di Pier Paolo Eramo
(responsabile di Pianeta Possibile, un progetto del Cicsene e della Città di
Torino - Centro Interculturale)
Anche la scuola si sta "decentrando". Con i nuovi principi sull'autonomia scolastica i singoli istituti non sono più considerati semplici terminali che applicano localmente norme, programmi, metodi del Ministero, ma enti capaci di analizzare i bisogni del proprio ambiente e di elaborare e realizzare un progetto educativo che coinvolga in modo attivo tutti i soggetti del territorio. In parole povere si afferma anche a scuola la libertà di scegliere (all'interno di limiti ben precisi) contenuti, metodi e strumenti di lavoro.
Prendiamo allora una scuola (o meglio, una rete di scuole) che considera l'educazione interculturale e alla solidarietà internazionale uno dei punti qualificanti del suo Piano di Offerta Formativa. Consideriamo poi un'associazione che da anni si occupa di sviluppo con progetti in Italia e nel Sud del mondo. Aggiungiamo un Comune che ha creato un Centro Interculturale come luogo di elaborazione di strategie formative per la crescita di una città multiculturale. Ecco; proprio da un cocktail di questi elementi è nato "Pianeta Possibile", un protocollo d'intesa tra il Comune di Torino e l'associazione Cicsene, per promuovere progetti di scambio e solidarietà tra scuole, associazioni e comuni italiani e Paesi del Sud del mondo, con una speciale attenzione all'area mediterranea e al Sahel. Gemellaggi? Non solo, si tratta di molto di più.
Non stiamo parlando infatti del semplice scambio di letterine tra studenti: il contatto tra due scuole è il primo passo per la costruzione di un progetto educativi comune, un vero e proprio lavoro didattico parallelo su temi di reciproco interesse. Il che vuol dire, per fare degli esempi, confrontare sistemi scolastici, programmi e metodi di insegnamento, scambiare libri di testo, lavorare a prodotti comuni di educazione ambientale, di storia, di geografia o di educazione alla pace. Per la scuola italiana significa anche prendere coscienza, attraverso i lavori dei ragazzi e degli insegnanti (e la mediazione culturale dell'associazione), di diversi modelli di vita e di sviluppo, spesso di grandi difficoltà economiche e materiali. Il progetto di scambio diventa allora un partenariato di solidarietà e di cooperazione tra scuole: si tratta ovviamente di operazioni di piccola scala, che passano attraverso adozioni a distanza, forniture di materiali didattici, sostegno economico, ma anche il finanziamento di stages di docenti e di visite reciproche di conoscenza.
Ma non finisce qui: il partenariato tra scuole trascina con sé dei collegamenti più o
meno strutturati con i Comuni di appartenenza, che possono poi trasformarsi in veri e
propri progetti di cooperazione decentrata, estendendosi al di là del campo educativo. Un
esempio: la rete di scambi tra sette scuole dell'area torinese e altrettante del distretto
di Ramallah (in Palestina), nata in collaborazione con l'associazione Salaam Ragazzi
dell'Olivo, sta portando al gemellaggio tra il comune di Nichelino e quello di Taibeh e
tra il comune di S. Maurizio Canavese e le autorità del campo profughi di Al Amari Camp
di Ramallah. Allo stesso modo, accanto a una serie di scambi bilaterali con scuole
tunisine, è nata una convenzione tra il Cicsene e un'università di Tunisi per la
realizzazione di stages di formazione e lavoro in imprese italiane.
Piccoli esempi che costruiscono una cooperazione "di base" che, partendo dalla
scuola, accorcia le distanze tra i popoli, e promuove il protagonismo e la
corresponsabilità di ciascuno.
Pianeta Possibile: progetto del Cicsene e della Città di Torino - Centro
Interculturale
Segreteria: via Borgosesia 30 - 10145 Torino,
tel. 011.7412435, fax 011.7710964,
email: cicsene@teoresi.net
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Maggio 1999
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