e amici, che fa sentire parte integrante di noi,  della nostra storia, persone e situazioni diverse ma non estranee, forse lontane ma soltanto per la loro distanza geografica, comunque CONVINTI CHE NON È GIUSTO, NON  È POSSIBILE E NON È BELLO ESSERE FELICI DA SOLI!